SBT e testimonianza Connally.

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mazzucco3
00sabato 5 marzo 2005 12:56
SBT e testimonianza Connally.

Salve a tutti. Sto facendo la mia ricerca sul caso Kennedy, e man mano che procedo verifico sul libro di Diego la sua eventuale posizione riguardo a un determinato argomento. Sono bel lontano dall'aver finito, ma mi sono imbattuto in un ostacolo che mi impedisce di andare avanti. Non trovo infatti nel libro di Diego una spiegazione valida per ciò che vado a descrivere, e che per me pone un problema insormontabile per la SBT.

Parlo del filmato della conferenza stampa che Connally diede all'uscita dall'ospedale, tratto dal film di Mark Lane "Rush to Judgement", dove Connally descrive i momenti della sparatoria con lucida precisione. L'ho anche trasferito su computer e caricato sul mio server, se qualcuno volesse vederlo.

Video Connally

Riassumo quello che dice Connally: "Ho sentito un colpo, l'ho riconosciuto subito come uno sparo di fucile, mi sono voltato a destra perchè mi era sembrato provenire da quel lato. Ho cercato di vedere il presidente sopra la mia spalla destra, ma ho visto solo un'immagine confusa della folla in movimento. Ho inziato allora a voltarmi a sinistra, e proprio quando ero nel mezzo della rotazione, con le spalle dritte davanti a lui - wham! - ho sentito la violenza dell'impatto del proiettile che mi ha colpito. Non ricordo invece il rumore del secondo colpo*, mentre ho sentito benissimo il terzo. Posso quindi dire con certezza assoluta, al di là di ogni possibile dubbio, che il primo colpo non mi ha colpito, che il secondo mi ha colpito, e che il terzo di certo non mi ha colpito."

Ora, qualunque sia stato in realtà il "primo" colpo (Tague o Kennedy non importa), e qualunque sia il numero totale dei colpi sparati (3, 4 o 5), è ovvio che il proiettile che ha colpito Kennedy al collo non può essere stato lo stesso da cui si è sentito colpire Connally.

Diego suggerisce una possibile "reazione ritardata" del governatore, ma qui non si parla affatto di ciò che è visibile esteriormente, e che può essere soggetto a mille interpretazioni. Qui si parla di un preciso ricordo interiore di Connally, appaiato ad una sua lucida memoria fotografica, che li congela in un momento preciso nel tempo, e che con un'eventuale reazione del corpo non hanno nulla che fare. Quando un proiettile di fucile ti trapassa il torace e di spacca una costola, te ne accorgi eccome, e te lo ricordi pure bene.

Nè si capisce perchè mai si dovrebbe sostenere che Connally fosse "confuso" in quei momenti, a causa del dolore o di altro. Anzi, dalla precisione con cui descrive ì suoi movimenti, appaiandoli correttamente ai vari pensieri che stava facendo, sembra quasi di vedere il filmato di Zapruder fotogramma per fotogramma. E se dice di ricordare con precisione assoluta il momento in cui ha sentito l'impatto del proiettile, quando tutto il resto del racconto combacia perfettamente con le immagini che abbiamo a disposizione, non vedo perchè non debba essere così. (Il dolore fisico non c'entra niente con la precisione dei ricordi, anzi: vent'anni fa io mi sono rotto una gamba cadendo dalla moto, e ricordo ancora come se fosse adesso il volo che ho fatto, fotogramma per fotogramma, e il momento preciso in cui ho sentito il legamenti del ginocchio spezzarsi. Sono istanti che ti rimangono impressi per sempre, con precisione assoluta, PROPRIO a causa della paura e del dolore).

* Questo dettaglio conferma in pieno l'affidabilità della testimonianza di Connally. E' infatti noto come chi venga colpito da un proiettile supersonico ricordi l'impatto fisico ma non il suono dello sparo: lo schock dinamico (massa x velocità) è tale da provocare nel cervello una momentanea interruzione dei collegamenti nervosi, impedendo al segnale acustico, che arriva dall'orecchio con qualche frazione di secondo di ritardo, di venire registrato dalla memoria. Idem per la frattura al polso, che infatti Connally non ricorda di aver percepito nel momento in cui avveniva.

Capite quindi il mio problema? Con tutta la buona volontà, come faccio ad andare avanti, senza una spiegazione razionale per questa evidente incompatibilità fra la SBT e la testimonianza di Connally? Non è solo ciò che dice, è anche il tono, la precisione e la certezza assoluta con cui lo dice - e lo ripete pure - a lasciarmi perplesso. Perchè mai non dovrebbe essere così?

Massimo Mazzucco
Diego Verdegiglio
00sabato 5 marzo 2005 15:38
Per Mazzucco
Caro Roberto,
il Governatore Connally in seguito individuò con una lente d'ingrandimento i fotogrammi Zapruder nei quali ritenne di essere stato colpito in base alla reazione che notava sul suo viso (fotogrammi 232-233), ti premetto che non esiste nessuna possibilità di stabilire l'assoluta precisione di un ricordo del genere, che può essere memorizzato a seconda dello stato emotivo e della situazione in cui il soggetto si trova. Dunque ricapitoliamo:

1) Oswald spara il primo colpo (fotogrammi 160-166): manca l'auto, ferisce Tague. Connally ode il colpo e fa per voltarsi ma non riesce a vedere il Presidente.

2) Passano poco più di tre secondi. Oswald spara il secondo colpo (fotogrammi 221-224)mentre Connally sta riprendendo la posizione precedente: il proiettile trapassa il collo di Kennedy (reazione immediata visibile ai fotogrammi 223-225)e trapassa Connally, lasciandogli l'impressione di un potente pugno datogli sulla schiena. Non si rende conto né di avere il polso trapassato né della ferita alla coscia. Tra il fotogramma 224 e il fotogramma 233 Connally (9 fotogrammi, equivalenti a mezzo secondo: per renderti conto dell'infinitesimale lasso di tempo, prova a contare MEZZO SECONDO)avverte il forte dolore alla schiena e il suo viso si contrae in una smorfia, che nelle mie interviste ai periti balistici troverai spiegata come derivante da un movimento espiratorio o inspiratorio della cassa toracica.
Connaly inizia ad urlare e si abbatte di lato sulla moglie. Fino a questo momento tutto è compatibile sia con le ricostruzioni sia su quanto egli ha dichiarato: ha sentito il primo colpo ma non ne è stato colpito. Non ha sentito il rumore del secondo sparo ma ne è stato colpito, proprio perché la reazione fisiologica all'impatto del proiettile ha impedito di memorizzare il rumore del colpo, che arrivava frazioni di secondo dopo l'arrivo materiale del proiettile nel corpo.


