Schiava dell' Opus Dei

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nevio63
00giovedì 31 dicembre 2009 22:59
“Fuori dall’Opus Dei sono rinata”

Emanuela Provera Per 14 anni è stata numeraria dell’Opus Dei. Ora ha raccolto le testimonianze di altri fuoriusciti come lei. Perché la gente sappia.


Cosa è esattamente l’Opus Dei?

Una prelatura personale della Chiesa: una specie di diocesi senza limiti territoriali.

Quante persone ne fanno parte?

La prelatura dice 85mila.

Come si entra in contatto con l’Opera?

Gestisce scuole, centri culturali e sportivi, residenze universitarie, il campus biomedico. Molti entrano in contatto senza saperlo.

Perché, non lo dichiarano?

No, nei nomi dei centri non compare mai la parola “Opus Dei”. Si sa che le scuole si ispirano a principi cristiani ma non si sa come poi vivono i ragazzi lì dentro.

Cosa succede?

Li seguono tutor dell’Opera: individuano quelli di selezione e li portano per il piano inclinato.

Cosa è?

Un percorso di formazione per convincerli a entrare nell’Opera perché hanno la vocazione. Può esser vero; ma io testimonio di troppi casi di manipolazione, illegalità, immoralità.

Come si entra poi?

Si scrive una lettera al prelato e si devono superare 3 tappe di incorporazione.

Quanto dura questo percorso?

Cinque anni. Si inizia a insinuare la vocazione pure agli 11enni. Formalmente fino a 14 anni e mezzo non sono dell’Opera ma li si fa già vivere da numerari, cioè chi ne fa parte giuridicamente.

Per esempio?

Gli si fa usare il cilicio e la “disciplina”.

Di che si tratta?

Il cilicio è una catena di ferro con delle punte. Si mette alla coscia perché crei ferite. La “disciplina” è una frusta.

Altre “mortificazioni”?

Le numerarie, per esempio, dormono sempre su un’asse di legno. Per anni e anni.

E le famiglie?

La verità, dice l’Opera, va rivelata solo a chi può accoglierla. Non devi dire nulla a casa: “metti a rischio la tua vocazione”.

Ci sono anche libri, musica e film “vietati”?

Sì. Ma che vocazione è una vocazione che va protetta da tutto? Per 14 anni non sono andata al cinema e all’università avevo un testo laicista sotto chiave: non poteva girare per il centro.

I numerari (che non possono sposarsi) vivono in case apposta per loro?

Sì, gli uomini in delle sedi, le donne in altre. La separazione è rigida: la donna è vista sempre come tentatrice.

La maggior parte lavora per l’Opera?

Molti: serve manovalanza per gestirne l’impero. Alcuni hanno i contributi, tutti gli altri lavorano gratis. E pensare che l’Opera proclama la santificazione del lavoro!

E poi i numerari devono fare testamento a favore dell’Opus Dei.

È obbligatorio.

C’è un aspetto classista nell’Opus Dei?

Eccome. È esplicito.

Poi, dice lei, ci si accorge che qualcosa non va.

Non te ne accorgi: ti ammali. Tanti numerari sono curati con psicofarmaci.

Ma che ci guadagnerebbe l’Opus Dei?

Forte immagine, manovalanza gratis, soldi. Dove sono i gettiti fiscali dei contributi mensili? Tutti i soprannumerari (membri “esterni” sposati che non vivono nei centri, ndr) devono versare ogni mese denaro, lo sapeva?

Lei lo ha fatto, come ne esce?

Serve una dispensa del prelato: fra laici e prelatura c’è un contratto ma non è rescindibile da entrambe le parti! Ci vogliono anni. Io ce ne ho messi tre.

Fra numerari non si parla di questo?

No: è vietato parlare di questioni personali. Per questo noi ex dobbiamo uscire in pubblico: per essere intercettati da chi esce e pensa di essere solo, senza lavoro, identità, affetti. È drammatico.

Cosa ha provato quando è uscita?

Pace, gioia, liberazione. Anche nel fare cose piccole: non andare a letto alla stessa ora, chiamare un amico, andare al mare con un costume normale…

Gusta la vita insomma.

Ancora oggi. E voi non potrete mai immaginare quanto. Stare nell’Opera è peggio del carcere: almeno i detenuti prima hanno avuto una vita normale.

La prima cosa che ha fatto fuori?

