Rotonde e automobili killer

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oldscat
00domenica 6 aprile 2014 20:10
Mercoledì 2 aprile, 18.40. Dopo una discreta uscita di 50 km in un pomeriggio che sa di primavera al rientro in città, solita sfida col traffico impazzito. Impegno la rotonda dopo aver verificato che non sopraggiungano auto da sinistra, cerco il "contatto visivo" con il guidatore che si deve immettere da destra, mi ha visto e si è fermato. Anche questa volta è fatta…. NO: sbuca una Panda che supera sulla sinistra le auto ferme per darmi la precedenza, la vedo proprio mentre realizzo che l'impatto è inevitabile. Attimi interminabili interrotti da una botta secca alla parte posteriore del casco, mi ritrovo sull'asfalto in mezzo alla rotonda, tremo come una foglia e, mentre inveisco con il guidatore che mi ha investito cerco di capire cosa mi sono fatto. Scende un altro automobilista che mi dice di sedermi perché mi ha visto battere la testa molto violentemente sull'asfalto, ubbidisco e intanto inizio a riprendermi.
L'investitore è un ragazzo che indossa ancora la tuta di lavoro ed è sconvolto più di me, io non ho alcuna ferita e non capisco perché, poi guardo il casco e vedo un'ammaccatura impressionante proprio in corrispondenza della nuca. Non so se ho preso la decisione giusta ma non ho chiamato i vigili, non sono andato al PS, mi sono fatto riportare a casa dall'investitore che si assume tutta la responsabilità. La KTM nuova non ce l'ha fatta: colpita all'altezza del forcellino posteriore è da buttare nel cesso.
Nell'attesa di vedere come va a finire la vicenda assicurativa (in un paese civile non dovrebbe sussistere questa preoccupazione), incredibilmente integro (probabilmente sono stato sbalzato in alto e sono ricaduto sbattendo unicamente la testa) al punto che tra ieri e oggi, con la "bici di cortesia" fornita dal mio meccanico ho comunque macinato 220 km, rifletto sul rischio che ormai corriamo ogni giorno che usciamo in bici.
Al di là della pericolosità delle rotonde, ideate apposta per farci fuori tutti, ho realizzato che il pericolo non è dato solo da categorie ristrette (motociclisti, ragazzotti neopatentati, sborroni col SUV, vecchietti col cappello, mamme al cellulare) ma ormai ogni veicolo che incrociamo o che ci supera è un potenziale pericolo.
Cosa possiamo fare ?
E' aperta la discussione.
CaSe63
00domenica 6 aprile 2014 20:25
Cazzo!!!! E' andata relativamente bene!! Non ci sono parole, ormai!
L'importante è poterla raccontare. Per curiosità, lo stronzo che ti ha investito come giustificava l'accaduto? Così, giusto per capire... stava guardando un filmino al cellulare, stava leggendo un messaggio, non so...
Tutta la mia solidarietà.
Ciao.
Sergio
P.S.: non mi sono più fatto sentire perchè sono k.o. da tre settimane influenza forte prima e sinusite con emicranie fortissime poi.
Spero di rimettermi in fretta.
oldscat
00domenica 6 aprile 2014 21:09
No, il pazzesco è che "lo stronzo" come dici tu era in verità un poveraccio alla guida di una Panda vecchia e scassa, senza cellulare che ".. non mi aveva visto".
A dir la verità è un pò che ho a che fare con automobilisti "normali" che non mi vedono... in effetti sono abbastanza magro. Penso che se l' assicurazione rifonde mi compreròun bel casco arancione fluo.
Curati e ci sentiamo tra un po'
grigua
00domenica 6 aprile 2014 21:41
Un'altra di quelle volte in cui si può dire che è andata bene.
Spiace per la bici, ma ovviamente è meglio che l'impatto si sia scaricato su di lei, no? Le bici si ricomprano.... per le nostre ossa non funziona così.

In quanto alla tua domanda..... non so proprio cosa possiamo fare di più.
Credo che il ciclista affini per "istinto di sopravvivenza" la capacità di vedere per sé e per chi ci "dovrebbe" vedere e di porre tutta l'attenzione possibile per sé e per chi "dovrebbe" fare attenzione. E quando, nonostante tutto, questo non basta e ne paghiamo le conseguenze, viene davvero rabbia e senso di impotenza.

Praticamente ogni volta che torniamo a casa (credo che capiti ad ognuno di noi), possiamo dire "è andata bene" ripensando ad una portiera aperta improvvisamente, un sorpasso "al pelo", il "solito" taglio di strada dello stronzo che ci supera per svoltare immediatamente a destra.