3) Passano poco meno di 4,5 secondi e (fotogrammi 312-313)il terzo colpo di Oswald raggiunge il cranio di Kennedy. Connally è in grembo alla moglie, è cosciente, sente l'impatto del proiettile, entrambi vengono ricoperti di brandelli di tessuto e sangue, capisce che JFK è stato colpito, capisce anche che lui non è stato nuovamente colpito.

Quindi la testimonianza di Connally non fa che convalidare quanto poi fu ricostruito. L'ultimo colpo sparato non lo colpì, il primo nemmeno. Il secondo sì, anche se non ne registrò acusticamente la detonazione. Tutta la sparatoria dura circa 7,5-7,9 secondi, a seconda del fotogramma in corrispondenza del primo colpo escluso.


Ripeto che è molto difficile stabilire l'esatta sequenza dei tre colpi ma, per esclusione, questa sembra quella meno attaccabile.
Attendo tuoi ulteripori commenti sul libro e mi auguro che tu lo legga tutto prima di esporre dati parziali, perché molte risposte le troverai nelle pagine successive e nelle Appendici delle interviste. A presto e buona continuazione di lettura. DV
mazzucco3
00sabato 5 marzo 2005 16:09
DIEGO: mezzo secondo mi sembra risicato, perchè Kennedy esce dal cartello GIA' alzando le braccia, ma anche se così fosse, la pallottola li ha colpiti praticamente nello stesso istante, e visto che non si tratta di una reazione meccanica di Connally, ma della sua percezione mnemonica dell'impatto, anche solo nove fotogrammi restano inspiegabili.

A questo poi va sommata tutta una serie di cose che qui non ho nominato, perchè non volevo lanciare una discussione vera e propria, ma solo capire la tua posizione precisa al riguardo. Ne riparliamo quindi al momento giusto, in maniera più complessa.

Il tuo libro purtroppo - o per fortuna - è molto meno tecnico di quello che pensassi, per cui da una parte è molto più piacevole da leggere, dall'altra fatico di più a trovare di volta in volta le precisazioni tecniche di questo tipo. Ma comunque, se a te non scoccia ogni tanto darmi una dritta…


P.S. Mi chiamo Massimo

[Modificato da mazzucco3 05/03/2005 16.11]

Federico Ferrero
00sabato 5 marzo 2005 17:40
Massimo,
ti rispondo nell'unico modo possibile: devi decidere, o scarti una cosa o scarti l'altra. Nei tribunali questo succede tutti i giorni: capita di avere due elementi che si escludono l'un l'altro, per cui uno dei due va considerato errato o, comunque, non va preso in considerazione come valido. I giudici lo fanno “pesando” la consistenza dei due elementi in contraddizione.

Nel caso da te esposto abbiamo Connally che dice: il primo colpo non mi colpì, il terzo nemmeno. Ma non è questo il problema: il problema è che Connally dice: “Quando fui colpito ero nel mezzo della rotazione da destra a sinistra, davo perfettamente le spalle al Presidente”.
Dall’altra abbiamo il film di Zapruder: guardalo tra i fotogrammi 222 e 256, fallo scorrere più volte e giudica la posizione di Connally nel momento in cui JFK è ferito alla gola e negli istanti successivi. Se ritieni che Connally abbia raccontato le cose in maniera esatta, prima di definire “insormontabile” l’ostacolo per la tesi del proiettile unico devi assumere le conseguenze di questa scelta, ovvero:
1) Se è così, Kennedy e Connally non sono stati colpiti dalla stessa pallottola;
2) Se è così, qualcuno ha sparato a Connally da dietro ma non è stata la stessa persona che ha sparato a Kennedy da dietro;
3) Se è così, bisogna capire se il reperto 399 trovato sulla barella di Connally e sparato dal Carcano al sesto piano è quello che ha ferito Connally;
4) Se è così, bisogna stabilire chi e cosa ha sparato colui il quale ha centrato Kennedy alla schiena, e che fine abbia fatto il suo colpo (si è fermato nella schiena di Kennedy? E’ uscito dalla gola? Se è uscito dalla gola, dov’è andato?)

Gli elementi di fatto che io (io, non tu) ho raccolto in questi anni mi mettono nella posizione di fermarmi ben prima: io mi trovo a scartare la ricostruzione di Connally perché non era allineato al Presidente; in seconda istanza, se cioè non ci fosse il filmato a disposizione e quindi si potessero prendere per buone le sue parole, si dovrebbe scartare in blocco tutto quanto è stato rilevato in sede di autopsia, di analisi delle radiografie e dei frammenti di proiettile nei corpi e sull’automobile.
Per me (ma solo per me, poi tu decidi autonomamente) non c’è “ostacolo insormontabile” nell’ammettere che Connally ha riferito una versione inesatta (non del tutto sbagliata: inesatta) di quanto gli è successo. Non chiedermi perché, non dirmi che “uno non si può sbagliare”: per conto mio ci sono dati di fatto che dicono altro. Non ci sarebbe nemmeno bisogno del filmato. Del resto qui non si tratta di mettere in dubbio tutte le parole di Connally, ma solo il particolare per cui fu colpito “mentre si trovava seduto esattamente davanti al Presidente dandogli le spalle”.
Prendi i fotogrammi successivi al ferimento di Kennedy e controlla la posizione del Governatore.

Mi auguro il tuo dilemma si possa sciogliere.
Ciao
Federico


PS Kennedy non alza GIA' le braccia uscendo dal cartello. Sta abbassando il braccio destro dopo aver salutato. Non posso entrare nei dettagli qui ma la questione è già stata chiarita.

PPS Mi sorprende che tu ritenga il libro di DV molto meno tecnico di quanto pensassi. Mi risulta che non manchi una sola questione balistica, forense, anatomo-patologica, criminologica, medica, giuridica dell'intero caso, dalla presidenza Kennedy agli anni '90.
Per tutte le questioni che avrebbero richiesto ulteriori spiegazioni squisitamente tecniche o di pura compilazione esistono 697 note. Se conosci (Rapporto Warren a parte) un testo che approfondisca maggiormente le questioni, ti chiedo seriamente di segnalarmelo: non è sarcasmo, ma vado ad acquistare al volo.

Saluti
FF
mazzucco3
00sabato 5 marzo 2005 23:15
FEDERICO: Sono certo che Diego non possa aver trascurato risposte così importanti, io ho solo detto che faticavo a trovarla. Diego mi ha fatto il piacere di riassumere la sua posizione su quel punto, e lo ringrazio.

D'altronde, io ho scoperto che non posso leggere il libro tutto di seguito, perchè ogni tre secondi mi ritrovo a dover andare a verificare le altre fonti. Per il modo in cui lavoro, ho quindi preferito capovolgere: faccio io la mia indagine, e consulto man mano il libro in proposito. Spero che non ti dispiaccia troppo se ho voluto seguire un mio metodo.

