ale3000
00giovedì 19 maggio 2011 08:42
Roma 22 maggio 2011
V Domenica di Pasqua
Introduzione. La vita cristiana è un passaggio progressivo dall’ascolto della Parola di Dio, al vissuto della medesima, in vista della destinazione della nostra mèta finale nell’esistere.
A. Vita cristiana: un passaggio costante e progressivo nell’ascolto della Parola di Dio.
Perciò la vita cristiana, la possiamo definire una feritoia temporanea, sul “Visibile” che però lascia intravedere la luce dell’”Invisibile”.
“ Dio – scrive S. Pietro – ci ha chiamati dalle tenebre alla sua luce”. (2ª lettura)
Questa “luce” indispensabile però può scaturire solo dalla Parola di Dio.
1. Infatti senza la Parola di Dio, la nostra vita, sarebbe solo una feritoia, dalla quale poter vedere unicamente il mondo del “Visibile terrestre”. Il che sarebbe, non soltanto un’autentica e umiliante limitazione personale, ma addirittura una strada senza uscita.
Riflessione. È noto a tutti il diffuso slogan pubblicitario: “Che sarebbe il mondo senza Nutella?”. Forse sarebbe più esatto dire:< Che sarebbe il mondo senza la Parola di Dio!>.
Il mondo, nonostante la “Nutella” rimane sempre deludente, mentre con la “Parola di Dio”, senza dubbio, sarebbe più vivibile! È un dato di fatto, che le cronache quotidiane non possono smentire.
2. Dunque, tanto il mondo, quanto ciascuno di noi, con un ascolto attento e costante della “Parola di Dio”, possiamo dire che:
a. Diventiamo “Pietre preziose” scelte da Dio, capaci di sostenere, non solo la costruzione della nostra vita, ma anche quella di una società più vivibile, qualora accettassimo Cristo Gesù, come nostro indispensabile fondamento e feritoia dell’Invisibile.
b. Riusciremo a prendere coscienza, che siamo “Popolo di Dio”, cioè pietre preziose, con le quali il Signore può nutrire le nostre sicurezze e le nostre speranze, sia personali, che sociali.
Riflessione. Perciò se per noi, che crediamo, avere il Signore Gesù, come unica e insostituibile “feritoia dell’Invisibile”, abbiamo tutto da guadagnarci, per coloro che non credono invece, Egli, come scrive S. Pietro, è stato ed è sempre “Sasso d’inciampo e pietra di scandalo”, (2ª lettura)che immancabilmente si ritorcerà prima o poi, contro di essi.
Così infatti recita il Salmo 91, v. 4-10:- < L’uomo insensato non intende e lo stolto non capisce. Se i peccatori germogliano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori, li attende una rovina eterna … i tuoi nemici, o Signore, periranno e saranno tutti dispersi> (Pr. 91,4-10).
B. Vita cristiana: un passaggio dall’ascolto al vissuto della Parola di Dio.
Soltanto, quando l’ascolto della Parola di Dio, diventa vita, potremo vantare il vero “Identikit” del cristiano.
Questo risulta da tre parole chiave: Partecipazione, Condivisione e Servizio, sia sul piano personale, sia su quello ecclesiale e sociale:
1. Partecipazione: “In quei giorni aumentavi il numero dei discepoli”(1ª lettura).
Per crescere di numero, i cristiani devono essere stati molto attenti e disposti ad ascoltare le proposte e gli insegnamenti degli Apostoli.
2. Condivisione: “ I cristiani di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica”. (1ª lettura).
Come nella vita civile bisogna evitare il “cancro” delle divisioni, a maggior ragione, nella vita ecclesiale non sono ammesse divisioni e gelosie di alcun genere per volontà esplicita dello stesso fondatore, il quale pregava il Padre, perché “tutti siano una cosa sola”. (Gv. 17,21).
3. Servizio: “Fratelli, cercate tra voi sette uomini di buona reputazione per servire alle mense” (1ª lettura).
La diaconia, cioè il servizio agli altri per il cristiano è dato per scontato. “Non sono venuto per essere servito, ha detto Gesù, ma per servire”. Il servizio è nato la sera del Giovedì Santo con la lavanda dei piedi agli Apostoli da parte di Gesù.
Riflessione. Con questo identikit il cristiano nel mondo riuscirà a portare Cristo e alla Chiesa una grande moltitudine di credenti.
Motivo: la testimonianza e l’esempio sono più efficaci di tante parole vuote, o altisonanti, tanto, che, un affermato psicanalista cattolico francese, Maurice Bellet, ha detto:< Davanti al crollo della speranza nel mondo d’oggi, il cristiano deve annunciare all’uomo contemporaneo la “Non Rassegnazione”.
C. Vita Cristiana: un passaggio dal vissuto della Parola al traguardo finale.
“ Vado a prepararvi un posto … quando verrò di nuovo vi prenderò con Me, perché siate anche voi dove sono Io”. (3ª lettura).
L’autore di questo proclama:
1. È Gesù stesso, che si qualifica: Via, Verità e Vita;
2. Il proclama consiste nel far combaciare il nostro povero “Identikit” con quello stesso di Cristo: Via, Verità e Vita, perché Egli ha detto:< Chiunque crede in Me, avrà la vita eterna, ed Io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv. 6,40).
Dunque il traguardo finale della nostra vita è quello di risorgere per entrare e stare con Cristo nella Vita eterna.
Ma perché questo avvenga, scrive un autore contemporaneo Hans Jonas:< Non si tratta di sentirsi immortali, ma di vivere, come se noi meritiamo di esserlo>.
Conclusione. Perciò, perché la nostra vita non perda l’appuntamento con la vita eterna, è necessario rivestire la cornice della fede di riferimenti sostanziosi ed efficaci, capaci di essere feritoie dell’Invisibile per sempre.
Don Remo Bonola