Richiesta telecinesi liv 1 per Siobhan e Gaebriel

Siobhan.t
00mercoledì 14 novembre 2012 18:06
Pg.Siobhan, Gaebriel
[role in due riprese]

00:04 Siobhan [Piazza] Silenziosa permane appoggiata ad un muro. Le spalle permangono appoggiate a quel muro sdrucciolevole, in silenzio. Indossa l'armatura completa, di acciaio pesante: gli spallacci di argento brunito rimarcano la linea delle spalle, con la foggia di linee d'acqua in procinto di cadere su di lei, con i polsi protetti sino alla fine delle braccia, la pettorina che abbraccia il seno con un motivo di spire di serpente. Le gambe sono avvolte da cuoio, con alcune parti di armatura a proteggere quelle più fragili. Lo sguardo è fisso innanzi a sé, come se fosse in attesa di qualcosa, in procinto di pensare. Al fianco sinistro ad una cintura d'argento e cuoio è appesa la spada, una semplice spada lunga, in attesa che una degna di lei venga forgiata. I lunghi capelli sotto lo scroscio della pioggia si attaccano alle pallide guance, al volto, a quel corpo pregno d'acqua, del pianto del cielo. Ma a lei non importa. Lei sta bene, lì, così, immobile. Con lo sguardo perso in un vuoto che non può >>
00:05 Siobhan [Piazza] >>davvero percepire e le gambe stese innanzi a sé, incrociate all'altezza delle caviglie. Le braccia conserte sotto al seno.

00:16 Gaebriel [Città] E cammina lento in quel regnio che gli è spettato di diritto dopo secoli e secoli da involucro. Abiti turchesi che cozzano quasi con quell'ambiente oscuro. I capelli scuri si muovo trasportati dal vento mentre si avvicina alla piazza e percepisce quel senso di tranquillità delle acque, quell'acqua che è capace di cullare un sonno all'interno di una barca ma anche si soffocerti durante una tempeste. Al fianco la sua solita sacca piena come ogni volta che se la porta dietro. E li che l'avaro porta il suo tesoro, e li che il custode ed il sapiente porta al castello i suoi sacri manoscritti, per quei demoni ignoranti che probabilmente neppure osservano quel tempio di curtura che gli aprirebbero porte infernali infinite. Si avvicina ancora a Lei. Alla sua danbnazione. Alla sua Regina. Alla sua amante. Alla sua schiava. Alla sua perversione.

00:21 Siobhan [Piazza] La città dei demoni è qualcosa di desolante, di diroccato, di silenzioso. Il battito della pioggia si insinua in travi rotte, in massi lasciati abbandonati. La piazza è un qualcosa di per sé inutile per esseri che per natura, o contronatura, siano portati alla sfida e alla distruzione. Scivola l'acqua sul metallo dell'armatura, scivola l'acqua sul metallo di quegli occhi, ormai fissi, proprio come la sua spada sporca di sangue. Sembra uno spettro, una ninfa dai lunghi capelli neri, partorita dalle mani stesse del dio tanta è la sua perfezione, arcangelo del peccato, scendi dal cielo con le tue ali di nera tenebra e rendimi peccatore. Queste le parole che pronunciò la sua ultima, sfortunata vittima.Ma morì tra dolci tormenti, senza più forze. Un blando sorriso si fa strada sulle di lei fattezze, quando ecco che pur non odendo ancora il rumore che lo annuncerà allora può avvertire il vento che lui si porta appresso, come se fosse il respiro del mondo, così interno, forte infinito. >>
00:22 Siobhan [Piazza] >>E mentre ascolta forte, quell'aura, quel grido di richiamo, lei pensa a quante, quante cose siano, l'uno per l'altra. Nonostante non l'abbiano chiesto mai, nonostante non l'abbiano detto mai. Tutte immagini di pochi secondi si accavallano nella sua mente, l'una sull'altra; perenne quella dei suoi occhi. Occhi di sangue, occhi scrutatori, occhi avari. Da mezza le rubarono l'ultimo briciolo di anima che poteva possedere. Ora, cosa possono, ancora, sottrarle?