°°°°°°°°°°°°°°°°

Approfitto della "linea aperta" per chiedere un'altra cosa. Sulla pagina ufficiale del Museo di Dallas ho letto che 6 fotogrammi del film di Zapruder furono rimossi inizialmente perchè rovinati durante il processing. Sono per caso i fotogrammi 207-212?


[Modificato da mazzucco3 05/03/2005 23.46]

Diego Verdegiglio
00domenica 6 marzo 2005 02:00
Nessun problema per discutere, caro Massimo. Scusami per il "Roberto", avevo appena finito di leggere un messaggio di Roberto Meola. A presto. Ciao.
Federico Ferrero
00domenica 6 marzo 2005 17:16
Caro Massimo,
ovviamente non c'è problema: segui pure il metodo che preferisci. In effetti la mia risposta era unicamente basata sulla tua affermazione per cui avevi trovato un "ostacolo insormontabile per la SBT" e per cui "purtroppo il libro è molto meno tecnico di quanto credessi".

Sulla testimonianza di Connally, avrai notato, non ho dato un giudizio di merito (del tipo: Connally sbaglia perché è un cretino" o "Connally sbaglia perché non gli hanno ancora detto la versione giusta da raccontare"). Ho solo dato un giudizio di valore, rilevando che Connally, nel ricordare la sua posizione, sbaglia.

Saluti
kilos15
00lunedì 7 marzo 2005 01:31
Comunicazione tecnica!
Salve a tutti. Per completezza ai messaggi precedenti di Mazzucco sulla testimonianza del Governatore Connaly, pubblico quì si seguito l'esatta traduzione della conferenza stampa:
"E' fuori discussione che quando fu sparato il primo colpo capii subito che si trattava di un colpo. Non pensai ad altro che ad un colpo di fucile. Mi girai a destra ed ebbi il tempo di pensare e di reagire e mi girai a destra per guardarmi dietro la spalla per vedere se ci fosse qualcosa di insolito e di particolare, per cercare di vederlo con la coda dell'occhio perchè pensai immediatamente al Presidente. Come udii lo sparo pensai subito ad un attentato per assassinare il Presidente. Non vidi nulla, se non tutti quanti che salutavano, la gente in movimento, niente di insolito, non vidi il Presidente con la coda dell'occhio e stavo per girarmi per guardare dietro la spalla sinistra, mi ero girato fino al punto in cui potevo vedere diritto davanti a me quando sentii il colpo del proiettile che mi aveva colpito! Sò di non essere stato colpito dal primo proiettile. Quindi fui colpito, ma non dal primo e so anche che non fui colpito dal terzo colpo. Ne sono assolutamente sicuro."

Con simpatia
Kilos15
mazzucco3
00lunedì 7 marzo 2005 01:32
(Grazie Kilos)

FEDERICO: Se non insormontabile, per me resta un problema quantomeno difficile da risolvere. Quando Kennedy è già colpito Connally è ancora decisamente voltato a destra, mentre ricorda perfettamente di essere stato colpito quando si era rimesso in orizzontale. Non si scappa. Le sue reazioni, visibili dall'esterno, non hanno nulla a che fare con la sua memoria.

Del libro di Diego ho detto "purtroppo", ma anche "per fortuna", nel senso che in molti passaggi la lettura è davvero piacevole.

Ripeto infine la mia domanda sui fotogrammi mancanti - se qualcuno può aiutarmi - perchè sto incontrando grossi problemi nel ricostruire l'avventura di quella pellicola dal momento in cui Zapruder ha consegnato l'originale.

Grazie

Massimo

[Modificato da mazzucco3 07/03/2005 1.35]

Federico Ferrero
00lunedì 7 marzo 2005 10:38
Hai ragione, Massimo, non si scappa. Se ritieni che Connally sia stato colpito quando si era già girato allora devi farti carico di tutte le conseguenze della deduzione per cui JFK e il Governatore sono stati colpiti da due colpi diversi.

Ciao
F.

PS Sulla questione dei fotogrammi non so darti risposta "a memoria". Se mi dai un po' di tempo per andare a documentarmi...
mazzucco3
00lunedì 7 marzo 2005 12:20
FEDERICO: Cosa vuol dire, "devi farti carico di tutte le conseguenze..."? Devo dedurre che la SBT non sta in piedi?
Federico Ferrero
00lunedì 7 marzo 2005 17:14
Certo, e lo dici già tu nel primo messaggio, nel senso: se Kennedy è colpito ai fotogrammi 223-224 e Connally, poniamo, a 235, è chiaro che non può essere stato lo stesso colpo a fermarsi per 12-13 fotogrammi a mezz'aria, QUINDI non era lo stesso colpo, QUINDI arrivarono due colpi da dietro nel giro di un paio di decimi di secondo, QUINDI furono almeno in due a sparare. Eccetera eccetera.

Ciao
F.
mazzucco3
00martedì 8 marzo 2005 01:37
Certo che se il proiettile non è lo stesso crolla tutto. Fin lì...

Diciamo allora, in tutta onestà, che non posso escludere con assoluta certezza che Connally "ricordi male", e che QUINDI [SM=g27827] la questione pone, se non altro, un grosso dubbio sulla SBT.

Man mano che avanzo - ripeto, non avevo mai approfondito certi aspetti tecnico-balistici, perchè convinto in altro modo della cospirazione - incontro notevoli problemi di simili dimensioni: se non sbaglio, il primo colpo a vuoto (160-166) può aver subito solo una di queste due deviazioni, per raggiungere il marciapiede accanto a Tague: o è stato deviato da un ramo, o il marciapiede è stato colpito da un frammento del CE399, giusto? (Si spera che Oswald sia riuscito a inquadrare almeno la limousine, prima di sparare il primo colpo).
Diego Verdegiglio
00martedì 8 marzo 2005 13:53
Per Massimo Mazzucco
kilos15
Post: 93
Registrato il: 04/09/2003
Membro Junior-Comunicazione tecnica!

Salve a tutti. Per completezza ai messaggi precedenti di Mazzucco sulla testimonianza del Governatore Connaly, pubblico quì si seguito l'esatta traduzione della conferenza stampa:
"E' fuori discussione che quando fu sparato il primo colpo capii subito che si trattava di un colpo... e stavo per girarmi per guardare dietro la spalla sinistra, mi ero girato fino al punto in cui potevo vedere diritto davanti a me quando sentii il colpo del proiettile che mi aveva colpito!"


