Roma 18 maggio 2008 Festa della SS. Trinità

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ale3000
00martedì 13 maggio 2008 21:31
Roma 18 maggio 2008

Festa della SS. Trinità

Introduzione. Un Dio, che in modo infinito, è Amore nel Padre, Grazia nel Figlio e Comunione nello Spirito Santo: questo, nella formulazione dell’Apostolo Paolo, è il mistero della Trinità.

A) Un Dio che è Amore Infinito nel Padre
“Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui.” (3ª lett.).
Perché Dio è Amore infinito nel Padre?
Risposta. Perché:
Ha creato tutto ciò che esiste, compresi noi. (cfr. Gen. 1,ss)
Ha mandato il suo Figlio per salvarci. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito.” (3ª lett.)
Perdona e fa di noi la sua eredità. “ Tu perdona (o Signore) la nostra colpa e il nostro peccato: fa di noi la tua eredità.” (1ª lett.).

Riflessione. Come non apprezzare allora quest’Amore Infinito di Dio Padre verso ciascuno di noi, dal momento che:< Egli – come dice S. Pietro Crisologo – cerca la tua fede, non la tua morte; ha sete della tua preghiera, non del tuo sangue, viene placato dalla tua volontà, non dalla tua morte?” ( S. Pietro Crisologo, dai “Discorsi” n.108).

B) Un Dio che è Grazia Infinita nel Figlio:
“ La Grazia del Signore nostro Gesù Cristo, sia con tutti voi” ( 2ª lett.) – dice S. Paolo – dove, per Grazia dobbiamo intendere: un dono soprannaturale del tutto gratuito, che ci viene dato come scintilla della stessa vita infinita di Dio in noi.
Perché Dio è Grazia infinita nel Figlio?
Perché nel mistero dell’Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione e Ascensione ( = mistero pasquale) affrontato da Cristo Gesù, il Padre ci ha messi in condizione di:
Riscattarci dal peccato, riaccettandoci come suoi figli;
Perdonarci, facendoci capire che Gesù è venuto per salvare ciò che era perduto, cioè non i giusti, ma i peccatori (cfr. Mt. 9,13);
Riappropriarci con la nostra libera adesione a Lui, della veste candida della Grazia, distruttaci dal primo peccato del genere umano.

Riflessione. Dunque nell’opera di salvezza compiuta dal Figlio, si manifesta la misericordia infinita di Dio, perché:< La risurrezione di Cristo è vita per i defunti, perdono per i peccatori, gloria per i santi. Infatti ne abbiamo una piccola prova: se il ladro ha ottenuto il Paradiso, perché non dovrebbe ottenere il perdono il cristiano?> ( S. Massimo vescovo di Torino, dai “Discorsi”).

C) Un Dio che è Comunione Infinita nello Spirito Santo.
“ La Comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”, sempre come dice S. Paolo (cfr. 2ª lett.).
Se il Figlio è Grazia Infinita del Padre, lo Spirito Santo, che è la personificazione infinita dell’Amore di entrambi, è senza dubbio l’artefice più indicato per comunicare la stessa comunione trinitaria a tutti coloro, che sinceramente la desiderano e la vogliono , ma a tre condizioni, che:
1) Rinunciamo alla nostra “dura cervice”, cioè all’accanimento, che spesso dimostriamo nel tenerci ad ogni costo ancorati ai nostri punti di vista, a discapito di quelli di Dio;
2) Sappiamo abbandonarci al Dio Trino con tutta la forza della nostra fede, liberamente scelta, ben consapevoli, che, una buchetta di sabbia, per quanto la si riempia, non potrà mai contenere tutta l’acqua del mare e inoltre perche , solo “Chiunque crede non è condannato” (3ª lett.).
3) Tendiamo alla perfezione cioè alla santità, soprattutto con il sostenerci a vicenda, avendo finchè è possibile gli stessi sentimenti di sintonia fraterna, per debellare, per quanto possiamo, le preoccupanti spinte individualiste e indifferenti del nostro tempo, allo scopo di vivere costruttivamente in pace con tutti (2ª lett.).

Riflessione. Lo Spirito Santo dunque è il Grande Artefice della nostra unione con Dio e della comunione di tutti i popoli tra loro, qualora questi, si sforzino di abbandonare la loro presunzione di poter costruire le loro società senza di Lui, o, addirittura contro la sua azione unificante.
Scrive S. Ireneo, vescovo di Lione:< Come la farina non si amalgama in un’unica massa pastosa, né diventa un unico pane, senza l’acqua, così, neppure noi, moltitudine disunita, possiamo diventare un’unica Chiesa in Cristo, senza l’Acqua ( = lo Spirito Santo) che cade dal cielo> ( S. Ireneo dal “ Trattato contro le eresie” libro 3).
Concludendo, possiamo dire che : Dio unico nella natura, però Trino nelle persone tra loro uguali, ma distinte (cfr. tre candele = tre diversità in un’unica fiamma) si manifesta in ciascuno di noi, come:
a) Padre buono che ama
b) Figlio misericordioso che salva
c) “Spirito Santo che plasma e unifica, stimolando quale “vento impetuoso” non la quiete e la rassegnazione, ma la caparbia di raggiungere a vele spiegate gli imprevedibili lidi della santità” ( S. Girolamo).

Conclusione. Con S. Caterina da Siena, rivolgiamo alla SS. Trinità questa preghiera semplice, ma profonda:
“Tu Trinità eterna, sei come un mare profondo
in cui più cerco e più trovo,
e quanto più trovo,
più cresce la sete di cercarti.
Tu sei insaziabile e l’anima saziandosi
nel tuo abisso,
non si sazia,
perché permane nella fame di Te;
sempre più Te brama, o Trinità Eterna …
specchiandomi in questa Luce ti conosco come Sommo Bene,
Bene incomprensibile,
Bene inestimabile”. ( S. Caterina dal “ Dialogo della Divina provvidenza”).

Don Remo Bonola
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