Religioni in contrasto con il governo romano

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pizia.
00lunedì 18 febbraio 2008 17:49
Persecuzioni religiose in età romana?
Di storia romana non so molto.

Forse per questo rimango basita dopo aver letto l’articolo di Pharaon (4/2007) sugli obelischi, II puntata.
Pag.73, Lorenzo Quilici, autore dell’articolo, dopo aver elencato gli obelischi egizi presenti in Italia racconta qualcosa per ognuno, attribuzione, provenienza, epoca dell’importazione, vicende varie.

Faccio un riassuntino.
Durante il primo secolo a.C. l’impero tolemaico era ormai strettamente dipendente da Roma; il faraone rappresentava una debole autorità, anche meno di un governatore di provincia.
Però la cultura egizia penetra in Italia e in particolare la religione isiaca, testimoniata già ai tempi di Silla.
Si diffonde presso la gente più colta, soprattutto donne, ma anche fra le classi medie e quelle umili, per la sua diversità da quella ufficiale.

Evidentemente la religione di stato non rispondeva più alle esigenze della popolazione in tutti i suoi strati e ovunque si sentiva la necessità di nuove risposte alle pressanti domande che l’esistenza poneva.

Ma cosa aveva il culto di Iside e Osiride-Serapide che la Triade Capitolina non sapeva più dare?
Secondo me la democratizzazione dell’aldilà, avvenuta nel civilissimo Egitto alla fine del III millennio a.C. esercitava un fascino irresistibile presso una civiltà così poco democratica come quella romana.

Ho sempre creduto che i romani, dotati di una religione molto formale, politeista per eccellenza, non avessero problemi ad aggiungere divinità varie al loro pantheon, con una disinvoltura dettata più dalla noncuranza per certi aspetti della vita piuttosto che per vera tolleranza e apertura di vedute.
Ebbene, mi sono dovuta ricredere, perché in realtà essi osteggiarono pesantemente la diffusione dei culti egizi a Roma. [SM=x822718]

Le autorità adottarono risoluzioni gravi e reiterate per difendere i culti tradizionali, ad esempio proscrivendo la religione isiaca per quattro volte nel decennio fra il 58 e il 48 a.C., perpetrando anche la distruzione dei santuari e delle statue di culto. [SM=g1361799]

Il tempio di Iside che esisteva sul Campidoglio doveva essere una vera spina nel fianco dei conservatori, in quella posizione così palesemente giustapposta al tempio di Giove Capitolino.

Più facile risulta comprendere un ritorno alla proscrizione nel 28 e nel 21 a.C., ad opera di Ottaviano Augusto e nel 19 a.C. con Tiberio, evidentemente esaltati dalla definitiva conquista dell’Egitto, ma scottati dall’incrinatura nell’unità dei vertici politici.

Con l’impero di Caligola le fortune cambiarono. [SM=x822706]
Egli infatti era nipote di Antonio, quindi meglio disposto nei confronti della religione egizia, la cui ultima Iside fu Cleopatra, “sposa” di Antonio-Serapide e madre dei suoi figli.

Partì la ricostruzione, con un nuovo grande tempio in Campo Marzio (quella zona dove adesso c’è il “tridente”, le tre vie che si dipartono da Piazza del popolo, Via del Babuino, Via del Corso e via di Ripetta), detto per questo Iseo Campense, diviso in due parti, una dedicata a Iside e l’altra ad Osiride; nella Forma Urbis di Settimio Severo se ne conserva la forma, ma esistono anche cronache in cui se ne descrivono le meraviglie e altre in cui se ne ricordano i resti sparsi per il centro di Roma; ancora adesso sono visibili i piccoli obelischi riutilizzati in varie piazze, nonché numerose statue conservate ai Musei Capitolini e al Museo Nazionale Romano.

Evidentemente i primi cristiani non ebbero l’esclusiva sulla persecuzione, ma ricevettero attenzioni che prima erano state destinate a devoti di altre fedi.

Sotto questa luce non avevo ancora considerato la questione: i romani avevano motivi per non gradire la religione misterica di Iside-Osiride e cominciarono ad osteggiarla molto tempo prima che si diffondesse la religione cristiana.

