SORRENTO: GLORIA A CESARE, SCONTRO APICALE CON IL SOFFITTO, E FOTO RICORDO CON RAGAZZE VENETE

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INES TABUSSO
00lunedì 14 novembre 2005 11:15
IL TEMPO
12 novembre 2005

Previti, non mollo e faccio politica
Molti ragazzi attorno a lui per chiedergli le foto insieme e autografi
dall'inviato
SORRENTO

«Cesare, come vanno le cose?». «Vanno». «Vanno?». «Vanno, vanno». Cesare
Previti c'è. Lo avevano dato per morto, appena due giorni fa si è detto pronto
ad andare anche in carcere per combattere la sua battaglia per l'innocenza.
Intanto c'è, a piede libero anche se qualcuno lo vorrebbe dietro le sbarre.
Arriva in punta di piedi alla convention del Circolo giovani. Arriva con
moglie e figlia. Si mette nelle ultime file, ma la sala è stracolma. Non
si vede nulla e allora s'arrampica su un palco ma non s'accorge che il soffitto
è vicino: ci sbatte la testa. Si mette a ridere: «Non vogliono che tenga
la testa alta», si mette a scherzare. Gira tra la gente, ma è talmente in
fondo alla sala che non c'è luce e nessuno lo riconosce. Poi arriva qualche
raggio e allora lo vedono. Ci sono i ragazzi che si strattonano: «Guarda
chi c'è», si dicono nelle orecchie. Arriva di corsa qualcuno del servizio
d'ordine di Forza Italia e, attraverso un corridoio laterale, lo conducono
tra le prime file. Quando Berlusconi ha finito di parlare, si riaccedno le
luce e una piccola folla gli si fa attorno. Sono ragazzi che gli chiedono
l'autografo. E soprattutto gli chiedono di farsi una foto assieme. «Onorevole
possiamo?», gli chiedono due ragazze in accento veneto. «Ma certo!», risponde
Previti. Gli stringono le mani, lo cingono di affetto. «Previti, da quanto
tempo non veniva a una manifestazione politica?». E lui s'inalbera: «Non
sono mai mancato. Nel mio collegio, nella zona della Cassia, faccio tre manifestazioni
all'anno. E deve vedere quanta gente arriva. Io non ho mai mollato, non sono
mai uscito di scena. Sono gli altri che vorrebbero...». Ma Previti è tutto
un superlativo. Arriva Angelo Sanza: «Angelissimo, come stai?». Passa Mimmo
Contestabile: «Eccolo». «La prego, posso fare una foto?». Previti si gira
ancora verso l'interlocutore: «Ha visto? poi dicono che non c'è gente che
mi vuole bene». Ha sentito Berlusconi? «In grandissima forma. E io mi sento
almeno come lui». Previti riconquista il sorriso, dopo la rabbia e l'orgoglio
sputati in facia all'opposizione. Erano due giorni fa. Era Montecitorio.
F. D. O.
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