Quel che sarà sarà....i retroscena veri o presunti di stampa e tv sul pontificato di Benedetto XVI

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Ratzigirl
00martedì 18 ottobre 2005 11:57
Consegna del Premio Wojtyla (seconda parte)
Benedetto XVI: "Wojtyla non si è mai stancato di denunciare le ingiustizie"



“Il mio amatissimo predecessore Giovanni Paolo II non si è mai stancato di stigmatizzare le ingiustizie, le disuguaglianze e le necessità materiali e spirituali che sono costretti a subire molti uomini e intere popolazioni”. Lo ha detto Benedetto XVI, ieri mattina dopo la recita dell’Angelus ricevendo in udienza una delegazione dell’Istituto per i diritti dell’uomo di Auschwitz, per l’assegnazione del “Premio Giovanni Paolo II”. Il Premio è stato attribuito quest’anno a mons. Václav Malý, vescovo titolare di Marcelliana e ausiliare di Praga (Repubblica Ceca) e a Stefan Wilkanowicz, presidente della Fondazione di cultura cristiana Znak, Cracovia (Polonia), presenti all’Udienza. Nel corso dell’incontro, al quale ha preso parte - tra gli altri - anche il card. Franciszek Macharski, arcivescovo emerito di Cracovia, il Papa ha ricordato che il “Premio Giovanni Paolo II” “viene assegnato a personalità che si impegnano nelle diverse parti del mondo nella difesa dei diritti dell’uomo”, e ha come obiettivo quello di “contribuire a richiamare l’attenzione su tutte quelle situazioni, nelle quali la dignità dell’uomo viene ferita e dove regnano violenza e sopraffazione”. “Questo appello - ha sottolineato il Papa - conquista maggior forza, nel momento in cui giunge da quella città che ha dovuto vivere gli orrori e la sofferenza di milioni di vittime innocenti dell’odio”.


Ratzigirl
00mercoledì 19 ottobre 2005 00:02
Il Papa vuole incontrare il Patriarca di Mosca


Afferma l’Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz



Benedetto XVI vuole incontrare il Patriarca ortodosso di Mosca e di Tutte le Russie, Alessio II, secondo quanto ha confermato l'Arcivescovo cattolico della capitale russa, monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, in un incontro con i giornalisti.

L'Arcivescovo ha negato ai cronisti di lingua italiana che seguono il Sinodo dei Vescovi di essere al corrente di eventuali preparativi di un incontro.

“Preghiamo perché si realizzi presto l'incontro tra il Papa e Alessio II. Questo evento volterebbe le pagine del passato e ne scriverebbe una nuova nelle relazioni tra le due Chiese”, ha detto.

“Le nostre Chiese sono le più grandi del mondo e devono affrontare molte sfide – ha aggiunto –: se saremo uniti questo sarà più facile”.

Il presule ha anche affermato che l'idea del Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, di tenere un Sinodo tra Vescovi cattolici e Vescovi ortodossi è condivisa anche dal Santo Padre e ha trovato il favore degli stessi ortodossi di Mosca.

“Sarebbe un bel passo verso l'unità. Oggi non è più tempo di gettare sassi ma di raccoglierli. Per i tempi di un simile Sinodo dobbiamo pregare Dio e cercare di essere buoni servitori dello Spirito Santo”, ha osservato.

Rispondendo ai giornalisti, monsignor Kondrusiewicz ha escluso che la Chiesa cattolica in Russia sia intenzionata a fare proselitismo.
Ratzigirl
00giovedì 20 ottobre 2005 00:35
Ohhhhhhhhhhhhhhhh NOTIZIA BOMBA!!!!!
Questo giovedì, concerto in onore di Benedetto XVI in Vaticano


Giovedì 20 ottobre si terrà nell’Aula Paolo VI intorno alle ore 18:00 un Concerto in onore di Benedetto XVI, prodotto dalla Columbia Artists (CAMI) di Berlino in collaborazione con Fodor Organizzazione Eventi di Roma, con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica tedesca, Horst Köhler, e con il Patrocinio del Sindaco di Monaco di Baviera.

Secondo quanto riferito dal quotidiano tedesco “BILD”, Till Janczukowicz, Amministratore della Columbia Artists, ha affermato che: “L’idea per il concerto è nata subito dopo l’elezione del Cardinale Joseph Ratzinger a nuovo Papa”.

Il concerto verrà aperto con brani di Pierluigi da Palestrina, Georg Ratzinger, fratello del Papa e per oltre trent'anni maestro della cappella del Duomo di Ratisbona (Baviera), e Felix Mendelssohn Bartholdy eseguiti dai Piccoli Cantori di Ratisbona, sotto la direzione di Roland Büchner.

Toccherà quindi al berlinese Christian Thielemann dirigere alcuni brani di Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Liszt, interpretati dai Piccoli Cantori con l'Orchestra Filarmonica di Monaco di Baviera.

La Filarmonica eseguirà ancora musiche di Pfitzner e successivamente, con l'Athestis Chorus, il "Te Deum" dai Quattro Pezzi Sacri di Verdi. Da ultimo, la stessa orchestra bavarese interpreterà l'Ouverture dall'Atto I del Tannhäuser di Wagner.



