Quasi-quasi mi sveglio
Mio fratello, ostentato pragmatico-pubblicitario che desiderava fare tutto il figo-furbetto tipo “magister elegantiarum” con la passione per le auto d'epoca, quasi mi rimproverava più volte d'essere essenzialmente un sognatore; se la poesia non poteva 'andare'(=funzionare) specie nel mondo ricorrente, mi diceva: “Cambia prodotto!” Oppure sentenziava impietoso: “Ma guàrdati! Rimani lì 'così', inebetito e astratto come un corpo inerte...”- “Non ti preoccupare”, meditavo, ora potrei finalmente rispondergli: “QUASI-QUASI mi sveglio.” - Avevo per altro a lungo meditato ciò che Ezra Pound scrisse di sé: “Non so se io mi sveglierò”.
Mio fratello è morto da più di dieci anni, e Bukowski m'ha insegnato che “Il mondo non l'ho mai capito, ma sono ancora vivo”.
Nacqui a Milano, che ad essere obiettivi sarebbe diventata ma solo fino a un certo punto "livida e sprofondata per sua stessa mano" (come attesta in una sua canzone Ivano Fossati). Vissi per molto tempo sulle colline intorno ad un lago piemontese: da quei paesi di funghi porcini(buoni e satanici) ho ereditato il mondo fiabesco dell'infanzia, imparando soprattutto dai faggi le mie radici (da tempo sradicate) come dita di maghi celti ed etruschi, seguendo le occulte tracce degli antichi Osci campani e liguri-piemontesi, di origine iberica.
Ho sempre amato molto questi versi di un poeta polacco, anche se mi riesce molto spesso troppo difficile metterli in pratica - in questo attualmente 'mestiere di sopravvivere' che deve risultare anche la scrittura:
“Egli dall’immondo strepito
di parole slabbrate, salva
poche frasi austere e chiare.”
(Czeslaw Milosz, premio Nobel 1980)
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1. (mia Variante)
Ah, se davvero fossi
particella aliena
di poesia incarnata
(una sorta di “maya galattico”)...
Non sarebbe forse meglio sentirmi fin d’ora
‘‘poesia disincarnata’’?
2. (Ecco lo stile abbastanza originale sia per forma che per contenuto, di un ex-blog scritto pressoché interamente in italiano, non ho guadagnato un euro per mia imperizia tecnologica, ma ho avuto tuttavia quasi tre milioni di visitatori internazionali et molte migliaia di commenti in inglese, molti dei quali davvero squisiti da riuscire a portarmi in paradiso, quasi dimentico per un po’ degli stressanti affanni, ovvero svariati&molteplici infernetti che sto attraversando; quindi è stato un blog davvero molto anomalo, specie con i tempi ultra-standard che corrono).
E meditando tra gli altri:
Con me c'è l'assoluto o non v'è niente (Antonin-Artaud) -
Sentieri interrotti (Martin Heidegger) -
Che ci faccio io, Qui? (Bruce Chatwin) -
La Poesia dimenticata, quella nella fattispecie di Dino Campana, (per vocalizzi magniloquenti di Bene Carmelo ) -
Non al denaro, Non all'amore né al cielo, ovvero: da E.L. Masters, In direzione ostinata e contraria (secondo De Andrè-padre, che fu il padre di noi tutti cresciuti un bel po' diversi)...
Aggiungerei magari quello che ci manca, forse con l'ausilio di qualcuno o di qualche 'deus-ex-machina' (più razionale e dunque meno lacero-lacerato di me, almeno attualmente).