Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Mauri, sai benissimo che nessun cristiano è più sotto la legge.
Rispondo a questa affermazione una volta per tutte...
Mi è stato detto:
"La regola comunque la pone la Bibbia"
Ditelo a Admin, quindi...che forse non lo sa benissimo.
Comunque Mauri, si parla di peccatori praticanti e impenitenti.
E' Dio solo che sa se sono o meno impenitenti.
Per quanto riguarda il "praticare il peccato" non c'è una singola persona...nemmeno fra i TdG...che non sia un peccatore praticante.
Se questi gay capiscono che possono fare quello che vogliono ed essere comunque accetti a Dio, forse ha sbagliato qualcuno ad insegnargli queste cose.
Dipende da che cosa si insegna loro...
Noi insegnamo ciò che Gesù ha insegnato, innanzitutto: il perdono e la misericordia.
Non insegnamo che è giusto peccare...nè che giova...nè che non porta alla rovina...nè che è qualcosa di neutro ed insignificante.
Basta guardare quanto ci attacca la stampa laica ed anticlericale tutte le volte che il Papa, o chi per lui, parla della morale sessuale.
Questo non è "lassismo"...come qualcuno vuol far credere...ma delicatezza nell'affrontare questioni alquanto complesse.
Il figliol prodigo non torna dal padre misericordioso perchè ne teme l'ira...o perchè il padre l'ha isolato (scomunicato??)...ma perchè ha scelto di provare sulla sua pelle l'effetto del peccato.
Ed il padre misericordioso, con rammarico, glie lo lascia fare...sempre pronto, però, a riaccoglierlo con amore sovrabbondante.
Questo, secondo me, è l'insegnamento giusto.
Il terrore, la vergogna e l'isolamento sono la via sbagliata...e la mia Chiesa ne ha già fatto esperimento.
Quest'errore è da evitare ed è contrario a quanto ci insegna a fare Gesù.
E' giusto rimproverare ed a volte anche prendere provvedimenti, ma solo entro certi limiti...dettati dalla carità (agape).
Nelle nostre congregazioni, nella maggiorparte dei casi, non si disassocia qualcuno solo perchè in un momento di debolezza ha commesso un errore. Come vedi non siamo ferrei neanche noi. Ma qui si sta parlando di gente che vuole fare quello che le pare senza tenere conto del pensiero cristiano.
Il problema è che quella persona continuerà a fare quell'errore...anche se pentito.
Perchè?
Perchè è una battaglia che non si vince facilmente...occorre tanta preghiera e tanto combattere.
Nel porlo in una condizione di vergogna, non fai altro che aggiungere sofferenza a sofferenza ed aggravi il suo combattimento.
Molte persone omosessuali cristiane tu non sai quanto soffrono della loro condizione...non è questione di fare quello che gli pare, è questione di trovarsi divisi fra ciò che la carne suggerisce loro, e nell'insegnamento in cui credono.
Ed è una divisione che non è così facile da vincere.
Io penso che non ci si può definire cristiani se non abbiamo intenzione di aderire completamente al cristianesimo, al massimo possiamo dirci affini al cristianesimo; ma queste sono due cose fondamentalmente diverse.
A volte la volontà c'è, ma non c'è la forza di rendere attuale ciò che si vuole, come dice San Paolo stesso:
Romani 7:14 Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato.
Romani 7:15 Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto.
Romani 7:16 Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona;
Romani 7:17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Romani 7:18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;
Romani 7:19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.
Romani 7:20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Romani 7:21 Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me.
Romani 7:22 Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio,
Romani 7:23 ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.
Romani 7:24 Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?
Romani 7:25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.
Se l'omosessuale riesce ad arrivare ad una simile consapevolezza trova la salvezza seppur, con la carne, non riesca a non servire la legge del peccato.
E' questa non è una giustificazione....nè arrendevolezza al peccato, così come non era giustificazione nè arrendevolezza quella espressa da San Paolo.
Ciao
Mauri.