Saluti dalla pianura

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Karl_V
00mercoledì 6 luglio 2011 18:07
Presentazione di un principiante
Salve a tutti, mi chiamo Flavio (avrei voluto iscrivermi con il mio nome, ma alla mia mail avevo già associato su freeforumzone questo nick ai tempi in cui, appassionato di storia, leggevo libri su Carlo V d'Asburgo) e sono nato a Persiceto, in Emilia, dove la bassa è più bassa.

Quando avevo otto anni (ora ne ho il quadruplo appena compiuti) mi regalarono un libro illustrato sulle Dolomiti. Mi piacque così tanto che lo imparai a memoria, sognando da grande di poter "entrare" dal vivo in quel mondo di silenzi, di vento, di rocce e di ghiaccio che vedevo e percepivo dalle figure. Purtroppo all'epoca il mio unico contatto con quelle montagne era il mese d'agosto trascorso ogni singolo anno con i miei genitori (nei primi anni Levico Terme, poi a San Martino di Castrozza, a Moena, a Predazzo, a Fiera di Primiero) nel quale (io ero piccolo, i miei genitori sedentari) non si andava mai di là dal pic nic.
Nonostante amassi la montagna, agosto era per me un mese noiosissimo, in cui non sapevo come trascorrere le mattine e i pomeriggi mentre i miei genitori "si riposavano". Poi dal 1996 iniziammo a scegliere Campo Tures (in Valle Aurina) come meta per le vacanze.
Grazie anche al fatto di essere ormai maggiorenne, trasformai quelle interminabili giornate di noia in un'occasione per passeggiare da solo (sono figlio unico e non ho mai legato tanto con i miei amici di "pianura" amanti principalmente del mare).
Iniziai con le passeggiatine d'allenamento mattutino per i sentieri sui pendii vicino al paese per finire con le lunghe e faticosissime alte vie che, scorrendo a quote di solito comprese fra i 2500 e i 3000 metri, collegano rifugio a rifugio sui gruppi dello Zillertal, dei Tauri, delle Vedrette di Ries.
Nel giro di dieci anni sono passato dall'allontanarmi per un paio d'ore dopo colazione al passeggiare quasi senza sosta dall'alba al tramonto (sfruttando mio padre come autista, amavo spesso salire da una valle e scendere dall'altra).
Dal 2007 "scoprii" l'esistenza delle guide alpine, con cui ho potuto finalmente raggiungere alcune di quelle vette di cui per anni avevo studiato ogni sera nomi e quote sulle cartine, ammirato da vicino e da lontano la bellezza e percorso le vie d'accesso fino a quando da sentieri per escursionisti non divenivano "tracce per esperti": Monte Nevoso (3358), Gran Mesule (3479), Monte Lovello (3376), Punta Bianca (3371). Tutte gite che, per l'altitudine, la natura impervia del terreno e le distanze da percorrere, oltre alla presenza di "compagnia con la corda" per il superamento dei ghiacciai, richiedono pernottamenti in rifugi, sveglie all'alba, decine di ore di cammino complessivo, ma (forse proprio per questo) sanno ripagare con sensazioni uniche di contatto con mondi naturali usualmente inaccessibili all'uomo.

Complici amici di famiglia che soggiornavano a Sesto, ho pensato di fare lo stesso con le Dolomiti: "Perchè non trovare una guida per salire su quelle rocce che da piccolo sognavo sul libro illustrato?"
E così, grazie all'aiuto della guida, ho iniziato a fare quanto nella mia mente era sempre stato "pericoloso e impossibile": le ferrate.
Iniziando da quelle di maggiore interesse storico/escursionistico, e di minore difficoltà, ho percorso la Strada degli Alpini, dalla forcella della Giralba fino al Passo della Sentinella (con discesa nel Comelico, gran giro!), il Monte Paterno (bella ma troppo breve!), sulla Croda Rossa (la immaginavo più lunga e difficile, che mi stia abituando?)

Per quanto i costi di una guida alpina non siano affatto cari in relazione alla fatica e alla responsabilità di cui essa si carica, va da sè che un misero assegnista di ricerca CNR quale io sono non può certo permettersi una gita con guida al giorno.

