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Matteo, Berghem
00giovedì 23 giugno 2005 12:38

E' SPIACEVOLE AMMETTERLO MA E' TUTTO VERO...

Il nostro opinionista Mario Sconcerti interviene sulla relazione tra vittorie sul campo e scorciatoie amministrative, concesse o non concesse. Una questione che ha interessato anche il Como. Mario Sconcerti E' stato l'ultimo fine settimana di calcio per questa stagione. Il Bologna dopo nove anni è tornato in serie B, l'Avellino ha lasciato il Napoli in serie C. Due partite molto intense in cui non era giusto chiedere gioco. Le finali sono sempre di nervi e di forza e anche di fortuna. E probabile che il Napoli salirà comunque in serie B. Ci sono almeno quattro-cinque squadre che fanno molta fatica a chiudere i propri conti in sintonia con le nuove restrizioni federali. Come spesso accade, qualcuno dovrà cedere il posto. Fa riflettere la retrocessione del Bologna per molti motivi. Il primo è che resta sportivamente con merito in A una società che da due anni non è in grado di far fronte ai suoi tanti debiti. Il Parma è stato tenuto in vita dalla famosa legge Marzano che ha congelato per due anni i debiti di tutta la holding Parmalat. La legge non pensava assolutamente al calcio che infatti nelle sue pieghe è un'anomalia, ma è stata la salvezza del Parma. La squadra resta in A, i debiti restano e prossimamente andranno all'incasso. Nel frattempo si è potuto resistere fino a mandare in B una squadra in perfetta regola con il fisco e con gli uomini. Questa dei debiti e del fisco è diventata una mezza giungla. Il Parma ha usufruito della legge Marzano; la Lazio di una legge che dopo averle consentito di diluire in 23 anni il suo debito con il fisco, è stata chiusa al volo per non permettere a nessuna delle altre 180 aziende che avevano chiesto di usufruirne di poter entrare nel merito. In soldoni, una legge solo per la Lazio. Il Messina (la notizia è di sabato) si è visto sospesi i propri debiti con il fisco (14 milioni di euro, un'enormità per una piccola squadra) da un decreto addirittura della Regione Sicilia in quanto la Sicilia regione autonoma a statuto speciale. Sarà anche tutto regolare, ma è anche tutto chiaramente non giusto. Sono vantaggi dati ad alcuni che nel calcio diventano vantaggi sportivi, direi anzi decisamente tecnici visto che sul campo i soldi si trasformano inevitabilmente in punti. Non è un caso che a retrocedere sia poi il Bologna, in regola con tutto. Il problema vero è la nuova grande debolezza dello sport nei confronti della politica. Non comandano più le regole sportive, per le quali la regola è una sola e uguale per tutti, ma comanda il bisogno di compromessi. Locali se la squadra è piccola, nazionali se la squadra è grande. Prima del Napoli e del rischio Roma e Lazio, in Italia erano fallite oltre settanta società professionistiche, tutte di città capoluogo, senza che (giustamente) nessuno dicesse niente. Per il Napoli e Roma-Lazio si è inventato il Lodo-Petrucci. Si è addirittura arrivati a cambiare le leggi dello Stato annullando un grado di giudizio, cioè i Tar. Nel calcio non esistono più, decide per tutti il Tar del Lazio, che diventando tribunale nazionale contraddice evidentemente se stesso. Questo perché i giudici regionali decidevano sempre a favore delle squadre delle loro città. L'ingiustizia nel calcio non è un reato, ma un compromesso. E purtroppo la gente è d'accordo, basta che l'ingiustizia sia a favore della propria squadra. Leggo da un giornale sportivo sulla decisione della Regione Sicilia di sospendere i debiti del Messina: «questo consentirebbe a Franza (presidente della società) di poter disporre di una certa liquidità da utilizzare nel corso della prossima campagna acquisti per rafforzare la squadra». Cioè va bene non pagare perché così si possono spostare i soldi sul Messina. Quindi la gente approva. E nessuno dice niente. Ormai non ce ne accorgiamo nemmeno. La soglia morale del calcio forse è quella del paese, non so, ma di sicuro è molto bassa.

FONTE "LA PROVINCIA DI COMO ON LINE"

gior77
00giovedì 23 giugno 2005 13:29
un articolo che inizia con Mario Sconcerti definito opionista riduce praticamente a zero la mia stima per quella redazione giornalistica ... però purtroppo è tutto tremendamente vero.

anche se si dimentica del famoso decreto spalmadebiti, che permette alle società sportive di spalmare su cinque (dieci all'inizio, poi ridotti a cinque dopo l'intervento della UE) i debiti derivanti dalla gestione sportiva della società.
Decreto che ha permesso e permette a Inter e Milan, tra le altre, a continuare a spendere soldi per rinforzare le proprie squadre.
per non dimenticare poi della Juve che per terminare il bilancio in attivo ha venduto alcuni immobili di proprietà della Juve calcio ad una società del presidente della Juve stessa.
che è come dire che che il Milan, per rimanere in attivo, vendesse Milanello a Fininvest.
Una presa per il culo, insomma.
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