Roma, 20 giugno 2010 Domenica XII p. A

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ale3000
00giovedì 17 giugno 2010 08:47
Roma, 20 giugno 2010

Domenica XII p. A

Introduzione. Nella vita ciascuno di noi, prima o poi viene a trovarsi dinanzi a due scelte inevitabili e decisive.

A. La prima scelta consiste:< A chi possiamo legare le nostre certezze assolute?>
1. Per certezze assolute dobbiamo intendere soprattutto il senso della nostra:
a. Origine: da chi proveniamo?
b. Esistenza: per chi e per che cosa viviamo?
c. Futura sorte: dopo la morte c’è un aldilà o il nulla?
E’ chiaro che nessuno a meno che non voglia fare come lo struzzo, può sottrarsi a questi inevitabili interrogativi, i quali possiamo affidarli, o alla sola sapienza umana, bene rappresentata dal saggio dell’antica Grecia Socrate, oppure al discusso personaggio: Gesù di Nazareth.
Ma a questo proposito, persino il controverso pensatore Jean Jacques Rousseau, ne “L’Emilio” faceva notare che Socrate, prendendo la tazza avvelenata, benedice piangendo colui che gliela porgeva, mentre Cristo, in mezzo ad un supplizio spaventevole, prega per i carnefici accaniti; per cui: sì, la vita e la morte di Socrate sono quelle di un Sapiente. Ma la vita e la morte di Cristo sono quelle di un Dio>.
Stando così le cose, allora a chi possiamo ancorare le nostre certezze assolute, su Socrate immagine della caducità umana, o su Cristo che essendo Dio è Signore della vita e della vera felicità eterna?
Nella massima libertà ciascuno di noi può fare la sua scelta, purchè, come afferma il profeta Zaccaria nella 1ª lettura:< Guarderemo a Colui ( = Cristo Crocifisso), che hanno trafitto>. Perciò:
2. L’unico personaggio a cui possiamo legare le nostre certezze assolute è: Gesù di Nazareth.
Anche qui dinanzi a Lui, le opinioni si dividono:
a. Alcune contro: Egli infatti già nel suo tempo veniva considerato importante, ma non determinante, come Dio: era visto piuttosto come un profeta , un trascinatore di folle, un guaritore e altro.
b. Altre a favore: “ Ma voi, chi dite che Io sia?” 3ª lettura. Questa domanda, che inchioda gli Apostoli sulla loro fede verso di Lui, trova una sola risposta, quella di Pietro:< Tu sei il Cristo di Dio!> (3ª lettura).
Riflessione.
Esaminando la situazione del nostro uomo contemporaneo, assetato di bisogno di sicurezza, di disperata ricerca di significato della sua esistenza, affamato di una religiosità, che sappia superare i limiti dell’abitudine o della superstizione, ci si chiede:< Chi potrà dare una risposta esauriente a queste inevitabili necessità? La risposta è duplice:
a. Molti dicono: la scienza e il progresso umano.
Ma c’è da notare, che la cultura e il progresso basati sulle concezioni di Marx, Nietzsche, Freud e altri, hanno dimostrato e dimostrano i loro vuoti paurosi e l’incapacità di rendere felice l’uomo e di garantire ordine, pace e giustizia alla società.
b. Altri invece affermano che, l’unica risposta possibile ed esauriente capace di dare sicurezza e ricchezza di significato all’uomo moderno, è solo la Persona di Gesù, vero uomo e vero Dio incarnato, perché in quanto Dio è in grado di illuminare l’uomo, circa il suo destino, la sua storia e la sua vicenda esistenziale e spirituale.
Gaspare Barbiellini Amidei, noto e affermato giornalista del “Corriere della sera”, nel suo libro “Perché credere?”, fa notare come:< ideologie moderne (quali il marxismo e il nazismo) e Cristianesimo si trovano oggi in situazioni logiche e storiche esattamente opposte: il dio delle prime ha fallito. Il Cristo dei Vangeli invece si è affermato in duemila anni di esperienza morale e culturale del cristianesimo, ed oggi esiste anche agli occhi di chi dubita, che sia storicamente mai esistito>.

B. La seconda scelta conseguente della prima, consiste in:< Quale strada è necessario percorrere per agguantare e possedere per sempre le certezze assolute?>.
Una volta definita la scelta a favore di Gesù di Nazareth, Egli ci offre due proposte:
1. Rivestirci di lui: “Voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù … poiché vi siete rivestiti di Cristo” ci ricorda S. Paolo (2ª lettura).
Essere rivestiti di Cristo, per noi significa camminare nella vita, con la forza della Grazia ricevuta nel Battesimo e con la luce della sua Parola.
Riflessione. Nell’ “Apologia” pro vita sua”, il santo Card. Newman scrive:< Cosa può offrire questo mondo paragonabile a quella conoscenza delle cose spirituali, a quella intensa fede, quella pace celestiale, quell’elevata santità, quella durevole rettitudine, quella speranza di gloria, che hanno coloro, che sinceramente amano e seguono nostro Signore Gesù Cristo?>.
2. Mettere in pratica il proclama dei suoi veri seguaci: “ Se qualcuno vuole venire dietro di Me – dice il Signore – rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua, perché, chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per Me, la salverà” (3ª lettura).
Riflessione. Come Gesù ha convalidato questo proclama con la sua morte in croce, così i suoi veri seguaci, devono correre il rischio di essere perseguitati, calunniati, denigrati, emarginati, umiliati e derisi, da tutti coloro, che non hanno fatto, o voluto fare la loro scelta per Cristo.

Conclusione. Per il cristiano dunque il prezzo delle sue certezze assolute sarà sempre e unicamente la Croce. Ma per la via della Croce si arriva sicuramente alla Luce.

Don Remo Bonola



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