00:29 Gaebriel [Piazza] Quelle vesti che lentamente si inzuppano appiggicandosi al suo corpo, modellandosi silenziosi attorno a lui. Non vi è freddo, non ci sarà gelo, ne sentirà l'umido o il bagnato. Quelle gocce sche scivolano lungo i lineamenti del viso, i capelli che lentamente vanno ad appiattirsi sulla fronte. Eccolo spuntare sulla piazza i tizzoni neppure la cercano, sanno già dove possono trovarla ed e li che si fermano < Perchè sei qui? > Le chiede con quel tono pacato benchè nel tono non si trascini curiosità il passo si avvicina a lei.

00:43 Siobhan [Piazza] Lo sente, sempre più intenso, sempre più vicino. Sembra spazzare le superfici di quel mare in attesa, di quel mare che ora si fa impetuoso, inclemente quanto l'inverno. Completamente bagnata, completamente immobile. -Cercavo di fare una cosa. Vieni, ti mostro...-direbbe piano, con voce seria. Gli occhi sono fissi su quel punto da molto tempo, e per un motivo preciso. Ora il corpo si distaccherà da quel muro bagnato, mentre il rumore dei calzari produrrà un rumore secco e bagnato sul lastricato, nel camminare e dirigersi sino ad una pietra del peso circa di una cinquantina di chili. -Ho scoperto questa cosa quasi accidentalmente...ma è di un tale fascino, Gaebriel...-direbbe quasi sognante, come se vedesse cose lontane. -Sollevare oggetti... e apprenendola...-fa una pausa, volgendo, a lui, ora gli occhi, accovacciata sotto la pioggia, come una gatta, innanzi a quel masso.

00:55 Gaebriel [Piazza] Si avvicina alla sua sorgente, sotto quella pioggia incalzante ascoltando il suo dire seguendo poi il suo sgurado diseguale che va in direzione di un masso < E da quanto tempo tenti di farlo? > Chiede sempre con quella pacatezza snervante < Sbagli .. > Sospira abbassando la testa con un mezzo sorriso < .. Sbagli, un bambino prima gattona, poi fa un paio di passi ballonzonando e solo poi cammina .. > Le dice metaforicamente parlando incrociando le mani al petto < Ammetto che la tua idea non è male, ho letto da qualche parte questa facoltà, ma direi di cominciare da robe più piccole, cosa ne pensi lussuria? > Le chiede portando un tono diverso nel pronunciare il suo peccato sottolinea lo stesso con il tono più caldo spostando gli occhi da lei verso qualcosa di molto più piccolo.

01:01 Siobhan [Piazza] La donna permane in quella posizione, con le gambe larghe nello scricchiolio degli stivali, le braccia posate sulle cosce piegate, le natiche posate delicatamente sui talloni, avvolta dal manto fradicio dei propri capelli. Ascolta il suo dire. -Invero da poco...-riflette, mentre il suo viso si raggela per qualche istante. -L'altro giorno ero...in preda a rabbia...e senza volerlo...Ho scagliato un oggetto attraverso la stanza.-Pausa ancora e il solo suono che si ode è quello del battito della pioggia che riecheggia nel silenzio, attraverso le travi marce e le pietre dimesse. -Peccato che io non abbia mosso un muscolo...-proferisce ancora con quella voce atona, distante. Infine annuisce, al suo indirizzo. A quel punto si alzerà in piedi, operando una lieve pressione sulle gambe, così che queste, senza un ecessivo sforzo dei muscoli, possano tornare a distendersi completamente e lasciare che lei possa stare in piedi, il baricentro perfettamente posizionato. Infine la mano destra>>
01:03 Siobhan [Piazza] >>andrebbe a dirigersi al fianco sinistro per tentare di attorniare le dita con decisione attorno all'elsa a croce della spada, il braccio leggermente flesso, il busto torto quel che basta perchè, con un movimento dal basso verso l'alto possa sfilare la spada dal fodero, e senza fermare lo slancio, lanciarla appena innanzi a sé, con un clangore di metallo e schizzi d'acqua. -Proviamo?-domanda rivolta a lui, con volto serio, le gocce di pioggia che si insinuano nelle pieghe come lacrime che ella mai piangerà.