Caro Massimo,
da quanto si evince dalla testimonianza di Connally riportata da kilos15 (e ti assicuro che non voglio cavillare per spaccare il capello in quattro) mi sembra di capire che Connally avesse GIRATO LA TESTA fino al punto in cui poteva vedere dritto davanti a sé, non mi sembra che dica che TUTTO IL BUSTO fosse tornato nella posizione originale precedente al rumore del primo sparo. Come potrai constatare da te stando seduto su una sedia, è del tutto possibile girare in avanti prima la testa e poi far seguire il tronco, in due momenti diversi. Connally è quindi stato colpito certamente mentre era tornato a guardare davanti a sé, ma probabilmente il suo busto non aveva terminato il movimento di torsione: questo si evince dal film. Connally ha buona memoria, infatti, nel ricordare che quando fu colpito stava guardando davanti a sé, ma altrettanto certamente il suo busto non si era riassestato nella posizione originaria. I rilievi dell'FBI nel 1964 e le successive indagini dell'HSCA stabilirono che, in corrispondenza di alcuni fotogrammi e col torso del governatore ancora girato un pò verso destra, Kennedy e Connally erano allineati, rispetto alla linea di tiro dalla "finestra di Oswald", per intercettare un unico proiettile. Non ho approfondito, ma mi pare che in Irak Nicola Calipari e Giuliana Sgrena siano stati uno ucciso e l'altra ferita dallo stesso proiettile. Attendo conferme su quest'ultimo punto. Il CE399, che sarebbe stato identificato come il secondo colpo esploso (il famoso "proiettile magico") non dovrebbe avere nulla a che vedere col ferimento di Tague. Le ipotesi sul frammento che colpì Tague sono varie, ma tutte riconducibili al primo proiettile andato a vuoto o a frammenti dell'ultimo colpo che attinse il cranio di JFK. Ripeto ancora che la successione e i tempi esatti dei colpi sono difficili da ricostruire e ci si arriva per esclusione con un metodo deduttivo. Quello che è indubbio fin dal 1964 è che i resti di proiettile che raggiunsero l'auto furono sparati solo ed esclusivamente dal fucile di Oswald ritrovato al sesto piano, AD ESCLUSIONE DI QUALUNQUE ALTRA ARMA, come troverai scritto nelle mie "Analisi conclusive" alla fine del libro. Scusa Massimo, ma trovo alquanto singolare il tuo modo di procedere (ovviamente sei liberissimo di farlo, ci mancherebbe): tu ti imbatti ogni tre secondi in affermazioni che vai a controllare su altre fonti. Non sarebbe preferibile, visto che molte cose sono chiarite e sviscerate in parti del libro successive e che non hai ancora letto, leggere prima TUTTO il volume (prendendo magari appunti col numero di pagina) e avere un quadro completo di ciò che ho scritto (note comprese)? E' un semplice suggerimento, basato su ciò che avrei fatto io al tuo posto. Sei ovviamente liberissimo di procedere come più ti aggrada. Sono qui per ulteriori eventuali chiarimenti. Buon proseguimento di lettura e cordiali saluti. DV


Diego Verdegiglio
00martedì 8 marzo 2005 14:00
8 marzo Festa della Donna
Una semplice considerazione in occasione dell'marzo:
il nostro sito è da sempre un "club maschile" con sporadiche incursioni di gentili lettrici che, dopo lo scambio di alcuni messaggi, spariscono nel nulla, qualcuna salutando e qualcuna sbattendo la porta. Capisco che l'argomento non abbia molta "presa" sul gentil sesso (anche se le nostre amiche sono spesso curiosissime di JFK in rapporto a Marilyn e a Jackie), ma il medico legale Kay Scarpetta dei romanzi di Patricia Cornwell sembra non abbia seguaci fra le amiche che visitano il nostro sito. Gli "aficionados", i "veci", sono tutti uomini. Gradirei molto un parere su questa mia considerazione. Grazie a tutti. DV
carmelo pugliatti
00martedì 8 marzo 2005 16:06
In genere le donne non sono molto interessate ad argomenti storici,men che meno a sviscerare ,dal punto di vista balistico ed anatomo-patologo, la dinamica di un delitto.Ciò che può appassionarle di JFK sono gli aspetti da "cronaca rosa",da rotocalco.Forse in fondo è giusto così.Uniquique suum.
mazzucco3
00mercoledì 9 marzo 2005 05:37
DIEGO: Chiedo scusa, per l'eventuale scheggia-Tague intendevo il proiettile alla testa del fotogramma 313, ovviamente. Ho voluto "fare il figo" e sono andato a memoria, e mi è andata male.

Ma mi sembra evidente che o è stato il primo (quercia), o niente.

A dopo per il resto della risposta.

Massimo
mazzucco3
00mercoledì 9 marzo 2005 12:00
DIEGO: Ti spiego il mio problema riguardo al libro. Immagina di essere tu a doverti documentare sull'11 Settembre, ed avessi per le mani un mio libro che un certo punto dice, ad esempio: "La velocità di entrata è calcolata in 500 miglia orarie, e il primo effetto dell'esplosione si verifica dopo che il canister è già fuoriuscito per tre quarti dall'edificio, con una velocità di almeno 400 miglia orarie. Questo significa che non può essere stato spinto dalla forza dell'esplosione, ma che deve avere una sua forza propellente, indipendente dall'aereo."

Tu cosa fai? Vai avanti a leggere tranquillo per altre 400 pagine, o vai a verificare cos'è 'sta storia del canister? Ora, io del caso Kennedy conosco quasi tutti gli elementi in discussione, ma come sappiamo li conosco anche "a orecchio", e quindi man mano che tu affronti un argomento io sento il bisogno di approfondire.

E siccome la struttura del tuo libro (finalmente l'ho capita) non è lineare, ma orizzontale, ad ogni giro di pagina mi trovo in una situazione simile a quella descritta. Comunque mi diverto e vado avanti, quindi io da parte mia non vedo problemi.

Il tuo libro è chiaramente "per addetti", e quindi parte dal presupposto che molte delle cose che dici siamo già note a chi legge.

Se proprio vuoi un appunto (tanto per rovinarti una mezz'oretta), devo dire che sono rimasto tanto colpito dall'approfondimento degli aspetti tecnici (specialmente nella parte delle interviste finali), quanto perplesso nel vedere come spesso ti liberi sbrigativamente di certi personaggi "scomodi". Ad esempio, la Clemens, che tu citi solo tre volte brevemente, per definirla "fantomatica" e lanciare non si capisce quali sospetti sul fatto che abbia parlato solo in ritardo. La donna è lì, la vedi, la senti, non sembra certo una che mente, e se dice che è venuta a trovarla l'FBI dicendole di tacere non vedo proprio perchè dovrei dubitarne: anzi, con quello che dice di avere visto!

