Roma 3 maggio 2009 IV Domenica di Pasqua

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ale3000
00mercoledì 29 aprile 2009 21:37
Roma 3 maggio 2009

IV Domenica di Pasqua

Introduzione.
Un Leader indiscusso offre sicure garanzie di salvezza, tanto per il presente, quanto per il futuro.

A. Un “Leader” indiscusso: “Io sono il buon pastore” (3ª lettura).
Nell’antichità i reggitori di popoli venivano per lo più chiamati “pastori”, cioè persone autorevoli, o perché esercitavano il potere, o perché erano ricchi possidenti. Gesù ama definirsi “Buon Pastore”, per mostrarsi ai suoi discepoli, essendo Dio, come vero Reggitore di un Regno, che assicura la migliore realizzazione di ogni uomo, sia come persona, sia come essere proiettato verso i beni, che non tramontano.
1. Cosa fa questo “straordinario e indiscusso Pastore” per il suo gregge?
Risposta:
a. E’ sempre pronto a dare la vita per salvare il gregge dagli attacchi dei lupi.
b. Le sue attenzioni e premure sono rivolte indistintamente ad ogni singolo membro del gregge.
c. Nel caso, che qualcuno si smarrisse, si mette subito alla ricerca, non abbandonando mai nessuno alla propria sorte.

Riflessione.
Un pastore del genere si identifica benissimo con quello che ci segnala il profeta Ezechiele:< Come un pastore passa in rassegna il suo gregge, quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così Io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine … Io stesso indurrò le mie pecore al pascolo … andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita>. (Ez. 34,12 e 18).
Per noi credenti un pastore simile non può essere altro che Cristo Gesù:< è Lui, che, come afferma S. Agostino, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi; e noi similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con Lui> (Dai Discorsi).

2. Cosa fa invece il mercenario nei confronti del gregge?
Risposta. Il mercenario è colui, che, assolve un compito, solo dietro lauto compenso o per semplice opportunismo. Perciò, la sua, è una personalità meschina, perché:
a. Pensa non al gregge, ma solo ai suoi profitti e interessi.
b. Dinanzi al pericolo, abbandona il gregge indifeso alla sua sorte.
Riflessione.
Infatti, Gesù nel Vangelo di oggi dipinge con queste parole un personaggio così discusso “Il mercenario, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde, perché è mercenario e non gli importa delle pecore” (Gv. 10,12).

Con chi possiamo identificare un personaggio simile?
Risposta. Con:
a. Tutti coloro, che nella Chiesa non pensano al bene delle anime, ma solo al loro tornaconto.
b. Tutti coloro, che nella società contribuiscono a confondere, a reprimere e a dilaniare le coscienze e la vita della gente comune.

Quale conseguenza scaturisce da queste situazioni?
Quella di (Antoine De Saint-Exupery).
Di qui si spiegano il disorientamento, lo scollamento e la frantumazione dei rapporti umani presenti, sia nella Chiesa, che nella nostra società!

B. Un “Leader”, che offre sicure garanzie; infatti, questo Leader, che è Cristo Gesù.
1. Per il tempo presente
a. Conosce: “Io conosco le mie pecore”; per Lui, nessuno di noi è un numero, ma una persona con tanto di dignità e di libertà.
b. Guarisce: Il pastore di Ezechiele è colui che guarisce “la pecora ferita”, mentre quello di cui parla S. Pietro nella prima lettura è Colui per il nome del quale uno storpio viene guarito sulla porta del Tempio.
c. Difende: le pecore dagli attacchi dei lupi “Il Buon Pastore dà la propria vita per le pecore” (3ª lettura), dice infatti Gesù.

2. Per il tempo futuro: S. Pietro nel suo discorso di Pentecoste con fermezza definisce il Leader indiscusso Gesù, la “Pietra angolare”, non solo della Chiesa, ma anche della società. Egli solo, essendo Dio, è stato capace di renderci figli adottivi di Dio, per il solo scopo di garantire al suo gregge un’eternità beata e senza fine.

Riflessione.
In altre parole dobbiamo riconoscere, come afferma S. Pietro, che nel mondo: “In nessun altro nome c’è salvezza” (1ª lettura Atti 4,8-12).
Perciò di questo Leader indiscusso che è Cristo, il quale offre sicure garanzie, nessuno potrà mai farne a meno:
1. Noi innanzitutto, perché Egli ha detto: “Io sono la vite, voi i tralci … come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi, se non rimanete in Me, perché senza di Me non potete fare nulla” (Gv. 15,5).
2. La Chiesa, perché a Pietro, primo Papa, Gesù stesso ha promesso che, verso la Chiesa “Le porte degli inferi (cioè le forze del male), non prevarranno mai contro di essa”. (Mt.16,18).
3. Il mondo, perché l’unica arma che può salvare e difendere il mondo non è la boria della ragione, ma la fede nel Cristo Risorto.
Scrive infatti S. Giovanni: “Questa è la vittoria, che ha sconfitto il mondo; la nostra fede” (1 Gv.5,3).

Tutti dunque abbiamo e avremo sempre bisogno di Lui: Cristo, il Leader indiscusso. Purtroppo con senso molto realistico, qualcuno osserva che:< Contaminato da orgoglio luciferino, il mondo moderno tende ad adorarsi sotto le specie di un Dio intellettuale, storico e sociologico … così coloro, che pretendono di perfezionare il Cristianesimo, sono un po’ come chi volesse cambiare la direzione del “NORD”.
Non si tratta di perfezionare il cristianesimo. Si tratta di tenere sempre e di difendere il punto fisso> (Charles Peguy).

Conclusione.
E per noi, questo punto fisso, non è altro, che il Buon Pastore: segno sempre di contraddizione nella storia, ma anche, il Leader più indispensabile di tutti i tempi.

Don Remo Bonola

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