Roma 1 febbraio 2009 IV Domenica p. A.

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
ale3000
00martedì 27 gennaio 2009 19:20
Roma 1 febbraio 2009

IV Domenica p. A.

Introduzione. Migliaia di profeti oggi sparsi nel mondo, tendono a spacciarsi per “inviati di Dio”.
Come riconoscerli?

A. Una folla di profeti:
La parola “profeta” dal greco letteralmente significa: “colui che parla a nome di un altro”, nel nostro caso specifico è profeta solo chi parla nel nome del vero Dio e di Cristo Gesù.
1. Chi sono coloro che parlano a nome di Dio?
Risposta. Sono tutti coloro, che scelti da Dio stesso, con una particolare chiamata, si fanno portatori del suo Amore per il bene totale dell’uomo e della sua società. Nella 1ª lettura infatti, così parla il Signore a Mosè:< Il Signore tuo Dio susciterà per te un profeta pari a Me; a Lui darete ascolto>.
Dunque è profeta vero, solo chi è scelto da Dio per portare al mondo un messaggio di salvezza. Ovviamente per noi credenti, i “profeti dei profeti”, sono soltanto Cristo Gesù nostro Salvatore e la Chiesa da Lui fondata.
Perciò dice il Signore:< Se qualcuno non ascolterà le parole, che il profeta dirà in mio nome, Io gliene domanderò conto>. (1ª lett.).
Riflessione. Nonostante ciò, forse i primi a non ascoltare la voce di Dio, che ci parla, per mezzo dei suoi profeti, siamo proprio noi, al punto che, con una certa amarezza S. Agostino fa notare:< Molti che sembrano nella Chiesa, ne sono fuori e molti, che sembrano ne stiano fuori, sono dentro nella Chiesa>.

2. Purtroppo però, come è sempre accaduto, accade e accadrà, insieme ai veri, si mescolano anche una miriade di falsi profeti. Costoro sono talmente abili nel contrabbandare il nome di Dio, da ingannare facilmente anche i più diffidenti nei loro confronti.
Il Signore ci svela il criterio per riconoscerli. Egli infatti dice:< Se il profeta parlerà in nome di altri dei, quel profeta dovrà morire> (1ª lett.); per quel che riguarda noi però, bisogna starne alla larga. Già ai suoi tempi, S. Paolo, metteva in guardia il giovane vescovo Timoteo, ricordandogli, che: (1° Tim. 4,1-2).
Perciò occhi e orecchie aperte per non lasciarci accalappiare da questi spiriti menzogneri!

B. Come riconoscerli?
Risposta. Gesù ci direbbe:< Li riconoscerete dai loro frutti>.
1. Infatti i frutti dei veri profeti si riconoscono dal fatto che, la loro dottrina è la stessa del Signore Gesù, consegnata loro, come:
a. Diversa: dal momento, che non si confonde con i limiti, le gretezze e le carenze proprie delle dottrine puramente umane. Dice infatti il salmista:< Di ogni cosa perfetta ho visto il limite, o Signore> (Sl. 118,96).
b. Insegnata con autorità: nel senso che, i veri profeti, non annunciano una dottrina loro, ma una divina e perfetta, perché proviene da Dio stesso: < La tua Legge, o Signore, - prega ancora il salmista – non ha confini> (Sl.118,96).
c. Efficace: dal momento che, essendo divina, come lo ha dimostrato Gesù nella Sinagoga di Cafarnao, guarendo l’indemoniato, sprigiona una potenza tale, da liberare l’uomo e la sua società da ogni tipo di schiavitù.
Riflessione. < Chiunque si sforza di recepire la dottrina del Signore – dice S. Roberto Bellarmino – Dio stesso lo eleva, lo istruisce, lo illumina, lo rende buono e beato>.

2. I frutti dei falsi profeti invece, essendo di provenienza umana, in apparenza sembrano più vantaggiosi e più immediati, sia per l’uomo in quanto tale, sia per la società stessa. Ma in realtà si rivelano più velenosi che mai:
a. Tanto per la persona singola, perché a differenza della dottrina di Cristo, che punta sulla salvezza totale dell’uomo, quella dei falsi profeti, lascia solo un gran vuoto interiore … che spesso sfocia nel suicidio, nel nulla, o nello stordimento voluto.
b. Quanto per la società intera, perchè, l’interminabile sequenza di guerre, di ingiustizie, di delitti, di disgrazie, che, inesorabilmente si susseguono nella storia, sono è vero frutto del primo peccato dell’umanità, ma anche delle teorie malsane maturate e maturanti nelle teste bacate dei falsi profeti: (cfr. Hitler, Stalin, Lenin, Mao ecc.).
Riflessione. S. Paolo già esortava il discepolo e vescovo Timoteo a stare in guardia da tutti coloro, che nel tempo avrebbero diffuso veleni e zizzania nel gregge del Signore. Egli scrive infatti: (2 Tim.4,5).

C. Dopo Cristo Gesù, il profeta dei profeti: la Chiesa:
Compito della Chiesa nel mondo: quello di continuare a diffondere fino ai confini della terra la parola e la dottrina del suo fondatore: Cristo Gesù: cammino difficile, ma che non deve avere mai paura alcuna di nulla e di nessuno. Il Signore infatti ha assicurato:< Ecco, Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo>. (Mt. 28,20).
Anche S. Agostino in una delle sue profonde “Meditazioni sulla Chiesa”, così si pronuncia:< La Chiesa ondeggia in mezzo ai flutti ed è sballottata dalle tempeste delle tentazioni. Il vento contrario, cioè il diavolo, che la combatte non le dà tregua. Ma più potente è Colui, che intercede per noi … perciò non ci lasciamo turbare fino a lanciarci in mare. La barca anche se è agitata, è sempre la sola barca, che porta i discepoli e accoglie Cristo. Resta dunque nella barca e prega Dio> (Disc. 75,3-4).
Suggestiva immagine dunque quella del grande pastore d’Ippona, dalla quale possiamo dedurre delle preziose conclusioni per ciascuno di noi:
1. La Chiesa è la barca stessa di Cristo, che pur in mezzo alle tempeste della storia, resta sempre inaffondabile. Chiunque perciò rimane in essa, non rischia naufragio alcuno.
2. Chiunque invece lascia la Chiesa di Cristo per imbarcarsi altrove, facilmente può rischiare il naufragio eterno.
3. Tuttavia in qualunque momento della vita chiunque volesse scegliere o risalire sulla barca di Cristo, sappia, che essa, quale madre affettuosa, sarà sempre pronta ad accoglierlo.
Riflessione. Nell’apostrofare pastori della Chiesa, di tutto questo ce ne dà conferma una spassionata confessione del drammaturgo cattolico francese Georges Bernanos, quando dice:< Non vivrei cinque minuti fuori della Chiesa. E se ne fossi cacciato, vi tornerei subito, a piedi nudi, in camicia, la corda al collo, qualunque fosse la condizione, che vorreste pormi>.

Conclusione. Preghiamo oggi lo Spirito Santo, perché nel difficile cammino della vita, ci sostenga con la sua forza e ci illumini con la sua Luce, per essere uditori attenti ed esecutori zelanti, nel vivere e diffondere i messaggi dei “profeti dei profeti”: Cristo Gesù e la sua Chiesa.

Don Remo Bonola
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com