Massimo
Diego Verdegiglio
00giovedì 10 marzo 2005 23:52
Per Mazzucco
Caro Massimo
il tuo metodo di lettura va benissimo. Non lo stavo stigmatizzando, dico solo che A ME risulta singolare. Per quanto riguarda la Clemens, ti dico solo che è stata intervistata da Mark Lane. Ho conosciuto Lane e perciò non aggiungo altro. Credo che ci siamo capiti. E' evidente che tu pensi che una squadra dell'FBI, col corpo di Tippit ancora sull'asfalto, abbia fatto il giro dei testimoni presenti chiedendo "Lei quanti uomini ha visto sparare? Uno solo? Bene, vada pure alla polizia a testimoniare... E lei, Signora Acquilla Clemons? Due killer? Guai a lei se dice qualcosa in proposito, intesi?". Che sia stata filmata non vuol dire un bel nulla. Ho visto le testimonianze filmate del sordomuto Ed Hoffmann e di Gordon Arnold e le trovo raccapriccianti. Invenzioni assolute (per esibizionismo, soldi, notorietà: non lo so), pazzesche quasi quanto il filmato dell'autopsia degli alieni di Santilli. Anche quello era un filmato. Ti pregherei di credermi se ti dico che la credibilità di una storia del genere è pari a zero e "fantomatica" non è la persona "fisica" della Clemons quanto la testimone Acquilla Clemons. Ci sono decine di casi del genere in questa storia. Massimo, non c'è bisogno che te lo dica io: NON TUTTI I TESTIMONI SONO SEMPRE CREDIBILI, e non lo dico solo per convalidare quelli che fanno comodo a me.Ciao. DV
mazzucco3
00venerdì 11 marzo 2005 00:23
Ho letto dei tuoi incontri con Mark Lane e capisco che ti abbiano lasciato un pessimo ricordo. Però che tu mi dica che ti basta che una persona sia stata intervistata da lui per ignorarne la testimonianza mi sembra un pò troppo.

In quel caso dovresti automaticamente buttare nel cesso anche le testimonianze di un Tague, di un Bowers, o di mille altri che compaiono in quel film.

Che al mondo da sempre ci siano testimoni affidabili e altri no, non si discute nemmeno. Però, nel caso della Clemons, come di tanti altri che immagino avrai scartato, mi dovresti far sapere esattamente per quale motivo non la ritieni affidabile. Se una persona ha già mostrato di mentire in passato, per un motivo o per l'altro, allora va benissimo - sono il primo io a non fidarmi. Altrimenti, perchè non dovrei crederle? (Se tu invece supponi che Mark Lane abbia in qualche modo pagato tutta quella gente, allora è diverso - però devi dirlo chiaramente).

Altrimenti la mia "perplessità" non era sul fatto che tu ignorassi una testimonianza come quella, ma sul modo un pò sbrigativo in cui lo fai.

Massimo
Diego Verdegiglio
00sabato 12 marzo 2005 03:16
Caro Massimo,
non posso dire esplicitamente ciò che penso (ma vedo che tu lo hai chiaramente intuito) sui metodi adoperati da Lane con ALCUNI testimoni intervistati, perché rischio una denuncia per calunnia e diffamazione. Ho già ricevuto un messaggio risentito del figlio della defunta Jean Lollis Hill. Nel sito francese jfk-fr,la Clemons viene definita "une pauvre d'esprit...", con i puntini sospensivi. Uso un eufemismo per non offendere: diciamo una "poveretta". In senso psicologico, ovviamente. Non materiale.
Ti pregherei di cercare "Clemons" anche nel sito di David Reitzes jfkonline e di leggere che gli "investigatori indipendenti" (citati così, senza i nomi, nel libro di Mark Lane "Rush to Judgement")che per primi avvicinarono la Clemons, George e Patricia Nash, "lasciarono la Clemons con l'impressione che avesse basato la sua storia su racconti di seconda mano di altri testi presenti sulla scena". Trova poi e leggi ciò che si dice su Gordon Arnold nella sezione Assassination Witnesses del sito mcadams.posc.mu.edu. Ti renderai conto che i mitomani, i pazzi, i chiacchieroni, gli assetati di notorietà e di soldi esistono in tutti i casi clamorosi (ricordi il pittore mitomane che testimoniò al processo-farsa contro Enzo Tortora di avergli visto spacciare droga dietro le quinte dello studio televisivo della sua trasmissione?). Acquilla Clemons non è neanche da prendere in considerazione, sia perché tutti i testimoni sulla scena videro solo un uomo far fuoco (e, se permetti, io credo a dodici persone piuttosto che ad una sola, che si fa viva molti mesi dopo)sia perché la Clemons abitava ad alcuni blocchi di distanza rispetto al luogo del delitto. E' singolare, ne converrai, che la Clemons non chiami lo sceriffo, la polizia o il FBI ma si getti in pasto a due giornalisti come i Nash o a Mark Lane, alla faccia della paura per la sua sicurezza e delle minacce ricevute perché non rivelasse nulla. Ti chiederai: ma la Clemons non poteva scrivere una lettera direttamente a Warren? La Commissione Warren accettò testimonianze contrastastanti e non esitò a pubblicare testi che avevano sentito colpi non provenienti dal TSBD o quella di Seth Kantor che, unico, vide Ruby al Parkland mentre JFK spirava e altre del genere (si vedano i colleghi di Oswald che non ricordarono di avergli visto portare al TSBD un pacco o quella di Frazier che ricordava il pacco più corto di quello mostratogli). Neanche per sogno! Warren doveva per forza essere un farabutto al servizio del FBI, che avrebbe mandato un paio di agenti ad eliminarla. Lane, invece, oh, il grande Lane! Come non fidarsi di lui? Lui sì che meritava di conoscere il suo "segreto"! Ma come diavolo si permettono quei dodici buffoni comprati di dichiarare che un solo uomo sparò a Tippit? Io ho visto tutto! Erano in due!Ti risulta che la Clemons, uscita allo scoperto nel 1964 e intervistata nel 1966 da Lane, sia stata uccisa, mutilata, fatta sparire dalla polizia? A me non risulta. Scusami, Massimo, ma quando mi imbatto in questi buffoni divento feroce e non ho pietà. A quale capitolo sei del libro? Buona continuazione di lettura. Ciao. DV

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Subject: Re: Is there an faq for this group?
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Date: Tue, 25 Feb 1997 04:55:55 GMT
Lines: 2156
Sender: jxxl@netcom20.netcom.com
Xref: news.primenet.com alt.conspiracy.jfk:94078