Sono andata al mare e al cinema, all’aperto. La notte non ho dormito per la felicità.

Poi si è innamorata e si è sposata.

Grazie a Dio ho conosciuto mio marito. Ho potuto scrivere il libro proprio grazie alla stabilità affettiva che ho trovato. Ed è difficile: quando esci dall’Opera sei di un’ingenuità fortissima, non hai mai visto un uomo o una donna, non sai comportarti, sei infantile e molto vulnerabile.

Come ha vissuto, da numeraria, i grandi eventi storici? Che ssò, il muro di Berlino?

Guardi mi sono accorta a malapena che era morto Borsellino. Nei centri si vede solo il telegiornale registrato, da cui tolgono certe notizie. Come per i giornali: quelli che puoi leggere sono tagliati, non ci sono tutte le pagine. Non sapevamo delle elezioni… Capisce che menomazione intellettuale?

Crede ancora in Dio?

Sono credente praticante. Ma ci sono ex numerari atei, chi si è sposato, chi è gay: ognuno cerca di recuperare la sua identità.

Cosa pensa di Escrivà, il fondatore dell’Opera? La Chiesa l’ha fatto santo nel 2002.

Mi crea una conflittualità interna. La Chiesa, che per me è madre, l’ha proclamato santo ma non vorrei essere nei suoi panni, con tanta devastazione di vite sulla coscienza, di fronte a Dio. Avrei paura.

Angela Geraci

angela.geraci@rcs.it

city.corriere.it/2009/12/18/interviste.shtml
Bicchiere mezzo pieno
00venerdì 1 gennaio 2010 07:36
A differenza della mia esperienza di ex-Tdg di cui conosco molto bene le vicende e i particolari non posso dire di conoscere alla stessa maniera la realtà dell'Opus Dei.

Non vedo però per quale motivo non dovrei dare credito alla testimonianza di questa signora e alle diverse testimonianze dello stesso tipo che ho letto in passato. Ho dato credito e solidarietà a ex-mormoni ed ex-scientologisty e do ia mia solidarietà anche agli ex dell'Opus Dei.

Sono situazioni sconvolgenti e contrarie a ogni libertà umana. e' pur vero che la stragrande maggioranza dei credenti nella Chiesa è davvero libera di scegliere e di agire, ma ciò non di meno la presenza di realtà come queste nel ventunesimo secolo è davvero agghiacciante.

Che differenza c'è fra l'Opus Dei e una qualunque setta americana? Forse che nelle sette americane non viene praticata la mortificazione e la flagellazione del corpo! Ma i metodi, a leggere dalla summenzionata esperienza, sono i medesimi. E chi ne fa le spese sono sempre le persone singole, manipolate mentalmente ed economicamente.

Che tristezza!

flabot
00venerdì 1 gennaio 2010 12:49
Re:
Bicchiere mezzo pieno, 01/01/2010 7.36:

A differenza della mia esperienza di ex-Tdg di cui conosco molto bene le vicende e i particolari non posso dire di conoscere alla stessa maniera la realtà dell'Opus Dei.

Non vedo però per quale motivo non dovrei dare credito alla testimonianza di questa signora e alle diverse testimonianze dello stesso tipo che ho letto in passato. Ho dato credito e solidarietà a ex-mormoni ed ex-scientologisty e do ia mia solidarietà anche agli ex dell'Opus Dei.

Sono situazioni sconvolgenti e contrarie a ogni libertà umana. e' pur vero che la stragrande maggioranza dei credenti nella Chiesa è davvero libera di scegliere e di agire, ma ciò non di meno la presenza di realtà come queste nel ventunesimo secolo è davvero agghiacciante.

Che differenza c'è fra l'Opus Dei e una qualunque setta americana? Forse che nelle sette americane non viene praticata la mortificazione e la flagellazione del corpo! Ma i metodi, a leggere dalla summenzionata esperienza, sono i medesimi. E chi ne fa le spese sono sempre le persone singole, manipolate mentalmente ed economicamente.

Che tristezza!






Ma il convivere con queste situazioni, fino al punto di santificare il fondatore delle medesime, in che luce mette la chiesa cattolica, tanto diversa dai TDG


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Elyy.
00venerdì 1 gennaio 2010 13:13

DA quello che sto sentedndo dell'opus dei mi convinco sempre più che c'è il buono e il cattivo dappertutto, anche nei tdg, anche nella CC, dappertutto! E questo non ci dovrebbe scandalizzare.

