Raconto di paura..tanto per augurarvi la buonanotte....

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Nina@
00giovedì 14 ottobre 2004 02:24
Racconto di Paura
di Matteo Peroni


Eravamo arrivati al villaggio da due giorni quando successe la prima volta.
Alloggiavamo in una specie di bungalow sopraelevato, con una scala esterna che collegava la porta di ingresso alla stradina. Eravamo rientrati verso le due, dopo una serata nella discoteca del villaggio, e stavamo per addormentarci. Sentimmo bussare alla porta, saranno state le tre del mattino, e io mi alzai per andare a vedere chi era, un po anche speranzoso di trovare una, diciamo, piacevole sorpresa. In effetti la sorpresa ci fu, solo che non era proprio quello che mi aspettavo. Mi trovai davanti una bambina di circa cinque anni, con lunghi capelli ricci e con addosso una specie di camicia da notte bianca, pero' da bambini. Prima ancora che io parlassi, forse mi erano mancate le parole per lo stupore iniziale, lei mi chiese :"Mi scusi signore, avrebbe un po di acqua da darci che l'abbiamo finita?"
"Sic..certo.." bofonchiai io, e mi diressi verso il frigobar. Le cose da dire in una situazione del genere sarebbero state diverse, tipo cosa ci faceva una bambina di cinque anni in pigiama in giro sola alle tre del mattino a chiedere dell'acqua; ma decisi che la cosa non mi interessava, un po forse a causa di un piccolo sentimento di delusione per la mancata gradita sorpresa. Tornai allingresso con una mezza gasata in mano. Ecco qua.
Lei non cera piu'.
Uscii sul pianerottolo e guardai fuori. Niente. C'era una leggera brezza che muoveva le foglie degli oleandri. Guardai in direzione del viottolo. Dagli altri bungalow non arrivava nessun segno di vita. Le luci erano tutte spente. Un brivido freddo mi scosse il corpo, un po per il venticello che si era alzato e un po per la situazione, ma io non volevo ammetterlo. Guardai intorno ancora per un paio di minuti. Dalla piazzetta del villaggio ogni tanto arrivava qualche risata, il che voleva dire che qualche amante delle ore piccole ere ancora in giro. Non so perche' rimasi li a guardarmi intorno,forse speravo che quella bambina saltasse fuori allimprovviso dicendo che mi aveva fatto uno scherzo.
Invece non successe nulla. Rientrai. Guardai Luca che dormiva.Domani glielo diro' pensai e mi rimisi a letto, sperando di addormentarmi in fretta, ma non avevo piu' sonno.
Andammo in spiaggia verso mezzogiorno.
Non hai sentito niente stanotte? chiesi a Luca, mentre stavamo camminando. A dire il vero mi ero dimenticato della bambina, ma all'improvviso mi venne in mente, dandomi una specie di pizzicorio allo stomaco.
No,cosa?
Verso le tre, piu' o meno, hanno bussato alla porta e...
Cazzo dici? Guarda che hai sognato, anzi, forse era meglio andarci piano con i gin-tonic, ti ricordo che ne hai bevuti piu' di..
Non sto scherzando
Forse avevo esagerato con il tono della voce, perche' Luca mi guardo' sgranando gli occhi.
Ok, ok, non ti incazzare, dimmi
Insomma apro e chi trovo? Una bambina che mi chiede dell'acqua.
Una bambina? Alle tre del mattino? sorrise, accendendosi una sigaretta.
Si, cazzo, una bambina. Ma adesso arriva il bello.
Eh, allora? Vai avanti disse Luca con un sorrisetto che lasciava intendere che la cosa lo stava interessando.
Vado a prendere una mezza gasata, torno e lei non cera piu'.
Come non cera piu'?
Sparita. Gia' non sapevo cosa fare o dire quando me la sono trovata li, in piu' questa mi sparisce.
Uno scherzo. Ti hanno fatto uno scherzo.
Si, alle tre di notte dei genitori non sapendo cosa fare dicono alla figlia di cinque anni di andare in giro a chiedere dell'acqua e poi di nascondersi.