01:12 Gaebriel [Piazza] < La mia esperienza rimane solo in parole di altri, ma adesso che ho la coferma da parte tua non posso che credere che sia vero > Ammette aspettando che lei si alzi per osservare la spada che successivamente lancia per terra davanti a loro < Credo che per poterlo fare bisogna .. > Lascia la frase a metà passandosi una mano sul mento < Dovresti creare un canale di energia fra te e l'oggetto .. Credo, non ho mai pensato di farlo > Afferma serio osservando l'arma abbandonata per terra sotto quella pioggia insistente. Creare un canale tra lui e l'oggetto? L'unico canale che conosceva era l'aria, quell'elemento che l'aveva fatto rinascere, l'aveva portato via dalle braccia delle nera madre. Forse il modo migliore per farlo è concentrarsi sull'aria e quella spada? Di certo avaro per com'è già è troppo quello che ha consigliato alla sua signora, benchè per quanto si sforzi il suo peccato spesso e volentieri ha la meglio su se stesso.

01:21 Siobhan [Piazza (conc 1/2)] Sente le parole di Gaebriel, lui che porta il nome di un cherubino, lui è il più infido tra tutti i peccati. Il più insinuante, l'amante dei ricchi e dei nobili. Sospira, il petto che si gonfia di inutile aria. Vezzo umano impossibile a cancellarsi. Poi le parole di lui si perdono nel battito incessante della pioggia. Il tentativo che vorrebbe fare, sopra ogni altro, è quello di escludere ogni rumore eccetto il battito latente della pioggia. E' il suo elemento, la richiama, quale miglior cosa per concentrarsi se non quel canto senza fine? Si sforza di escludere tutto, ogni cosa, anche la più minima. Anche quel vento. E nella sua mente cerca di far in modo che, inizi a delinearsi quel suono di acqua, acqua dissetante, acqua infinita, acqua necessaria, che scorre. Un mare immenso, lo vedi, lì, all'orizzonte? Lì, lei si concentra, lì, lei emerge...E quell'acqua che cade, lei vuole che la spada sia sollevata da quel suono, da quel suo intimo canto, il pianto del cielo.

01:33 Gaebriel [Piazza] Lascia che lei si concentri sulla sua spada depositata con poca cura su quella strada disastrada e tamburellata dalla pioggia i suoi occhi, quelle macchie che un tempo erando di un blu acceso ed adesso sono due gocce di sengue percorrono la superfice alla ricerca di qualcosa che possa governare lui da solo. La spale è di lei e se fosse riusciro nell'intento non avrebbe compreso se per merito di lei o suo. Ella troppo concentrata per vedere che lo sguardo è spostato altrove, oltre la lama adocchia un sasso, grande quanto un sacchetto di monete, probabilmente pesante non più di 2 chili. E su quello concentrerà la sua energia. Si affida a quelle parole che aveva sugerito alla donna. Quelle parole che più o meno gli escono spontanee date solo dalla conoscenza e dalla moltitudine di volumi che ha letto e riletto. Ognuno dice la proprio a chi credere se non al potenziale di se stessi? Lui è il Barole del regno dei demoni, è stato scelto fra tanti, il governatore dell'aria >>>
01:37 Gaebriel [Piazza] >> e sarà quella che cercherà di prendere con se. Lasciando all'esterno ogni cosa viva, morta o apparentemente viva e morta. Li in quella piazza ci stava solo lui e quel sasso. Lui quel sasso e adesso la sua aria, quell'elemento senza il quale non ci sarebbe vita, ogni uomo, animale o pianta a bosgno di lei, ogni cosa ha bisogno di respirarla e lei quanto è arrabbiata, puo' spostare e distruggere ogni cosa. L'aria che trasporta. L'aria che da, ma allo stesso tempo puo' togliere la vita. Concentrerà quindi quell'energia attorno a quella natura inanimata, come a volerla avvolgere con mani invisibili. [Concentrazione 1/2]

