Rihards Pīks, quel fil rouge che lega cinema e politica

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Caio Logero
00giovedì 8 novembre 2007 20:17

Rihards Pīks, quel fil rouge che lega cinema e politica
Cultura - 08-11-2007 - 12:00


L'eurodeputato lettone Pīks

Ex-ministro degli esteri, poi della cultura, e dal 2004 eurodeputato al Parlamento europeo Rihards Pīks è conosciuto specialmente in Lettonia per i suoi trascorsi nel mondo del cinema, oltre 30 anni spesi come regista, produttore e cameraman. Un'esperienza spendibile anche al Parlamento europeo?Quale futuro attende il cinema europeo? Scopriamo cosa ne pensa.


Com'è maturata la scelta di lanciarsi in politica?


"Sin dall'infanzia ho vissuto in un ambiente denso di ricordi della Lettonia che fu, ricorda l'eurodeputato, nella speranza di riconquistare l'indipendenza. In famiglia si ascoltavano in segreto le emissioni radio, tipo “American Voice” o la BBC, per sapere cosa succedeva al di là della 'cortina di ferro'".

Durante il periodo dei moti per l'indipendenza, ho preso parte in quella che fu definita “Singing revolution”, che portò all'indipendenza dei paesi baltici dall'Unione sovietica a fine anni '80. In una Lettonia rinata, ho fondato il centro nazionale di cinematografia, lavorando alle leggi sulla proprietà intellettuale. Nel 1996 fui invitato a candidarmi come membro del governo lettone e da lì iniziò la mia carriera politica".

Cosa c'entrano cinema e politica?

In entrambe i campi c'è bisogno di qualità simili: retorica, drammaturgia, psicologia… Ciò vale ad esempio quando preparo i miei discorsi politici o nei dibattiti, come nel cinema, va prima analizzata la situazione, poi scelta la maniera migliore per rispondere. Aver studiato a Mosca, inoltre, mi dà la possibilità di comprendere la mentalità russa, un vantaggio nelle relazioni con i deputati della Duma.

La mia esperienza mi ha aiutato anche a realizzare un'indagine video per capire quali sono le necessità dei miei elettori e rappresentarle al meglio nell'Europarlamento. Ho realizzato ad esempio un video che ho chiamato "Europa in chicchi di caffé", che ho diffuso nei vari bureau d'informazione del Parlamento europeo negli Stati membri, per far comprendere meglio il mondo lettone.

Qual è il futuro del cinema europeo, specialmente nei nuovi Stati membri?

La cinematografia è parte integrante della cultura di ogni paese, ecco perchè deve essere sostenuta e stimolata. Sfortunatamente siamo ancora lontani dalle performance americane. Là sin dai primi del novecento il cinema è stato concepito per una produzione di massa, rispettando le regole del mercato. In Europa la tradizione è quella di promuovere visioni individuali degli artisti, e spesso i film rimangono in un cerchio ristretto d'interesse e non raggiungono il grande pubblico. In Europa esistono diversi modi di stimolare il cinema, compreso il sostengo dell'Unione europea, ma ritengo che ciò non basti ad aiutare il cinema europeo a conquistare una posizione migliore a livello mondiale".

Il cinema può avvicinare l'Europa ai cittadini?

"Per far ciò c'è bisogno di più coproduzioni, taglia corto l'eurodeputato lettone, in modo da distribuire i film nei paesi coinvolti. I film europei dovrebbero poi essere realizzati per un pubblico più ampio e multinazionale, penso ad esempio a un canale per i documentari europei e i programmi di educazione, che raccontino la nostra storia, la geografia, le abitudini di tutta Europa in modo professionistico. Così, conclude Pīks, si riuscirebbe ad avvicinare le nazioni europee e a far conoscere meglio i cittadini europei gli uni con gli altri".



Un politico intelligente senza dubbio.... cinema e politica? perché no [SM=x751568] ... purché la vita non diventi essenzialmente solo politica.

Per il resto? Io sinceramente non vedo il cinema americano come un modello, né vedo bene quello europeo. Mai emulare, o guardi sopra, o guardi sotto.
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