Riguardo la santificazione, non ci metto parola perchè penso bisognerebbe analizzare la vita di questo fondatore, che tipo di persona era, quali erano i suoi intenti, le sue mete...

Anche Russel era molto diverso da Rutherford e da Knorr e anche dal direttivo odierno, ma non si può dire che non fosse sincero nei suoi intenti, mentre dubito fortemente della sincerità di Rutheford e del CD odierno.

Bisogna quindi guardare un pò tutto. Se l'Opus Dei è diventato quello che è o possiede rami di praticanti come quello descritto sopra, non è detto che il fondatore inizialmente abbia voluto che le cose andassero così.


Ely


Bicchiere mezzo pieno
00venerdì 1 gennaio 2010 13:36

Ma il convivere con queste situazioni, fino al punto di santificare il fondatore delle medesime, in che luce mette la chiesa cattolica, tanto diversa dai TDG



Io non entro nei meriti del giudizio delle persone. Tanto per fare un esempio non arrivo neanche a tacciare di malafede gli stessi organi dirigenziali della mia stessa ex organizzazione religiosa. Lascio tutto nelle mani di Dio. E' anche possible che Russel avesse delle intenzioni buone e poi col passare del tempo la sua organizzazione sia stata strumentalizzata da persone furbe o magari non tanto a posto di mente. Non lo so questo! Nè mi interessa determinarlo. Si arrangeranno con Dio.

Allo stesso modo non giudico nemmeno chi abbia fondato questa organizzazione interna della Chiesa. Magari era partito con idee buone e poi l'organizzazione è stata usata in seguito strumentalizzata da altri.

Ho avuto esperienze di gente che era partita con idee buone per poi apparire disgraziate e malandrine a motivo di come in seguito le stesse idee sono state usate da altri, anche nella mia stessa vita privata; ho dovuto in seguito ricredermi su queste persone.

Per questo non sono più facile come una volta ad emettere giudizi.

Elyy.
00venerdì 1 gennaio 2010 14:31
Re:
Bicchiere mezzo pieno, 01/01/2010 13.36:


Ma il convivere con queste situazioni, fino al punto di santificare il fondatore delle medesime, in che luce mette la chiesa cattolica, tanto diversa dai TDG



Io non entro nei meriti del giudizio delle persone. Tanto per fare un esempio non arrivo neanche a tacciare di malafede gli stessi organi dirigenziali della mia stessa ex organizzazione religiosa. Lascio tutto nelle mani di Dio. E' anche possible che Russel avesse delle intenzioni buone e poi col passare del tempo la sua organizzazione sia stata strumentalizzata da persone furbe o magari non tanto a posto di mente. Non lo so questo! Nè mi interessa determinarlo. Si arrangeranno con Dio.

Allo stesso modo non giudico nemmeno chi abbia fondato questa organizzazione interna della Chiesa. Magari era partito con idee buone e poi l'organizzazione è stata usata in seguito strumentalizzata da altri.

Ho avuto esperienze di gente che era partita con idee buone per poi apparire disgraziate e malandrine a motivo di come in seguito le stesse idee sono state usate da altri, anche nella mia stessa vita privata; ho dovuto in seguito ricredermi su queste persone.

Per questo non sono più facile come una volta ad emettere giudizi.





COPIONE!!! [SM=g10402]





Sonnyp
00venerdì 1 gennaio 2010 20:00
Se mi permettete.....
Quest'ultima esperienza, come dice Ely, mostra non solo che c'è del buono e del cattivo in tutte le religioni, ma va oltre.... per chi ovviamente lo vuole riconoscere e ammettere....

La religione è l'oppio dei popoli diceva Marx...

Vi dico solo una cosa... quando permettete a qualcuno, chiunque esso sia, di farsi inrtermediario fra voi e Dio, (se esiste) siete voi stessi che gli consegnate le chiavi della vostra casa (mente).

Quindi, non lamentatevi se poi, quando fortunatamente scatta qualcosa, vi accorgete di essere stati ingannati!

Purtroppo, ad alcuni, la lezione non basta una sola volta, ci devono ricascare una seconda e a volte, addirittura una terza!

Mi dispiace per costoro, ma il vecchio saggio dovrebbe davvero servire per prevenire, anzichè curare:

Chi si scotta con l'acqua calda, ha paura anche di quella fredda!