[SM=x822741]
Hatshepsut76
00lunedì 18 febbraio 2008 20:41
ehi, non vale, però!! In questo modo accresci la mia curiosità di leggere il volume di De Rachewiltz e Partini sulla Roma egizia... [SM=g999103]

Dai, scherzo... bellissimo intervento, complimenti! Sinceramente però ora non saprei che rispondere...
Hotepibre
00martedì 19 febbraio 2008 01:10
...niente come la religione, come avrebbe dimostrato di lì a poco la religione cristiana, per far crollare anche il potere più forte; non dimentichiamo che l'impero era già sull'orlo del disfacimento e la religione isiaca era, come quella mitraica, una religione "misterica".
Al contrario della religione di Mitra, però, prettamente maschile e indirizzata ai "guerrieri", la religione isiaca era preferibilmente seguita dalle donne e questo, verosimilmente, poteva essere anche un motivo di allontanamento della "matrona" dalla sottomissione maschile.
A questo si aggiunga che i "misteri" erano, ovviamente, segreti e niente come i segreti per rendere inviso anche il più nobile dei circoli.
Guardiamo, senza andar troppo lontano, le riunioni "massoniche" che, proprio per la loro segretezza, sono sempre state considerate "pericolose", eppure, nella loro essenza più elementare, le logge massoniche sono il "regno" della tolleranza giacchè, proprio per non offendere alcun appartenente, qualunque sia la religione professata, ci si riferisce alla divinità con il generico appellativo di "Grande Architetto".
Gli stessi "cristiani" venivano visti con il massimo sospetto ed accusati (e forse anche a questo sono da imputarsi le persecuzioni cui furono sulle prime sottoposti) di antropofagia poichè "mangiavano carne di un uomo morto sulla croce e ne bevevano il sangue"... riuscite ad immaginare qualcosa di più aberrante?
pizia.
00domenica 19 dicembre 2010 16:07
Imperatori romani e religione egizia, pro o contro?
Leggendo il libro “Roma egizia” di Boris de Rachewitlz e Anna Maria Partini ( [SM=x822754] grazie ancora Hat!), ho trovato spunto per questa discussione sull’accettazione della mistica straniera da parte dei vertici romani.

Alla fine del periodo repubblicano, Roma ha raggiunto una notevole espansione dei suoi domini, arrivando a comprendere gran parte del Mediterraneo.

I culti egizi, prima limitati a certe zone portuali, iniziano a diffondersi in maniera più decisa, approdando in città e riscotendo subito un certo successo.

Conoscendo i precedenti, possiamo immaginare come Giulio Cesare e Marco Antonio si schierassero decisamente a favore della diffusione della religione egizia, in realtà essi erano così presi in altre questioni, ben più importanti per la politica romana, da occuparsi ben poco di quanto stava succedendo.

Allo stesso modo ci si aspetterebbe che Augusto (29 a.C. – 14 d.C.) fosse sostanzialmente contrario e in effetti prese qualche provvedimento, ad esempio proibendo il culto straniero entro le mura, ma lasciandolo libero al di fuori.

Però nell’area interdetta portò due obelischi, erigendoli in Campo Marzio e al Circo Massimo nel 10 a.C., forse intendendoli come trofei di guerra, simboli del suo dominio su una civiltà dalle antiche origini e dalla leggendaria grandezza.

E pare non fosse la sola operazione per cui attirò su di sé qualche critica, da parte di quei letterati che, anch’essi divisi fra pro e contro, non vedevano di buon occhio la teologia d’oltre mare.

Tiberio (14 – 37 d.C.) seguì la politica augustea, dimostrandosi palesemente ostile verso i seguaci della religione egizia.

Il culto fu proibito adducendo come scusa un evento scandalistico degno della migliore soap contemporanea, in cui furono coinvolti dei sacerdoti, un miliziano chiamato Decius Mundus e una matrona, così come viene raccontato da Giuseppe Flavio.

