Rapporto Conclave Moriano 1010

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
_Calime_
00martedì 20 luglio 2010 12:13

Partimmo il giorno 16 del mese verso la città di Thurania.
Io e Beleg trovammo già tutti i ribelli lì, tra cui tutti i nostri confratelli.
Rincontrammo tutti e abbiamo avuto la possibilità di scambiare parole anche con i Maghi Treoniani, Georgiana di Devonshire e Axis Everhate, persone dotate di grande carisma.
Durante la cena un certo Leopold, bardo, ci fece danzare al suono di musica, e a molti sicuramente venne somministrata nella pietanza una polvere pruriginosa.
Dopo che gli effetti svanirono, all’interno della taverna mi fu un po’ di trambusto, rimproverando Leopold del suo gesto inutile in un periodo di guerra.
Verso le ore undici della sera, noi Incantatori ci incamminammo per voler celebrare una Messa per benedire il luogo e purificare i nostri cuori.
Tutti parteciparono, a quella che doveva essere inizialmente una prova, anche il famoso Snaboraz.
La Messa fu molto toccante e riuscì a toccare i cuori e le menti di tutti i presenti, ma un flash interruppe tutto.
Ci dissero che non eravamo più presenti nella sala dove officiammo la Messa.
Ci cercavamo in tutti i posti del Castello, ma nessuno ci riusciva a trovare.
Sentivano le nostre urla provenire dal cortile, finchè non scoprirono che eravamo delle ombre.
Nel momento che li volevamo attaccare vi fu un flash e noi come ombre non c’eravamo più.
Continuarono a cercarci, nel frattempo noi eravamo ignari di quello che stesse succedendo.
Tutto ci venne raccontato dai presenti, poiché noi non ricordavamo e ricordiamo nulla di quello che è successo.
Uscimmo dal castello io e Cedric Mielescuro.
Gli altri ribelli pensavano che eravamo noi, ma vedendoci in modo strano ci fecero delle domande, a cui noi rispondemmo che eravamo due bambini: Ifigenia,di 10 anni, e Oreste, di 11 anni, Danir.
Dicevamo che volevamo giocare con loro e che eravamo devoti al culto di Ashalot e Jalamandra, tanto da pregarlo davanti a loro.
Dissero che Martino delle Torri, veniva chiamato da noi Maestro Pollonius, Flavio de Angelis Zio Claudio, Isabeau la chiamavamo Madre Morag e Beleg Padre Victor.
Eravamo legati al castello, Beleg - Victor e Isabeau – Morag avevano paura dei nostri compagni ribelli, cercando in tutti i modi di allontanarli.
Avevamo paura che qualcuno arrivasse.
Dopo essere più volte storditi, al nostro risveglio eravamo sempre la famiglia Danir, rivivendo il momento della nostra morte.
I nostri compagni capirono che il Maestro Pollonius, nonché Martino, e lo Zio Claudio, nonché Flavio, furono i traditori della famiglia, perché Victor Danir (Beleg) aveva ricevuto il compito di uccidere i suoi figli, io e Cedric, dal Capitano Miria; dal momento che si rifiutò tutta la famiglia venne sterminata compresi i traditori.
Venimmo fulminati, curati dai nostri compagni e portati in taverna.
Ci prendemmo molto tempo per riprenderci dalle ferite e capire cosa successe.
Possessioni ci dissero, e ci raccontarono quello che noi avevamo fatto.
Poco più tardi abbiamo avuto degli attacchi da strani mostri, dei polipi antropomorfi con tentacoli, gli stessi che attaccarono Thaos e Argentaria.
Facilmente vennero buttati giù.
Tuttavia il vero pericolo eravamo noi da posseduti in quanto attaccamo gli altri ribelli, uccidendo Claire Redfield.
La sera tutti fummo salvi e tranquillamente ci ritirammo nelle nostre stanze.
L’indomani mattina noi Incantatori ci ritirammo nella sala in cui pregammo la sera prima, parlando in maniera più approfondita con Georgiana e Axis dell’accaduto.
Incontrammo un uomo, provenire da Palaum, un certo Zorbio, elfo curatore ed erborista. Gli raccontarono, alcuni presenti, ciò che successe la sera prima nel castello.
Ci trasferimmo in taverna ed è lì che si venne a creare il trambusto.
Arrivarono un uomo di Venesia e due donne di Palaum. Dicevano che erano alla ricerca di cibo.
Io e Beleg perquisimmo i nuovi arrivati spiegando dei pericoli che si correvano.
Erano interessati a me, Beleg e Ardal in quanto licantropi poiché potevamo percepire gli influssi della spada custodita nel castello.