Shalom a tutti e... buon anno nuovo!
Bicchiere mezzo pieno
00venerdì 1 gennaio 2010 21:22
Personalmente non sono completamente d'accordo con Marx. La religione è l'oppio dei popoli se non viene vissuta con coscienza e indipendenza dalle direttive di altri uomini.

Non necessariamente questo aspetto deve implicare che una persona debba avere una fede solitudinaria fra sè stessa e Dio; può anche far parte di una comunità; l'importante è che non dia eccessivo spazio al pilotamento della sua coscienza ai suoi "pastori" e che valuti e ponderi personalmente le sue scelte pur aderendo alle basi della dottrina della fede cui ha deciso di aderire.

Le esperienze passate non necesariamente devono condurre all'astensionismo totale ma basta che facciano da insegnamento per il futuro: così se prima ci si buttava a capofitto in un credo appoggiandosi completamente e totalmente a ogni respiro che venisse fatto dai propri "capi" adesso non lo si farà più.

Io paragono molto spesso l'esperienza della fede alle esperienze di amore. Le prime cotte sono le più dolorose: si idealizza completamente l'amore, idealizzando la persona amata e creandosi delle aspettative da film d'amore pieni di romanticismo. Dopo di che avviene la delusione, ossia le prime scottature che ti fanno capire che ti eri gettato a capofitto nel tuo sentimentalismo correndo troppo con il cuore.

Questo significa che d'ora in avanti non ci si innamorerà più e non si andrà più alla ricerca della persona amata? Certo che no! Si cercherà ancora, solo che lo si farà con maggiore razionalità, con maggiore ponderazione, senza lasciarsi trascinare a capofitto come prima avendo fatto tesoro di come sia duro il muro quando ci si va a sbattere a 300 kilometri l'ora!
Possono capitare ancora le delusioni! Nessuno può assicurare che non ci saranno, ma queste verranno vissute in maniera molto più attenuata perchè, prima di tutto, ci siamo già passati e poi non ci siamo lasciati trascinare oltre quanto era necessario.

Per me ogni cosa dev'essere sempre vissuta con equilibrio sebbene a volte sia difficile riuscire a raggiungerlo in maniera adeguata: questo vale sia per l'amore che per la fede. In realtà vale anche per l'amicizia, perchè le stesse esperienze di attaccamento esagerato e di grande disillusione per un'amicizia andata a male possono avere le stesse modalità dell'amore fra uomo e donna.

Sonnyp
00sabato 2 gennaio 2010 09:37
Se mi permetti Gianluca....
Vedi Gianluca, l'amore è una cosa, oltre tutto personale, la religione... tutta un'altra cosa!

Mentre per l'amore, io posso si incorrere in una delusione perchè SONO IO che ho congetturato male la cosa, nella religione, sono circuito da altri che in buona o CATTIVA FEDE, aprofittano della mia ingenuità e ignoranza spirituale!

Quì sta la differenza carissimo! Per noi che abbiamo già ricevuto una delusione, varrebbe bene la pena studiare a fondo cos'è la religione... da dove provine, chi l'ha inventata e perchè si "vende" così facilmente e profumatamente!
Certo... togliere la fede comporta molti seri problemi secondari che danno e infondono fiducia, ma... credimi... si può vivere bene anche senza questi solleticamenti cerebrali! Shalom.
Bicchiere mezzo pieno
00sabato 2 gennaio 2010 11:11
Certo non è esattamente la stessa cosa ma il mio parallero era sulla delusione cocente che si può provare.
L'esperienza ti insegna a farti le ossa e a non gettarti a capofitto dando le tue vite ad altri uomini.
Quello che voglio dire è che sebbene si scelga una determinata forma di fede non bisogna mai dipendere in tutto e per tutto come una marionetta nelle mani dei "capi".

Se chiaramente una persona perchè destatasi da una religione in cui si è accorto di essere stato turlupinato, per riempire il vuoto che ha dentro di sè fa suo il detto "chiodo scaccia chiodo" allora compie un'errore colossale come dici tu!

In questo ti do ragione.

