Da corriere.it:
Salvate il soldato Zlatan, sempre in guerra contro tutto e contro tutti. Salvatelo, perché da qualsiasi parte la si guardi, condotta così, la battaglia si finisce per perderla.Salvate il soldato Zlatan, sempre in guerra contro tutto e contro tutti. Salvatelo, perché da qualsiasi parte la si guardi, condotta così, la battaglia si finisce per perderla. Già, perché il pallone scalciato su Totti e la rissa col romanista Dacourt con l’arbitro Dondarini stritolato tra i due mercoledì sera, sono solo le ultime istantanee di un album nel quale le foto da dimenticare sono sempre di più. Espulsioni (quella dell’Olimpico e quella contro il Bayern per aver scalciato Ballack), testate, colpi proibiti, una «cravatta» da prova tv (contro Cordoba, gli costò tre giornate di squalifica e la rinuncia alla sfida scudetto del maggio scorso contro il Milan). Gol, invece pochi (6 quest’anno, l’ultimo il 7dicembre alRapidVienna). Ma soprattutto, per un giocatore con le sue caratteristiche, apporto alla squadra in fase calante, al contrario delle voci di mercato e delle esternazioni del proprio procuratore che spinge per un immediato adeguamento del quadriennale firmato l’anno scorso con la Juve ed evoca le sirene di Real Madrid e Chelsea.
Il generale Ibra sembra insomma finito nel classico labirinto. Ma uscirne a testate e a pallonate non è il caso. Per ricordare allo svedese di sangue bosniaco e croato qual è la strada da seguire, la Juventus lo ha quindi invitato a passare alla cassa per pagare ancora una multa sostanziosa per l’espulsione e soprattutto per la recidiva.
«È giusto che paghi, ma uno come Ibrahimovic non si discute — dice un ex attaccante di peso come Pierluigi Casiraghi —. Un talento così non si tocca, ma si gestisce tenendo conto della sue esagerazioni, tecniche e purtroppo a volte anche caratteriali. Senza contare—sostiene Casiraghi, 41 gialli e 4 rossi in carriera— che ciò che ha fatto all’Olimpico non mi è parso nemmeno troppo grave, ma oggi ogni gesto ha un’eco molto più vasta». Ecco, appunto, ma non c’è il rischio che gli avversari pestino sul tallone d’Achille dell’attaccante juventino, sfruttandone l’eccessiva suscettibilità? «Ibra è giovane e caratterialmente può senz’altro migliorare — osserva l’ex attaccante di Juve, Lazio, Chelsea e della nazionale— ma ha qualità tecniche immense. Un allenatore come Capello e una società come la Juve sono l’ideale per crescere». «Se è arrivato — spiega Roberto Boninsegna — è anche grazie al suo carattere, alla sua sfrontatezza in campo che gli consente grandi giocate e un rendimento che al suo primo anno in Italia è stato decisamente ottimo ». Già, ma se il rendimento rimane costante certe cose si è disposti a perdonarle più facilmente... «Ibrahimovic è un sanguigno — continua Boninsegna, 43 gialli e 3 espulsioni (2 in un solo mesequand’era a Cagliari) — ed è un attaccante di razza, che va su tutti i palloni,nonha paura dello scontro e qualche volta le prende, qualche altra le dà.La verità è che gli attaccanti non sono mai tutelati abbastanza, a vantaggio degli scarponi. Oggi come ieri».
Proprio Fabio Capello mercoledì sera aveva lanciato l’appello: «Ibrahimovic va protetto, non è possibile che in ogni contatto che ha con gli avversari venga penalizzato lui». A qualcuno a Firenze sono fischiate le orecchie... «Inevitabile pensare a Toni — attacca Dario Dainelli della Fiorentina —. Proprio Capello dopo Fiorentina-Juve lo bollò come cascatore, eppure finora è quello che è stato più massacrato in campo». Già, ma almeno il centravanti azzurro segna, gioca per la squadra e non mette le mani al collo a nessuno...
«Zlatan è assolutamente tranquillo— assicura a scanso di equivoci lo juventino Emerson —. Lui è giovane e quindi deve essere anche aiutato dagli arbitri, non punito sempre come sta succedendo. Qualunque cosa faccia viene interpretata diversamente. È una cosa che non ci fa piacere». Non fa piacere a nessuno. Ma il povero Zlatan, che ha sempre ammesso il suo vizietto («A Malmö mi avevano messo a giocare con i più grandi. Ero bravo, ma con la testa calda: dopo sette espulsioni, mi bocciarono e tornai con i più piccoli »), sarà mica unincompreso anche quandomenale mani o tira pallonate agli avversari?
Paolo Tomaselli