Mentre per i ghiacciai non posso, per ovvi motivi, prescindere dalla guida, per le ferrate, dopo un po' di allenamento, potrei anche farcela da solo (iniziando ovviamente da quelle più facili). E così già l'anno scorso ho provato a percorrerne una "in solitaria", il Sentiero Bonacossa sui Cadini (dal Col de Varda all'Auronzo, sfruttando funivia e pulmino). Incoraggiato dall'esperienza trascorsa senza particolari difficoltà o paure, ho allora comprato il libro "ferrate per principianti" (che attribuisce ad ogni itinerario da una a tre stelle di difficoltà) e ho inizio a pianificare, dicendo: "nel 2011 quelle da una stella, nel 2012 quelle da due e nel 2013 quelle da tre".

Sfruttando il fatto che per le ferrate non devo aspettare di essere stabilmente in vacanza in montagna ad Agosto, ho iniziato già a maggio con Colodri e Burrone Giovannelli, per poi aspettare fine giugno per la Roda di Vael.
Poi avrei voluto fare la Maximilian (Cima e Dente di Terrarossa), ma quanto letto in rete (camino su cui arrampicarsi senza fune di sicurezza, assolutamente non segnalato sul libro) mi ha fatto sospendere la decisione.
L'ho allora frattanto sostituita con le Bocchette Centrali (fatte sabato scorso con un po' di fortuna: non ci fossero stati due tedeschi equipaggiati di corda, sarei tornato indietro piuttosto che attraversare senza sicurezza i tratti esposti con la neve che copriva ancora la fune).
Ora mi sono iscritto per cercare in questo forum la sezione giusta in cui inserire la mia richiesta di informazioni sulla Maximilian (so che se si chiede nella sezione sbagliata o si apre un post su un argomento già trattato altrove qualcuno si incavola).
arteriolupin
00mercoledì 6 luglio 2011 19:06
Ciao Flavio,

benvenuto.

La presentazione è chiara: sei un malato id montagna anche tu, quindi benvenuto.

La via che hai scelto (affidarti alle guide) è certamente costosa ma sicura e permette di apprendere, se la Guida è davvero tale.

Quindi soldi spesi bene, credo.

Salire al Maximilianweg è cosa tranquilla se non patisci le vertigini e se ti sai muovere su terreno non sempre solidissimo.

Il mio consiglio è di procurati - se non l'hai già - il materiale e di andare tranquillo...

Poi, scusami, ma anche nella bassa fanno ottimi corsi...

Quindi bando alla pigrizia, un bel corso di introduzione col CAI e poi via tranquillo a divertirti!!!

E frequentaci...

Un saluto
Giubi_pd
00mercoledì 6 luglio 2011 19:30
benvenuto nel gruppo Karl, anche te matto per la montagna insomma [SM=g27987]
Vertimax
00mercoledì 6 luglio 2011 23:01
Re:
arteriolupin, 06/07/2011 19.06:

............ ma anche nella bassa fanno ottimi corsi........



Che ottimista che sei Arterio, si vede che non stai nella bassa.
Spero che non sia d'appertutto come nell'Emilia dove stò io che se chiedi al cai un corso dove trattano di ferrate, quelli dell'escursionismo ti dicono di sentire nei corsi di alpinismo e vice versa. Bah!

Un BENVENUTO caloroso ad un'altro emiliano, mi sa che ora, con i romagnoli facciamo una manciata!!!!
arteriolupin
00giovedì 7 luglio 2011 00:46
Ottimista sempre...

Per quanto riguarda i corsi, sinceramente, il mio era un invito a fare qualcosa di più propedeutico del solo avviamento alle ferrate..

Un bel corso di introduzione all'alpinismo o un sano AR1...

Impara tutto quello che c'è da apprendere e poi decide se andare per ferri o con le corde... A scelta..

Mi sembra che sia uno con la scintilla della scoperta... Ed allora allarghiamogli gli orizzonti... Perché solo sentieri? Ci sono le ferrate? Perché solo quelle? Ci sono le arrampicate... E così via.

E' il bello della montagna...

Comunque W la bassa.. Organizziamo un giro in Grigna a settembre con gran finale a base di gnocco fritto e salumi sulla vetta???
Vertimax
00giovedì 7 luglio 2011 06:40
Re:
arteriolupin, 07/07/2011 00.46:

...............Comunque W la bassa.. Organizziamo un giro in Grigna a settembre con gran finale a base di gnocco fritto e salumi sulla vetta???