Sembravano puliti inizialmente: ma rapirono Ardal, perché volevano la spada trovata inizialmente da Tiberio e Lodovigo Wilfrid e consegnata a Beleg, e infine gettarono Alexandra Charnette, Balderr e un altro da una finestra.
L’uomo di Venesia chiamò Beleg dichiarandosi un melniboniano e lo portò con sé da Ardal puntandogli un’arma alla gola dicendogli che doveva essere solo e senza armi per parlare.
Beleg riuscì a far cenno ad alcuni presenti del pericolo a cui si erano esposti, riuscendo ad attaccarli e ucciderne due, la seconda donna però, prima di fuggire, venne morsa da Ardal.
Subito dopo abbiamo soccorso Alexandra, Balderr e l’altro uomo in fin di vita che erano stati defenestrati dai melniboniani.
Appena scampammo il pericolo decidemmo di riunire il Consiglio Moriano a cui partecipammo io, Beleg, Lodovigo, Martino, Ardal, Alexandra e Axis.
Nel mentre della riunione di nuovo i nostri corpi sono stati posseduti dalla famiglia Danir, ripercorrendo nuovamente tutto quello che abbiamo vissuto la sera prima: io e Cedric che volevamo giocare con loro, e i genitori che cercavano di allontanare gli intrusi dalla loro dimora.
Ci dissero che venimmo storditi più volte e legati.
Dopo essere rimasti io, Cedric e Isabeau gli unici posseduti, ci arrabbiammo con i presenti per la loro presenza.
Al flash scappammo rubando tutte le loro armi, e cercando di uccidere chi occupava il nostro castello.
Venimmo feriti e curati. Ritornammo ad essere noi stessi.
Una volta che tornammo in noi, venimmo rinchiusi in una stanza mediante un muro magico, mentre il resto dei ribelli era impegnato a fare un rituale per scacciare gli spiriti presenti nel castello.
Ci dissero che durante il rituale vennero attaccati dagli spettri del castello che presero sembianze demoniache.
Il rituale riuscì e ci incamminammo verso la taverna per la cena.
Subito dopo la cena venne rapito Lodovigo.
Rincontrammo la donna che fuggì la mattina: una certa Isabeau, la stessa che incontrammo a Sublacum.
Sia lei che un altro uomo continuavano a sostenere che noi avevamo la spada e che se avessimo consegnato la spada avremmo avuto in cambio la vita di Lodovigo.
Beleg e Ardal si allontanarono per parlare privatamente con la donna.
Poiché non seguimmo il loro compito, ci consegnarono Lodovigo morto.
Lo portammo in taverna e lì tutti i presenti salutarono per l’ultima volta il loro compagno.
I melniboniani ci mandarono demoni e le creature marine incontrate la sera prima.
Queste creature con il solo tocco sono in grado di avvelenare.
Tutti in taverna vennero avvelenati. Io, Beleg e Isabeau correvano per evitare ciò. Ma non fu così: caddi a terra avvelenata.
Una luce vide e una voce sentì, sentì la severa benevolenza di Alucard Strife.
Al mio risveglio mi trovai in mano Ardes, la spada di Alucard.
Andai incontro a Beleg, l’unico rimasto in piedi contro quelle creature marine.
Buttai a terra tutte le creature salvando il mio Beleg e tutti coloro che furono avvelenati in taverna.
La Spada, subito dopo, svanì. Ma sento ancora forte l’essenza e la presenza di Alucard che mi invase quel giorno.
L’uomo che si diceva essere un elfo curatore, Zorbio, in realtà era Alan delle Ceneri che ci consegnò il corpo decapitato di San Alankar Kalesh.
Facemmo un funerale e bruciammo il corpo.
Subito dopo molti si ritirarono, tra cui io e Beleg, mentre molti rimasero a dissezionare il corpo del mostro “polipo”.
L’indomani si continuava con la dissezione del cadavere.
Coloro che erano accanto al cadavere, ovvero Beleg, Martino, Axis e un certo Revan, nel mentre aprivano il cadavere furono colti da allucinazioni e terrore.
Io, che mi trovavo dietro la porta, entrai, stordì tutti e li portai fuori.
Axis, una volta che si riprese fu colto nuovamente da allucinazioni.
Dopo che tutto passò ricevemmo la visita di Cassandra e Kuranes congratulandosi con noi degli ottimi risultati ottenuti durante questo raduno.
Scambiammo molte parole con loro.
Personalmente io parlai con Cassandra: quest’ultima mi proponeva di passare dalla loro parte perché vedeva attorno a me una luce e una fede molto forte.
Kuranes invece conversava amichevolmente con Beleg e Tiberio Wilfrid.
Se ne andarono lasciando il castello nelle nostre mani.
Il castello adesso è di Tiberio Wilfrid.


