Roma 31 agosto 2008 Domenica XXII p. A

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ale3000
00martedì 2 settembre 2008 21:19
Roma 31 agosto 2008

Domenica XXII p. A

Introduzione. Il cristiano per essere tale in senso pieno, deve pagare un prezzo molto alto e impegnativo davanti al mondo, a se stesso e a Dio.

A. Il cristiano D.O.C. davanti al mondo:
“ Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno, ognuno si fa beffa di me … Così la Parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno … - perciò - mi dicevo:< Non penserò più a Lui, non parlerò più in suo nome!> (1ª lett.).
Questa amara confessione del profeta Geremia non passerà mai di moda e dopo tanti secoli purtroppo si rivela ancora di un’attualità impressionante.
Infatti il cristiano d’oggi nel clima culturale e sociale secolarizzato odierno, è:
1. Sottoposto a derisioni, sottovalutazioni e persecuzioni più o meno striscianti, quando queste poi sfacciatamente e impunemente sfociano nella violenza (vedi India , Cina, Sudan, Somalia, ecc.).
2. Costretto moralmente a non diffondere la Parola di Dio e a vivere la propria fede nell’ambito strettamente privato nel silenzio della propria casa o delle sagrestie. (cfr. D. Andrea Santoro ucciso in Turchia).
3. Tentato di dire dietro queste condizioni:< Chi me lo fa fare!> In tal caso il cristiano, o persevera con coraggio nella propria fede, o l’abbandona, o la vive in modo stanco, annoiato, o in senso puramente intimistico. Ma così si tradisce lo spirito missionario e pubblicamente testimoniante tipico del cristiano.

Riflessione. Esaminando il mio modo di vivere la fede, in quale di queste situazioni mi ritrovo?
Cristian Ubrik Hansen, studente di teologia di 23 anni, fucilato in Germania in odio alla fede, il 23 giugno 1944 scriveva così agli amici:< Lasciate che i fucili sparino, lascateli frustare e torturare, lasciate che le tenebre calino sul Paese, noi vinceremo la mattina di Pasqua, quando “il Sole Dorato”, Cristo Risorto farà capolino dalla nera nube della morte!>

B. Il cristiano D.O.C. davanti a se stesso:
“fratelli … non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi, rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto” (2ª lett.).
Con queste raccomandazioni S. Paolo ci esorta ad imparare a :
1. Non pensare e ad agire secondo gli uomini, che ovviamente sono lontani o contrari alle leggi di Dio. E’ questo il rimprovero severo che Gesù indirizza al primo Papa, a S. Pietro che voleva distoglierlo dall’affrontare l’umiliazione della Croce, quindi ad ostacolare il compimento della volontà del Padre. Quella di pensare secondo gli uomini, a pensarci bene, per noi cristiani è una tentazione ricorrente, soprattutto, quando ci lasciamo catturare:
a. Dalle facili mode imposte dal conformismo di massa all’insegna del - “tutti fanno così … - tutti dicono così!”
b. Dalla sirenite acuta, cioè da tutti i richiami dei molteplici pifferai dei nostri tempi, che si avvicendano sul tragicomico palcoscenico della storia e che tentano di rifilarci con ideologie malsane , cinema tv ecc.
c. Dalla cloroformite cronica, cioè da quell’assopimento della nostra coscienza che ci rende incapaci di discernere, non solo la volontà di Dio, ma anche, ciò che è buono , gradito a Lui e perfetto.

Riflessione. “ L’uomo – diceva don Luigi Giussani – (proprio in questi giorni si sta celebrando il 29° Meeting di Rimini da lui fondato) – è capace di grandissime cose, come il violino di Beethoven, ma al di fuori di una convinta appartenenza a Dio, il suo destino non è completo”.
2. Lasciarci trasformare da Dio, rinnovando continuamente il nostro modo di pensare e di agire secondo la sua volontà e non secondo i nostri capricci. Nel Vangelo questo rinnovare la nostra mente, viene indicato con la incisiva parola greca di “Metanoia”, cioè cambiamento di vita, meglio ancora “de capoccia”, come dico ai bambini.
3. Saper pensare ed agire secondo la volontà di Dio, occorrono contemporaneamente, la prudenza, come virtù cardinale, e la Sapienza, come dono dello Spirito Santo.

Riflessione. S. Ignazio di Loyola, una volta convertito diceva:< Come è brutta e misera la terra, quando guardo il Cielo!> e S. Luigi Gonzaga, guardando il suo castello di Mantova, pensando ad un suo eventuale principato esclamava:< Tutto ciò che non è eterno, è niente!>.

C. Il cristiano D.O.C. davanti a Dio:
“Lungi da me Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio!”. Sappi che:< Se qualcuno – dice il Signore – vuol venire dietro di Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce (S. Luca a scanso di equivoci aggiunge:< ogni giorno> cioè sempre) e mi segua> (3ª lett.).
Dunque Gesù ci fa capire che pensare secondo Dio, significa in piena libertà:
1. Rinnegare se stessi, cioè combattere il male che è dentro ciascuno di noi e che si manifesta soprattutto nell’esplosione dei nostri sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, accidia, ira e gola.
2. Prendere ogni giorno la nostra croce, cioè accettare con animo sereno e fiducioso i vari problemi e difficoltà della vita quotidiana, contando sull’aiuto del Signore, ma anche sul nostro impegno personale.
3. Seguire Cristo, cioè sforzarsi di assimilare i suoi insegnamenti, non solo sul piano intellettuale e culturale, ma anche su quello morale e spirituale. “Non chi dice: Signore! Signore! Entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt. 7,21)
Riflessione. Perché il Signore ci propone questo impegnativo progetto di vita?
Risposta: perché Egli stesso ha detto che:
a. “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà” cioè chi vuole fare il furbo in questo mondo non potrà farlo nell’altro.
b. Ma chi invece perderà la sua vita per causa mia, la troverà, dal momento, che , “ Il Figlio dell’Uomo – ci assicura Gesù – al termine della nostra esistenza renderà a ciascuno secondo le sue azioni”.
Perciò qualora volessimo glissare questo nostro modo di essere cristiani, anche, se ci imbattessimo nella luce più abbagliante del successo, del benessere, della carriera ecc. non illudiamoci: quella non è la luce di Dio, ma solo il ghigno satanico dell’avversario: il demonio.

Conclusione. Nessuno dunque è obbligato ad essere e a fare il cristiano. Ma nel momento che, in piena libertà, lo scegliamo, vale la pena con l’aiuto di Dio e il nostro impegno, di viverlo con tutto l’entusiasmo possibile.

Don Remo Bonola
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