SCHROEDER-CHIRAC: MALGRADO I PROBLEMI AVANTI CON L'EUROPA

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Pertinax
00domenica 5 giugno 2005 11:03
(ANSA)Anche dopo i no in Francia e Olanda al referendum sulla Costituzione, l'idea dell'Europa deve essere portata avanti: ne hanno concordato il presidente francese e il cancelliere tedesco ieri sera a Berlino. 'Entrambi sono d'accordo che il processo di ratifica della Costituzione deve andare avanti perche' anche gli altri paesi hanno diritto a esprimere la loro opinione', ha dichiarato il portavoce di Schroeder dopo l'incontro. Tre sono stati i temi principali del colloquio, durato un paio d'ore: la Costituzione dopo la bocciatura in Francia e Olanda, le prospettive finanziarie dell'Ue in vista del vertice del 16-17 giugno (che dovra' approvare il bilancio dell'Unione fino al 2013), e i preparativi del prossimo incontro franco-tedesco il 10 giugno a Parigi. Schroeder e Chirac concordano che 'nulla e' piu' importante ora che fare un attestato di fede nell'Europa', perche' solo l'Europa puo' garantire 'pace duratura, benessere e democrazia'.

COSTITUZIONE UE, MESSAGGIO DA MESSINA: NON CI SI FERMA
A pochi giorni dal doppio, sonoro 'no' venuto da due paesi fondatori dell'Unione Europea alla Costituzione Ue, e' partito un solo messaggio dalla citta' che cinquant'anni fa vide ripartire il processo di integrazione europeo, ponendo le basi dei Trattati di Roma, e cioe' che il processo di ratifica deve continuare e che l'Europa non puo' e non deve accettare che questa battuta d'arresto si trasformi in una paralisi.

A lanciare per primo l'invito a non fermarsi davanti alle difficolta' e' stato il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che nel messaggio rivolto agli organizzatori della manifestazione, ha sottolineato quale sia l'insegnamento da trarre dalla Conferenza di Messina del 1955: ''non si torna indietro e non ci si arrende di fronte alle difficolta'; si superano gli ostacoli con rinvigorita lena; non si mette a repentaglio il patrimonio acquisito; ci si impegna per accrescerlo".

Ed e' proprio dalla citta' sullo Stretto che e' venuto forte e chiaro l'invito a non cedere alla rassegnazione. Lo ha detto il ministro degli Esteri Gianfranco Fini e lo ha sostenuto il presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Durao Barroso. Entrambi hanno anche sottolineato, in una dichiarazione congiunta, che e' necessario giungere a una posizione condivisa da tutti gli Stati membri per rispondere collettivamente ai problemi creati dal 'no' di Francia e Paesi Bassi.

Questo, ha rilevato Fini, richiede anche una riflessione seria sui motivi che hanno spinto i cittadini di questi due paesi a dire 'no', ma questo, ha osservato il titolare della Farnesina, non deve significare mettere nel surgelatore la Carta costituzionale. Barroso ha peraltro ribadito di giudicare poco praticabile la strada di una riapertura dei negoziati per rivedere la Costituzione europea, diventata, ha ammesso, il ''capro espiatorio delle paure dei cittadini''.

Quello che occorre fare, ha detto il presidente dell' eurogoverno, e' dimostrare ai cittadini che l'Unione europea puo' portare ''risposte efficaci''. Ma per farlo, ha ammonito Barroso, non si puo' giocare allo ''scaricabarile'' sulle istituzioni europee. ''Se si attcca Bruxelles sei giorni a settimana, ci si puo' aspettare che i cittadini sostengano l'Europa la domenica?'', si e' chiesto Barroso.

Fini ha anche messo in guardia dal volere rispondere alle incertezze in campo economico e sociale con ''politiche autarchiche'', con una voglia di ritorno al passato e magari alla vecchia lira. Una prospettiva caldeggiata dalla Lega e respinta nuovamente oggi con decisione dal vice premier, che l'ha giudicata una ''boutade propagandistica per animare il dibattito piuttosto che una cosa seria''.

Un 'no' alla rassegnazione e' venuto, alla cerimonia di Messina, anche dal commissario Ue per la Giustizia, Sicurezza e Liberta' Franco Frattini, mentre il ministro per le Politiche comunitarie Giorgio La Malfa ha definito i referendum in Francia e Olanda ''una grave battuta d'arresto'', che pero' non puo' ''arrestare e ancor meno fare retrocedere" il cammino dell'integrazione europea.

Per Antonio Martino, ministro della Difesa e figlio di Gaetano che rappresento' l'Italia nella conferenza di Messina celebrata oggi, ''ancora una volta come 50 anni fa dalla Francia e dall' Olanda sono arrivate cattive notizie e sembrerebbe che la via verso l'unita' politica dell' Europa si trovi verso un punto morto''.

''Ma le cose non stanno necessariamente in questi termini, specie se sappiamo recuperare lo spirito di Messina e cogliere il momento costituzionale per l'Europa", ha sottolineato Martino.
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