Sconfitta tv rilancia assalto a leadership Berlusconi

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Reuters
00giovedì 16 marzo 2006 00:52
di Paolo Biondi

ROMA (Reuters) - Nel giorno in cui la commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin naufraga per le defezioni all'interno della maggioranza, gli echi della sfida tv di ieri porta in luce anche le divisioni tra le tre "punte" del centrodestra.

Il vicepremier e presidente di An Gianfranco Fini ed il presidente della Camera e leader dell'Udc Pierferdinando Casini hanno preso platealmente le distanze dal modo in cui Silvio Berlusconi ha condotto il confronto ieri sera con Romano Prodi e nel centrodestra è ormai caccia al voto in competizione fra i vari leader della coalizione.

Solo la Lega non ha partecipato a questo crucifige nei confronti di Berlusconi, ma il silenzio leghista pesa quanto le critiche degli altri due alleati.

In mattinata si era sparsa la voce, in ambienti della maggioranza, che il silenzio di Fini e Casini nelle prime ore dopo la performance di Berlusconi su RaiUno fosse già una presa di distanza piuttosto netta con i contenuti espressi dal presidente del Consiglio.

Ma ai due non è bastato neppure il silenzio. Del resto già più di un commentatore aveva notato come la strategia di Berlusconi comprendesse anche il recupero di voti nei confronti di An e Udc.

Le parole di Casini sono taglienti: "Credo che ieri sia stata un'occasione mancata. Quello che mi interessa evidenziare è che è stato un dibattito del passato e sul passato, privo di una dimensione che guardi al futuro degli italiani e ai problemi della gente".

Fini ha addirittura affidato la sua analisi ad una nota scritta: "Non credo che il dibattito tv abbia cambiato di molto la situazione [...]. Berlusconi ha rafforzato il convincimento di chi ha già scelto il centrodestra, ha giustamente ricordato le tante cose buone fatte dal governo e le molte contraddizioni del centrosinistra, ma ha dato l'impressione di credere che tutto vada bene. Ha cercato di essere promosso con il massimo dei voti e la lode. Un eccesso, perché i tanti elettori ancora indecisi sanno che nella nostra società ci sono ancora molti problemi".

Insomma, gli ultimi confronti televisivi non hanno portato nulla di buono al "grande comunicatore": era apparso stanco nell'attesissimo confronto con il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto fino ad essere ripreso dal conduttore Enrico Mentana ("si sta forse annoiando?", gli ha chiesto ad un certo punto per cercare di scuoterlo dall'apparente torpore); ha abbandonato lo studio di In mezz'ora domenica su RaiTre per insofferenza verso la pressione incalzante della conduttrice Lucia Annunziata; ha ammesso ieri sera in diretta di non essere riuscito a comunicare come voleva nel confronto con Prodi.

Dopo la pioggia di numeri dei sondaggi pubblicati sui giornali che danno tutti, all'unanimità, la vittoria (seppure nella maggioranza dei casi di misura) a Prodi nel primo duello, è arrivata oggi anche la bocciatura da parte del mondo finanziario.

In un report della Bank of America, preparato dall'analista Lorenzo Codogno, si dice sì che "Prodi sembra avere vinto il confronto, ma l'esito della gara è ancora aperto", ma poi si affida al centrosinistra un vantaggio che nessun sondaggio ha fin'ora mai indicato: il report dà il 65% di probabilità di vittoria al centrosinistra ed appena il 25% al centrodestra, con uno scarno 4% all'idea del pareggio (cioè diverse maggioranze nelle due Camere) con una Grosse coalition come esito, un 4% alla possibilità del pareggio con nuove elezioni entro l'anno, ed un 2% ad una vittoria del centrosinistra così ampia da poter fare a meno del sostegno di Rifondazione comunista.

I numeri stanno raggiungendo i primi effetti nel centrodestra già prima delle elezioni e la battaglia per la leadership nella coalizione sembra tutt'altro che rinviata a dopo il voto, tant'è che Fini ha aggiunto nella sua nota: "Per costruire un futuro migliore il centrodestra resta di gran lunga e per tante ragioni più credibile del centrosinistra, ma a condizione che dal voto esca un centrodestra vincente ma diverso dall'attuale, più capace di ascoltare la gente comune. Un centrodestra ugualmente determinato ma più realista".

Un maggior realismo che sembra piuttosto un invito al Cavaliere a togliere il disturbo. Si attende replica.
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