RISTORATORI DI ROVINE

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claudio.41
00lunedì 10 aprile 2006 18:46



(Isaia 58 : 7-12 ; 61: 1-6)

Ministero delicato e nascosto, spesso malinteso, e per cui occorre molto soffrire. Non è il testimoniare a quelli che mai udirono, nè il pascere agnelli e pecore, e nemmeno il confermare i fratelli, benchè bisogna essere passati per tali linee.
E' qualche cosa che suppone tutte queste capacità di servizio, più, un adattamento ad un lavoro, dove altri non avrebbero speranza di riuscita. Tale ministero richiede speciale preparazione. Esso è di grande prezzo nel cospetto di DIO ; ma spesso non solo è sconosciuto, ma anche malignato dall'uomo.

La preparazione : " Che tu rompi il tuo pane con chi ha fame; che tu raccolga in casa i poveri erranti ; che quando vedi qualcuno nudo, tu lo copra, e non ti nascondi dalla sua faccia" (Isaia 58:9-10)

Seguono le promesse : " Allora la tua luce spunterà come l'aurora, e il tuo ristoro germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, la gloria del Signore sarà la tua retroguardia ".

La promessa si riferisce a quello che il Signore farà nella persona stessa che vuole usare. Non potremo, infatti, essere di aiuto agli altri, se prima non saremo noi stessi stati benedetti.
"Il tuo ristoro germoglierà prontamente". Vi è una storia nascosta nel fututro ristoratore di rovine, che ne dice che lui stesso ha bisogno di conoscere cosa sia essere ristorato. Questa storia non la conosce nessuno. Il ristoramento è stato atteso a lungo, chiesto con insistenza e non ottenuto quando si è chiesto, ma quando non si pregava più, esso è germogliato subito.

" Allora tu chiamerai , ed Egli dirà : Eccomi" .
In quel chiamare, senza bisogno di pregare a lungo, e in quel pronto rispondere di DIO, che si mette come a disposizione col dire "Eccomi", è descritta una vita di intima comunione e vittoria.

Segue un altra preparazione : " Se tu togli dal mezzo di te il giogo, l'alzare il dito e il parlare iniquità" (nelle moderne Bibbie abbiamo "il dito accusatore e parlare con menzogna").

pare incredibile che ci sia bisogno di ciò. Togliere addirittura, con una determinazione decisa, dal mezzo di te, non solo da noi , ma ad ogni cosa che ne circonda, togliere il giogo. Non solo non dobbiamo caricarci di giogo che non sia quello di Cristo, ma di non caricarne altri. Non cercare di signoreggiare nessuno; le anime appartengono al Signore , e non dobbiamo asservirle a noi . "L'alzare il dito" , cioè prendere di mira qualcuno, indicarlo. Non dobbiamo additare nessuno nel bene, se non nel Signore; e non dobbiamo prendere di mira da farne un pubblico spettacolo nessuno, sia pure un empio : additare il male bisogna, senza inveire contro le persone . Non è che qualche volta non si possa fare un esempio; si può , ma non insistere nell'indicare l'uomo all'uomo, sia nel bene che nel male.

" E il parlare iniquità" __ quanto ancora rimane (e proprio a questa altura)! Iniquità : il peccato nascosto; vorrei usare una frase : il peccato religioso, dei religiosi, che ancora abbisognano di essere lavorati nelle parti intime del loro essere. L'esterno è aggiustato , ma ancora si deve cessare da qualche cosa, non solo non operare più nel male, ma nemmeno parlare iniquità, usare cioè, raggiri tortuosi di parole, per raggiungere scopi che non ci azzardiamo di prendere di fronte.

E' necessario che si allontani dall'iniquità chiunque nomina il nome del Signore.
E ancora : "Se supplisci ai bisogni dell'affamato, e sazi l'afflitto". Prima ha detto di rompere il pane a chi ha fame, raccogliere i poveri erranti e vestire i nudi, ma ora richiede qualche cosa di più, e che è più difficile degli aiuti materiali.
"L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di DIO ". In ciò di cui l'uomo vive , è compreso quello che è richiesto al futuro ristoratore di rovine.

Giobbe chiedeva ai suoi amici di essere ascoltato; ciò gli darebbe stato come conforto . "Abbiate pietà di me, abbiate pietà di me, o voi, amici miei" ; richiedeva un pò di considerazione.