Scherzi [SM=g27990] ? Mi prenoto da subito [SM=g27987] .

SHERPA61
00giovedì 7 luglio 2011 08:45
bravo Karl
benvenuto bocia; bravo......è cosi che si inizia (e continua) a fare montagna......

si


Karl_V
00venerdì 8 luglio 2011 10:30
Re:
arteriolupin, 7/6/2011 7:06 PM:

Ciao Flavio,

benvenuto.

La presentazione è chiara: sei un malato id montagna anche tu, quindi benvenuto.

La via che hai scelto (affidarti alle guide) è certamente costosa ma sicura e permette di apprendere, se la Guida è davvero tale.

Quindi soldi spesi bene, credo.

Salire al Maximilianweg è cosa tranquilla se non patisci le vertigini e se ti sai muovere su terreno non sempre solidissimo.

Il mio consiglio è di procurati - se non l'hai già - il materiale e di andare tranquillo...

Poi, scusami, ma anche nella bassa fanno ottimi corsi...

Quindi bando alla pigrizia, un bel corso di introduzione col CAI e poi via tranquillo a divertirti!!!

E frequentaci...

Un saluto


Grazie a tutti del benvenuto.
Sì, ho già praticamente tutto il materiale, avendo già percorso, con guida e senza, diverse ferrate e ghiacciai.
L'idea di un corso non sarebbe male, dato che fino ad ora, data l'esperienza sul campo, ho progredito più sul fattore resistenza/orientamento che su quello squisitamente tecnico.

L'idea era di fare qualche arrampicata ad agosto con la guida.
Fino ad ora l'unica ascesa che si può in qualche modo chiamare arrampicata è stata la Cima Durreck, sopra Campo Tures, un 3000 poco noto, con roccia friabile e instabile (come tipico della zona) con una traccia di sentiero non segnata sulle cartine e conosciuta solo dalle guide (chè altrimenti i turisti si ammazzerebbero in continuazione). Nei tratti più difficili era la guida a fare la sicurezza con chiodi e corda.
Leggendo il libro di vetta ho scoperto di essere il primo nome italiano degli ultimi due anni!

P.S.
Dove siete ad agosto? Magari una volta ci si può incrociare.


muress
00venerdì 8 luglio 2011 13:18
Un saluto ad un altro pianularo come il sottoscritto, e quasi conterroneo.
Mi ci ritrovo anch'io un pò nella descrizione della tua vita montana.
Dimmi una cosa. Quanto ti costano le sgroppate in auto da casa tua ai monti? Visto che, se non ho capito male, viaggi spesso solo? Con l'aumento dei costi della benzina e dell'autostrada, per me andare in montagna comincia a diventare un costo...non che non lo fosse anche prima, ma adesso si sta passando la misura. [SM=g27996] .
Grazie.
Karl_V
00venerdì 8 luglio 2011 14:06
Re:
muress, 7/8/2011 1:18 PM:

Un saluto ad un altro pianularo come il sottoscritto, e quasi conterroneo.
Mi ci ritrovo anch'io un pò nella descrizione della tua vita montana.
Dimmi una cosa. Quanto ti costano le sgroppate in auto da casa tua ai monti? Visto che, se non ho capito male, viaggi spesso solo? Con l'aumento dei costi della benzina e dell'autostrada, per me andare in montagna comincia a diventare un costo...non che non lo fosse anche prima, ma adesso si sta passando la misura. [SM=g27996] .
Grazie.




Considerato che ho un'auto a benzina e difficilmente riesco ad andare piano (anche perchè a volte mi tocca scappare di fretta dopo il lavoro per giungere a destinazione in tempo utile ad avere un sufficiente periodo di sonno), ti rispondo: troppo.
Praticamente, fra albergo, benzina e autostrada, quasi quanto una guida...
Giubi_pd
00venerdì 8 luglio 2011 16:02
fatevi il gpl, risparmiate 0,70 euro/l, inquinate meno e vi muovete anche quando tutti stanno fermi ;)
Dissipatore
00sabato 9 luglio 2011 09:26
Re:
Giubi_pd, 08/07/2011 16.02:

fatevi il gpl, risparmiate 0,70 euro/l, inquinate meno e vi muovete anche quando tutti stanno fermi ;)