E se lì per lì quelli ad urtare maggiormente sono i conducenti arroganti, quelli che "la strada è di auto e moto, quei rompiballe dei ciclisti dovrebbero stare sulle ciclabili", i più pericolosi sono l'esercito dei distratti, quelli che con aria di innocenza "scusa tanto, non ti avevo visto". Che ca**o di giustificazione è? Vuol dire che stamattina non sei uscito di casa con l'idea deliberata di farmi fuori, questo sì, ma non sminuisce la gravità delle conseguenze che la tua distrazione poteva causare. Quindi se non ci sei con la testa, lascia l'auto (o la moto) e vai a piedi o coi mezzi pubblici invece che rischiare di mandare la gente all'altro mondo per il tuo "scusa, non ti avevo visto".

Cosa possiamo fare? Non lo so.
Cosa possiamo sperare di fare? Riuscire sempre a dire "Anche questa volta è andata bene".

Comunque vedo che hai scelto il modo migliore per esorcizzare lo spiacevole accaduto: 220 Km...... una bazzeccola! Complimenti! [SM=g28002]

Ciao!


MirkoBL
00lunedì 7 aprile 2014 10:21
Intanto questa è una delle molte dimostrazioni del fatto che il casco può proprio salvarti la vita.
Mi fa piacere che, tutto sommato, non ti sia fatto nulla di grave.

Per quanto riguarda i pericoli sulle strade, ormai ho imparato a guardare, ad ogni incrocio, le strade laterali e a immaginare i movimenti dei conducenti dei veicoli a motore, cecando di entrare nella loro testa e di prevederne i possibili movimenti; il problema è che spesso essi vanno oltre la mia immaginazione.
Anch'io ieri ho rischiato grosso: uscita socilae, siamo in 4 in discesa; a sinistra c'è un signore su un trattorino fermo per immettersi sulla strada. Fa passare una Panda che sale, poi parte per attraversare la strada ed entrare in una stradina di fronte a lui; il problema è che non si degna minimanmente di guardare a destra se arrivava qualcuno. Gli urlo qualcosa e provo a frenare; per fortuna gira la testa, mi vede ed inchioda di colpo. Se non l'avesse fatto non so se mi sarei fermato per tempo, ormai ero a 10 metri da lui.
CiclistaperCaso@
00lunedì 7 aprile 2014 10:43
Leggo solo ora e il primo pensiero è del tutto simile a quello degli altri forumisti "Per fortuna che anche questa volta siamo qui a raccontarla" [SM=g28002] [SM=g27996] [SM=g27990]

Quando è capitato a me (era il 21 aprile 2006) ho avuto più classe: farsi male, per farsi male, ho scelto un bel SUV degno di tale classificazione (una BMW X5) con industriale al volante che accompagna la figlia a scuola e, (sentendo lui) a causa della moglie che lo stava lasciando, la testa palesemente da un'altra parte al punto che la figlia fece in tempo ad urlargli spaventatissima una roba del tipo "Papà ... il ciclista !!!".

Il ciclista, cioè io, percorreva la strada con diritto di precedenza, mentre il SUV era fermo all'incrocio (poi, dopo un paio d'anni ci hanno piazzato un semaforo che ad oggi ancora resiste alla trasformazione in rotonda). Ricordo una bella botta sul davanti della gamba destra e un volo (ero 63 kg) in mezzo alla strada con atterraggio sulla testa (fortunatamente salvata dal casco) e sulla spalla sx ... con conseguente esplosione della clavicola in 3 frantumi di osso.

Finisco qui che è meglio ...

Meno male Stefano che ti è andata bene, anche se un salto al P.S. per degli accertamenti francamente io ce l'avrei fatto ... sbaglio o ci lavori anche in Ospedale?

Veniamo al domandone finale: cosa possiamo fare? [SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004]

Io sono giunto da tempo alla conclusione che, purtroppo dipende solo da noi. La fretta (per cosa???) si è ormai da tempo impadronita di questo mondo. Tutti corrono e quasi sempre senza averne motivo.
Bisogna tenere gli occhi aperti (lo dice uno a cui mancano 7 diottrie e mezzo [SM=g27987] ), cercare di evitare strade pericolose (e in questo la comune passione per le salite ci dovrebbe aiutare), stare super concentrati e pensare sempre che qualsiasi contatto dovessimo a farsi male saremo sempre e solo noi ciclisti.

Io non vedo alternative, perchè comunque la quasi totale assenza di piste ciclabili sicure sul nostro territorio e la pazzia degli automobilisti non mi fornisce altre soluzioni.

Per chi guida servirebbe diffondere la cultura del rispetto verso gli altri utenti della strada e pene adeguate e soprattutto certe.

Ciao

Giorgio
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