Roma 17 ottobre 2010 Domenica 29ª p. A.

Roma 17 ottobre 2010

Domenica 29ª p. A.

Introduzione.
Dio si piega sempre alle nostre richieste, ma a condizione, che:
1. Siamo insistenti nel chiedere
2. Restiamo sempre saldi e ancorati alla sua Parola
3. In qualunque momento della nostra vita, trovi in noi la vera fede.

A. Dio si piega solo dietro insistenti richieste da parte nostra.
Le letture di oggi ce ne danno conferma con due fatti concreti:
1. “ Mosè disse a Giosuè:< Esci in battaglia contro Amalek … quando Mosè alzava le mani (nella preghiera), Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere era più forte Amalek>” (Cfr. 1ª lettura).
2. “Dio non farà giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui?... anche se questa vedova è molesta – diceva tra sé il giudice disonesto – le farò giustizia, perché non venga continuamente ad importunarmi” (3ª lettura).
Riflessione.
Dunque l’insistenza nella preghiera ci fa capire, che: quando è costante e convinta siamo forti contro il male; al contrario, quando l’abbandoniamo, o per pigrizia, o per stanchezza, o per scoraggiamento, allora è il momento nel quale il peccato e il demonio possono avere il sopravvento.
Del resto Gesù stesso ha messo in guardia i suoi discepoli, col dire loro: “ Perché dormite? Alzatevi e pregate per non cadere in tentazione” (Lc. 22,46).
A titolo di curiosità, i santi pregavano molto:
S. Luigi Gonzaga pregava cinque ore; S. Luigi IX Re di Francia, da sei a sette ore; S. Gaetano da Thiene da sette a otto ore; S. Rosa da Lima persino dodici ore. E noi, quanto e quando preghiamo?

B. Dio si piega alle nostre richieste se restiamo sempre ancorati alla sua Parola.
“ Questa,- ricorda S. Paolo al discepolo e Vescovo Timoteo, - è ispirata da Dio, non dagli uomini, ed è utile, - prosegue l’Apostolo, - per lasciarci :
1. Istruire: Evangelizzazione
2. Convincere: Catechesi
3. Correggere: Eliminazione degli errori
4. Formare: Approfondimento biblico-teologico.
“ Carissimo, rimani saldo in quello, che hai imparato e di cui sei convinto … Le Sacre Scritture possono istruirti per la salvezza . Tutta la Scrittura è utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia”. (2ª lettura)
Riflessione.
Siamo convinti, che la Parola di Dio riesce a dare tutte le risposte giuste alla nostra vita? Ma se questa Parola non l’ascoltiamo e non la mettiamo in pratica resteremo sempre dei viandanti senza bussola! Una bambina, durante l’Adorazione Eucaristica delle quarant’ore, chiese al proprio parroco, perché durante la preghiera copriva l’Ostensorio con un velo. Il parroco risposte:< lo faccio, perché il Signore presente nell’Ostia consacrata, non veda quanto sono pochi quelli, che ascoltano la sua Parola!>.

C. Dio si lascia piegare solo dalla vera fede.
“ Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (3ª lettura)
Domanda molto inquietante, che ci lascia col fiato sospeso.
1. Cosa significa vera fede? Significa abbandonarsi ciecamente, non in qualcosa, ma in Qualcuno; il “ qualcosa” passa ed è illusorio; il “ Qualcuno” può essere solo chi come Cristo Gesù è Dio, che non delude mai.
Riflessione.
Al centro di Piazza Colonna a Roma, sorge la famosa colonna, fatta erigere da Marco Aurelio, per celebrare la sua vittoria contro il popolo dei Sarmati nel 174 d.C. in Germania.
La storica colonna dorica, alta quarantasei metri, è avvolta da una lunga fascia di sculture, celebranti le campagne militari dell’imperatore.
Sulla terza spira è rappresentata una battaglia sotto una pioggia torrenziale. Si tratta di un famoso episodio avvenuto l’anno 174, durante la guerra sarmatica in Germania, di cui fu protagonista la XII legione romana, che lo stesso imperatore chiamò “ La fulminante”. Per la siccità persistente, l’esercito romano si trovava in una situazione critica, per il caldo, la sete e la spossatezza. I soldati cristiani, particolarmente numerosi in quella legione, che proveniva dalla cristianissima Cappadocia, si raccolsero in preghiera; poco dopo scoppiò un terribile temporale con tuoni e fulmini, che misero in fuga i barbari, mentre quell’acqua provvidenziale permise ai romani di riprendere le forze necessarie per mettere in fuga il nemico. Marco Aurelio, benché pagano, dovette ammettere l’intervento misterioso di una divinità, quella dei cristiani. Da quel giorno la XII legione fu chiamata: la legione fulminante.
2. Oggi c’è vera fede in noi? La nostra, per caso non sarà una fede di “ routine”, o una fede insignificante, non solo per noi, ma anche per gli altri?
3. Oggi, come oggi, c’è vera fede in giro per il mondo? A giudicare da certi fatti viene spontaneo dubitare. Dinanzi ad un tassista, che per avere investito un cane, viene picchiato a morte; dinanzi ad una donna picchiata con un pugno che cade in terra e nessuno si degna di aiutare, si interpellano psicologi, psichiatri e criminologi per spiegare la dinamica di questi fatti; va benissimo! Ma nessuno ha il coraggio di ammettere, che se l’uomo diventa capace di questi assurdi e altri, come quello dei trecento teppisti Serbi, che mettono a ferro e fuoco uno stadio, annullando una gara sportiva internazionale, non sarà per caso la mancanza di Dio e della fede in Lui la causa di questi orrori?
Riflessione.
Mettendo bando alle chiacchiere e alle poco convincenti ragioni umane, una cosa è certa: alla fine della nostra vita saremo accolti nei granai del Cielo, solo se il Signore ci troverà in possesso dell’unico passaporto valido per l’eternità: la vera fede, nutrita da un profondo amore di Dio e del prossimo.

Conclusione.
Qualcuno ha scritto:< Guai, se la fede è vecchia di un’ora> ( Musil autore austriaco, da “L’uomo senza qualità”). Infatti solo una fede, non malata di muffa e di noia, può salvare noi stessi e la nostra società disorientata da mille sirene incantatrici.

Don Remo Bonola