Intanto si stavano delineando aspetti particolari, conseguenti al trapianto in terra italica: l’attenzione si focalizzava principalmente nelle figure di Iside e Osiride, di tutte le altre divinità del pantheon egizio, quella che sembrano aver riscosso maggiore successo furono Anubi e Bes.
Hatshepsut76
00domenica 19 dicembre 2010 20:37
Re: Imperatori romani e religione egizia, pro o contro?
pizia., 19/12/2010 16.07:

Leggendo il libro “Roma egizia” di Boris de Rachewitlz e Anna Maria Partini ( [SM=x822754] grazie ancora Hat!)




è stato un piacere regalartelo! Sapevo ti avrebbe fatto piacere! [SM=x822748]

Interessante i tuoi spunti, mi piacerebbe poter approfondire in altro modo, ma non so come... Ho un testo di storia romana, ma non credo parli approfonditamente di dei stranieri. Si tratta più di un testo politico se vuoi... Però, lo sai che se vuoi, ti dò una mano nelle tue ricerche... [SM=g999103]


emilioraffaele
00lunedì 20 dicembre 2010 18:39
 

Mah, anche io mi sento curioso di leggere il libro di De Rachewiltz e Partini.
Per quanto ne sapevo io, il culto per gli dei egizi, a Roma, registrò alti e bassi negli anni, ma anche se svolto in segreto, stile sette massoniche,  si protrasse da 100 A.C., per almeno altri 300 anni ed oltre.

In realtà chi aderiva al culto di Iside, non abbandonava la propria religione e gli dei tradizionali, rispetto ai quali la dea egizia rappresentava un supplemento e non un'alternativa.


Forse fu anche per questo che Iside e Serapide sopravvissero a lungo e, insieme al culto del dio orientale Mitra, costituirono un'importante alternativa al Cristianesimo; solo quando quest'ultimo fu prima legalizzato con l'Editto di Milano (313) voluto da Costantino (306/337) e poi divenne religione di stato sotto Teodosio (379/395), iniziò la fine dei culti egizi, così come degli dei tradizionali del paganesimo (fonte Cerlo Ruo Redda – L'immaginario dell'Antico Egitto e l'Occidente).

pizia.
00martedì 21 dicembre 2010 18:48
Sì, infatti, alti e bassi, a volte doveva essere professato in segreto, a volte invece con feste pubbliche in piazza a cui partecipava anche l'imperatore.

Ciò che volevo evidenziare quando aprii questo topic era un altro "inganno" culturale di cui mi sono sentita vittima.
Da quanto ci venne proposto durante lo studio della storia e della religione a scuola, oppure dalla comune opinione pubblica veicolata dai media, persino dai lavori artistici e di intrattenimento ho avuto l'impressione che i romani avessero preso di mira i cristiani e li odiassero particolarmente, mentre riservavano tolleranza e approvazione per tutte le altre religioni presenti sulla scena culturale del tempo.

In realtà i romani colpirono un po' qua e un po' là, e colpirono tutti i culti stanieri, più o meno, in rapporto al loro successo e alla loro diffusione e ciò mi fa pensare che quella della religione fosse sempre una scusa per nascondere vere ragioni politiche.

La vicenda di Decius Mundus avvenuta durante il governo di Tiberio è un classico esempio di pretesto, in cui l'immoralità del singolo diventa motivo per colpire il gruppo.

Per motivi squisitamente politici il successore di Tiberio fu Caligola (37d.C. - 41d.C.), pronipote di Marco Antonio.
Egli era dunque parente anche dei figli di Cleopatra deportati a Roma in seguito alla sconfitta dell'Egitto di cui spesso abbiamo parlato, e di cui abbiamo perso le tracce, ma certamente l'imperatore no.

E in accordo con la migliore tradizione egizia, sembra avesse una passione vera e propria per la sorella Drusilla, iniziata ai misteri isiaci e sacerdotessa della dea, in suo onore diede lo stesso nome alla sua ultima figlia, fu iniziato egli stesso ai misteri egizi e divenne sacrdote, introdusse persino feste nel calendario per festeggiare la memoria della sorella.