Martino Delle Torri
00martedì 20 luglio 2010 18:10
Sono arrivato prima di Calime e Beleg, per cui aggiungerei una parte che si è persa e spero altri miei confratelli possano aiutarmi a completare.

Praticamente appena arrivato ho incontrato per la prima volta Isabeau Simaril, con lei c'era Cedric Mielescuro, e si è offerta di farci da guida e mostrarci il posto dove avremmo potuto fare la Messa secondo lei.
Abbiamo salito le scale e siamo arrivati su una specie di terrazzo intermedio che si allungava fino a una troba di scale scoperte che dava sui giardini, detto Minas Tirith. Lì ci siamo ritrovati anzitempo a parlare noi tre di teologia, delle divinità bandite, delle motivazioni, degli scopi degli Oscuri, della manipolazione e dell'Oblio.
Discussione affascinante e i cui frutti condivideremo al più presto con voi altri confratelli che eravate assenti e che già ha determinato alcune nostre azioni e preghiere nel Conclave Moriano.

In quanto ai rituali che dovevamo fare nel raduno, si disse che Lodovigo Wilfrid poteva essere stato maledetto a Treon, per cui decidemmo di controllarlo prima di fargli manipolare le energie del Circolo, ma la Maledizione del Castello ci impedì di fare sia il controllo che i rituali.
_____________________________________________________________

Lo spettro che possedeva il mio corpo si chiamava Polonius ed era sacerdote di Jalamandra in quello che credeva essere l'anno 793 E.M. Mi hanno detto che i due bambini dovevano essere sacrificati a Jalamandra, ma che i due genitori si erano rifiutati nonostante fossero ashalottiani. Polonius in qualche modo aveva chiamato un certo Capitano Miria perchè provvedesse a punire i traditori e a uccidere come previsto i bambini, con la complicità di Claudio (fratello di Victor Danir, il castellano), ma questo Miria una volta arrivato aveva ucciso tutta la famiglia lui compreso, e gettato una maledizione su di loro o sul castello stesso.
Un esame necromantico compiuto grazie a una pergamena su Cedric ha permesso di rivelare che avevamo una Possessione scatenata da una Maledizione. Il rituale di Georgiana di Devonshire ci ha poi liberati dai dannati.
____________________________________________________

I tre stranieri a pranzo con noi dicevano di essere contadini (anche se i vestiti non mi sembravano proprio da poveri a dire il vero, e avevano alla perquisizione reagenti di fulmine e di aura di protezione. Dopo una necromanzia di indagine alcuni di questi gli vennero restituiti (io da parte mia mi ero tenuto uno dei reagenti di aura che avevano lasciato su un tavolo). Dopo un primo attacco di demoni (si scoprì poi evocati da questi melniboneani che entravano e uscivano dalla sala da pranzo) apparve un foglio o almeno venne trovato, che parlava della spada dell'Alpha vagabondo e solitario che poteva essere trovata dove la mente dominava o creava il fuoco. La spada del Protettore Rughia di Frusino venne ritrovata e occultata da Beleg. Solo persone con sangue di licantropo potevano impugnarla o evocarne il potere (ragion per cu i i melniboneani poi cercarono di rapire quelle determinate persone).
________________________________________________________________

