Roma 24 maggio 2009 Ascensione del Signore

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ale3000
00mercoledì 20 maggio 2009 19:31
Roma 24 maggio 2009

Ascensione del Signore

Introduzione.
Un proclama di salvezza, sostenuto da una forza straordinaria, finalizzato al compimento di una missione impegnativa.

A. Un proclama di salvezza: “Gesù disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà e non sarà battezzato sarà condannato”. (3ª lettura).
I discepoli dunque, ricevono direttamente da Gesù, un mandato speciale per battezzare e predicare la sua Parola ad ogni essere umano.
Perché? Risposta: perché dice espressamente il Signore:
1. Chi crederà e sarà battezzato, accogliendo la mia Parola, sarà salvo;
2. Ma chi non crederà e non sarà battezzato, rifiutando la mia Parola, sarà condannato.
Dopo aver parlato con loro – conclude S. Marco – Gesù fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. (3ª lettura).
Riflessione.
Gesù dunque, prima di tornare al Padre, affida un mandato preciso agli Apostoli e si sottrae fisicamente alla loro presenza; resta tuttavia in mezzo a noi con una presenza spirituale fino alla fine della storia.
Infatti noi credenti possiamo godere di una triplice presenza del Signore in ogni momento della nostra vita, soprattutto con:
a. L’Eucaristia = presenza reale, ma di tipo sacramentale
b. La dottrina della Chiesa = presenza dottrinale e giuridica
c. La sofferenza dei fratelli = presenza mistica (avevo fame, avevo sete ecc … lo avete fatto a Me … cfr. Mt. 25,1 ss.).
Perciò nessun problema, se viene a mancare la presenza fisica del Cristo, perché, come ebbe a dire nel giorno dell’Ascensione dell’8 maggio 1975 Paolo VI:< Mentre il dramma della libertà umana svolge il suo gioco, docile, o temerario, Gesù, il Grande atteso dei secoli, non è assente, anzi Egli è ancora con noi … nella sua Chiesa vivente e testimoniante, soprattutto nella realtà sacramentale, cioè, quella dei segni e nel sacrificio Eucaristico>. Del resto Gesù stesso, congedandosi dai suoi discepoli, li ha rassicurati, dicendo:< Ecco Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo> (Mt. 28,20).

B. Una forza straordinaria: lo Spirito Santo.
“Avrete forza dallo Spirito Santo, che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria fino agli estremi confini della terra” (1ª lett. Atti 1,8).
Chi sa dare ai discepoli questa forza straordinaria per portare al mondo una credibile testimonianza cristiana, è lo Spirito Santo. Egli si rivela benissimo il migliore in assoluto come plasmatore di:
1. Gente tutta d’un pezzo
2. Testimoni coraggiosi e spericolati esperti terapeuti dell’umanità nel guarirla con:
a. Il potere degli esorcismi, per cacciare i demoni nel nome di Gesù
b. Il dono della lingua universale dell’amore “Amatevi gli uni, gli altri, come Io ho amato voi” (Gv. 15,12)
c. Il rendere innocui con la dottrina della Chiesa i serpenti, che si identificano nei cosiddetti “Cattivi Maestri”
d. Il neutralizzare i veleni delle ideologie umane, che distruggono i valori e la convivenza pacifica degli uomini
e. Il guarire i malati nello spirito con i farmaci potenti della grazia e dei sacramenti.
Riflessione.
Ai suoi seguaci infatti, specialmente ai suoi ministri, il Signore Gesù, chiede una forte dose di coraggio e di intraprendenza nel comunicare e nel vivere la sua Parola.
Perciò nessuna paura, la forza dello Spirito Santo è sicura e travolgente.
Il nostro Metastasio (1698 Roma – 1782 Vienna) in uno dei suoi drammi, fa dire ad un suo personaggio:< Tutte le onde sono funeste (anche quelle, che devastano le nostre città …) a chi manca di ardire e di speranza e si vincono le tempeste, col saperle tollerar>. (Da “L’eroe cinese” Atto II° Scena IVª).

C. Una impegnativa missione da portare a termine.
“ Vi esorto io, il prigioniero del Signore a comportarvi in maniera degna della vocazione, che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace” (2ª lettura).
Alcune osservazioni:
1. Quale vocazione? Risposta: quella di
a. Comportarsi con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandoci a vicenda con amore
b. Cercare sempre di conservare e costruire prima situazioni di concordia e di comunione anziché situazioni di contrapposizione e disgregazione della comunità.
2. Motivo:
“Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti”. (2ª lettura).
3. Scopo: arrivare tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio. (2ª lettura).
Riflessione.
Da più parti oggi la presenza del cristiano nella società purtroppo viene ignorata o ritenuta inutile, se non dannosa. Perché? Forse perché, il cosiddetto mondo laicista non riscontra cristiani coerenti con la loro fede, oppure privi di grinta e di coraggio in preda anche a mille contraddizioni. Eppure la presenza di cristiani validi, mai come oggi, è necessaria, tanto alla Chiesa, quanto alla nostra società scristianizzata e de socializzata.
A riconoscere infatti questa necessità sono diversi autorevoli sociologi contemporanei, come Sabino Acquaviva, Umberto Galimberti, Matthew Fforde e altri, che non profumano certamente di sagrestia.
In una società come la nostra, dilaniata dai virus della litigiosità, dell’indifferenza e dell’affievolimento dei vincoli familiari e civili, l’esperto Matthew Fforde fa notare che:< La concezione cristiana del mondo si basa su una visione spiritualista dell’Homo sapiens nella quale Dio è la forza divina dell’universo, suprema espressione, fonte e autore di verità e di amore … Oggi se viene meno questa convinzione, importante collante, che collega le principali religioni del mondo, si verifica uno dei più grandi punti di rottura all’interno di tutto il sistema sociale occidentale> (M. Fforde da “Desocializzazione” pag.28-29).
Verità sacrosanta, snobbata purtroppo da molti responsabili del pensiero politico contemporaneo per i quali, la società non deve essere soggetta alle leggi della morale e della religione. A costoro il Salmo 126 si permette di ricordare che:< Se il Signore non costruisce la casa (nel nostro caso la società) invano vi faticano i costruttori>. (Salmo 126). E allora?

Conclusione. La nostra vita cristiana sarà incisiva nella vita ecclesiale e sociale, nella misura che sarà ricca di coraggio e di speranza, che possono scaturire solo dalla forza di Cristo Risorto vincitore indiscusso della storia.

Don Remo Bonola
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