E a proposito del libro "Roma egizia" di Rachewiltz-Partini, è certo un libro importante ma da prendere con cautela... c'è una discussione appositamente dedicata qui:
Roma Egizia di Boris de Rachewiltz e Anna Maria Partini
in cui non ho ancora scritto il mio commento, dovrò attivarmi...
Sarebbe bello conoscere anche il tuo parere Emilioraff... Dario, insomma [SM=x822714]
ACUSinpw
00martedì 21 dicembre 2010 22:33
Non ho letto tutto. Tieni presente Pizia che il culto di Iside che arriva a Roma non può essere considerato un culto "originale". Ma aveva qualcosa di "misterico"... in quanto tale, credo, Roma potrebbe avere avuto problemi nei suoi confronti (un po' come ne ha sempre avuti nei confronti del culto dionisiaco).
pizia.
00mercoledì 22 dicembre 2010 18:27
Oh sì, lo tengo ben presente, anzi, cerco sempre riportare nei giusti termini di tempo ogni considerazione, e di generalizzare il meno possibile.
Iside e Osiride approdati a Roma non sono più quelli di una volta, ma sono passati attraverso almeno tre secoli di "ellenizzazione", atto volontario e non spontaneo, pilotato dal governo, di progressivo avvicinamento fra le divinità egizie e quelle greche, per arrivare ad una identificazione.

E probabilmente ancora prima, qualche cambiamento in questo senso era già avviato.
Ma è normale: gli stessi Iside e Osiride del Nuovo Regno non erano più gli stessi Iside e Osiride dell'Antico Regno, eppure non erano nemmeno emigrati, stavano sempre lì, sulla stessa terra.

Però esistono correnti di pensiero differenti, in cui si sostiene l'immutabilità di tutto ciò che rigurda l'Egitto, dalla prima dinastia all'ultima, e si usa Plutarco per spiegare l'isediamento di Hor Aha...

Torniamo alle religioni misteriche, così avversate dalla fase finale del periodo repubblicano in poi: sappiamo trovarne i motivi?
Se si può dare qualche credito alle mie affermazioni fatte sopra, cioé che alla fine dei conti il problema non era religioso ma solo politico, come possono aver interferito con la politica tutti i culti osteggiati?

Un certo parere ce lo avrei, ma vorrei conoscere anche i vostri.
ACUSinpw
00giovedì 23 dicembre 2010 07:12
Anche solo perché spostavano il focus religioso dell'idividuo romano. La religione romana era estremamente funzionale alla politica, il cosiddetto "instrumentum regni ", alla legittimazione di atti più o meno consentiti ed era la base su cui si fondava il mos majorum e quel senso del "dovere" tutto romano: c'era poco spazio per l'individualità (sempre osteggiata), e le religioni misteriche spostavano quel focus tanto funzionale verso una dimensione molto più intima, individualistica, mistica che nulla aveva a che fare con l'impostazione "funzionale" della "re-ligio" romana.
Per questo vinse, fra tutti il Cristianesimo. Ma questa è un'altra storia...
Hatshepsut76
00giovedì 23 dicembre 2010 09:20
Re:
pizia., 21/12/2010 18.48:

E a proposito del libro "Roma egizia" di Rachewiltz-Partini, è certo un libro importante ma da prendere con cautela... c'è una discussione appositamente dedicata qui:
Roma Egizia di Boris de Rachewiltz e Anna Maria Partini
in cui non ho ancora scritto il mio commento, dovrò attivarmi...




Sì, sì, dai, sono curioso..... [SM=g999103]

pizia.
00giovedì 23 dicembre 2010 18:38
Re:
ACUSinpw, 23/12/2010 7.12:

... alla legittimazione di atti più o meno consentiti ed era la base su cui si fondava il mos majorum e quel senso del "dovere" tutto romano: ...