Faustodossi
00domenica 10 luglio 2011 23:37
per fare ferrate non è che serve obligatorioamente una guida, serve solo un buon compagno che ti conosce e ti accompagna in ferrata, sono percorsi gia atrezzati di loro, e non è come fare una via in montagna o l'alpinismo classico, ad ogni modo all'inizio un buon corso di come si percorrono le ferrate è molto importante...
Karl_V
00mercoledì 13 luglio 2011 11:12
Re:
Faustodossi, 7/10/2011 11:37 PM:

per fare ferrate non è che serve obligatorioamente una guida, serve solo un buon compagno che ti conosce e ti accompagna in ferrata, sono percorsi gia atrezzati di loro, e non è come fare una via in montagna o l'alpinismo classico, ad ogni modo all'inizio un buon corso di come si percorrono le ferrate è molto importante...




Sono di parere diverso.
Un conto è andare con la guida, la quale, da professionista, sa valutare puntualmente (e con il giusto distacco emotivo) il grado di difficoltà e rischio affrontabile dal cliente, altro conto è andare con un amico, il quale, per quanto esperto e prudente, resta comunque emotivamente coinvolto nella "gita".

In compagnia ci si fa coraggio a vicenda e si rischia di prendere rischi eccessivi, mentre da soli permane qual "sano timore" che impedisce di osare al di là dai propri limiti e all'occorrenza fa anche tornare indietro.

Sulle bocchette ho visto gruppi di "amici" attraversare senza ramponi e senza picozza i tratti in cui la neve aveva coperto la fune di sicurezza. Da solo mi sono fermato e ho detto "o arriva qualcuno con la corda o torno indietro". In compagnia probabilmente avrei seguito gli altri (a mente fredda si capisce che è una stupidaggine, ma sappiamo tutti come nella realtà agiscano frasi come "dai, fifone, muoviti, mica vorrai farci tornare indietro ora?").

Ovviamente il discorso generico esclude sempre i presenti (i quali sono supposti sempre sufficientemente dotati di corda, prudenza e pazienza).
Faustodossi
00mercoledì 13 luglio 2011 15:36
le ho fatte anche io le bocchetta a settembre con almeno 20 cm di neve che copriva il filo nei canaloni, ma devo dirti che sulle bocchette ci sono molte scale per agevolare la progressione, inoltre non sono mai di difficoltà estrema.... non sicuramente come domenica sulla nord della presanella, dalla faustinelli, con passaggi di misto
Karl_V
00giovedì 14 luglio 2011 11:28
Re:
Faustodossi, 13/07/2011 15.36:

le ho fatte anche io le bocchetta a settembre con almeno 20 cm di neve che copriva il filo nei canaloni, ma devo dirti che sulle bocchette ci sono molte scale per agevolare la progressione, inoltre non sono mai di difficoltà estrema.... non sicuramente come domenica sulla nord della presanella, dalla faustinelli, con passaggi di misto




Perdona, ma non riesco a capire il nesso logico fra la facilità tecnica del sentiero delle Bocchette Centrali e le tragiche conseguenze che può avere l'attraversamento (apparentemente facilissimo) di un canalone innevato senza sicurezza.
Casomai la prima cosa rende più probabile la seconda (perchè induce più gente a trovarsi in certe situazioni, mentre sentieri più difficili allontanano i meno esperti e attrezzati).
Faustodossi
00giovedì 14 luglio 2011 13:39
dico solo semplicemente che le ferrate non sono difficili, anche la più difficile... invece nella via in roccia o su ghiaccio le condizioni sono molto più importanti....
ramingo75
00giovedì 14 luglio 2011 13:56
ramingo75
00giovedì 14 luglio 2011 14:27
Però dai Fausto, spiegati meglio... Le ferrate dette difficili sono di fatto difficili, ma per l'escursionista medio, per la media dei frequentatori della montagna, non in assoluto, o per un alpinista o un serio arrampicatore, o per te...
Karl_V
00giovedì 14 luglio 2011 14:57
Re:
Faustodossi, 14/07/2011 13.39:

dico solo semplicemente che le ferrate non sono difficili, anche la più difficile... invece nella via in roccia o su ghiaccio le condizioni sono molto più importanti....