Trianello
00domenica 3 gennaio 2010 16:16
Re: Re:
flabot, 01/01/2010 12.49:





Ma il convivere con queste situazioni, fino al punto di santificare il fondatore delle medesime, in che luce mette la chiesa cattolica, tanto diversa dai TDG


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Caro Flabot, anche ammesso che il contenuto del testo di cui stiamo parlando possa essere generalizzato (io conosco diversi membri ed ex-membri dell'Opus Dei, docenti universitari, che mi hanno dipinto la loro vita all'interno di questa prelatura in termini decisamente meno foschi), che diavolo c'entrerebbe quanto succede nell'Opus Dei oggi con la santità del suo Fondatore? Josemarìa Escrivà è un santo perché ha testimoniato in vita delle virtù cristiane eroiche (anche se, come ogni essere umano, fu condizionato dalla situazione storico-culturale in cui visse). Se oggi alcuni di coloro che si ispirano alla sua opera la tradissero nei fatti, che colpa ne avrebbe mai lui?
Come dicevo rispondendo ad una missiva inviatami da un forista sull'argomento, io ho come l'impressione che l'Opus Dei sia una realtà così scomoda che si faccia di tutto per demonizzarlo. Ci sono un'infinità di studi e di volumi su questa realtà, scritti sia da suoi membri che non, sia da cattolici che non, alcuni sono molto critici (come il volume di cui stiamo parlando) altri estremamente elogiativi. E' se non altro probabile che la verità stia nel mezzo, a mio avviso. Sono dell'idea che stia succedendo con l'Opus Dei quanto successe secoli fa con l'Ordine dei Gesuiti, che fu vittima di una tale campagna negativa di stampa da indurre il papa a sospenderlo (anche se questo non ebbe, ovviamente, alcuna ripercussione sulla santità del suo fondatore). Oggi la storia ci ha chiarito che gran parte di questa leggenda nera era alimentata dai poteri forti dell'epoca a cui i gesuiti (adempiendo alla loro missione) avevano pestato i piedi (chi si ricorda il film “Mission”?). Forse un giorno la storia renderà il medesimo servizio anche all'Opus Dei, il tempo, del resto, e galantuomo.
Per chi voglia sentire altre campane su questa realtà ecclesiale, posso suggerire una ricca bibliografia pro e contro la medesima.
flabot
00domenica 3 gennaio 2010 18:40
Re: Re: Re:
Trianello, 03/01/2010 16.16:




Caro Flabot, anche ammesso che il contenuto del testo di cui stiamo parlando possa essere generalizzato (io conosco diversi membri ed ex-membri dell'Opus Dei, docenti universitari, che mi hanno dipinto la loro vita all'interno di questa prelatura in termini decisamente meno foschi), che diavolo c'entrerebbe quanto succede nell'Opus Dei oggi con la santità del suo Fondatore? Josemarìa Escrivà è un santo perché ha testimoniato in vita delle virtù cristiane eroiche (anche se, come ogni essere umano, fu condizionato dalla situazione storico-culturale in cui visse). Se oggi alcuni di coloro che si ispirano alla sua opera la tradissero nei fatti, che colpa ne avrebbe mai lui?
Come dicevo rispondendo ad una missiva inviatami da un forista sull'argomento, io ho come l'impressione che l'Opus Dei sia una realtà così scomoda che si faccia di tutto per demonizzarlo. Ci sono un'infinità di studi e di volumi su questa realtà, scritti sia da suoi membri che non, sia da cattolici che non, alcuni sono molto critici (come il volume di cui stiamo parlando) altri estremamente elogiativi. E' se non altro probabile che la verità stia nel mezzo, a mio avviso. Sono dell'idea che stia succedendo con l'Opus Dei quanto successe secoli fa con l'Ordine dei Gesuiti, che fu vittima di una tale campagna negativa di stampa da indurre il papa a sospenderlo (anche se questo non ebbe, ovviamente, alcuna ripercussione sulla santità del suo fondatore). Oggi la storia ci ha chiarito che gran parte di questa leggenda nera era alimentata dai poteri forti dell'epoca a cui i gesuiti (adempiendo alla loro missione) avevano pestato i piedi (chi si ricorda il film “Mission”?). Forse un giorno la storia renderà il medesimo servizio anche all'Opus Dei, il tempo, del resto, e galantuomo.
Per chi voglia sentire altre campane su questa realtà ecclesiale, posso suggerire una ricca bibliografia pro e contro la medesima.




La storia, potrà fare lo stesso coi TDG, alla faccia di chi oggi li ritiene, magari da ex, non certo venerabili. OPPURE NO?