E allora?
Poi comunque sono uscito a controllare e non c'era nessuno. Il vialetto abbastanza lungo, non ci sono tanti posti dove nascondersi. Avrebbe dovuto correre via e avrei sentito perlomeno i passi sulle scale. Quindi i casi sono due. O era la figlia bianca di Maurice Green, oppure
Oppure?
Esitai.
Oppure non lo so.
La giornata e la serata passarono in fretta.
Andammo a dormire verso le due e mezza, dopo aver fatto il pieno di gin tonic come al solito. Non ero particolarmente stanco, ma mi addormentai quasi subito.
Sentii bussare.
I miei sensi si attivarono contemporaneamente. In un attimo fui pronto e sveglio.
Chiamai Luca.
Svegliati ohi.sveglia
.Mmmm.. cazzo vuoi?
Hanno bussato.
Bussarono di nuovo.
Vidi sul volto di Luca quello che era successo a me. In un attimo anche lui si sveglio'.
Ci alzammo contemporaneamente. Mi diressi verso la porta e la aprii.
Lei era li.
Mi sentii di pietra.
Mi scusi signore, avrebbe un po d'acqua per favore?
Non so per quanto tempo rimasi a fissarla, momenti che per me parvero eterni.
La verita' e' che non sapevo cosa rispondere. Sembrava quasi che quella bambina ti entrasse nella mente, quasi ti ipnotizzasse con i suoi occhi. I suoi occhi. Non avevo notato fossero cosi chiari. Voglio dire, erano azzurri, ma chiarissimi, acquosi. Non avevo mai visto occhi cosi.
Arrivo' Luca. La guardo', mi guardo' e ando' verso il tavolo a prendere una sigaretta.
Dell'acqua hai detto? la voce mi tremava, ma in maniera impercettibile.
Ok.aspetta qua.
Non so perche' dissi di aspettare, forse per quello che era successo la sera prima. E comunque avrei dovuto dire altro, per esempio come mai se ne fosse andata via o se fosse uno scherzo e non so quante altre cose. Sta di fatto che non dissi nulla. O meglio, non riuscii a dire nulla. Era come se non avessi piu' il controllo di quello che volessi dire o fare. In realta' non mi sarei mai sognato di andare di nuovo a prendere dellacqua per lei, ma una parte di me mi costrinse a farlo, quasi a voler vedere se lei fosse rimasta oppure no. O forse non ero io che controllavo il gioco. Mi diressi verso il frigobar, presi una bottiglia di acqua e tornai verso la porta contemporaneamente a Luca, che si era appena acceso una sigaretta.
Sparita.
Di nuovo.
Balzai fuori, seguito da Luca. Niente. Guardai vicino agli oleandri, dove mi accorsi che cerano due cespugli che avrebbero potuto nascondere una bambina. Niente.
Dove cazzo e' andata?
Che ne so?! risposi continuando con gli occhi a cercare un movimento che mi avesse rivelato la sua presenza. Ancora niente. Guardai sul tetto. Non so perche', ma guardai sul tetto. Niente.
Hai visto? Eh? Che ti dicevo?
Dove cazzo e' finita?
Luca mi guardo' serio.
E' uno scherzo? Mi state facendo uno scherzo? Non e' divertente
Nessuno scherzo. Te lavevo detto. Anchio vorrei sapere cosa sta succedendo, se permetti!
Ma non e' possibile! Cristo santo, una bambina non puo' andarsene in giro di notte sparendo e riapparendo quando vuole! Giuro che se becco chi e'
Lo interruppi.
Domani andiamo dal direttore e ci lamentiamo che c'e' una bambina che si diverte a
A spaventarci, Cristo dio!
No, a prenderci in giro dissi, perche' non volevo ammettere che Luca aveva ragione. Maledettamente ragione.
Ci alzammo praticamente all'alba, anche perche' non dormimmo piu'.
Andammo dal direttore del villaggio e cercammo di spiegare l'accaduto. Lui ci disse che cerano tante famiglie con bambini piccoli e che sarebbe stato difficile capire chi fosse responsabile. Comunque ci garanti' che avrebbe fatto delle ricerche.