Gesù stesso ebbe bisogno di Betania, la casa dell'amicizia, e volle tre discepoli vicini a Lui, a vegliare, in Getsmane.
L'anima vive non di pane materiale; l'afflitto non è rallegrato con vestiti. Bisogna aprire l'anima all'altra anima affamata e saziare l'afflitto. Occorre una disciplina di tenerezza e considerazione che ci fa pronti ad ascoltare , con pazienza, anche i lamenti di qualcuno, e penetrare i suoi pensieri. Maria di betania, materialmente, non diede nulla a Gesù, quando Gli si sedè ai piedi per ascoltarlo. Marta, materialmente, era più generosa; però Maria aveva capito il vero bisogno.

Aprire l'anima all'affamato di tenerezza dell'altra anima, e saziare l'afflitto. Che Ministero! Ci vuole IN NOI Colui che lacrimò davanti alla tomba di Lazzaro, Colui che fu pronto a dire a Iaro che non temesse, ma che solo credesse. Colui , che altra volta, dopo aver fermato i portatori di una bara, disse alla madre del figlio unico : "Non piangere", e che disse alla Maddalena : "Donna, perchè piangi? Chi cerchi?". Questo è : aprire l'anima all'affamato, saziare l'afflitto.

La promessa:

" La tua luce si leverà nelle tenebre, e la tua oscurità sarà come il mezzogiorno. E il Signore ti guiderà sempre, ti sazierà nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa e tu sarai come un giardino ben annacquato, come una fonte la cui acqua non manca mai" .
La promessa si stende ad altri, perchè il Signore benedice la discendenza in mille generazioni di quelli che amano LUI. Prosegue:

"I tuoi ricostruiranno sulle antiche rovine; tu rialzerai le fondamenta gettate da molte età e sarai chiamato il riparatore delle brecce, il restauratore dei sentieri antichi, per rendere abitabile il paese" .
Forse non saranno i tuoi fratelli di chiesa che così ti chiameranno. Ad essi il tuo ministero apparirà esagerato, ma DIO ti chiamerà di un nome che rimarrà per sempre.

C'è ancora un altra linea di preparazione che viene citata più sotto. Questo passaggio ci mette più da vicino alla scuola di Colui che solo può farci Ristoratore di rovine. Lui è sceso dal Cielo per ristorare rovine antiche.

" Lo Spirito del Signore Iddio è sopra di me, perchè Egli mi ha unto PER (si noti quel PER, per cui capiremo che tutte le unzioni, hanno di mira ciò che segue a quel "PER") per annunziare la buona novella ai mansueti; mi ha mandato per fasciare il cuore rotto, per dare libertà ai prigionieri; per proclamare l'anno della benevolenza del Signore" (Isaia 61:1-6).

A questo punto Gesù cessò di leggere nella Sinagoga di Nazaret, per dirci che non sapremo annunciare il giudizio, se prima non avremo dato il messaggio della Grazia. Mentre il tempo della grazia è chiamato "anno", quello della vendetta è chiamato "giorno". Un giorno in confronto di un anno. certo, l'ira Sua dura un giorno , ma la Sua Benignità è eterna.

Il messaggio iniziato nella sinagoga di Nazaret, lo Spirito Santo lo continua nella Chiesa a quelli che Lui ha preparati a riceverlo. Un poco del messaggio, indirettamente, fu continuato anche a Nazaret, in quegli accenni a due forestieri; una povera vedova e un generale dell'esercito straniero e nemico, Naaman di Siria. E l'accenno a questi due sprezzati dall'orgoglio del popolo ebreo, riempì di furore quelli della sinagoga, e riempie sempre di furore il popolo non veramente convertito. ma torniamo al messaggio stesso.

Quello che ha fatto Lui, vuole che, nel Suo Nome, per la grazia che è in Lui, e da Lui, lo facciamo noi : quattro cose:
DARE L'EVANGELO AI MANSUETI. Per questo era stato unto. Ed era stato mandato PER FASCIARE QUELLI CHE HANNO IL CUORE ROTTO. L'idea è come di un bambino tenero che non può reggersi se non è fasciato.
DARE LIBERTA' A QUELLI CHE SONO IN CATTIVITA' (ci vuole coraggio, perchè l'uomo non vuole perdere l'autorità sull'altro uomo), ED APRIRE IL CARCERE AI PRIGIONIERI. Quattro linee di ministero, l'uno che segue l'altro e che non può venire se non si conosce quello che precede. moltitudini ci passano davanti che hanno bisogno di tali ministeri.