Concordo.
Volevo solo dire che, a mio modesto parere, è meglio, da un punto di vista delle sicurezza, fare un'arrampicata o un ghiacciaio con la guida piuttoto che una ferrata con "amici allegri".
Ovvio che se si ha per amico qualcuno che pratica alpinismo da decenni a livello praticamente "professionistico" allora è come andare con la guida (con l'unica differenza che non si paga). Non tutti però hanno questa fortuna.

P.S.
Il mio discorso nasce dall'osservazione di come spesso quanto è percepito come "pericoloso" venga affrontato con il massimo della prudenza e della concetrazione (risultando alla fine relativamente sicuro), mentre quanto appare "semplice" venga spesso preso sotto gamba (rischiando di risultare addirittura mortale).
In valle Aurina, dove vado in vacanza, c'è un'alta via (facile, ma esposta) intitolata a Stabeler, uno dei primi alpinisti della storia, artefice di molte imprese nel primo novecento, morto proprio durante una facile escursione da quelle parti. La cosa mi ha sempre colpito.
D'altronde anche nel mio piccolo mi è capitato qualcosa di simile: dopo aver terminato la Roda di Vael, dopo esser già sceso per il canalone (che aveva tratti di neve e di roccia instabile in cui ho avuto qualche tentennamento), quando ormai ero sul tranquillo sentiero in vista del rifugio, sono riuscito a perdere l'equilibrio (come se all'improvviso mi fosse mancato l'appoggio di una gamba) scivolando per il pendio. sottostante. Per fortuna, essendoci già l'erba, la scivolata di retro non ha avuto conseguenze, tranne la figura di m.... davanti a chi ha visto ed avrà pensato: "ma chi è quell'incapace che gira da solo per montagne e pare un ubriaco?".
A volte non avere più paura e pensare già al risotto fa fare strane cose.
muress
00giovedì 14 luglio 2011 16:39
Re: Re:
Karl_V, 14/07/2011 14.57:




Concordo.
Volevo solo dire che, a mio modesto parere, è meglio, da un punto di vista delle sicurezza, fare un'arrampicata o un ghiacciaio con la guida piuttoto che una ferrata con "amici allegri".
Ovvio che se si ha per amico qualcuno che pratica alpinismo da decenni a livello praticamente "professionistico" allora è come andare con la guida (con l'unica differenza che non si paga). Non tutti però hanno questa fortuna.

P.S.
Il mio discorso nasce dall'osservazione di come spesso quanto è percepito come "pericoloso" venga affrontato con il massimo della prudenza e della concetrazione (risultando alla fine relativamente sicuro), mentre quanto appare "semplice" venga spesso preso sotto gamba (rischiando di risultare addirittura mortale).
In valle Aurina, dove vado in vacanza, c'è un'alta via (facile, ma esposta) intitolata a Stabeler, uno dei primi alpinisti della storia, artefice di molte imprese nel primo novecento, morto proprio durante una facile escursione da quelle parti. La cosa mi ha sempre colpito.
D'altronde anche nel mio piccolo mi è capitato qualcosa di simile: dopo aver terminato la Roda di Vael, dopo esser già sceso per il canalone (che aveva tratti di neve e di roccia instabile in cui ho avuto qualche tentennamento), quando ormai ero sul tranquillo sentiero in vista del rifugio, sono riuscito a perdere l'equilibrio (come se all'improvviso mi fosse mancato l'appoggio di una gamba) scivolando per il pendio. sottostante. Per fortuna, essendoci già l'erba, la scivolata di retro non ha avuto conseguenze, tranne la figura di m.... davanti a chi ha visto ed avrà pensato: "ma chi è quell'incapace che gira da solo per montagne e pare un ubriaco?".
A volte non avere più paura e pensare già al risotto fa fare strane cose.




Se ti può consolare io l'anno scorso sono uscito indenne dalle lingue innevate della strada degli Alpini. Poi però sono scivolato nel fossato di 70 centimetri che c'è di fianco al rifugio Berti. Una gamba nel fosso e l'altra sul ciglio. Ho rischiato seriamente di farmi male a 30 metri dal rifugio [SM=g27986]
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