[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
Bicchiere mezzo pieno
00domenica 3 gennaio 2010 19:42
Re: Re: Re: Re:
flabot, 03/01/2010 18.40:




La storia, potrà fare lo stesso coi TDG, alla faccia di chi oggi li ritiene, magari da ex, non certo venerabili. OPPURE NO?



[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]



Fra la WTS e un qualunque ordine della Chiesa Cattolica ci sarà sempre una differenza di fondo. La letteratura ufficiale stessa della WTS da adito all'emarginazione della disassociazione e al settarismo, perciò c'è la carta che canta. L'Opus Dei invece deve far riferimento alla letteratura della Chiesa che non prevede l'ostracismo e nemmeno il settarismo. Se quindi avvengono le stesse dinamiche simili alle realtà settarie non si può parlare di un errore di impostazione ma semmai di un errore di gestione. Diverso il caso in cui la letteratura ufficiale già presenta l'ostracismo e il settarismo: in tal caso non è un problema di gestione ma proprio di impostazione.




Trianello
00domenica 3 gennaio 2010 20:43

La storia, potrà fare lo stesso coi TDG, alla faccia di chi oggi li ritiene, magari da ex, non certo venerabili. OPPURE NO?



Nei caso dei TdG è tutta la storia e l'impianto dottrinale dei medesimi a dirci che si tratta di un culto distruttivo. Perdonami, ma le due realtà sono assolutamente incomparabili.
Tutti gli ex-TdG (di quelli fuori sia con i piedi che con la testa) ci danno delle testimonianze negative a riguardo del movimento a cui appartenevano, ma questo non succede per ciò che concerne l'Opus Dei. Di tutti gli ex-membri che conosco solo uno mi ha parlato della sua esperienza nell'Opera in toni davvero negativi (e mi ha dato comunque l'impressione che il problema non stesse tanto nell'Opera in sé, ma nella sua incapacità di adattarsi alle sue regole). C'è poi da considerare il fatto che, in genere, i membri dell'Opus Dei sono molto istruiti e ben integrati nel tessuto sociale, cosa che non si può certo dire dei TdG.
flabot
00domenica 3 gennaio 2010 20:47
Re: Re: Re: Re: Re:
Bicchiere mezzo pieno, 03/01/2010 19.42:



Fra la WTS e un qualunque ordine della Chiesa Cattolica ci sarà sempre una differenza di fondo. La letteratura ufficiale stessa della WTS da adito all'emarginazione della disassociazione e al settarismo, perciò c'è la carta che canta. L'Opus Dei invece deve far riferimento alla letteratura della Chiesa che non prevede l'ostracismo e nemmeno il settarismo. Se quindi avvengono le stesse dinamiche simili alle realtà settarie non si può parlare di un errore di impostazione ma semmai di un errore di gestione. Diverso il caso in cui la letteratura ufficiale già presenta l'ostracismo e il settarismo: in tal caso non è un problema di gestione ma proprio di impostazione.









Secondo me questo "errore di gestione", come lo definisci tu è un aggravante, visto che l'ostracismo non è compreso nel normale iter di comportamento.



[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]


flabot
00domenica 3 gennaio 2010 20:51
Re:
Trianello, 03/01/2010 20.43:


La storia, potrà fare lo stesso coi TDG, alla faccia di chi oggi li ritiene, magari da ex, non certo venerabili. OPPURE NO?



Nei caso dei TdG è tutta la storia e l'impianto dottrinale dei medesimi a dirci che si tratta di un culto distruttivo. Perdonami, ma le due realtà sono assolutamente incomparabili.
Tutti gli ex-TdG (di quelli fuori sia con i piedi che con la testa) ci danno delle testimonianze negative a riguardo del movimento a cui appartenevano, ma questo non succede per ciò che concerne l'Opus Dei. Di tutti gli ex-membri che conosco solo uno mi ha parlato della sua esperienza nell'Opera in toni davvero negativi (e mi ha dato comunque l'impressione che il problema non stesse tanto nell'Opera in sé, ma nella sua incapacità di adattarsi alle sue regole). C'è poi da considerare il fatto che, in genere, i membri dell'Opus Dei sono molto istruiti e ben integrati nel tessuto sociale, cosa che non si può certo dire dei TdG.




