REAGAN

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Federico Ferrero
00sabato 16 luglio 2005 15:46
Oggi, su RaiDoc2, ho visto uno speciale su Ronald Reagan. Il tizio che gli ha sparato (sei colpi) è riuscito a colpirlo una sola volta in questo modo: la palla parte, centra la carrozzeria della limousine, il colpo si infrange, cambia traiettoria, torna verso Reagan, gli entra nel fianco, gli buca il polmone.
E che fa il Presidente? Sale in macchina, spinto dagli uomini della sicurezza. In auto (parole del suo collaboratore) si sistema i pantaloni alla cintura (un tic di Regan) e dice che va tutto bene. Arriva in ospedale, scende dall'auto da solo, cammina verso il pronto soccorso, poi sviene.

Domande: se fosse morto è vero o no che staremmo a parlare di questo episodio esattamente come dei fratelli Kennedy? Chi era questo attentatore pazzo di 25 anni? Per conto di chi agiva? Se fosse morto Reagan qualcuno si sarebbe o no chiesto come diavolo ha fatto quella palla a compiere quel tragitto? E come ha sparato sei colpi in così poco tempo? Non sarebbero saltate fuori foto dell'attentato dai cui si "vedevano" finti passanti armati di fucile o di radioline, o ombre che"dimostravano" che l'attentatore non poteva aver sparato?

Altre domande: se "loro" hanno fallito quella volta, perché non l'hanno ammazzato una settimana dopo? Chi lo voleva morto? Forse tutti quei milioni di americani rimasti senza lavoro e sul lastrico per i suoi tagli sociali e alle imprese? O tutti gli antimilitaristi per le incredibili spese militari? O quegli apparati militari e dell’indotto che non avevano ricevuto appalti? O tutti gli industriali in crisi per colpa sua?
Quante ragioni si sarebbero trovate? Quanti "perché"? Quanti libri avrebbero smontato pezzo per pezzo una "Commissione Carter" o simile che avesse, ovviamente, inchiodato il giovane alle sue responsabilità? Quanti "collegamenti compromettenti" si sarebbero trovati nella vita di quel poveraccio? Quanti "morti sospetti" (parenti, amici, uomini della scorta e loro famigliari, medici del pronto soccorso e dell'ospedale e congiunti, passanti, poliziotti, giudici del processo e giurati popolari)?

Per sua fortuna Reagan aveva la scorza dura, o forse solo fortuna. O forse, meglio ancora, il destino è una scrittura spesso irriverente, governata dal Caso.
Diego Verdegiglio
00sabato 16 luglio 2005 23:47
Concordo in tutto, caro Ferrero.
carmelo pugliatti
00domenica 17 luglio 2005 03:04
Ma come caro Ferrero,non lo sa? eppure se ne è accennato anche in questo forum tempo orsono.Anche dietro il fallito attentato a Reagan ci sono "ESSI",anzi "ESSO",il nuovo "Babau" del complottismo (purtroppo Nixon è morto),George Bush SR.E'stato lui ad ordire il tentato omicidio, per diventare Presidente al posto di Ronnie.Pare che un cugino del fratello,del cognato del portiere,di un amico del padre dell attentatore conoscesse uno zio di Bush,o pressappoco.Cavoli,queste sono fior di prove,altrochè!Del resto è noto a tutti che Bush si trovava nei paraggi di Dallas nei giorni dell attentato a Kennedy.Sono pronto a scommettere che accovacciato sulla collinetta erbosa,con in mano un archibugio ( arma in grado di emettere uno sbuffo di fumo dopo lo sparo)ci fosse propio Bush padre...magari insieme a "tricky" Dick Nixon.
Stefano F.
00martedì 19 luglio 2005 13:56
Stralci di storia: i presidenti assassinati.
Di Abraham Lincoln (1861-1865) tutti conosciamo le circostanze della morte, anche per le curiose coincidenze con la presidenza JFK.
Il 20° presidente, James Abraham Garfield fu insediato alla casa bianca il 4 marzo 1881 e morì il 19 settembre. A colpirlo a morte fu uno squilibrato, tale Charles Guiteau, disoccupato, che gli scaricò addosso la pistola mentre era in visita ufficiale alla sua vecchia scuola. Agonizzò per due lunghi mesi prima di morire.
Per William McKinley (1897-1901), 24° presidente, il destino non fu più benigno. Due colpi di pistola esplosi da un anarchico di origine polacca posero fine al suo secondo mandato mentre stava inaugurando una mostra a Buffalo. Il suo vice era il colonnello Theodore Roosevelt, 43 anni.