Dopo l'accenno all'anno di benevolenza, ed al giorno della vendetta, si legge di una preparazione che Egli farà ad un popolo speciale, il quale ha già sperimentato le quattro linee sopra citate.

" Per consolare tutti quelli che fanno cordoglio".

Il primo ufficio dello Spirito Santo è di consolare. Beati quelli che fanno cordoglio, perchè saranno consolati.
E poi, dopo averli consolati : " Per proporre a quelli di Sion che fanno cordoglio" . Proporre . Il Signore fa un invito ad un popolo speciale, che noi chiameremo per intenderci "popolo di cordoglio". E' più che cordoglio occasionale, e che è già consolato, ma è un popolo, in Sionne, che ha una vocazione e un inclinazione tutta sua di fare cordoglio.

Sono coloro che più di altri, vanno assimilando del Figliolo dell'Uomo quella parte che Lo fa chiamare l'Uomo dei dolori, esperto in sofferenze.

Un giorno, a queste anime così preparate e così immedesimate in Gesù, viene, per lo Spirito Santo, fatta una proposta. Forse la mente non capirà, ma proposta e accettazione avvengono nello spirito.

" Che sarà loro data una corona di gloria in cambio di cenere;
Olio di gioia, in cambio di duolo, manto di lode in cambio di spirito angustiato"
.

Tre cose promesse al posto di tre che si debbono soffrire:
Passare per la cenere, per il duolo, e per lo spirito angustiato.

Il massimo che una persona possa soffrire è prefigurato in queste tre espressioni . Ridotti in cenere, nulla più da bruciare. Inceneriti fino a quella statura a cui si è pervenuti, e così inceneriti, spesso coperti di dolore, stretti da uno spirito angustiato . Alcuni sono arrivati all'orlo della disperazione. Nessuna gioia è sentita nella presenza el Signore , perchè stretti e costretti da ogni lato. Quelli che hanno avuto qualche esperienza dicono che i più grandi dolori sono quelli dello spirito.

Ma è vero che anche le più grandi gioie sono quelle dello spirito. tre cose contrapposte ad altre tre. Si leggono insieme, ma non vengono insieme. Il lavoro è alternato; nè è detto quanto tempo si rimanga in una condizione per passare all'altra. Nè, fatta l'esperienza di cenere o di duolo o di spirito angustiato, si è sicuri che le successive esperienze non faranno soffrire. No : le esperienze del Cristiano, per simili che siano, non saranno mai uguali.

Qualcuno ha detto che la umiliazione senza l'ignominia c'inorgoglirebbe. Perciò , le prove vengono in modo davvero umiliamte, talchè quasi disperiamo nella nostra relazione con DIO. Sembra che non abbiamo più nulla e che DIO ci abbia abbandonati . Finchè si è nella prova, nessuna memoria può aiutare, se non in piccola parte. Se non viene qualche cosa di nuovo dal Cielo, si rimane nella cenere e duolo e spirito angustiato.

Un idea di "olio di gioia" si ha dagli ultimi versi delle Beatitudini, quando è detto che vi saranno persecuzioni : "Rallegratevi e giubilate". Il giubilo è doppia allegria, e si riferisce ad una allegria tutta interiore.

"Beato il popolo che sà cosa sia il giubilare" (Salmo 89:15). La più grande allegrezza , l'hanno coloro che soffrono di più per il Signore. La vita cristiana è piena di contrasti. Gesù ebbe i più grandi giubili perchè ebbe i più grandi dolori.


" E saranno chiamati querce di giustizia. Piante che il Signore ha piantate per glorificare Sè stesso". Non si chiameranno essi, ma il Signore li chiamerà, quale sia l'appellativo che gli uomini daranno.

Ora viene la promessa del lavoro che sarà loro dato da compiere:
" E riedificheranno il luoghi desolati già da lungo tempo;
"E raddrizzeranno le rovine antiche;
"Rinnoveranno le città desolate;
"E deserti di molto tempo addietro";
.

