RIBELLI - Keitradir

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Kudrak
00mercoledì 6 aprile 2005 13:36
Ormai sono passati più di tre mesi da quando mi sono unito all’esercito dei ribelli, un esercito formato da ex contadini scacciati dalle loro fattorie da immonde creature, guerrieri, pronti a tutto per salvare i cari rimasti nei villaggi o nelle città, e soldati, alcuni anche provenienti da Wermat nonostante gli ordini del consiglio. In pratica una bella accozzaglia di gente!
Ormai mi trovo bene in guasta accozzaglia, la loro compagnia, gli allenamenti costanti le battaglie sono riusciti fin ora a tener lontani da me quei terribili incubi che mi tormentavano dal giorno della morte di mio padre. Anche se ormai è passato un anno, gia, un anno esatto oggi.
Ripensando al passato, ai giorni della mia infanzia, mi si riempie il cuore di nostalgia e serenità allo stesso tempo. Mia madre non l’ho mai potuta conoscere dato che purtroppo non è sopravvissuta al parto, ma da quanto mi diceva mio padre doveva essere una donna splendida e di origini nobili, anche se lui non mi ha mai voluto approfondire questo argomento, e tantomeno rivelarmi il motivo del loro trasferimento da Wermat ai monti del Fin-Ran, casa mia!!!

La mia prima infanzia l’ho trascorsa facendo scampagnate sulle montagne con i figli di alcuni minatori, con Ghiln a farci da guida.
Ghiln era un nano ormai vecchio, anche per la sua longeva razza, un po’ scorbutico, ma in fondo molto dolce, fu anche il primo a insegnarci a combattere, lo faceva come per gioco, e noi per gioco apprendevamo, immaginandoci cavalieri coraggiosi che falciavano i nemici come rami secchi, ma sapeva fin troppo bene che quei semplici insegnamenti un giorno avrebbero potuto salvarci la vira………come muoverci negli stretti passi montani……come nasconderci e in caso, come e dove colpire!

Cosi trascorsero gli anni più belli della mia vita, tra i ghiacci dei monti e i verdi prati della valle. Col passare del tempo iniziai anche ad assistere mio padre nel suo lavoro, aiutandolo nella creazione di armi armature, ordinategli da molti dei ricchi possidenti della zona e da qualche nobile di Wermat, e vanghe e picconi per i minatori!
Il Fin-Ran era pieno di miniere di ottimo ferro, e probabilmente anche per questo mio padre decise di trasferirsi la!

Al compimento del mio 17° anno di età, mio padre mi regalo una spada forgiata dalle sue mani, priva di decorazioni, ma forgiata con il miglio acciaio, un’arma a dir poco perfetta!
Da quel giorno inizia ad esercitarmi con quel capolavoro, sotto la guida di Ghiln, e qualche volta di mio padre!

Cosi iniziai ad essere addestrato sui vari metodi di guerriglia, ad utilizzare tutti i tipi di armi, e tra questi senza ombra di dubbio le mie preferite erano la spada, maneggevole…..leggera…..letale, e uno spadone a 2 mani forgiato da me con la supervisione di mio padre, dove, se usato in capo aperto si rivelava a dir poco devastante!

Inizialmente pensai che mio padre avrebbe voluto spingermi ad arruolarmi nell’esercito, ma le tattiche insegnatemi poco si addicevano ad uno schieramento ordinato come quello di un esercito. Non mancò molto tempo ed ebbi la risposta……si sparse la voce che l’esercito di argentea era nuovamente sbarcato su Elea, e che anche il Caos avesse ricominciato a muoversi!

Stava ricominciando la GUERRA!!

Gli insegnamenti portatimi servivano principalmente a salvarmi la pelle, e a combattere il nemico nel caso si fosse presentato alle porte di casa mia! Anche se il mio primo impulso fu quello di andarmi ugualmente ad arruolarmi per difendere Elea, mio padre riuscì a farmi desistere, illuminandomi sulla politica del consiglio, sul fatto che non sarebbero intervenuti se non alle porte di Wermat, che arruolandomi sarei semplicemente divenuto una guardia posta a difesa dei nobili ipocriti ed egoisti che governavano… da come parlava sembrava che li conoscesse, la sua voce, a mano a mano che andava avanti, si alzava e il suo volto si imporporo, i pugni si serrarono. Non so dire il perché, ma sono convinto che mio padre abbia avuto una discussione con i membri del consiglio, anche se ancora non riesco a capire perché lui, un semplice fabbro, avrebbe dovuto parlare con il consiglio!