[Modificato da Stefano F. 19/07/2005 13.58]

MK108
00mercoledì 20 luglio 2005 14:47
per completezza.....
...se la memoria non mi inganna:
1)nell'attentato al Presidente Reagan vennero utilizzate cartucce a palla esplosiva calibro 22LR "Devastator"(Bingham LTd)..che non esplosero...
2)la morte del Presidente Garfield sembra sia stata causata dai tentativi dei medici ad estrarre la palla(che aveva prodotto una ferita non letale) tanto che "At his trial, the assassin Guiteau admitted shooting the President, but denied killing him. Instead, he claimed that Garfield's physicians killed him. Although Guiteau was executed because his defense was not strong enough, he was probably correct.
Garfield's original wound was 3.5 inches long, and ended with the bullet lodged in a harmless part of the abdomen. The wound was probed by the fingers of numerous physicians during the rest of Garfield's life so that, by the time of his death, the wound track was 20 inches long and oozing pus"....
3)il ritrovamento in modalita' che possono sembrare "strane" dei proiettili utilizzati per fatti criminosi non e' poi cosi rara: nel caso di Medgar Evers, evento e storia processuale raccontate nel bel film "L'agguato" con Whoopi Goldberg, Alec Baldwin, james Wodds e Virginia Madsen, difensore dei diritti degli americani di colore, colpito a morte da una palla appartenente a cartuccia calibro 30-06 ...."The bullet tore into Evers' back, plowed through his body, pierced a window and a wall in the house, and came to rest beneath a watermelon on a kitchen counter"
Cordiali saluti
Andrea Allemandi

[Modificato da MK108 20/07/2005 15.43]

Stefano F.
00martedì 26 luglio 2005 20:53
Casa Bianca
Recentemente ho ritrovato un ritaglio di giornale da me raccolto tempo fa. Non è strettamente legato con il tema della cartella- parla infatti di alcune curiosità sulla Casa Bianca- ma ad un certo punto si accenna ad un attentato pure a Henry Truman.
Buona lettura.



La prima pietra della Casa Bianca venne
posata il 17ottobre del 1793. A im-
maginarla James Hobban, architetto ir-
landese il cui progetto fu scelto e premia-
to con 500 dollari. Hobban voleva realiz-
zare sul Potomac una seconda Versail-
les. Il progetto, influenzato anche da alcu-
ni disegni ispirati al Palladio di Thomas
Jefferson, ambasciatore a Parigi e futuro
terzo presidente, prevedeva un edificio
di tre piani. Solo i primi due erano stati
però realizzati - a un costo di circa 25 mi-
la dollari - quando John Adams (Washin-
gton aveva preferito restare a casa sua
in Virginia) prese possesso della residen-
za nel novembre 1800. La vita nella «Ex6-
cutive mansion» (il nome originario dell'
edificio) all'epoca non doveva essere del-
le più comode se è vero, come si dice, che
la first lady Abigail Adams si lamentava
del freddo e della umidità tali da dovere
«appendere il bucato nel salone» la
East Room, riservata oggi ai più impor-
tanti ricevimenti). Furono necessari pa-
recchi anni perché diventasse comodo:
acqua corrente nel 1834, luce a gas nel
'48, acqua calda nel '53, riscaldamento
nel'57, ascensore nell'81 e elettricità nel
'91. I pasti fino al 1850 venivano prepara-
tiati all’ aperto, nel giardino. Fornitori e per-
sonale, come i più illustri ospiti, si serviva-
no dello stesso ingresso. Quello di servi-
zio fu aperto solo nel 1902. La «Executi-
ve Mansion » aveva intanto perso il suo
nome originario. Per la gente di Washin-
gton essa era diventata la « White Hou-
se » dopo i lavori di tinteggiatura con cui
erano stati cancellati i segni di un incen-
dio appiccato nel 1814 dagli inglesi.
Con il passare degli anni c'erano stati
anche interventi di manutenzione ed am-
pliamento. I tetti di legno, ormai fatiscen-
ti, era stati sostituiti nel 1870 da Ulysses
Grant e Calvin Coolidge aveva fatto co-
struire il terzo piano. Ma solo con Henry Truman,
nell’ultimo dopoguerra, la White House ha acquistato
l’attuale aspetto, dopo pericolosi cedimenti(“la Casa Bianca,
-disse il presidente dopo un sopralluogo- sta in piede per abitudine”)
che aveva indotto il Congresso a superare l’iniziale reticenza
a stanziare nuovi fondi.
il presidente ne approfittò anche per realiz-
zare un ampio balcone al secondo piano
e, durante i lavori, per quattro anni, si
trasferì nella vicina «Blair House» dove
due portoricani tentarono di ucciderlo
nel 1950. Composta da oltre cento stan-
ze, una quarantina di corridoi ed una
ventina di bagni con vasca (in maggioran-
za voluti da Johnson), palestra, sala bi-
liardo (voluta da Nixon), piscina (vi nuota-
va Roosevelt), la Casa Bianca ha anche
un campo da golf fatto fare da Ei-
senhower (cbe per evitare indesiderate
buche aggiuntive aveva fatto eliminare
dal prato gli scoiattoli ) ma apprezzatissi-
mo anche da Bush, una «situation
room» allestita da Kennedy, un cinema,
un rifugio antiatomico, garage per le
blindatissime auto presidenziali ed un eliporto.
Gli addetti sono un centinaio,ma bisogna aggiungere
il personale degli uffici degli uffici e la guardia la presidenziale
la cui uniforme disegnata nel 1970 dall’italo-americano
Jimmie Muscatello, provocò ironiche critiche a
Nixon. Severissime le nome che
limitano la facoltà di intervento di presi-
dente e first lady ai soli locali “privati”
del secondo e terzo piano(drastici lavori
furono fatti da Jackie Kennedy ma an-
che Nancy Reagan vi spese circa 800 mila dollari
Tra i locali non modificabili la
camera di Lincoln, rimasta come era al
momento della sua morte. Il fantasma
del presidente – vuole la superstizione -
popolare - la abiterebbe ancora.
Diego Verdegiglio
00mercoledì 27 luglio 2005 03:46
Grazie per averlo ricordato, Signor Stefano. Parlo dell'attentato a Truman a pagina 71 del mio libro. Cordiali saluti. DV
mazzucco3
00mercoledì 27 luglio 2005 07:14
Continuo a non capire: Reagan sì, Truman sì,.... Bob Kennedy no? C'è qualcuno che mi può spiegare il VERO criterio con cui si scelgono gli argomenti, su questo Forum "dedicato a JFK"? (Possibilmente non il Sig. Pugliatti, la cui logica spesso fatico a decifrare).

