Recensione Anplagghed di Rodolfo di Giammarco

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Agg-Webmaster
00mercoledì 22 marzo 2006 08:59
thanks to agidi.it


Al guazzabuglio d´una nostra metropoli in stile Crash, al cinema surreale dei fratelli Marx e agli sketch di Totò o di Tognazzi-Vianello, si ispira l´ultimo, squinternato e umoristico compendio di pezzi di Aldo, Giovanni e Giacomo, Anplagghed, che ha debuttato davanti a 3000 spettatori al Palarossini di Ancona. Fa da contenitore una struttura che potrebbe derivare da 2001 odissea nello spazio o da Star Trek, ma gli ingredienti sono quelli della commedia all´italiana a episodi. Spiccano una parodia artistica tipo "Quadri di un´esposizione" di Mussorgskij, e una caricatura della cerimonia degli Oscar.
Quando scompare il sipario stellato fosforescente, sotto il muso di un´astronave iniziano le schermaglie tra un uomo, una donna (la new entry è l´attrice Silvana Fallisi, moglie di Aldo), un robot e un terrone tutti in divisa stellare da B-movie, in visita sul nostro pianeta rappresentato, con grafica digitale, come una mappa urbana e un punto bancomat, e una fila d´attaccabrighe, con un Giovanni punkabbestia bardato di peircing, muta di cani finti al guinzaglio.
Per un ciclico contrappasso di orizzonti e di temi, il nuovo spettacolo ideato e scritto da AGG con Bariletti-Brachetti-Gallarini e con la Giallappa´s Band, con regia felice di Arturo Brachetti (che fa brevi incursioni "di servizio"), documenta la bestialità dell´uomo di strada e il suo esatto contrario, il ridicolo degli intellettuali.
Una campionatura d´élite s´attesta in una galleria d´arte moderna dove Aldo rimane impigliato con la testa in una macchina celibe di Tinguely, e si discute follemente sulle tele tagliate di Fontana o su una cornice vuota come in Art della Reza. Si ripassa a una vita infima di quartiere, e la disputa tra vigile, ladro e cittadino con handicap simulato si conclude con un inseguimento mozzafiato sulle orme d´uno scooter, bella mistura di graphic computer tipo "Driver" o "Gta" e Hellzapopping dal vivo.
Ma c´è anche posto per un esilarante tentativo di jumping giù da un palazzone milanese, per un Giacomo alias balordo sergente da ghetto (dietro si staglia la scritta Hotel Agidi che evoca la produzione), e per una festa hollywoodiana del cinema con statuetta priapica, madrina la Fallisi tappezzata di rose che governa i bisticci dei tre in smoking, fra un "Kyoto scaccia Kyoto" e "My Way".
Un ritorno al teatro scherzando come si deve con la fiction, il trash e i vizi biechi o tecnologici degli umani piccoli piccoli.
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