SAVOIA : IL VERBALE DELL'INTERROGATORIO

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haihaijade
00domenica 25 giugno 2006 14:35
» Il principe: «Achille De Luca un poco di buono? Lo frequentavo perché canta e suona bene, uno che ci sa fare e aiuta»
POTENZA - Ecco il verbale del 20 giugno del 2006 di Vittorio Emanuele (V.E.) di Savoia davanti al gip Alberto Iannuzzi per l’interrogatorio di garanzia. E’ assistito dall’avvocato Lodovico Isolabella ed è presente il pubblico ministero Henry John Woodcock.
Gip - Praticamente quello che voglio sapere... questa operazione dei Monopoli, delle macchinette, si aspettava una ricompensa?
V.E. - Sì, ma poca roba.
Gip - Cioè quanto?
V.E . - Mi avevano detto: forse avrà una commissione e basta.
Gip - Migliardi ha detto che le ha consegnato circa 50-60 mila euro.
V.E. - No, assolutamente lo nego. Mi ha dato due colazioni e basta, ma soldi così mai. Mi ha dato quei famosi diecimila in una busta che ho dato nel fondo del mio Ordine.
Pm - Si fa riferimento ad un generale della Guardia di Finanza che mangia; è uno che deve mangiare, a cui bisogna dare qualcosa, e lei dice: «Va bene, diamogli qualcosa».
V.E. - Chi ha detto questo? Io mi ricordo di quelle maledette macchinette, per mesi le ricordo, e ho detto: «Fatelo voi, fatelo andare avanti; io non so e non me ne interesso».
Gip - Parliamo di un altro argomento. Risulta che lei quando passava la dogana per evitare il controllo pagava qualcosa al poliziotto.
V.E. - Non ho mai dato dei soldi a quello della dogana.
Gip - Però lo dice.
V.E. - Ho detto di dare soldi a quello della dogana?
Gip - Sì, tramite Picco. Chi è?
V.E .- E' il nostro meccanico. Allora, c'è la dogana di Monire. Noi cosa portiamo? Ci sono i vestiti di mia moglie.
Gip - Qualche volta forse anche delle armi che vi regala Beretta, quando andate da Beretta?
V.E. - Sì. Guardi, per la questione delle armi ho tutte le carte in regola. Prima di tutto di armi ne ho 470. Cosa crede lei? Che io porto armi, droga?
Gip - Non lo so, ce lo deve dire lei.
V.E. - Lei si rende conto... Se mi beccano con un revolver vado direttamente dentro.
Gip - Anche noi.
V.E. - La mettono al muro? Non lo dica due volte se no gliene mettiamo una in macchina...
Gip - Come mai c’era bisogno di questo amico? Questo amico che doveva fare?
V.E. - Per non pagare tutta l’Iva sui vestiti di mia moglie.
Gip - Solo l’Iva, solo questo aspetto?
V.E. - Sì, le assicuro.
Gip - Principe, queste donne che lei chiedeva a Bonazza, Rizzani, queste prostitute, come mai questa ossessione nel chiedere questi incontri con queste prostituite?
V.E. - Sono un «sessomaniaco».
Gip - Poi dava anche delle preferenze: bionda, bruna...
V.E. - Mi lasci raccontare: il 99% non c’era niente perché non funzionava.
Gip - Che cosa non funzionava?
V.E. - No, no... non funzionava perché c’era mia moglie; poi una volta una... mi ha portato uno scorfano tale che gli ho detto: «La Madonna. Grazie signorina, va benissimo»...
Gip - Preferiva incontrarle in un posto piuttosto che in un altro?
V.E. - Sì, perché io sono sposato da 45 anni con mia moglie e sono molto contento; sono cacciatore e di tanto in tanto mi piace anche sparare... Così, basta; paga e chiuso. E' come andare al cinema... Sono ancora quelle cose che non funzionano, perché arrivano, bisogna fare la fotografia...
Gip - Vogliono farsi pure la fotografia?
V.E. - Ma sì, tutti...
Gip - Ma poi queste prostitute chi le paga? Lei, Migliardi o Bonazza?
V.E. - No, pago io. Sono tirchi; anch’io sono tirchio. Io spero che queste storie rimangano qui.
Gip - Ci sono un paio di conversazioni nelle quali lei... in un caso in cui non è stato soddisfatto di una prostituta... ogni tanto vuole mandare Migliardi da qualcuno a dare una lezione?
V.E. - Io non ho mai picchiato una donna. Lo chieda a mia moglie intanto.
Gip - Achille De Luca, qualcuno le aveva detto che era un poco di buono... perché lei l’ha continuato a frequentare?
V.E. - Perché è arrivato... ci sono state delle serate, lui suona bene, canta bene, ci sa fa fare, aiuta... Tutti lo conoscono, è venuto a Roma, era al Vaticano; lì davanti al Papa.
Gip - Vaticano perché era amico di Camaldo?
V.E. - No, no, no; proprio di no.
Gip - Invece lei Camaldo come l’ha conosciuto?
V.E. - Io l'ho conosciuto in Vaticano il Camaldo, tra Leonardelli e... da monsignor...
Gip - Sodano?
V.E. - Sodano, sì.
Difesa - Ma no, era con il Papa... il Papa riceve...
Gip - Può ripetere chi c’era con l’affare casinò?
V.E. - L’ho già detto... non facciamo gli interrogatori «alla Gestapo» qui, e lei non urli tanto.
Gip - Se ho alzato la voce le chiedo scusa; è l’irruenza; perché siccome lei ha fatto riferimento alla Gestapo che è un concetto... No, per telefono dice che lei è per metà Saxe Coburgo.
V.E. - Mi hanno detto: «Dateci una mano e ci sarà una commissione. Io credevo fosse legale... Era il sindaco a dire: «Questo affare sarà diviso in quattro».
Gip - E chi c’era?
V.E. - Bonazza, Migliardi, io... e il quarto era il sindaco, Salmoiraghi.
Gip - In una conversazione fa capire che, oltre a giocare d’azzardo, i clienti hanno la possibilità di avere rapporti con donnine. C’era questo accordo?
V.E. - No; perché... perché a me fare il magnaccia non è mai piaciuto. Io mai avrei portato una macchinata di «puchianche» per portarle lì e metterle lì... No! Ma andiamo a dare i numeri. Ho detto... ha detto che ci saranno delle veline... si affittano, vengono e basta. Sa che quando si fa l’inaugurazione di un posto si telefona a uno, arrivano; ma non sono troie, sono serie. Non fanno niente, tititì, ballano e poi se ne vanno.

Fa. C.
24 giugno 2006



QUESTI CI PRENDONO PER I FONDELLI ALTROCHE'... :NQ
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