Comunque il discorso di mio padre basto a farmi desistere dall’arruolamento, ma il mio desiderio di scacciare gli invasori non si spense, anzi.

Nei mesi successivi il lavoro aumentò notevolmente, tanto che dovetti dare una mano a mio padre alla bottega quasi tutti i giorni. Col passare del tempo arrivarono anche le notizie dell’avanzamento degli invasori, con eserciti formati oltre che da umani, da esseri mostruosi, simili a belve feroci a 2 zampe o a creature demoniache. Di questi mostruosi eserciti quello che più si stava avvicinando ai nostri monti era quello del caos!
Gli orchi iniziarono ad avvicinarsi pericolosamente agli agglomerati di case, causando le prime vittime. Fu cosi che insieme ad alcuni compagni, Dugan, Potrino, Akos, e all’arciere Fiern, iniziammo a pattugliare la zona, uccidendo le varie creature mostruose che riuscivamo a stanare, principalmente goblin e qualche orco.

Andammo avanti cosi per diversi mesi, altri si unirono a noi, anche perché i nemici col passare del tempo, ansiche diminuire aumentavano, rendendo gli scontri più difficili, e iniziando a causare le prime perdite anche tra i nostri.
Finche un giorno, un maledettissimo giorno, dopo aver trascorso la giornata a seguire delle tracce di orchi, tracce troppo evidenti per essere casuali, avremmo dovuto capire, tornando a casa, scorgemmo una grande quantità di fumo provenire dalle case, il timore, il terrore e l’ira si impadronirono di noi, incuranti della fatica e del peso delle armature ci gettammo in una corsa sfrenata. sembrò una corsa senza fine, quando finalmente arrivammo, l’agglomerato di caso dove abitavamo non esisteva più, al suo posto vi erano solo macerie ancora in fiamme, corpi ormai privi di vita giacevano al suolo, i corpi di quelle persone che non eravamo riusciti a proteggere!
Iniziai a cercare tra quei corpi, con lo sguardo spento, quasi assente, il corpo di mio padre e di Ghiln, sperando con tutto ciò che rimaneva della mia coscienza di non trovarlo, finche non arrivai a quello che era considerato come il centro del villaggio, li svettavano 2 pali ormai ricoperti interamente di sangue, rimasi li davanti fermo per alcuni minuti, rifiutandomi di alzare lo sguardo, poiché in realtà sapevo chi aveva subito quella orrenda fine, le uniche 2 persone che avrebbero potuto tentare una disperata resistenza, gli unici 2 valorosi guerrieri rimasti al villaggio abili nell’uso delle armi… mio PADRE e GHILN! Alla fine feci un respiro profondo e, credendo di essere pronto, alzai lo sguardo, i miei occhi si sbarrarono in un’espressione di terrore irreale, il mio stomachi ebbe una contrazione che mi fece cadere in ginocchio, sui pali non vi erano mio padre e quel vecchio brontolone di un nano, ma due corpi ormai irriconoscibili, mutilati, scuoiati quasi per intero, le guance erano state strappate insieme al naso e alle orecchie, in volto gli si leggeva un’espressione che fino all’ultimo aveva implorato la morte, e con inciso sul petto del simbolo di Kain, un’incisione che rivelava le costole e alcuni organi interni. Non ressi la visione, dovetti vomitare, sapevo che quegli esseri erano senza scrupoli, ma chi aveva fatto ciò non poteva essere considerato un essere vivente, ma un demone che come unica ricompensa alla sua venuta meritava la morte!!!
Trascorsi non so quante ore, immobile davanti a quello scempio, in ginocchio. Quando i miei compagni mi destarono da quel mio stato di catalessi il sole ormai era gia tramontato. Durante tutta la notte demmo sepoltura a tutti gli abitanti del villaggio, compresi mio padre e Ghiln, una sepoltura semplice, come erano stati gli ultimi decenni della loro vita!

Da quel giorno in poi iniziammo a dare la caccia a quel gruppo di mostri, senza disdegnare un bel massacro di altri creature simili!
Non riuscimmo mai a trovare quel gruppo, o forse lo uccidemmo senza accorgercene, fatto sta che continuammo, finche non incontrammo l’esercito dei ribelli, guidati da Blaster, noi sapevamo che ciò che facevamo era minimo, da soli non avremmo mai potuto scacciare il caos e gli invasori di Argentea, ma quell’esercito forse aveva una possibilità, cosi decidemmo, ci saremmo uniti all’esercito dei Ribelli!!!!!

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