Da ogni lato la Misericordia di DIO splende sulle rovine dell'uomo. Non si leggano questi passaggi coll'idea di secoli. DIO non misura il tempo come l'uomo lo misura.

Desolazioni, rovine, deserti, possono avverarsi in pochi anni, o anche in pochi giorni, in una persona sola o in una radunanza. Rovine, desolazioni, abbandoni, per cui un occhio superficiale, anzi nessuno che non abbia, per grazia , speciale preparazione, non può sperare alcuna cosa.
Un giorno arriva qualcuno del popolo di cordoglio, che è stato addolarato, angustiato, incenerito, e che è stato consolato, rallegrato, illuminato e che ricorda come lui è stato ristorato e benedetto, e a cui lo Spirito Santo, proprio in presenza di quelle desolazioni , riporta a mente la benignità che DIO ha avuto a lungo con lui, da cui nessun uomo avrebbe potuto sperare alcunchè, se avesse saputo quello che Iddio conosce. Lo Spirito Santo gli fa volgere uno sguardo di amore a quelle rovine, e gli dirà di mettere, nel nome di DIO, la mano dove altri non la metterebbero. Ed egli, con allegrezza, e con la forza che gli viene dalle grandi determinazioni, e il coraggio che è figlio della Pietà, inizia a fare ciò che ad altri può sembrare assurdo, o anche peccaminoso. E , nel nome di Colui che tutto può, comincia il lavoro di ristoramento; lavoro straordinario che assorbe tutte le facoltà dell'anima, e ritiene la più grande tenerezza ed accorgimento. Egli è sicuro che il Signore ristorerà a mezzo suo; sà che ha una missione da compiere.

Chi scrive conosce qualcuno che, quando arrivava in qualche luogo, a predicare, attraeva coloro che erano tornati nel peccato e per i quali nessuno aveva più speranze. ma questo ministero costa. Toccherà udire di voi che amate il male; e che amate i disordini; ma coraggio, ricordatevi di Gesù, che fu chiamato amico dei pubblicani e dei peccatori. E ci sono sventurati più grandi, e sono caduti da uno stato di grazia, quelli scoraggiati e avviliti, o per sventure e peccati, o per incontinenze e superbia dello stesso popolo di DIO.

Le scuole delle grandi città hanno delle classi speciali per i più incorreggibili, e meno intelligenti. DIO ha servitori che prepara a lungo , per raccogliere uno scarto, su cui altri non sperano , anzi, guardano con disprezzo.

Ed è per questo che la cooperazione in quest'opera di ristoramento , non viene da dove la si aspetterebbe : "E gli stranieri pascoleranno le vostre greggi; e i figlioli dello straniero saranno i vostri agricoltori e i vostri vignaiuoli".

E' la cooperazione che viene da un popolo sprezzato, allontanato dalla maggioranza, per raccogliere sprezzati.

ma ne vale la pena. La promessa è : "E voi sarete chiamati Sacerdoti del Signore" . Il sacerdozio è per offrire sacrifici. Quest ristoratori hanno sacrificato sè stessi, si sono presentati alla rottura, si sono messi tra "vivi e morti".

" E sarete nominati: Ministri dell' Iddio nostro". L' aiuto dato ad altri, tornerà in immense benedizioni . " Voi mangerete le ricchezze delle nazioni, a voi toccherà la gloria".

Non è togliere nulla ad alcuno, ma nel bene di queste moltitudini sprezzate, e nella gloria, si ha comunione di godimento. Nella salute e ristoramento di moltitudini, nella gloria che è posta davanti, è la letizia, perchè gli altri godranno della sua (del servo) crocifissione, egli andrà avanti soffrendo vituperio. E le corone di molti saranno accumulate sul capo di lui , non per ambizione, ma perchè il bene e la gloria altrui, di quelli che lui ha amati, e per cui ha sofferto, è come fatto a LUI stesso. E' il benefattore, che vive nell'allegrezza e gloria dei beneficati
claudio.41
00venerdì 28 settembre 2012 21:22
Pattybolzano
00sabato 15 giugno 2013 23:21
[SM=x795143]
Pattybolzano
00martedì 30 dicembre 2014 23:40
[SM=x795136]
RPaola
00giovedì 28 marzo 2019 21:39
[SM=x795143]
RPaola
00venerdì 29 marzo 2019 00:03
Dio come è bello quello che hai scritto... [SM=x795135]
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