Roma 7 febbraio 2010 V Domenica p.A.

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ale3000
00venerdì 5 febbraio 2010 18:57
Roma 7 febbraio 2010

V Domenica p.A.

Introduzione. Una scelta da profeta, una chiamata da apostolo, una missione da pescatori.

A. Una scelta da profeta
“Il Signore mi toccò le labbra e disse:< Ecco … è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato … Io risposi:< Eccomi (Signore) manda me!>. (1ª lettura)
Nello scegliere Isaia come profeta, il Signore:
1. Gli purifica le labbra, perché siano degne della parola di Dio
2. Gli affida la missione di farsi suo portavoce presso il popolo di Israele
3. Gli chiede una risposta immediata, alla quale, il profeta rassicurato, risponde:< Eccomi Signore, manda me!>.
Riflessione. Ciascuno di noi in forza del Battesimo è diventato profeta, cioè colui che, con le parole ma soprattutto con la vita, deve saper mostrare Dio agli altri.
“E’ meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo, senza esserlo> (S. Ignazio d’Antiochia, lettera agli Efesini).

B. Una chiamata da Apostolo
“ Non sono degno neppure di essere chiamato apostolo. (Ma) vi ho trasmesso come Cristo morì per i nostri peccati, fu sepolto ed è risorto il terzo giorno, secondo le Scritture”. (2ª lettura).
Paolo ricorda ai cristiani di Corinto:
1. La sua chiamata ad apostolo, nonostante l’essere stato persecutore di quella Chiesa, di cui ora ne diventa missionario straconvinto.
2. Il nucleo essenziale della fede cristiana (= Kèrigma): Gesù figlio di Dio, morto e risorto secondo la testimonianza credibile delle Scritture, cioè della Parola stessa di Dio e non di quella inaffidabile degli uomini.
Riflessione. Sempre in forza del Battesimo ciascuno di noi deve sentirsi investito di quel ruolo missionario, che ci spinge, non solo a testimoniare, ma anche a portare la Parola di Dio, dovunque sia necessario, soprattutto laddove serpeggia il dolore, la malattia, la solitudine.
“La vera ricetta della felicità – scriveva il convertito Giovanni Papini – è quella di aiutare i caduti a risorgere, i lacrimanti a sorridere, i disperati a sperare”.

C. Una missione da pescatori
“ Gesù disse a Simone:< Gettate le reti per la pesca!> Simone rispose:< Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua Parola getterò le reti … Gesù disse a Simone:< Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini!” (3ª lettura).
Da notare, che, tanto il profeta, come Isaia, quanto l’apostolo, come S. Paolo, saranno come Simon Pietro pescatori di uomini, nella misura che:
1. Rispondano con prontezza e generosità alla chiamata di Dio.
2. Non, facendo affidamento sulle proprie forze umane ( = abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla), ma sulla Parola di Dio (sulla tua Parola, o Signore, getterò le reti), otterranno i migliori risultati (= una grande quantità di pesci) da coinvolgere nel bene anche molti collaboratori.
Riflessione. Ai profeti e agli apostoli, cioè tanto ai pastori della Chiesa, quanto ai singoli battezzati, anche se con ruoli diversi, tuttavia compete il difficile compito di essere annunciatori e testimoni del bene, che scaturisce solo dalla Parola di Dio.
Il rischio, purtroppo reale, è quello, che il bene possa essere soffocato e vanificato dal male.
A questo proposito un’antica leggenda racconta, che Dio, dopo aver creato tutte le meraviglie del creato, si rese conto, che, ne mancava una più singolare: l’uomo.
Allora il Signore si mise subito all’opera e iniziò ad impastare il meglio del sole, della luna, delle stelle, delle piante, dei fiori più profumati e ne venne fuori un essere, che, anche se lontanamente, però gli somigliava.
A questa creatura unica Dio affidò la custodia del creato, ma ad una condizione che: ogni essere umano non facesse mai un’opera cattiva, pena la caduta di un granello di sabbia, che sarebbe piovuto sulla terra, per ognuna di essa.
Dopo qualche tempo, con grande sorpresa l’uomo si accorse, che vaste estensioni della terra si stavano ricoprendo di sabbia inesorabilmente e nacquero i deserti. Cosa era accaduto? Erano scomparse le piante, gli animali, i fiori e ogni altra meraviglia: la terra si era trasformata in un immenso deserto a causa dei milioni di granelli di sabbia prodotti dalle opere cattive degli esseri umani.

Conclusione. Possiamo ridimensionare i deserti del male solo con il far prevalere la Parola di Dio sulle opere cattive.

Don Remo Bonola
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