Massimo, personalmente non mi ha dato fastidio un po' di asfalto, perché era in leggera discesa e quindi rilassante per le mie gambe, ma soprattutto non era trafficata, c'era la giusta armonia con il silenzio della natura. Il percorso sul fianco orientale della montagna, comunque, è stato una soluzione alternativa, dopo presa visione del territorio circostante dal terrazzo del rifugio. L'intenzione alla partenza dell'escursione era di rinunciare a ritornare per intero dallo stesso percorso dell'andata e, dal rifugio Telegrafo, di preferire invece la svolta per il sentiero più interessante, che attraversa alla base due suggestivi Circhi Glaciali e riemerge sui bei prati di Costabella, per innestarsi di nuovo sul sentiero delle creste di Nàole. Questo l'accattivante programmino che avevamo in mente al parcheggio, mentre ci preparavamo per partire. Ma è stato abortito una volta giunti al terrazzo del rifugio, quando ci siamo resi conto che la neve abbondava nei Circhi. L'alternativa ha allungato di parecchio il giro, ma ci ha dato ugualmente molte soddisfazioni.
I quasi 2300 metri di dislivello, gli oltre 35 km di sviluppo e le 13 ore di escursione non sono numeri che vogliono mettere in bella mostra una ricerca del gesto atletico o cose simili, come sospetta Lisa Teddi, bensì mettono in rilievo un'altro modo di vivere la montagna, di sentirla più intensamente, semplicemente uno dei tanti modi di sentirsi vivi. Cerchiamo la qualità, non la quantità. Se non sembra così è solo perché non sappiamo trasmettere con le parole o con le immagini tale aspetto.
E comunque, queste scammellate, i veri atleti se le sorbono ogni settimana, come allenamento ordinario!