Andammo al bar a prendere un caffe'. Mi sedetti sullo sgabello, con lo sguardo perso nel vuoto.
Cristo.ma non e' lei quella?
Mi girai di colpo verso Luca. Stava guardando una foto appesa al muro, proprio dietro la cassa.
Guardai la foto. Ebbi un tuffo al cuore. Era lei.
Provai una sensazione strana, un misto fra inquietudine e sollievo.
Chiediamo subito al tipo. disse Luca
Ovvio risposi, cercando di mascherare la mia emozione.
Mi scusi? fece Luca, cercando di attirare l'attenzione del barista.
Prego mi dica
Senta... presi la parola Dovrei chiederle una cosa. Non sapevo come e da dove cominciare.
Sono qui disse lui sorridendo. Alla fine mi decisi, optando per la semplicia'.
Sa per caso chi e' la bambina di quella foto?
Lui si giro' verso il muro. Mandai gi la saliva, in attesa della risposta.
Quale, quella? Certo che lo so, e' Anna, la figlia del gestore.
Anna. Adesso sapevamo anche il nome. Provai quasi un senso di liberazione. Forse abbozzai un sorriso. Per un attimo scacciai tutti i pensieri e le ipotesi assurde che avevo fatto. Almeno adesso potevo lamentarmi con qualcuno.
Ma fu breve.
Poverina, e' annegata l'anno scorso. Una vera tragedia. Aveva solo sei anni.
La terra mi parve tremare sotto i piedi.
E' caduta in acqua mentre giocava sul molo. Deve aver perso i sensi battendo la testa su uno scoglio, perche' nessuno ha sentito niente. Sospiro'.
Poverina pensi che il padre..ma si sente bene?
Sentii caldo. Una vampata di calore infernale mi pervase e mi avvolse completamente nelle sue spire. Non avevo piu' sentito una parola dopo che lui disse annegata. Tutto il resto non contava piu'.
Annegata.
Quindi morta.
Non poteva essere vero.
Tutto ok?
Stava parlando con me.
Cosa? Si certo certo poverina
Mi girai verso Luca. La sigaretta che aveva tra le dita era praticamente tutta cenere. Non avrei saputo descrivere la sua espressione. In tutti gli anni della nostra amicizia, era la prima volta che gli vedevo una faccia simile.
Mi alzai di scatto e lasciai delle monete sul tavolo per pagare i caffe'.
Grazie e arrivederci dissi e feci per andarmene.
Andiamo, Luca? e lo guardai come per dirgli Si lo so, e' assurdo e non ci credo, ma non dire niente, ok ?
Uscimmo dal bar. Cominciammo a camminare senza meta.
Non ci credo.voglio dire non...
Luca cosa vuoi che ti dica anche secondo me e' una cazzata, ma
Ma cosa? Non mi dirai che ci credi, vero ?
Restai zitto.
CI CREDI ? MA NON DIRE CAZZATE, MA NON HAI VISTO CHE CI STAVA PRENDENDO PER.
A me NON sembrava che ci stesse prendendo in giro!
Mi guardo' a bocca aperta.
E poi perche' scherzare con un argomento del genere? Non si scherza con insomma con queste cose ...tragedie e compagnia bella!
Restammo zitti per qualche secondo.
Magari ci stanno facendo uno scherzo. Disse Luca. MA CERTO! Sono tutti daccordo. La bambina, il barista.il direttore tutti
E perche' ? E ti ricordo che lei Anna e' sparita troppo velocemente. Te lo ricordi questo, vero?
Sembra quasi che tu ci voglia credere e non capisco perche'
Non dissi nulla. In effetti una parte di me voleva credere a questa storia. Il perche' mi era ignoto. Non ero poi cos spaventato, ero piuttosto elettrizzato.
La giornata passo' lentamente. E venne la sera.
Mangiammo velocemente. Tra me e Luca ci fu una sorta di tacita attesa comune per quello che sarebbe successo quella notte. Continuammo a guardare lora, praticamente ogni cinque minuti. Restammo fuori fino alluna e trenta, poi rientrammo.
Meglio, cosi' se in anticipo
Cazzo dici, Luca
Non volevamo ammettercelo, ma avevamo paura. Ci sedemmo sul letto e accendemmo una sigaretta.

