Roma 5 giugno 2011 Ascensione del Signore

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ale3000
00sabato 4 giugno 2011 07:45
Roma 5 giugno 2011

Ascensione del Signore

Introduzione. Una legge di gravità terrestre, contro una legge di attrazione celeste.

A. Una legge di gravità terrestre: nel nostro comune modo di pensare, la scoperta dello scienziato inglese Isaac Newton, fatta nel 1665 ed elaborata definitivamente nel 1687, ci ha reso nota la legge di gravità, secondo la quale qualunque peso lanciato in aria, inevitabilmente viene attratto dalla superficie terrestre. Fin qui niente di strano, perché così di fatto accade.
Quello che invece ci stupisce, è l’esistenza di un’altra legge, che non cade sotto l’attenzione degli scienziati, perché non è di ordine fisico ma spirituale, è la legge di attrazione verso il cielo, rivelataci dal mistero dell’Ascensione del Signore.
Questa legge, per il momento non interessa i nostri corpi, ma solo le nostre anime, che se lo vogliamo noi, possono essere attratte inesorabilmente verso l’Alto. Di questo strano fenomeno ce ne parla S. Luca in questi termini:< Mentre i discepoli lo guardavano, Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi> (cfr. 1ª lettura).
Riflessione.
Vedere un corpo spiritualizzato, sospinto verso l’alto fino a scomparire negli spazi infiniti del Cielo, non è cosa di tutti i giorni. Tuttavia, se questo per ora è fisicamente impossibile per i nostri corpi, che subiscono la legge di gravità terrestre, non lo è invece per le nostre anime nell’ordine morale e spirituale.
Scrive infatti il celebre autore di Madame Bovary, Gustave Flaubert:< Credo, che se si guardasse sempre il Cielo, finiremmo per avere le ali>.

B. Una legge di attrazione Celeste: questa è possibile sempre, quando pur immersi nelle leggi della gravità delle cose terrene, siamo tuttavia orientati negli obiettivi della nostra vita, verso le cose del Cielo.
S. Paolo infatti ci esorta:< Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra del Padre … non quelle della terra> (Col. 3,1-2).
Il problema nasce quando ci chiediamo in che modo veniamo attratti verso l’Alto?
Lo siamo mediante uno spirito di sapienza, che ci permetta una più profonda conoscenza di Cristo, con la quale impariamo a valutare meglio i beni celesti, rispetto a quelli terreni.
Infatti:< Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo …- dice S. Paolo – vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di Lui, illuminando gli occhi del vostro cuore …>. (2ª lettura).
Una forza particolare dello Spirito Santo, che ci viene data, soprattutto nei momenti più difficili e sofferti della nostra vita. Infatti, Gesù ci assicura che in questi momenti, nei quali dobbiamo dare testimonianza della nostra fede, a chi ci perseguita o a chi non crede:< Non saremo noi a parlare, ma sarà lo Spirito del Padre nostro a parlare in voi> (Mt. 10,17-20).
L’andare incontro a tutti, amici e nemici, non solo in vista di un tessuto sociale da ricostruire, perché lacerato da mille divisioni e da mille veleni di odio e di violenza, ma soprattutto in vista dell’annuncio di salvezza da proclamare loro in forza del nostro Battesimo.
Riflessione.
Un annuncio, che purtroppo non sarà facile da portare ai nostri giorni: ma il martire S. Ignazio d’Antiochia, dato in pasto alle belve del Circo Massimo qui a Roma, prima del martirio così scriveva ai cristiani della nostra città:< Dinanzi alle persecuzioni del mondo, il Cristianesimo, non si sostiene con parole dell’umana sapienza, ma con la forza di Dio … a nulla perciò mi gioveranno le attrattive del mondo, né i regni della terra>. (Lettera ai Romani Cap. 3 e 6)

C. Dalla legge di attrazione verso il Cielo, un impegnativo programma di vita.
E’ quanto scaturisce dal mistero di Attrazione celeste dell’Ascensione. Infatti per affrontare con frutto il duro mestiere di fedeli seguaci del Signore, senza paura e con fiducia, Egli ci assicura una forza particolare dello Spirito Santo : “ Avrete forza nello Spirito Santo, che scenderà su di voi”, infatti ci ricorda(1ª lettura), la sua presenza sicura in mezzo a noi: “ Ecco – Egli dice – Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (3ª lettura).
Riflessione.
Con queste due certezze, come non sentirci incoraggiati dalla stessa forza e presenza di Dio? Ma ad una condizione ci dice S. Giovanni Crisostomo (†407) vescovo di Costantinopoli:< Finchè saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del Pastore. Egli infatti, non pasce lupi, ma agnelli!>.(Dalle omelie sul Vangelo di Matteo)

Conclusione.
Dunque, ben corazzati dalla forza dello Spirito Santo e dalla presenza continua anche, se invisibile di Cristo Risorto in mezzo a noi, sono questi i due motivi, più che sufficienti per non aver mai paura di niente e di nessuno, morte compresa, nel difficile ma entusiasmante cammino della nostra vita cristiana.

Don Remo Bonola
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