Durante o subito dopo il rituale per liberarci la mente vidi Alexandra Charnette stordita a un passo dal muro magico che ci imprigionava ma non il suo aggressore. Poco dopo arrivò Snaboraz ferito malamente alla gola e traballante, che minacciava e guardava storto tutti perchè pare sia stato aggredito presso il Circolo rituale dalla Ribellione, perchè si rifiutava di abbandonare la sua arma e allontanarsi. In seguito ci fu un litigio e credo anche delle denunce, ma potrà chiarirlo meglio Isabeau questo.
_______________________________________________________________

Il rapimento di Lodovigo accadde se non sbaglio dopo un attacco dei melniboneani, a causa del quale praticamente tutti i presenti uscirono a mosca impazzita fuori dal maniero, senza curarsi dei pochi che erano rimasti dentro, ovvero quasi solo Bardi e il sottoscritto.
Quando ci vennero date le condizioni per riavere Lodovigo Wilfrid si destò il caos più completo nella taverna in cui eravamo riuniti e si può dire tranquillamente che il nostro fu un rifiuto di cedere la spada più per aver fatto passare 25 minuti nel caos dei 15 dati per decidere che per scelta effettiva.
La spada di Rughia è una Zanna di Drago o ricavata da una Zanna di Drago e si dice esistano solo altre 3 spade simili, forgiate insieme.
Molti compresi se non erro Cedric e Isabeau, parlavano di dare l'arma perchè niente può valere una vita. Altri secondo me anche a ragione, dicevano che Lodovigo stesso ci avrebbe preso a ginocchiate nelle parti basse se lo scambio avesse avuto luogo (senza contare che dubito molto i melniboneani ce lo avrebbero consegnato illeso).
___________________________________________________

Quando arrivò il primo attacco dei "polipi", i mostri dell'attacco a Taos, fui avvelenato da uno di loro nascosto dietro l'angolo della porta della taverna mentre cercavo di trascinarmi dentro un ferito.
Nell'ultimo invece, previdentemente Balthazar Eshin mi diede un filtro di Immunità alle Pozioni grazie al quale seppur preso da ben due polipi riuscii a cavarmela per rientrare a curare i feriti quando i polipi voltarono l'angolo e mi persero di vista. Quell'ultimo attacco rischiava di finire davvero male se non fosse appparsa Ardes in pugno a Calime e se gli altri Incantatori non fossero tornati a vedere come stavamo (eravamo rimasti in ben pochi svegli per controllare la porta del castello e io ero l'unico Incantatore se non forse Flavio che se presente era però proprio al portone e non nella taverna).
___________________________________________________

In quanto a Kuranes Tibero e Beleg applicarono quella che chiamo "Tattica Kalairos", ovvero continuarono a far parlare Kuranes riempiendogli gentilmente la coppa di vino (8 volte), finchè si alzò sorridendo e se ne andò un po' incerto sui passi nonostante non si notasse con sguardo distratto.
Kuranes aveva fatto i soliti discorsi sull'Annullamento, sul tutto che tende alla fine definitiva e addirittura arrivò a concederci gentilmente il castello conquistato dai nostri sfrozi e non certo da lui, in nome del Re Gans.
Nel frattempo invitai Calime al tavolo vicino e lì pregammo insieme su 5 simboli atti a rappresentare i 5 dei che secondo noi sono gli opposti positivi degli Oscuri e che presiedono ai domini che questi stanno a mano a mano usurpando dal giorno del loro arrivo, e alla fine usammo una formula simile a quella del Cavaliere Miria sull'Altare d'Inverno, spezzando un sigillo come sacrificio di energia arcana a quegli dei positivi.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:11.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com