01:42 Siobhan [Piazza (conc 2/2)] Ecco che in quel tentativo il suono tenterebbe di essere escluso nuovamente, al punto che pur con quell'udito sviluppato non sentirebbe quasi più i passi di Gaebriel. Sembrano solo lontani, ovattati. L'acqua scivola, l'acqua si insinua, l'acqua corrode. E con una profonda inspirazione dal naso andrà ad aprire gli occhi, per terminare la sua concentrazione. La carezza priva di temperatura della pioggia, sarebbe un elemento in più che l'aiuterà probabilmente nel suo tentativo. Senta la totale pacatezza del mare invernale, il mare ghiacciato, il mare privo di moto. E proprio come quel mare, tutto sembra cancellato, attorno, tutto quanto. E lei sembra immersa, perduta in quella stessa immobilità. Tutto è eterno, tutto non perde di posizione. E la stessa pace che apparterrebbe a quel mare privo di moto, ora apparterrebbe a lei, se la seconda parte di quella concentrazione fosse portata a buon fine, i muscoli che sempre di più van sciogliendosi, rilassandosi.

01:51 Gaebriel [Piazza] Rimasto al fianco di lei solo lo sguardo si è spostato. Gli occhi sono puntati sul masso. Cercando di esclissare ogni cosa attorno a se mantiene quella concentrazione. Cosa vuole che faccia l'aria? Vuole spostare quella pietra? Spostala. Spostare quella pietra spostarla di. Per la prima volta basterebbero solo qualche centimetro giusto per accertare che non stesse solo sprecando del tempo a fissare un sasso. L'aria che dovrebbe muoversi quasi a diventare tangibile, una cosa che sta solo creando lui mentalmente, li non c'è altro che un animato residuo di qualche rudere bagnato. L'aria l'avrebbe potuto fare? Lui demone di quell'elemento puo' farlo? Lui puo' farlo. Lui vuole farlo. Adesso quello intento diventa suo. E' diventato personale. Lo vuole lo desidera più di ogni altra cosa. Pochi centimetri masterebbero. Solo un paio. Qualcosa. [Concentrazione 2/2]

02:02 Siobhan [Piazza] Ed ecco che se la concentrazione fosse portata a buon termine, quegli occhi diseguali,orlati di un flessuoso arco di lunghe ciglia nere, andranno posandosi sul profilo ormai bagnato della spada. Piove. Piangi, piangi mio bel cielo, piangi volta della mia dimora. Occhi spenti, occhi vitrei. Splendide tinte di occhi di bambola, splendida assenza di umanità. Ed ora con la mente cercherebbe di figurarsi chiaramente il movimento che la spada dovrebbe compiere. E' faticoso. Perché sente la mente sottoposta a sforzo, lei che lo sforzo dei muscoli, del corpo, non sa più cosa sia. Vuole, con tutte le sue forze che quella spada si sollevi da terra. La immagina, tremante, levitare, appena, dal suolo, appena, tremante. Un fremito inizierebbe a scuotere il metallo, un fremito interno, come se dentro quella stessa lama fosse rimasto intrappolato il fabbro che l'ha forgiata. E nonostante tutto, la mente rimarrebbe focalizzata su quell'oggetto inanimato, privo di alcun valore, per ella. Proprio come>>
02:02 Siobhan [Piazza] >>ogni persona. E quel tremito andrebbe a farsi sempre più violento, mentre ella tenterebbe di lasciar salda l'immagine di un netto movimento nell'aria, dal basso verso l'alto, così che almeno un po' la lama si alzi dal suolo, la vibrazione del metallo che inizia ad emanare suoni di un lieve clangore.[telecinesi]