Le due.
E se stasera non viene? chiese Luca ad un tratto.
Verra'.sono sicuro e annuii con la testa, guardandolo.

Le due e trenta.
Il portacenere era stracolmo di mozziconi. Il tempo ci sembro' essersi fermato, tutto scorreva molto piu' lentamente. Mi venne in mente la vigilia di Natale. Quando ero piccolo, quella era la notte piu' lunga dellanno. C'era l'attesa per la mattina seguente, quando avremmo aperto i regali. Sarebbe passato Babbo Natale? Ero stato abbastanza buono? L'adrenalina scorreva a mille. Allora come adesso. Lunica differenza era che noi non sapevamo cosa e fino a quando aspettare. E forse sarebbe stato meglio aspettare il Natale.

Le due e quarantacinque.
Ebbi un tuffo al cuore, non appena vidi l'ora sul mio orologio.
Chi ti dice che arrivi alle tre, scusa?
Piu' o meno ieri e laltro ieri arrivata a quellora.
Ma non indicativo. Magari stanotte non viene.
Speri di no, Luca ? Non vuoi sapere chi o cosa sta succedendo ?
No, non questo per devi ammettere che comunque...

I tre colpi che sentimmo alla porta ebbero l'effetto di un terremoto.
Guardai l'orologio. Le due e cinquanta. Era in anticipo? No, eravamo stati noi a credere che lora X sarebbe stata le tre. Solo che adesso eravamo totalmente impreparati.
Ci siamo disse Luca guardandomi e con gli occhi sbarrati.
Spensi la sigaretta e mi alzai. Il cuore mi pompava nel petto come se avessi corso per un ora senza mai fermarmi. Mi avvicinai alla porta e toccai la maniglia. Guardai Luca dietro di me. Chissa' se le sue emozioni in quel momento erano uguali alle mie. Mi fece si con la testa. Deglutii e aprii la porta.
Una scossa di adrenalina mi pervase dai piedi fin su alla testa.
Era li.
Stessa camicia da notte.
Stessi capelli.
Stessi occhi.
Stessa domanda.
Guardai Luca. Dovevo farlo. Non aveva senso tutto il resto. Feci appello a tutto il coraggio che avevo. Non volevo farlo, ma dovevo. Inspirai.
CCome ti chiami
AAAAANNNAAAAAA lo gridai con tutta il fiato che avevo, cercando nel mentre di cambiare i toni della mia voce e di assumere un volto il piu' tremendo possibile.
AAAAAHHHHHHoddio grido' Francesca, e con lei Paola, la ragazza che le era seduta di fianco.
Ci fu una risata generale.
Ma sei scemooo? disse Francesca, portandosi le mani al viso.
Io risi.
Ogni volta e' sempre meglio disse Stefano La storia di Anna e' fantastica, fa sempre la sua figura e il suo effetto.. rise.
Per poco non mi veniva un colpo..disse Paola E io che ci credevodio che spavento..
Cominciarono tutti a commentare e a scherzare sulla storia di Anna.
Io li guardai e mi accesi una sigaretta.
Pensai a Luca. Tutte le volte che ho raccontato questa storia nessuno mi ha mai chiesto di lui. Chi fosse. Soprattutto dove fosse. Appena capivano che era tutto finto, si dimenticavano di lui.
Io la conoscevo gia' disse Marco, un amico di Stefano che io conobbi solo quella sera.
Ma non ho detto niente, non volevo rovinare tutto.
Lo guardai annuendo. Gli sorrisi. Pensai che era pazzesco. La storia di Anna era gi diventata una leggenda metropolitana. Altri nomi, altre sfumature. Perfetto.
Il mio analista ha avuto una grande idea quel giorno. Probabilmente non mi ha mai creduto neppure lui. Disse che sarebbe stato meglio cosi'.
Disse che avrebbe fatto parte della terapia. Disse che a furia di raccontarla come storia inventata di paura, forse un giorno avrei confuso realta' e fantasia e mi sarei dimenticato. Di Luca. Il mio migliore amico. Che si sparo' quando tornammo.
E che mi sarei dimenticato di lei, di quello che vidi e della risposta che mi diede.
Mi chiamo Anna.
E scomparve.




[Modificato da Nina@ 14/10/2004 10.37]

tazziana
00giovedì 14 ottobre 2004 22:18
Copio,incollo e in un secondo momento tremerò.
[SM=x131210]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:04.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com