al_qantar
00giovedì 3 dicembre 2009 00:47
a scena è divisa in due parti, lui su una nave da guerra nel Pacifico, lei in un ufficio di Seattle sulla 32^. I due si trasmettono messaggi che solo loro intendono, ma non sono
cifrati da spioni, ma codici che ridefiniscono continuamente
il loro esistere al di sopra della realtà compresa quella virtuale.
Lui - c’era un segno che fermava la parola
o la spostava sotto la lingua o di lato
nell’illusoria speranza di aver taciuto
ma ad un terzo dalla mente
ci sono terzi occhi e terzi orecchi
ed anche terze parole…
non c’è motivo, amore mio
che tu diventi elettronutella
mentre scorre il tempo
oltre 25 mega hertz
solo io, tu ed i delfini
possiamo sentirci
Il segnale è arrivato e come tutte le sere lei risponde al messaggio. Lei è una donna forte e determinata ma per quanto voglia
velare i suoi sentimenti molto spesso non ci riesce
lei - vibro di ultrasuoni sui fondali
quelle grinze siano le coperte
quando il mare diventa troppo freddo
troppo buio per vederci
so che sottacere è solo
un'illusione, stentorea-mente
mi cospargo di dolcezza. Forse
vorrei che la leccassi via
sulla quarta parte dei pensieri
baciami e chiudi le correnti
lui - e se le aprissi le correnti
e ci lasciassimo portar via
dove le rughe confondono gli anni?
Approverebbe il signor Spok
per logica di numeri crescenti
e forse il caso rimarrebbe sottaciuto
vedi la marea che s'avanza
nuda e salata come una puttana
che aiuta un primo esperimento
correnti aperte e dolce da leccare
in mezzo o al centro, se preferisci mobile
come la donna di quel Rigoletto
lei - aperte o chiuse
mi lascerei travolgere dall'impeto
curva esponenziale ad infinito
mentre stiamo zitti, mani nelle mani
ad intrecciarmi insieme all'onda
nuda, come il primo respiro
fuori la placenta, che ancora non urla
che ancora non vede
mi sento figlia di quella puttana
allo sbando, girando marciapiedi
Lui sa che non è proprio cosi e sorride pensando che lei sta pensando la stessa cosa e sta sorridendo.
lui - e camminiamo sulle ore cicliche
senza più cuori a pile
e baci al botulino. Usciamo
dall'impegno con gli orologi
e celebriamo l'ascensione del reale
carne e carne contenente e contenuta
nel placentario stellare dei tuoi occhi
Piantiamoci molecole geniali
lungo i soffitti del nuovo paradiso
e quando dovrai andare via
non guardarmi mentre piango
non mi guardare
Adesso è lei che sorride al finto dramma che lui le descrive, Sa che lui non piangerà!
lei - sgraniamoci come una foto
a bassa risoluzione, no
come un universo in espansione
spalmiamoci di non materia
e allontaniamoci sfilacciandoci
-nuvole in mezzo ad un tramonto-
e intrecciandoci, facciamoci
metamorfosi infinita
nelle cangianti forme dell'oblio
non ci sarà saluto
lui - (i tuoi occhi sono i miei)
Ovviamente si divertono sapendo che nessuno può fare a meno dell'altro, che nessuno piangerà, che nessuno
morirà ma, Dio mio quanto si starà male se le loro strade si dovessero dividere per qualsiasi ragione
lunasepolta
00giovedì 3 dicembre 2009 07:01
Re:
al_qantar, 03/12/2009 0.47:
Ovviamente si divertono sapendo che nessuno può fare a meno dell'altro, che nessuno piangerà, che nessuno
morirà ma, Dio mio quanto si starà male se le loro strade si dovessero dividere per qualsiasi ragione
Secondo me non succederà che le strade si dividano. Qui sembra che tutti arrivino da altre vite. ... (sorrido)
Siete bravissimi e mi complimento con voi per il modo in cui avete coltivato la poesia.
Maredinotte
00giovedì 3 dicembre 2009 08:53
stupor Robis*!!!
non me la ricordavo proprioooooo!!!! grazie Seb, di averla riportata e di aver ricostruito la trama!!
qui era quando la vena non mi mancava mai, sigh!
* Robs-is: III decl., f.
Francesca Coppola
00giovedì 3 dicembre 2009 19:12
gia, che gusto a rileggerla!
mi fa venire in mente quei tempi...