Il Barman
00giovedì 18 novembre 2004 09:59
(riprendo l'ultimo intervento su Televendite)
Siete impagabili. Non solo perché non vi pago, ma anche perché avere i propri critici personali è una fortuna. Mi avete aiutato a vedere da un altro punto di vista un pezzo che secondo me funzionava. E penso che tuttora funzioni, anche se è lungo il doppio del necessario perché ho voluto mettere anche la parte tagliata, tipo Apocalypse Now - Redux.
Comunque, ho capito perché non avete fatto la "ola": poche battute. E' verissimo, perché secondo me il divertimento del pezzo doveva venire dal riconoscere il cuoco o il tappetaro o Ric e Gian. Comunque, ora facciamo un altro esperimento: tra poco mando alla redazione un altro pezzo; l'ho scritto ieri sera, se lo leggete entro mezzora e avete osservazioni, sono in tempo a ritoccarlo. Posto che per voi non lo scriverei in questo modo, perché la mia ambizione è far ridacchiare non soltanto voi carogne, ma anche qualche candida sciampista. Della quale, in seguito, abusare.
Modificato da Il Barman 18/11/2004 10.01
Il Barman
00giovedì 18 novembre 2004 10:02
La prima volta che Adamo ed Eva uscirono a cena, non finì benissimo: furono buttati fuori dal padrone del locale - un piccolo angolo di paradiso terribilmente esclusivo (due soli clienti) quanto rinomato (si mangiava da Dio). Da quella volta, l'umanità non ha cambiato abitudini: uomini e donne continuano a inaugurare le loro relazioni con una cena. E a dire la verità, anche quando le relazioni si concludono, stranamente si continua a parlare di alimenti – con l’avvocato. Non c’è niente da fare, il pasto è il momento cruciale, capace di rivelare la vera natura dei maschi e delle femmine che vi sono coinvolti. Del resto, a proposito di natura, gli esempi più chiari ed estremi si trovano proprio lì: da un lato il leone, che dorme tutto il giorno e manda le mogli a procurare il pranzo - e non c'è uomo che non provi ammirazione. Dall’altro lato, esattamente all’opposto, la mantide religiosa, dove è il maschio a procurare il pranzo, e gli costa un sacco. Nel senso che il pranzo è lui.
Lui e Lei sono quindi vagamente consapevoli dell’importanza della prima cena a due (che quasi sempre si svolge in un ristorante: la cenetta casalinga di solito è il secondo round. Sempre che, ovviamente, uno dei due non abbia gettato la spugna dopo il primo). E’ un test determinante. Serve a Lei per valutare alcuni aspetti cruciali: su tutti, la capacità di Lui di scegliere il luogo adatto, la quantità di soldi che gli gonfia il portafogli, e la quantità di fesserie che è disposto a dire per conquistarla. Lui invece cerca di capire se la serata si risolverà in una grande abbuffata, o in un malinconico semifreddo. Per capirlo, cerca di interpretare i comportamenti della dama a tavola. Perché il secolare proverbio “sei quello che mangi” è folkloristico e incompleto. La verità è che siamo soprattutto come mangiamo. Ed è alla luce di questa realtà, osservando come Lei si nutre, che Lui nutre le sue fantasie.
ANTIPASTO
Associarlo ai cosiddetti preliminari sarebbe un errore. E infatti, puntualmente Lui lo commette. Ovvero, se Lei dichiara apertamente che se ne può fare a meno e passare alla sostanza, Lui pensa di aver finalmente trovato la donna che non perde tempo, che va decisa al sodo e a fine serata gli dirà “Bene, ora vieni a casa mia che ti zompo addosso”. Mentre in realtà, il vero motivo per cui Lei vuole passare alle portate principali è che l’antipasto è una delle cose che peserà maggiormente sulla bilancia domattina. Se poi l’antipasto viene ordinato ugualmente, il paragone con i preliminari può anche aver senso in base al modo in cui i due vi si dedicano. Lei pilucca e assapora. Lui si avventa. Determinato ad esaurire tutto in un minuto, per passare ad altre cose, che gli interessano molto di più - perché può darsi che ci sia del porcello sul tavolo, ma non è niente confronto a quello che sta sulla sedia.