Motivazioni meramente politiche, quindi; i problemi di etica erano qualcosa di ampiamente superato.
Dico "superato" perché riconosco in certa politica precedente maggiore sforzo nella considerazione di questi problemi.


le religioni misteriche spostavano quel focus tanto funzionale verso una dimensione molto più intima, individualistica,


Non solo, esse creavano gruppi e associazioni secondo un ordine estraneo al senso comune.
Esattamente come nei secoli seguenti, quando altre società segrete, sette e aggregazioni dal carattere iniziatico, seminavano scompiglio, spesso millantando conoscenze in realtà mai possedute, oppure spacciando, anche al proprio interno, menzogne per verità, o nozioni risapute per grandi scoperte su cui mantenere il segreto.

E immagino infastidisse molti la trasversalità di queste forme di cultura, in particolare proprio i ricchi e i potenti, per la capacità del tutto nuova di questa gente di opporsi ad un ordine ben definito, in nome di un altro ordine del tutto segreto.
emilioraffaele
00domenica 26 dicembre 2010 17:22
 

Condivido l'evolversi del discorso, ma dobbiamo evitare di dare l'impressione a chi ci legge, che il culto Isiaco sia stato avversato dall'inizio, fino alla sua scomparsa; dobbamo infatti tenere conto dell'evoversi dei tempi e del succedersi dei diversi Imperatori, Il culto di Iside fu introdotto a Roma nel I secolo A.C non senza resistenze da parte dell'aristocrazia “tradizionalista”; nel 53 A.C il Senato aveva decretato la demolizione dei sacelli privati costruiti dentro le mura, e lo stesso Iseo nel Campo Marzio fu costruito nel 43 A: C., ma il culto fu sospeso prima da Agrippa (nel 23 a.C.) e poi da Tiberio Il culto fu poi reintrodotto da Caligola e durò fino alla fine dell'impero.

 

Pertanto non tutti gli Imperatori romani avversavano la religione egizia, che poteva forse essere connotata da aspetti “misterici”, ma non la possiamo definire una religione massonica, altrimenti non sarebbero stati edificati templi, strade e quant'altro al culto di Iside. D'altronde che ne sappiamo oggi delle cerimonie svolte nei diversi Cenotafi al dio Osiride ed alle altre divinità?..Questi erano riti riservati e celebrati solo dai sacerdoti del tempio e pertanto erano segreti. Forse queste cerimonie, in epoca romana, erano ancora conosciute, ma celebrate in privato.

 

Sono molto d'accordo con Acus, riguardo alla mentalità del popolo romano che era in ogni caso di tipo materialista, votata all'interesse dell'Impero prima di tutto ed al senso del dovere, fino al sacrificio estremo.

 

Dobbiamo anche ricordare che quando si parla di religione di stato si parla anche di quella Greca, ma gli stessi Greci, avevano assimilato tante delle divinità egizie nel loro culto. La venerazione della Dea della Fortuna in epoca ellenistica, aveva uno stretto legame con quella di Iside. Nei Serapei di Delo ed anche a Palestrina (vicino Roma!!), le due divinità erano associate fino a raggiungere una sorta di identificazione, sia nel nome greco, sia nell'iconografia. Quante volte è stato detto che la Fortuna Primigenia che allatta Giove bambino, è molto simile ad Iside che allatta il piccolo Horus Arpocrate? Ed ancora: perché il dio Bes ebbe un grande successo a Roma, forse perché è una figura che ricorda le divinità dei Lari e dei Mani , protettori della Domus? Ugualmente per Anubi, cane fedele da seppellire, alla sua morte (spero fosse così e non prima), davanti all'ingresso delle case, in modo da continuare a difendere il padrone ed i suoi congiunti dai malintenzionati e dagli spiriti cattivi (qui c'è del mio, spero di non aver esagerato).

 

Il culto di Iside e Serapide, in quanto sposi, era spesso professato in coppia. E' vero, erano soprattutto le signore dell'alta società ad essere affascinate dal nuovo culto, quasi fosse una moda da seguire. Ma anche diversi imperatori, tra cui Claudio, Nerone, Vespasiano e altri, si interessarono a questa religione e le diedero un qualche tipo di contributo. Fu il terzo imperatore, Caligola (37 - 41), che ordinò la costruzione di un grande Iseo - Serapeo.