Grazie

Massimo Mazzucco
carmelo pugliatti
00mercoledì 27 luglio 2005 13:07
Re:

Scritto da: mazzucco3 27/07/2005 7.14
Continuo a non capire: Reagan sì, Truman sì,.... Bob Kennedy no? C'è qualcuno che mi può spiegare il VERO criterio con cui si scelgono gli argomenti, su questo Forum "dedicato a JFK"? (Possibilmente non il Sig. Pugliatti, la cui logica spesso fatico a decifrare).

Grazie

Massimo Mazzucco

Gentile Signor Mazzucco,la fatica ci mantiene lucidi,vivi e vitali.Lieto quindi di esserle stato utile.tuttavia l afa comporta un innegabile aumento dell astenia ,ed essendo questa una torrida estate cercherò di essere più "decifrabile".Una cosa è la breve citazione di un personaggio o di una situazione storica che abbia attinenza coi fatti di Dallas ,un altra è il creare un altro forum nel forum.Lei ha citato l assassinio di RFK ,e le sue opinioni in merito al caso.Le è stato risposto.Questo chiude l argomento.Sono stato abbastanza chiaro,nonostante il caldo?

[Modificato da carmelo pugliatti 27/07/2005 18.11]

Federico Ferrero
00venerdì 30 dicembre 2005 19:06
Riporto in alto questa discussione perché reduce dalla lettura di Nathan Gladwell sullo "slice thinking".
Di nuovo vi pongo la domanda: perché di John Hickney non si dice quello che si dice di Oswald? Solo perché ha mancato di due, dicasi due centimetri il cuore del Presidente?

Ha sparato a Reagan e vi riporto il tragitto del proiettile "quasi magico":


la palla parte, centra la carrozzeria della limousine, il colpo si infrange, cambia traiettoria, torna verso Reagan, gli entra nel fianco, gli buca il polmone a pochi centimetri dal cuore.



Ora: dove sono gli esperti che negano che una palla possa comportarsi in questa maniera "ridicola"? I testimoni scomodi? I libri verità? Si sarà scamiciata, la palla? E come poteva Hickney con quella pistola lì riuscire a fare tutti quei danni (ferì anche la scorta) in soli 3,5 secondi? E chi era Hickney? Chi lo mandò a uccidere Reagan? Perché ci viene nascosta la verità sul caso Reagan dopo tanti anni?

Voglio dire, niente di niente solo perché il povero Ronald si salvò per un pelo? Niente cospirazioni multinazionali, niente polizia corrotta, niente governo ladro, niente false verità, traiettorie impossibili, fotografie e filmati manipolati, prove distrutte, testi soppressi per due miseri centimetri?

O forse è stato meglio così, e non solo per Reagan...
Comunque vale sempre la pena ricordare l'episodio: questione di due centimetri e neppure il "caso Kennedy" sarebbe nato.
carmelo pugliatti
00lunedì 2 gennaio 2006 00:54
Re:

Scritto da: Federico Ferrero 30/12/2005 19.06
due centimetri e neppure il "caso Kennedy" sarebbe nato.

Sia in un caso come nell'altro la storia ne sarebbe risultata profondamente cambiata.Senza Reagan probabilmente il blocco Sovietico esisterebbe ancora.Con Kennedy,a detta di numerosi ed autorevoli storici,probabilmente l'America e l'Occidente si sarebbero risparmiati i devastanti,catastrofici effetti della sconsiderata guerra nel Vietnam.
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