8.5 Emphasize unsworn witnesses.

Legal procedures, such as the calling of witnesses before the Warren Commission, follow strict guidelines to ensure their integrity, not the least of which is swearing the witnesses to an oath of honesty. This has the two-fold benefit of impressing upon the witness the gravity of testifying as well as activating laws against perjury. Additionally, such testimony is typically recorded in full.This must be contrasted with interviews given to authors. These are usually conducted in an informal atmosphere, where freewheeling speculation and factual recollection may become mingled. The subject is under no obligation to be truthful, and the author has the freedom to
follow suggestive lines of inquiry. The author can also quote out of context since his notes are a private document.
Given this context, it's fair to ask why a witness would give one story under oath and a more sensational story to an author. Or why a witness would give evidence of a crime to an author without ever having come forward to give the same evidence to the legal authorities. Example: Lane, "Rush to Judgment," Chapter 15: "Mrs [Acquilla]Clemons told several independent investigators that she saw two men standing near the police car just moments before one of them shot Tippit. The killer then waved to the other man, she said, and they ran away in different directions...Mrs Clemons told one independent investigator
that she had been advised by the Dallas police not to relate what she knew to the Commission, for if she did she might be killed." There are a number of problems with this witness. 1) Her story of seeing two killers is inconsistent with the testimony of twelve other witnesses who saw a single individual either shooting Tippit or fleeing the scene. 2) She revealed this story to Lane a year after the assassination rather than re-
porting it to the police at the time. 3) The WC employed no
"independent investigators," so this expression, supplied by Lane, covers for the fact she didn't talk to the police. 4) The death threat, which none of the other witnesses reported receiving, is probably Clemons'rationalization for not talking to the police when it would have mattered.

mazzucco3
00sabato 12 marzo 2005 23:41
DIEGO, hai confermato esattamente quello che intendevo dire: se tu avessi scritto nel tuo libro quanto hai scritto qui sopra, riguardo alla Clemons, molto probabilmente non avrei nemmeno sollevato l'obiezione.

Continuo invece a rifiutare, se permetti, il fatto che un tuo giudizio negativo su un determinato "complottista" autorizzi a inficiare automaticamente tutto ciò che scrive. Siamo grandi abbastanza da saper separare il giudizio sulle persone da quello sui fatti trattati.

(Se poi voglio farti un brutto scherzo di carnevale, casomai mi travesto da Mark Lane e vengo a bussare alla tua porta!)

Approfitto per fare una domanda a chiunque abbia la risposta: dove posso trovare una copia delle "backyard photos" (quelle di Oswald col fucile in mano) che sia un pò più grande di un francobollo?

Grazie

Massimo
Diego Verdegiglio
00domenica 13 marzo 2005 05:43
DIEGO, hai confermato esattamente quello che intendevo dire: se tu avessi scritto nel tuo libro quanto hai scritto qui sopra, riguardo alla Clemons, molto probabilmente non avrei nemmeno sollevato l'obiezione.

NO, CARO MASSIMO. NON ERA POSSIBILE SCRIVERE TUTTO DI TUTTI. GIA' MI SONO BECCATO UN "MONUMENTALE" DA POLIDORO RIGUARDO ALLE 606 PAGINE DEL MIO VOLUME (DA ALTRI SCHERZOSAMENTE CHIAMATO "UN BEL MATTONE" PER LE SUE DIMENSIONI, SPERO NON PER IL CONTENUTO...). FIGURATI SE POTEVO PERMETTERMI DI APPROFONDIRE TUTTO CIO' CHE RIGUARDAVA CENTINAIA (SE NON MIGLIAIA) DI PERSONE COINVOLTE NEL CASO. SE IO SCRIVO PESTE E CORNA DELLA CLEMONS, FIDATI: E' PERCHE' IN QUEL MIO GIUDIZIO E' SINTETIZZATA TUTTA UNA SERIE DI RICERCHE E LETTURE SU QUELLA CIRCOSTANZA.

Continuo invece a rifiutare, se permetti, il fatto che un tuo giudizio negativo su un determinato "complottista" autorizzi a inficiare automaticamente tutto ciò che scrive. Siamo grandi abbastanza da saper separare il giudizio sulle persone da quello sui fatti trattati.

SPESSO (ANCHE SE NON SEMPRE) UN CERTO TIPO DI PERSONA PRODUCE UN CERTO TIPO DI RAGIONAMENTI E DI SCRITTURE. PRIMA DI CONOSCERE LANE AVEVO LETTO L'EDIZIONE ITALIANA DEL SUO "RUSH TO JUDGEMENT" ED ERO RIMASTO MOLTO PERPLESSO. POI L'HO CONOSCIUTO E LA MIA PERPLESSITA' NON HA FATTO CHE AUMENTARE. PER ME LANE HA UN UNICO GRANDE MERITO: AVER FILMATO I TESTIMONI DEL CASO NEL 1966, PRIMA CHE MOLTI DI ESSI MORISSERO NEL QUARANTENNIO SUCCESSIVO SENZA LASCIARE TRACCIA DI SE' SE NON NELLE PAGINE DELLE UDIENZE DELLA COMMISSIONE.

(Se poi voglio farti un brutto scherzo di carnevale, casomai mi travesto da Mark Lane e vengo a bussare alla tua porta!)

GUARDA CHE SAREBBE DAVVERO UN PESSIMO SCHERZO,TE L'ASSICURO

Approfitto per fare una domanda a chiunque abbia la risposta: dove posso trovare una copia delle "backyard photos" (quelle di Oswald col fucile in mano) che sia un pò più grande di un francobollo?

Grazie

Massimo


mazzucco3
00domenica 13 marzo 2005 13:33
La scelta di cosa inserire e cosa lasciare fuori da un libro di questo genere dev'essere certamente difficile, ma tu mi hai chiesto un giudizio sul libro, e quindi casi come quello della Clemons sono obbligato a farteli notare.

Ma mi va benissimo che tu mi dia una breve spiegazione a parte, come hai fatto in questo caso.

Massimo
redribbon
00martedì 10 gennaio 2006 08:05

Scritto da: mazzucco3 05/03/2005 12.56
SBT e testimonianza Connally.

Salve a tutti. Sto facendo la mia ricerca sul caso Kennedy...

Massimo Mazzucco




Salve, passavo casualmente da queste parti pure io, essendo un grande stimatore di Kennedy, e convinto sulla base dei fatti che sia stato un complotto dei poteri sottesi altolocati e della CIA ad uccidere J. Kennedy.
I fatti a cui mi riferisco sono semplicemente, per riallacciarmi al discorso che facevi,

1) la testimonianza della moglie di Connelly, che ha dichiarato nel 1983:
"Vidi il presidente portarsi le mani al collo e cadere riverso,
il secondo colpo colpì mio marito"
Credo sia chiaro che "secondo colpo" è inteso in senso relativo, NON assoluto, cioè prima è stato colpito Kennedy col primo colpo (che poi non fosse in senso assoluto il primo colpo xchè prima ne erano stati sparati altri che hanno mancato l'auto è indifferente x quello che diceva la moglie di connelly) ,
e poi è stato colpito Connelly col secondo colpo.
Un altro colpo è quello che ha colpito Kennedy alla testa,
un altro è quello che ha mancato l'auto,
fanno almeno 4 colpi, e quindi si deve parlare di complotto.