02:12 Gaebriel [Piazza] I rubini avvolgono quella pietra come se volessero divenatre delle mani invisibili, e anche se è lontano da quel masso, separato da una strada bagnata e da due metri circa, l'ha osservata abbastanza da poterla quasi sentire, come se il tatto fosse tornato a esse parte di lui proverebbe a muovere quella verso sinistra, se l'intento avesse avuto successo quel passo si sarebbe spostato di pochi centimetri verso la direzione indicata dalla sua mente. Avrebbe forse fatto quello che aveva in mente. Si umettano le mabbra senza perdere la concentrazione. Doveva riprovare far si che quello che aveva visto non era solo, lo scherzo di una mente stanca ma che davvero quel masso si era spostato. [Telecinesi 1/3]

02:21 Siobhan [Piazza (conc 1/2)] Infine eccolo: una vibrazione che diventa stabile, come la linea retta di un sisma, e quella spada di qualche centimetro si alza, e poi crolla a terra. Deve rifarlo, assolutamente. E lo sa nel momento stesso in cui un sibilo le si alza tra i denti serrati, in quella bocca carnosa. Deglutisce acqua piovana, e determinazione. Basterà un'altra volta, una sola perché possa sapere di saperla padroneggiare. Ed ora dunque, tenterebbe di riformare nella propria mente l'immagine di poc'anzi. Un mare ghiacciato. Un mare immutato. Un mare fermo. Un mare eterno. Lei deve essere così: immune dall'esterno, immune dal mondo, dalle grettezze di ciò che è divenuto, e lei la sua regina. Silenziosa penserebbe ad un'immobilità assoluta, mentre gli occhi, la pioggia le scorre addosso, permangono fissi su quella lama che riluce appena di un tuono lontano scaturito dal temporale. In quella deglutisce. Come l'acqua che scorre, Come l'acqua che scorre, Come l'acqua che scorre, Come l'acqua che scorre...[telecinesi conc 1/2]


02:30 Gaebriel [Piazza] Si concentra cora il demone. Ancora sul quel pezzo. La pioggia che oramai non ha nulla più da bagnare scivola su di lui, su quel corpo immobile, apparentelente morto, se non fosse che le mani vanno a chiudersi a pugno posate penzolanti lungo i fianchi, i capelli zuppi dicadono sulla fronte ma non rovinano quel contatto visivo che rimane. Chiederebbe nuovamente al suo elemento di dare l'ennesima dimostrazione della sua imponenza. Le palpebre si assottigliano, metre il rumore della lama che cozza con il terreno lascia intuire che la donna al suo fianco sia riuscita. Gli occhi si chiudo per evitare che altro lo possa distrarre, rieprendoli solo pochi secondi dopo per tornare su quello e chiederebbe al suo elemento di toglierlo via. Di allontanarlo lontano. Lontano da li dimostrare che lui è molto più di chiunque altro. Che quella facoltà è sua solo e soltanto sua! Proverebbe indi a scagliare verso sinistra l'oggetto. [Telecinesi 2/3]

02:43 Siobhan [Piazza (conc 2/2)] Quella distesa immota di eterna acqua sembra delinearsi, secondo dopo secondo, sempre più nettamente nella sua testa, in quella mente seduttrice, ingannatrice, fatta per il calcolo. Ed ella sentirebbe man mano che lo immagina, man mano che immagina di essere imprigionata sotto quell'immensa coltre priva di vita, immagina di ottenere la stessa pace, immagina di poter ottenere la stessa tempra e forza. E piano piano sentirò quella arcana, inumana, decisione e fermezza, farsi strada in lei come un'improvvisa ondata, ed ora, ora...tutta quella che è concentrazione, privazione di rumori, dovrà essere incanalata all'interno della sua mente, verso quell'oggetto, quella speranza, di poter fare di più, di dover farlo, di desiderarlo più della carne, del sesso, del sangue. E nella sua mante immagina, immagina il suo elemento, la sua forza, che sollevi quel semplice oggetto, che sia il suo compimento!




