Roma 18/11/2007 33a Domenica p. A.

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ale3000
00sabato 17 novembre 2007 19:21
Roma 18/11/2007
33a Domenica p. A.

Introduzione: Una certezza allarmante che provoca due inevitabili schieramenti opposti:

A) Una certezza allarmante: “Ecco sta per venire il giorno rovente come un forno” (1a lett.).

1) Che cos'è questo giorno “rovente come un forno” ?
Risposta: E' il momento con il quale Dio, Signore dell'Universo del tempo e della storia, chiederà, alle nazioni e agli uomini, conto del loro operato.
2) Cosa succederà quando verrà questo “giorno rovente” ?
Risposta: Per il mondo sarà il dissolvimento definito della materia; ma, questo, lo sa solo il Signore quando avverrà. Dice infatti il Vangelo di oggi:”Verranno giorni – afferma Gesù , parlando del Tempio di Gerusalemme, ma come simbolo di quello che avverrà per l'universo alla fine dei tempi – in cui di tutto quello che ammirate non resterà pietra su pietra che non venga distrutto” (3a lett.).
Cosi avvenne di fatto per il Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. per opera degli imperatori romani Tito e Vespasiano; in modo simile accadrà la fine dell'universo al termine della storia umana.
Riflessione: La fine dell'universo sarà un evento naturale che solo Dio conosce e nessun uomo potrà mai impedire. L'uomo piuttosto potrà incorrere a conseguenza deleterie del “giorno rovente”, che potrebbero abbattersi su di lui e sulla sua società, qualora non si adoperasse a costruire bene se stesso e il suo mondo, eludendo, ignorando o snobbando le leggi di Dio.
Il sacerdote Felicitè de Lamennais nel 1819 quasi profeticamente ebbe a dire:”simile ad un vascello che il pilota vuole dirigere senza il ricorso alle stelle (= Dio), i popoli hanno perso la loro rotta e non la ritroveranno se non ritornando a guardare il cielo”.
Ma i così attuali ci appaiono queste parole profetiche dello scrittore francese, se riferite ai nostri tempi!
B) Quali schieramenti produrrà l'arrivo di questo fatidico “giorno rovente come un forno”?
Ne registriamo due come essenziali, quello di:
1) Tutti i superbi:”Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia. Quel giorno li incendierà in modo da non lasciar loro, né radice, né germoglio” (1° lett.).
Dunque tutti gli appartenenti a queste due categoria:
• saranno bruciati come la paglia;
• “di essi non resterà – dice la parola di Dio – né radice, né germoglio”.
Riflessione: Qualcuno potrebbe dire:”Io non mi ci vedo in queste categorie!”. Bene! se è così ringraziamone il Signore. Ma allora chi sono tutti questi superbi e operatori di ingiustizia?
Risposta: sono tutti coloro che mediante le ideologie devianti, i blog informatici sospetti, la scienza e le biotecnologie deviate, la politica, la finanza, le speculazioni finanziarie, l'informazione di massa a senso unico, pensano di utilizzare questi strumenti contro Dio e contro l'uomo, ad unico vantaggio loro.
Per costoro di recente il Papa Benedetto XVI ha ricordato il significativo mito greco di Icaro. Come si sa il giovane Icaro, preso dal gusto di volare, si spingeva sempre più in alto verso il Sole (“quale sostituto di Dio) senza rendersi conto che le sue ali erano composte di cera (= la natura umana limitata). il suo volo, se da una parte gli forniva il fascino per azzardare ciò che era impensabile, dall'altra portava con se la distruzione. A poco servirono i richiami del vecchio padre Dedalo (= la Chiesa, il Vangelo e la ragione) che, dopo aver provato la gioa per aver liberato l'incosciente figlio dalla schiavitù del' labirinto (= il buio del peccato e dell'immortalità), dovette sperimentare ben presto la tristezza per la tragedia del figlio morto (= fine di una civiltà, di un popolo e di un regno corrotti). Così è accaduto nel passato, così accadrà nel futuro, quando un continente, un popolo, una nazione cercheranno di fare a meno di Dio e delle sue leggi, sostituendolo con “surrogati umani”, che hanno si, le ali del progresso, ma “ali di cera”, che contro il Sole (= Dio) possono fondersi da un momento all'altro.
2) Tutti i cultori del nome di Dio.
Per costoro assicura la parola di Dio:”Sorgerà il Sole di giustizia” (1a lett.) cioè quel “Sole” (= Dio rispettato e amato), che non permetterà mai a nessuno dei suoi cultori di bruciarsi le ali.
Dunque anche il cultori del nome di Dio hanno “ali di cera”, ma queste non si scioglieranno se:
 non si lasceranno intimidire da persecuzioni e sofferenze.
“Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori a causa del mio nome.” (3° lett.);
 Non si lasciano vivere disordinatamente in maniera oziosa o in una vita convulsa rivolta solo alle cose di questo mondo.
“Sentiamo – scrive S. Paolo ai cristiani di Tessalonica – che alcuni di voi vivono disordinatamente senza far nulla in continua agitazione” (2° lett.);
 sapranno, che, in qualunque circostanza della vita, buona o cattiva, il Signore sarà sempre vicino a loro, ma a condizione che:
1. restino per quanto è possibile saldi nella fede;
2. fedeli al suo amore e alla sua volontà.
Infatti:”Io vi darò lingua e sapienza – dice il Signore – a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere ne controbattere...e neppure un capello del vostro capo perirà.” (3° lett.).
Riflessione: Dunque i cultori del nome di Dio, cioè i veri credenti, a queste condizioni, se vissute con costante fortezza, nonostante i limiti della natura umana, possono tranquillamente puntare “ali di cera”, verso quel Sole, cioè verso Dio, che non li lascerà mai soli, anche in mezzo ai capovolgimenti più impensati della storia e della vita.
“Con la vostra perseveranza, cioè con la vostra fedeltà a me – dice il Signore – salverete le vostre anime” (3° lett.) e, quando i cristiano con la loro condotta e la loro operosità costruttiva si danno da fare sul serio, salveranno anche quella società, nella quale affrontano le fatiche e le ansie di ogni giorno. Scrive infatti l'anonimo autore della celebre “Lettera a Diogneto” (I sec. d.C.): “I cristiani pur adeguandosi nel vestito, nel vitto, nel resto delle usanze del luogo testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e per ammissione di tutti, paradossale. i cristiani sono nel mondo, come l'anima nel corpo” (lettera a Diogneto V, 4). Un corpo senza anima è morto così come una società, comunque si dica, senza cristiani veri è morta o destinata a dissolversi.

Conclusione: Per salvarci tutti dal fatidico “giorno rovente” non c'è che un rimedio: tornare a guardare il cielo, cioè vivere nella direzione giusta della nostra vita e della nostra società, perché, diceva il saggio Seneca, consigliere di Nerone:”A che giova il vento favorevole (= il progresso, il benessere ecc.) se il marinaio non conosce la rotta?”


Don Remo Bonola
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