2) A parte la testimonianza della moglie di Connelly, molto attendibile per la sua posizione molto + di quella di Connelly stesso, basta osservare attentamente frame per frame il filmato di Zapruder per rendersi conto che,
quando la limousine esce dal cartello che la ostruiva il presidente si sta portando le braccia alla gola, segno che è stato colpito, mentre Connelly è seduto regolarmente senza che nè la sua posizione, nè una sua espressione facciale faccia ritenere che sia stato colpito, e inizia a muoversi col busto verso la sua destra 10-11 frame (cioè oltre mezzo secondo, vista la velocità a 18,3 frame della camera di Zapruder) dopo che Kennedy era già stato colpito, anche ammettendo che abbia iniziato a muoversi xchè colpito, significherebbe che è stato colpito almeno mezzo secondo dopo che Kennedy era già ferito, confermando in pieno la versione della moglie di Connelly,
che poi a dirla tutta il cambiamento facciale nel volto di Connelly a cui attribuire il momento + probabile in cui è stato colpito è bene oltre il mezzo secondo.


Io penso che questi 2 fatti bastino e avanzino per provare che c'è stato un complotto, poi se uno vuole negarlo a tutti i costi allora c'è poco da fare...

La mia opinione è che è implicata la CIA e molti esponenti potenti altolocati nell'assassinio di J. Kennedy.
I motivi possono essere molteplici, dalla guerra in Vietnam, alle tasse imposte ai petrolieri che suonava come un tradimento nei confronti di chi aveva contribuito ad eleggerlo, al progetto di riforma della CIA, alla sua tenerezza coi Russi, + generlamente ad una sua politica troppo democratica ed a favore del popolo.

Non credo invece che Castro, o gli anticastristi, o la mafia, o i razzisti, o il KGB, abbiano un ruolo fondamentale (il KGB lo escluderei a priori visto il clima distensivo e cordiale messo in atto da Kennedy con Krusciov dopo la crisi dei missili) ,
a meno che non si parli di connessioni mafiose ad altro livello tra politici, pezzi grossi dell'economia e capi CIA americani, questo può essere, come può essere che gli esecutori materiali siano stati degli anticastristi o dei mafiosi, ma + banalmente ricoprivano il ruolo di semplici killer,
e il povero Oswold non c'entra proprio niente, è solo un agnello sacrificato, figuriamoci poi se anche x ipotesi lui avesse preso parte al complotto se avesse usato quel fucile *scarso* per sparare... non esiste.

Federico Ferrero
00martedì 10 gennaio 2006 10:13
Caro Redribbon,
grazie per il tuo messaggio. Ti invito a leggere, almeno, la sezione del sito riguardante il fucile di Oswald: potrai constatare che, per la lontananza del bersaglio, il Mannlicher Carcano era ed è un'arma assolutamente all'altezza della situazione. Avrebbe potuto colpire con efficacia ben più lontano.

Per quanto riguarda la sequenza degli spari, se credi, puoi consultare la ricostruzione della sparatoria: per il vero non si hanno notizie né elementi per sostenere, se non come pura ipotesi personale, che siano stati sparati "altri colpi". Sulla reazione di Connally si dibatte da tempo immemore: ti invito a dare un'occhiata al paragrafo, sempre nella stessa pagina, intitolato "Connally ha reagito troppo in ritardo, e reggeva il cappello in mano".

Saluti
FF

[Modificato da Federico Ferrero 10/01/2006 10.15]

carmelo pugliatti
00martedì 10 gennaio 2006 16:43
Re:

Scritto da: redribbon 10/01/2006 8.05



La mia opinione è che è implicata la CIA e molti esponenti potenti altolocati nell'assassinio di J. Kennedy.
I motivi possono essere molteplici, dalla guerra in Vietnam, alle tasse imposte ai petrolieri che suonava come un tradimento nei confronti di chi aveva contribuito ad eleggerlo, al progetto di riforma della CIA, alla sua tenerezza coi Russi, + generlamente ad una sua politica troppo democratica ed a favore del popolo.

Non credo invece che Castro, o gli anticastristi, o la mafia, o i razzisti, o il KGB, abbiano un ruolo fondamentale (il KGB lo escluderei a priori visto il clima distensivo e cordiale messo in atto da Kennedy con Krusciov dopo la crisi dei missili) ,
a meno che non si parli di connessioni mafiose ad altro livello tra politici, pezzi grossi dell'economia e capi CIA americani, questo può essere, come può essere che gli esecutori materiali siano stati degli anticastristi o dei mafiosi, ma + banalmente ricoprivano il ruolo di semplici killer,


Caro Redribbon,benvenuto.Il quadro della Presidenza Kennedy è stato affrontato lungamente nel forum,e se ne potrà trovare ampia documentazione nei passati thread.Tutte le ipotesi riportate più sopra sono state da tempo giudicate senza alcun fondamento storico (vedi l'ampia bibliografia su JFK,cui aggiungere la fondamentale biografia di Robert Dallek "Una vita incompiuta".Per Kennedy ed il Vietnam consiglio anche,oltre Dallek,il libro dell'intellettuale liberal Noam Chomsky "alla corte di Re Artù").

[Modificato da carmelo pugliatti 10/01/2006 16.44]

redribbon
00mercoledì 11 gennaio 2006 02:59
Grazie del benvenuto
Ammetto che ho postato prima di leggere il sito (mi collego poco col 56k) ,
dopo aver letto buona parte del sito (con calma lo leggo tutto) compresa la parte sul fucile resta lo stesso la perplessità del perchè, se anche si trattasse di un singolo assasino, abbia usato un fucile che richiedeva tutto quel tempo per ricaricarsi, non era meglio prenderne uno che rimetteva automaticamente il colpo in canna, oppure se proprio non lo trovava uno che richiedeva meno tempo x essere ricaricato?
Ma soprattutto non torna il movente, ed il fatto che Oswold non abbia pianificato il "dopo", se infatti dovessi prendere per buona l'ipotesi che Oswold abbia pianificato l'attentato portandosi dietro il fucile, e che non abbia sparato quando la limousine gli "veniva sotto" dalla Houston (posizione eccellente per sparare) per paura di destare l'attenzione anticipatamente, si dovrebbe ammettere che si trattava di un accorto pianificatore e non del folle solitario come viene dipinto, allo stesso modo è assai plausibile ipotizzare che egli si sarebbe pianificato pure il dopo attentato trovandosi un posto dove andare, e non girovagando x Dallas prima in una direzione, ammazzare un poliziotto (!) , per poi cambiare itinerario e andare al cinema (? che spiega? )
E xchè mai Oswold avrebbe dovuto uccidere Kennedy? Quale movente e odio particolare verso JFK lo avrebbe mosso, posto che Oswold non appare affatto un folle?
E dovrei credere che il primo colpo, che in genere è quello migliore, in cui si prende la mira con tutta calma, è proprio quello che non solo manca Kennedy e probabilmente l'auto, ma va a finire addirittura sulla guancia destra di Tongue?
Mentre il secondo colpo, dopo che Oswold avrebbe preso la mira x ~ 1 secondo, è un tiro eccellente?
Trovo questa teoria, non impossibile, ma quantomeno improbabile.
redribbon
00mercoledì 11 gennaio 2006 03:23
Riguardo il Vietnam, le affermazioni storiche di Kennedy, riportate pure in JFK, non lasciano alito a dubbi:
"Ma che genere di pace intendo e che genere di pace vogliamo? Non certo una pax americana imposta al mondo dalle armi americane."
"E' evidente che laggiù (in indocina, ndr) abbiamo delle difficoltà. E a meno che quel governo (del vietnam del sud, ndr) non compia un ulteriore sforzo per conquistare il consenso del suo popolo, non credo che la guerra si possa vincere: è la loro guerra e sta a loro vincerla o perderla."
Kennedy è stato molto chiaro, ed io mi identifico nelle sue parole, interpretandole così: o arriva il consenso popolare o la guerra non si può vincere, e comunque si tratta della loro guerra e spetta a loro gestirla,
da ciò si desume che JFK non avrebbe mai dato il via a quella guerra senza avere il consenso popolare.