02:45 Gaebriel [Piazza] Benchè nessuno sforzo fisico fosse stato fatto, ogni muscolo del suo corpo è tirato. Ancor più pallide se è possibile saranno i dorsi delle mani per via della stretta che non si arresta fino a quando la sua malcapitata pietra non avrà fatto il movimento che lui ha pensato che facesesse, dove a deciso che l'aria andasse a colpire, a lanciare, a gettare ad allontanare. Lui lo vuole. Lui lo desidera. L'aria lo aiuta, l'aria è sua, lei dipende da lui quanto lui dipende da lei. Sono una cosa sola. Ancora l'ennesimo sforzo mentale per far si che quel sasso si sposti verso dinistra veloce o meno ma che comunque lo faccia, come lui ha chiesto, come lui ha ordinato, come lui vuole che accada. [Telecinesi 3/3}


02:57 Siobhan [Piazza (telecinesi] Ed ecco ora...Tutta quella forza, tutto quel potere arcano che le deriva da un bacio d'oscuro, tutto tenterà di indirizzarlo verso quella spada, che sempre più forte vibra. Si tratta di volerlo. Di desiderarlo con forza. E chi, meglio del demone per eccellenza, chi meglio della Lussuriosa regina, può conoscere il bruciante desiderio, il possesso? Ed ora, quella volontà è tutta canalizzata verso quell'oggetto inanimato....fino a che...improvviso andrà ad alzarsi, con un movimento fluido, spera, nell'aria. Levita come se fosse sorretta da mani di putti, da una forza invisibile. Ed è la sua? E per controllare, per fare quell'ultimo, straziante, tentativo, andrebbe a volere che la spada oltre ad alzarsi, possa mettersi in posizione perpendicolare al terreno, descrivendo un perfetto arco nell'aria. Cosa che...sembra accadere, come se lei fosse la burattinaia di quell'oggetto. E i fili invisibili che sembrano legarlo alla sua mente...finalmente saldi. [telecinesi]

03:19 Gaebriel [Piazza] Se riuscisse nell'intento la pietra sarebbe scagliata lontano da loro. I pugni che erano rimasti stretti per tutto il tempo solo adesso si riaprono. La mano sinistra andrà a passare sulla fronte ad allontanare i capelli da quella e a massaggiare poi di lato la tempia. Riaprendo gli occhi vedrà cio' che è riuscita a fare la donna. E non dice nulla per non sconcerntrarla, per lasciarle ogni facoltà decisionale.

03:29 Siobhan [Piazza (telecinesi] Infine...Smette di pensare che questa si debba muovere. E semplicemente scende al suolo, dolcemente, come sorretta da amorevoli braccia. Le iridi tornano d'un momento inanimate come sempre, ma più presenti di quando si concentra. Sbatte le ciglia contro la pioggia che andrà insinuandosi nei cavi del viso, scivolando, giù per il volto, morendo nella bocca della figura in armatura. Il viso lento, tra il soddisfatto e lo stupito. Le iridi spaiate cercano quelle di lui, come a volere una conferma...-Ne siamo in grado...-dice con un tono quasi malefico...Sono potenti...Potenti...Più di quanto avessero potuto desiderare...Muovere oggetti...Potrebbe essere un idillio mai sperato...-Ora dobbiamo solo...trovare il modo di far sì che la tenebra da cui siamo stati partoriti ci aiuti a nasconderci...e vedere sin dove possiamo manipolare il nostro elemento...-sussurrerebbe quasi pensierosa, mentre farebbe qualche passo all'indirizzo di lui. Completamente bagnata, l'acqua scivola sul metallo>>
03:29 Siobhan [Piazza (telecinesi] >>di quella rude armatura.

17:21 Gaebriel [Piazza] Il suo sacco è ora lontano da dove lo aveva adocchiato e da dove era rimasto fermo chissà da quanto tempo. Lo aveva spostato senza neppure toccarlo e questo gli piaceva, o si che gli piaceva, il fatto di possedere probabilmente qualcosa che nessuno ne era al corrente o che nessuno potesse farlo lo già lo esaltava a dismisura. Alle parole di lei si volta a fissare quegli occhi dispettosi, diversi e senza vita che caratterizzano quell'essere elevato sopra ad ogni altro < Dovremmo farlo più spesso, questo dovrebbe essere solo l'inizio e non il punto d'arrivo > Certo che con ella non risparmia i suoi punti di vista, giusto qualche volta ma la natura lo vuole in quella maniera fin da quando era un uomo < Nasconderci nell'ombra .. > Mormora poi passando una mano tra i capelli zuppi portando il crine nero in dietro sul capo < Devo trovare qualche riferimento letterario, capire se è possibile e come >