PRIMO
Se si tratta di spaghetti, voi capite che su come una donna li aspira con la bocca, un uomo sarebbe in grado di imbastire un romanzo. Se invece si tratta di una minestra, purtroppo anche per le insegnanti di galateo un minimo di risucchio è inevitabile (e il vero maniaco sessuale cerca sempre di udirlo, per cogliere la rassicurante natura animale di Lei, e convincersi che non è l’unico bestione seduto al tavolo). Ma quando Lei ordina un risotto, per Lui è una mezza delusione. Il risotto, diciamola tutta, non è esattamente un piatto che ispira libidine: sembra neutrale ma è un alleato della donna, coi suoi chicchi ordinati e disciplinati, mangiabili con eleganza, praticamente senza masticare. Molto più interessante vederla impegnata con piccole sculture come il tortellino, il raviolo, il fusillo e l’orecchietta. Va da sé che l’entusiasmo maschile sale quando scopre che Lei apprezza lo gnocco, perché emerge un tratto in comune: Lui è un grande estimatore della moglie dello gnocco.
SECONDO
Sì, è un piatto importante, ma più che la sensualità della donna, qui viene fuori la sua personalità. E quindi, agli occhi dell’uomo, è un piatto praticamente irrilevante. Fateci caso, è mentre consuma il secondo piatto che il maschio entra nel pieno del suo show: è il momento della serata in cui parla di più, e ovviamente parla di se stesso. Non vede più nulla, è talmente preso dalle sue imprese che non si accorgerebbe nemmeno se Lei stesse annaspando, soffocata da un ossicino, o se stesse giocherellando coi gamberoni come fossero Ken e Barbie. In piena esibizione, Lui dedica un solo secondo a catalogare il menu scelto da Lei, con un criterio che a Lui pare geniale: se mangia la carne, è una donna carnale. Se no, è una puntigliosa femmina salutista new age ossessionata dal peso, dai radicali liberi, dall’animalismo, dalla new age e dalle mode esotiche – questo, anche se si è fatta portare un chilo di burro. I luoghi comuni alimentari sono particolarmente forti tra i maschi, e non c’è verso di far loro notare che ci sono donne morigerate di fronte al tavolo, ma vulcaniche di fronte al letto. Forse l’unica cosa che si può dire davvero riguarda le donne che stravedono per la cucina giapponese. Ecco, con loro una cosa si può dire. Ed è: bleah!
FRUTTA
Al ristorante è ormai una rarità. Ed è un peccato, perché la frutta, dalla mela di Eva (sempre lei) alle pere (ehm), dalle ciliegie di Nove settimane e mezzo all’albicocca, dalla rotondità dei chicchi d’uva allo sbrodolosissimo kiwi, è l’alimento erotico per eccellenza. Peraltro, se la donna guarda intensamente l’uomo appoggiando le labbra su una banana, beh, qualcosa lui dovrebbe intuire. Se invece per mangiare la banana lei afferra il coltello e la fa a fettine con un ghigno e gli occhi sbarrati, forse è il caso che Lui prenda tempo. Eventualmente, informandosi sulla misteriosa sparizione del suo ex.
DOLCE
Eh, qui siamo alla resa dei conti. Se Lei se lo concede, Lui parte definitivamente verso il felice pianeta delle fantasie erotiche: intanto, perché Lei si mostra incline ai piaceri superflui (e quindi l’impiastro che l’ha portata a cena si sente autorizzato ad offrirle il più superfluo di tutti, ovvero l’essere stropicciata da lui). E poi, per la natura stessa dei dolci. Il creme caramel, con quel suo modo di tremare mollemente quando Lei lo sfiora mentre Lui freme. Il babà, terremoto calorico di magnitudo devastante addizionato di quel po’ di rhum che potrebbe contribuire ad ottenebrarla agevolando l’impiastro. Il tiramisù, con quel nome così allusivo. La mousse al cioccolato, che Lui contempla con sguardo rapito, immaginandosi sdraiato e ricoperto di Nutella. Ed è inutile dire che se Lei chiedesse un cannolo ripieno, Lui potrebbe stramazzare a terra.
PIZZA
Rispetto alle portate precedenti, tipiche dei ristoranti, la pizza è una questione complicata. Non offre comportamenti da interpretare, perché in fin dei conti non la si può mangiare in molti modi, e anche con tutta la buona volontà riesce difficile pensare a un modo eccitante e languido di mangiare una quattrostagioni. Anche se su una cosa, forse, è possibile sbilanciarsi. Ovvero: se una donna ordina una marinara con aglio e acciughe, significa che baciare il suo accompagnatore è in assoluto l'ultimo dei suoi pensieri.