Mi scuso, ma io sono un povero ignorante, e tra le cose che non riesco assolutamente a comprendere e che A critichi B di determinati comportamenti quando in determinate situazioni le pratica pure A.
Quella dell'incapacità di adattarsi alle regole già lo sentita in ambito diverso.


[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]


Bicchiere mezzo pieno
00domenica 3 gennaio 2010 21:03
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
flabot, 03/01/2010 20.47:





Secondo me questo "errore di gestione", come lo definisci tu è un aggravante, visto che l'ostracismo non è compreso nel normale iter di comportamento.



[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]





Un aggravante in chi gestisce ma non nelle regole e nell'istituzione stessa in cui il fatto viene a verificarsi. Ad esempio se un governo gestisce male il paese la colpa non è della Costituzione che in sè è fatta bene ma del governo. Se perciò la letteratura ufficiale di una religione va bene allora la responsabilità di ventuali accadimenti non è da imputare alla religione medesima ma alla cattiva gestione di alcuni.

Diversamente il caso in cui la "costituzione" è già errata in partenza.




Bicchiere mezzo pieno
00domenica 3 gennaio 2010 21:06
Re: Re:
flabot, 03/01/2010 20.51:




Mi scuso, ma io sono un povero ignorante, e tra le cose che non riesco assolutamente a comprendere e che A critichi B di determinati comportamenti quando in determinate situazioni le pratica pure A.
Quella dell'incapacità di adattarsi alle regole già lo sentita in ambito diverso.


[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]





Il problema è che A critica B perchè la "costituzione" di B è già errata alla radice, nei suoi principi che la muovono. Invece la "costituzione" di A va bene solo che purtroppo in alcuni casi alcuni fanno diveramente da quanto insegna.



Trianello
00domenica 3 gennaio 2010 21:14
Re: Re:
flabot, 03/01/2010 20.51:




Mi scuso, ma io sono un povero ignorante, e tra le cose che non riesco assolutamente a comprendere e che A critichi B di determinati comportamenti quando in determinate situazioni le pratica pure A.
Quella dell'incapacità di adattarsi alle regole già lo sentita in ambito diverso.


[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]






La differenza sta tutta nel fatto che se anche nell'Opus Dei si facesse quanto da più parti si dice che si faccia, ciò accadrebbe in contrapposizione a quanto la Chiesa predica ed insegna, mentre ciò che si biasima nella prassi dei TdG è proprio il frutto delle dottrine della loro dirigenza. Del resto, molte delle critiche all'Opus Dei provengono da voci cattoliche (non so se lo hai notato, ma il libro di cui si parla in questa discussione è pubblicato proprio da un noto editore cattolico), mentre non mi è mai capitato di leggere nelle pubblicazioni dei TdG o di udire durante un discorso pubblico delle critiche a proposito di quanto accade nelle congregazioni a rigaurdo, per esempio, della distribuzione dei privilegi o del modo di trattare i disassociati.
flabot
00domenica 3 gennaio 2010 21:16
Sono tutte scusanti che possono essere usate in maniera bilaterale, io le vedo dal di fuori di ambedue le dottrine e credimi queste grosse differenze che sottolinei tu da qui non si vedono, colpa mia senz'altro, e di questo me ne riscuso
Trianello
00domenica 3 gennaio 2010 21:23
Re:
flabot, 03/01/2010 21.16:

Sono tutte scusanti che possono essere usate in maniera bilaterale, io le vedo dal di fuori di ambedue le dottrine e credimi queste grosse differenze che sottolinei tu da qui non si vedono, colpa mia senz'altro, e di questo me ne riscuso




La dottrina cattolica condanna esplicitamente qunto si accusa l'Opus Dei di fare, ecco perché questo riceve accuse anche da voci cattoliche. La WTS promuove, invece, proprio quello per cui i TdG sono biasimati, ed espelle dalla propria organizzazione chi non si attiene alle sue inumani direttive. Se tu non riesci a leggere una differenza in questo, forse è tempo che cambi gli occhiali, non trovi? [SM=g6815]
Ergo, quello che potrebbe valere come scusante nel caso davvero nell'Opera accadesse su larga scala quanto l'autrice del libro dice che è accaduto a lei, non potrà mai valere come scusante per la WTS. La differenza, infatti, è radicale: non si tratta di sottigliezze argomentative.
nevio63
00mercoledì 6 gennaio 2010 05:24
Giusto quale contributo visuale a questo 3d:

nevio63
00mercoledì 6 gennaio 2010 09:20
Descrizione del libro "Opus Dei segreto"