17:30 Siobhan [telecinesi-piazza] Ascolta le sue parole, mentre rimane lì, in piedi, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, accanto a lui, a colui che le è più intimo in tutto l'inferno, per una serie di sfortunati eventi. Osserva i suoi occhi di vino, e poi ancora quella spada. -Hai ragione, andrebbe fatto più spesso. Ma...E' qualcosa che richiede costanza...-fa una pausa, portandosi la mano guantata alla fronte, toccando la ruga che si è venuta a formare tra le sopracciglia. -Questo è l'inizio...E' l'inizio...-direbbe dubbiosa, abbassando le palpebre a velare gli occhi, per qualche istante. -Vedere la signora dei ribelli prendere forma dalla nebbia...Mi ha fatto pensare che forse anche noi possiamo fare qualcosa di simile. O di meglio: perché noi siamo meglio di quei parassiti. Utili parassiti, lo ammetto, ma pur sempre tali...-sussurra osservando ancora la spada, come se avesse vita propria, come se non fosse stata lei a farla muovere. Tale è la sorpresa, tale è la superbia che ora sgomita dentro ella che>>
17:30 Siobhan [telecinesi-piazza] >>non può fare a meno di avvertire una perversa gioia, dentro di sé. Sempre che la perversione possa assomigliare ad un sentimento.

17:44 Gaebriel [Piazza] Continua la pioggia a perdistere su quella città morta e su quei corpi redivivi. Scivola l'acqua su quelle pelli che hanno perso il contatto con il mondo ma che lo stesso se li tene ancora stretti, quelle pelli che mantengono la forma naturale mentre si posso rimarginare senza alcun proplema. Gli occi tornano su quegli oggetti che poco prima avevano preso vita e poi tornano su di lei < Ho recuperato dei manoscritti importanti non vorrei che la piggia leda la pergamena, cio' non toglie che continuero' a perseverare .. Ma questo immagino tu lo sappia già >

17:48 Siobhan [telecinesi-piazza] Alza gli occhi su quelli di lui, occhi inespressivi, orlati di lunghe ciglia nere. Le sbatte qualche volta sebbene non ne abbia bisogno, gocce che dall'orlo dei suoi occhi, giù per il dotto lacrimale, giù per le nivee guance, di una morbidezza simile all'orchidea bianca, e di un'eternità simile a quella della montagna. Annuisce a quel suo dire, nel momento in cui i loro occhi si incontrano, nel momento in cui sono legati, nel punto più profondo, nel punto dove fa più male. -Sì....-fa una pausa, scorrendo con gli occhi di lugubre bambola sul suo volto. -Lo so.-. Infine farebbe un passo, con un tintinnio dell'armatura che la riveste, sporca di sangue, per attorniarlo, per evitare il suo corpo e proseguire oltre. Un passo soltanto, il tempo di un soffio, così che se dovesse fermarla, o toccarla, lei esaudirà il suo desiderio.

17:59 Gaebriel [Piazza] L'avaro è avaro anche nella parola. L'avaro non spreca un abito, egli non perde tempo in parole inutili, l'avaro per l'amore di se stesso non si concede con costanza egli preserva. Preserva sempre in qualunque istante, perchè è certo che ci sarà il momento opportuno, egli non è timoroso è solo arido di ogni cosa. Benchè in quello sguardo che ella gli dona ci siano più di quante parole possero scambiare in una notte la lascia passare recuperando lui la spada di lei ed un passo alle sue spalle e di fianco a lei, la seguirà per rientrare al palazzo, con dei tomi in più questo è certo, ma soprattutto con una consapevolezza più forte di cio' che si puo' essere.[endrole]

Yiulihan
00domenica 25 novembre 2012 15:39
px assegnati
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