Roma 2 maggio 2010 V Domenica dopo Pasqua

Roma 2 maggio 2010

V Domenica dopo Pasqua

Introduzione. Specie rara in via di estinzione, ma da salvare ad ogni costo.

A. Specie rara in via di estinzione:
“ Vi do un comandamento nuovo; che vi amiate, come Io ho amato voi, così, amatevi anche voi, gli uni gli altri”. (3ª lettura).
Questo tipo di “amore” di cui parla Gesù, oggi, più che mai, è una pianta preziosa, che salvo interventi urgenti e mirati, è destinata inesorabilmente ad estinguersi.

B. Quali sono le caratteristiche tipiche di questa pianta?
Risposta. Le stesse, che illustrava S. Paolo ai cristiani di Corinto, quando affermava, che la carità, cioè l’amore cristiano è:
1. Paziente cioè sa sopportare
2. Benigno, non sa vedere il male negli altri
3. Non invidioso, perché contento del bene altrui
4. Umile, non si presta ad ostentazioni di protagonismo
5. Non superbo, non cerca mai di far pesare agli altri i loro limiti
6. Educato, perché riconosce la dignità del prossimo
7. Disinteressato, perché non cerca il contraccambio
8. Non irascibile, perché si manifesta con affabilità
9. Non vendicativo, perché dimentica il male ricevuto
10. Dispiaciuto dinanzi alle ingiustizie e alle calunnie, mentre si compiace della verità.
In altre parole S. Paolo riassume le proprietà terapeutiche della meravigliosa pianta dell’amore cristiano con questo slogan lapidario: “ L’amore tutto copre, tutto spera, tutto sopporta”. (1 Cor. 13,4-7).
Riflessione.
A queste condizioni la “pianta dell’amore cristiano” produce effetti impensati. Infatti come dice una canzone americana “ Tu non sei nessuno, finchè nessuno ti ama”, noi possiamo arricchire chiunque, nel momento stesso, che gli altri si sentono amati da noi.

C. Quale è la proprietà chimica, che rende preziosa la pianta dell’amore cristiano?
Risposta. E’ la stessa proprietà, che possiede l’amore di Cristo, fatto di:
1. Donazione gratuita, culminante nella Croce con la quale ha dato tutto “se stesso” per ciascuno di noi.
2. Risurrezione, con la quale ha sconfitto per noi tutti i veleni umani, che insidiano la pianta dell’amore.
Da queste due proprietà scaturiscono due conseguenze creative dell’amore cristiano:
a. Il Signore non ci ama, perché siamo buoni, ma perché amandoci ci rende buoni.
b. Noi diventiamo preziosi perché il Signore ci ama e di riflesso, nella misura, che noi amiamo gli altri, li rendiamo preziosi, per se stessi e per la società.
Riflessione.
Un Santo e un agnostico ci offrono due incisive riflessioni:
a. < Là dove non c’è amore, mettete amore e raccoglierete amore> (S. Giovanni della Croce)
b. < Non essere amati è una semplice sfortuna: la vera disgrazia è non amare> ( A. Camus).

D. Quali sono le sostanze chimiche, che rendono rigogliosa e fruttuosa la pianta dell’amore cristiano?
Risposta. Sono:
1. La fede: “ Paolo e Barnaba … esortavano i discepoli a restare saldi nella fede, perché – dicevano – dobbiamo entrare nel Regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (1ª lettura).
Riflessione.
Un amore, che non sa affrontare sofferenze e difficoltà non è vero amore. Quello del cristiano, passando per la via della Croce, diventa simile all’amore di Cristo, autentico e portatore di bene. Infatti “La grandezza di un uomo dipende unicamente dall’intensità del suo amore con Dio” (Kierkegaard).
2. La speranza: “ Ecco la tenda di Dio tra gli uomini … Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (2ª lettura).
Riflessione.
Per il cristiano, in una società disperata, perché ormai vive come se Dio non ci fosse, sapere, che anche nelle difficoltà il Signore è sempre presente accanto a lui, pronto ad “ asciugare ogni lacrima dai suoi occhi”, è grande motivo di conforto e di speranza.

Conclusione.
Fede e Speranza dunque sono i propellenti, più indicati che rendono fruttuosa la meravigliosa pianta dell’amore cristiano. Con esso infatti: si ha ragione amando, si vince sempre amando, si insegna bene amando, si può salvare il mondo, solo e sempre amando.

Don Remo Bonola