Non credo ci sia bisogno di conferme a ciò, ma è possibile ascoltare pure la posizione dello storico Arthur Schlesinger, che è stato assistente di Kennedy, il quale riferisce (in un "correva l'anno" della Rai) che il segretario alla difesa McNamara e il consigliere x la sicurezza nazionale giunsero alla conclusione che Kennedy non avrebbe americanizzato il conflitto, faccio notare che Schlesinger è uno storico accreditato, non un politico, e certamente non si *brucia* la reputazione di storico con affermazioni campate in aria e\o dettate dalla simpatia.


Secondo me le premesse per il suo assassinio sono già leggibili chiare nel suo discorso di insediamento del 20 gennaio 1961, in cui egli parlava e prometteva l’impegno,
di infrangere la miseria di chi abitava nelle capanne e nei villaggi del mondo;
di trasformare le parole in fatti nel difendere gli uomini liberi e i governi dell’america latina per spezzare le catene della povertà;
di ricercare sempre il dialogo e le cose che uniscono coi paesi avversi;
di bandire il nucleare;
di cooperare nei viaggi spaziali,
e di debellare le malattie (figuriamoci, con tutto il ricavo che c'è dietro, ndr).

Affermazioni come queste sono molto pericolose per garantire la continuità e la preservazione dell'ordine sociale precostituito:
"Se una società libera non riesce ad aiutare i
molti che sono poveri, non riuscirà mai a salvare i pochi che sono ricchi"
e resto ancora convinto che l'input decisivo sia stato quello di voler togliere l'iniziativa alle operazioni pianificate della CIA x garantire un certo ordine mondiale.


'notte.
Federico Ferrero
00mercoledì 11 gennaio 2006 15:27
Caro redribbon,
che le affermazioni di Kennedy non lascino dubbi sul fatto che sarebbe stato ucciso mi pare, francamente, un azzardo.

Arrivare al punto di sostenere che dal discorso di insediamento si leggerebbe già la sua condanna a morte mi pare ancora meno sostenibile. Giudicare ex post i fatti "risalendo la corrente" per cercare conferme a una tesi precostituita non è un metodo particolarmente accreditato dal punto di vista storico. Se Ronald Reagan o Francesco Cossiga fossero stati uccisi chissà quante loro frasi, risalenti nel tempo, si sarebbero potute "adattare" per leggervi una motivazione della loro uccisione!
Ma ragionare in questi termini è fuorviante. Oltretutto non è neppure vero che Kennedy fosse fautore della non belligeranza: la Baia dei Porci fu un episodio di cui si prese la responsabilità e la guerra in Vietnam si iniziò con Kennedy, proprio con Kennedy! Quindi farei attenzione a dipingere JFK per quello che non era, cercando di cucirgli addosso un abito "gandhiano" che giustificasse una sua supposta pubblica esecuzione.

Mi sembra che siano dello stesso tenore le tue frasi sul conto di Oswald. Con il senno di poi siamo tutti miliardari e veggenti, ma le scommesse si fanno prima di una partita, non dopo averla rivista cento volte. Lo stesso errore si commette con il caso Kennedy: si pensa come se Oswald avesse i nostri elementi di giudizio ex post.
Credi veramente che Lee Oswald avesse in mente di sparare tre colpi e in quella sequenza? Credi che sapesse dove fosse seduto Kennedy, su quale delle auto? Credi davvero che si fosse posto il problema del tempo di ricarica del fucile?

Oswald non sapeva nemmeno su che auto sarebbe arrivato il Presidente e non poteva saperlo. Non sapeva se sarebbe arrivato su un veicolo coperto o scoperto, se le guardie lo avrebbero attorniato o meno (come a volte capitava), non sapeva a che velocità sarebbe passato il corteo.
Insomma: non sapeva nemmeno con certezza se ci avrebbe provato o no, a sparare. In qualche secondo ha visto sbucare il veicolo e... via, si è sporto e ci ha provato, facendo purtroppo quello che ha fatto. Poteva fermarsi dopo un colpo, o dopo due, magari perché visto o o perché sicuro di aver già fatto centro. Chi lo sa?
Magari si era fatto un'idea su quello che si sarebbe trovato a mirare, d'accordo, ma senza poterlo prevedere con esattezza, come accadrebbe a ognuno di noi. Spesso ci ostiniamo a discutere come se Oswald avesse avuto la pianta della piazza e, che so, tre o quattro tentativi prima dell'attentato vero e proprio. Ma Oswald non sapeva niente!
Non sapeva se qualcuno l'avrebbe "beccato", se gli avrebbero sparato contro per risposta.

Troppo debole, a mio avviso, è anche l'argomento per cui, siccome Oswald ha aspettato a sparare, allora doveva aver pianificato tutto nei minimi particolari. Studiando la vita di Oswald riesce difficile pensare a qualcosa del genere: aveva malizie, aveva fegato ma non era un assassino professionista. Ci ha pensato su, ci ha provato, ha preso qualche precauzione e si è affidato al caso: fosse rimasto in compagnia di un paio di altri operai al sesto piano avrebbe lasciato il fucile al suo posto e non sarebbe successo niente (a questo proposito basterebbe la "casualità" della non presenza di un collega di Oswald al sesto piano per aggiungere un altro attributo di insensatezza a teorie che vorrebbero Oswald innocente e cecchini sparsi nel Deposito: in quello stabile, quel giorno, chiunque era libero di andare e venire, dal piano terra al sesto, e pare un po' buffo pensare che la macchinazione del secolo XX potesse andare a monte solo perché un paio di manovali se ne stavano a mangiare e bere mentre il corteo passava sotto il Deposito...)

Idem per la frase per cui "il colpo migliore in genere è il primo". A volte sì, a volte no. In questo caso no e, sinceramente, proprio non ci trovo niente di strano.


A risentirci! Saluti
FF
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