85.000 membri in tutto il mondo. Una penetrazione sempre più forte negli ambienti della finanza e della politica. Un'influenza decisiva sulle posizioni del Vaticano. Una pratica di vita fatta di rinunce, penitenza, autoflagellazione. È l'Opus Dei, misteriosa come una setta e al centro dei più clamorosi scandali finanziari internazionali: il caso Calvi-Ambrosiano, il caso Ruiz Mateos in Spagna, il crac Parmalat, la recente vicenda di Bancopoli e in particolare i legami dell'Opus con il cattolicissimo Antonio Fazio. L'inchiesta di Ferruccio Pinotti sfonda un muro invisibile. Racconta cosa è l'Opus Dei, com'è nata, come ha conquistato il Vaticano: la nomina papale di Joseph Ratzinger è stata resa possibile, come rivelano alcuni recentissimi scoop, da una vera e propria "campagna elettorale" imbastita dai cardinali vicini all'Opus Dei. E non solo il Vaticano. L'Opus Dei ha amicizie e simpatizzanti praticamente ovunque. Massimo D'Alema era presente alla cerimonia di santificazione di Escrivá De Balaguer, il fondatore dell'Opus, celebratasi nel 2002. Francesco Rutelli e Cesare Salvi erano in prima fila ai festeggiamenti per il centenario della nascita di Escrivá. L'amicizia tra Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri nasce proprio grazie all'Opus Dei. Una trasversalità politica inquietante. Una camera oscura fatta di ombre e di segreti, che in questo libro si cerca di svelare, alla luce anche della testimonianza diretta di alcuni ex appartenenti all'Opus.
francocoladarci
00mercoledì 6 gennaio 2010 11:16
In merito al libro postato da Nevio “ Opus Dei Segreto”.
Sembra che l’autore/trice di questo libro sia molto informato/a sulla questione, allora mettiamola così, fermo restando ciò che a detto Trianello “La dottrina cattolica condanna esplicitamente quanto si accusa l'Opus Dei di fare, ecco perché questo riceve accuse anche da voci cattoliche. La WTS promuove, invece, proprio quello per cui i TdG sono biasimati, ed espelle dalla propria organizzazione chi non si attiene alle sue inumani direttive.”

Chi ha redatto tale libro si presume che possa fornire la documentazione che comprova ciò che si asserisce, diversamente è carta straccia come ve ne sono molte che circolano spacciate per pseudo verità.

Se tale libro ha una bibliografia allora sarebbe corretto che Nevio la postasse.

In ultimo sarebbe opportuno fare sempre un distinguo tra ciò che afferma la Chiesa ed il suo Magistero con tutti quei movimenti filo cattolici, che a volte operano al limite del cattolicesimo.

Franco



flabot
00mercoledì 6 gennaio 2010 16:49
Re:
francocoladarci, 06/01/2010 11.16:

In merito al libro postato da Nevio “ Opus Dei Segreto”.
Sembra che l’autore/trice di questo libro sia molto informato/a sulla questione, allora mettiamola così, fermo restando ciò che a detto Trianello “La dottrina cattolica condanna esplicitamente quanto si accusa l'Opus Dei di fare, ecco perché questo riceve accuse anche da voci cattoliche. La WTS promuove, invece, proprio quello per cui i TdG sono biasimati, ed espelle dalla propria organizzazione chi non si attiene alle sue inumani direttive.”

Chi ha redatto tale libro si presume che possa fornire la documentazione che comprova ciò che si asserisce, diversamente è carta straccia come ve ne sono molte che circolano spacciate per pseudo verità.

Se tale libro ha una bibliografia allora sarebbe corretto che Nevio la postasse.

In ultimo sarebbe opportuno fare sempre un distinguo tra ciò che afferma la Chiesa ed il suo Magistero con tutti quei movimenti filo cattolici, che a volte operano al limite del cattolicesimo.
Franco








Come L'OPUS DEI per esempio? [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]

Trianello
00giovedì 7 gennaio 2010 22:48
Viviamo nel secolo dei "complotti". Alla gente piace vedere complotti ovunque... contenti loro.

Qui trovate una breve intervista di C. Augias a F. Pinotti, autore del volume "Opus Dei segreta":





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