 

Domiziano (81-96) aveva un forte interesse per i culti egiziani; alcune statue lo ritraggono con le sembianze di un faraone ed era solito parlare di sé stesso in termini di dominus et deus ("signore e dio"), mentre gli imperatori romani venivano solitamente venerati come divinità solo dopo la loro morte. Egli fece realizzare a Roma un obelisco dedicato a sé stesso.

 

La religione isiaca ebbe particolare successo nel periodo in cui Cleopatra si trasferì a Roma (46/44 D:C:). Cleopatra creò una vera e propria moda, nell'abbigliamento e nelle acconciature, una vera ventata irrefrenabile di novità tra le signore di ceto elevato e non solo.

 

A mio parere Roma sarebbe ancora una città piena di testimonianze egizie, se non fosse poi divenuta la capitale mondiale del cattolicesimo.

 

ACUSinpw
00domenica 26 dicembre 2010 20:43
Parlando ri Cleopatra credo proprio che si debba parlare di a.C. :)
Per il resto nulla da eccepire!
pizia.
00lunedì 27 dicembre 2010 01:01
Re:
emilioraffaele, 26/12/2010 17.22:

 

Condivido l'evolversi del discorso, ma dobbiamo evitare di dare l'impressione a chi ci legge, che il culto Isiaco sia stato avversato dall'inizio, fino alla sua scomparsa; ...




Infatti, per continuare con Caligola, di lui avete già detto che ripristinò il culto e anche l'Iseo di Campo Marzio, ed elencato varie opere ed operazioni filo-egizie, a cusa delle quali attirò su di sé critiche e ire nell'ambiente culturale e politico dell'Impero.

Di Caligola si raccontano cose non edificanti, certo non era simpatico a molti romani, anche del mondo intellettuale, di ciò la sua reputazione ha sofferto per secoli.
Adesso la critica storiografica si è fatta un po’ più severa anche verso le fonti letterarie, quindi si stanno riconsiderando le opinioni acquisite sull’imperatore.

Resta un fatto che morì ucciso, vittima di un attentato dal vago sapore di tradimento.
Suo successore fu Claudio (41-54 d.C.), unico erede maschio ancora in vita appartenente alla casata Giulio-Claudia, in pratica parente di Ottaviano Augusto, perché discendente da sua sorella Ottavia, la moglie ufficiale romana di Marco Antonio.

E quindi discendente anche da Marco Antonio, quindi probabilmente ben disposto verso i culti egizi, anche senza le manifestazioni plateali messe in atto da Caligola.

Anche su Claudio la critica sta facendo revisionismo: rispetto al pensiero dell’ambiente culturale romano egli è ora rivalutato come buon politico e governatore tollerante, anche se la tolleranza dimostrata è certo meglio espressa verso quei gruppi culturali e sociali che sembravano allora meno pericolosi e minacciosi.

Così verso gli egizi, e i portatori della loro cultura, si dimostrò particolarmente benevolo, finanziando lavori al Museo di Alessandria e in molti templi di tutto l’Egitto, lasciando anche il suo nome scritto nel cartiglio in molti di essi.

Ma quanto i legami di questi due imperatori con Marco Antonio possono aver influenzato il loro atteggiamento?


pizia.
00sabato 8 gennaio 2011 18:38
Anche Nerone (54 – 68) apparteneva alla famiglia dei Claudii, i parenti di Marco Antonio, in quanto nipote di Caligola (figlio della sorella) e accolse positivamente i culti egizi, non solo permettendo la professione pubblica, ma anche finanziando lavori di recupero e ampliamento delle strutture templari esistenti.
Anche il nome di Nerone compare in molti templi egizi che hanno avuto benefici durante il suo mandato, ecco una foto scattata da me:



Della sua educazione e istruzione fu incaricato Cheremone di Alessandria.
La moglie Poppea proveniva da una famiglia di religione isiaca, ed era lei stessa una fedele della dea.
Il calendario accolse definitivamente i giorni di festa dedicati ai riti egizi.

Inserisco qui il link al topic sulle Caratteristiche di Iside in epoca romana, dove Roberta ha inserito un utile riassunto delle principali opere romane dedicate al culto egizio, con rispettiva datazione.
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