[ma lo daranno in tv????][SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833]

Ratzigirl
00giovedì 20 ottobre 2005 00:38
Si si si si si!!!!!!!!
Lo danno in tv!!!!

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beatrice.France
00giovedì 20 ottobre 2005 08:14
Re: Si si si si si!!!!!!!!

Scritto da: Ratzigirl 20/10/2005 0.38
Lo danno in tv!!!!



Ma dove???

In Francia, nella città dove abito, è possibile trovare alcuni giornali italiano, in particolare le riviste Gente e Oggi. Mi ricordo che dopo l'elezione, c'era in questi gionali interessanti reportage e bellissime foto. Qualcuno potrebbe dirmi si, questa settimana, hanno fatto reportage sull'incontro con i bambini del 15 ottobre?
Grazie mille
[SM=x40800] [SM=x40800]
Paparatzifan
00giovedì 20 ottobre 2005 21:21
Re: Re: Si si si si si!!!!!!!!

Scritto da: beatrice.France 20/10/2005 8.14

Ma dove???

In Francia, nella città dove abito, è possibile trovare alcuni giornali italiano, in particolare le riviste Gente e Oggi. Mi ricordo che dopo l'elezione, c'era in questi gionali interessanti reportage e bellissime foto. Qualcuno potrebbe dirmi si, questa settimana, hanno fatto reportage sull'incontro con i bambini del 15 ottobre?
Grazie mille
[SM=x40800] [SM=x40800]


Non ho visto ancora niente. Dobbiamo aspettare un po'.
Paparatzifan
00giovedì 20 ottobre 2005 21:22
Re: Si si si si si!!!!!!!!

Scritto da: Ratzigirl 20/10/2005 0.38
Lo danno in tv!!!!

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Ho visto il concerto su Internet-Sat2000 e ce ne sarà un altro sabato 22 alle 1800 dalla Cappella Sistina.
ratzi.lella
00venerdì 21 ottobre 2005 08:07
La rivoluzione Ratzinger passa a pieni voti
A sei mesi dall’elezione a papa, il primo sondaggio popolare rivela che Benedetto XVI piace e convince. Alle udienze e agli Angelus ha raddoppiato le presenze. Di lui un’immagine colpisce: il silenzio adorante davanti all’eucaristia

di Sandro Magister




ROMA, 20 ottobre 2005 – Al suo primo libro da papa, che raccoglie i suoi discorsi a Colonia ed è venduto in questi giorni in tutto il mondo, Benedetto XVI ha dato un titolo audace: “La rivoluzione di Dio”.

Ma la vera audacia è là dove egli scrive che il big bang della rivoluzione divina – “il cui termine ultimo è la trasformazione del mondo” – è nella fragile, bianca ostia consacrata, sacramento della reale presenza di Gesù uomo e Dio.

L’immagine di Benedetto XVI in ginocchio e in silenzio davanti all’eucaristia è ormai l’immagine chiave di questo pontificato.

È stato così in agosto con il milione di giovani di Colonia. È stato così a metà ottobre con i centomila bambini delle prima comunione in piazza San Pietro. È stato così anche con i 250 vescovi e cardinali riuniti a Roma per il sinodo, nella severa adorazione eucaristica di lunedì 17 ottobre.

In tutti e tre questi momenti l’ostia raggiante sull’altare era la stessa dipinta da Raffaello al centro della “Disputa del Santissimo Sacramento”: il capolavoro che è anche il manifesto teologico con il quale la Chiesa si narra, e che Benedetto XVI ha voluto dominasse l’aula del sinodo dedicato, appunto, all’eucaristia.

Pochi ci avevano creduto, quando nel suo primo viaggio fuori Roma, a Bari, alla fine di maggio, papa Joseph Ratzinger aveva rilanciato il motto di quei martiri dell’antica Roma: “Sine dominico non possumus”, non possiamo vivere senza la messa nel giorno del Signore.

Eppure l’eucaristia era ciò che distinse fin da subito i primi cristiani, a giudizio dei pagani. L’eucaristia era ciò per cui affrontavano il martirio. Per san Benedetto e papa Gregorio Magno celebrare la liturgia e costruire la civiltà erano tutt’uno. Il più grande evento di Chiesa dell’ultimo secolo, il Concilio Vaticano II, ha lasciato proprio nella liturgia il suo segno più visibile e duraturo (e discusso). Oggi come ieri la messa è la misura dell’identità cattolica, a partire dal “fate questo in memoria di me” di Gesù nell’ultima cena. Nel panorama della Chiesa mondiale esplorato in tre settimane di sinodo dal 2 al 23 ottobre, le cristianità più fiorenti si sono rivelate quelle dove l’eucaristia è più creduta e celebrata, anche al prezzo della vita.

Benedetto XVI non fa altro che prendere terribilmente sul serio questa realtà fondante del vivere cristiano.


* * *

Ma ciò che colpisce è che le folle prendono sul serio lui. Ne è una conferma lampante l’inchiesta che la SWG ha svolto per “L’espresso”, il primo test in Italia sul nuovo papa a sei mesi dalla sua elezione, i cui dati sono riportati in dettaglio più sotto.

In maggioranza schiacciante, quasi 9 su 10, gli intervistati dicono di trovare “comprensibile” quello che Benedetto XVI dice.

E da quello che del nuovo papa comprendono essi ricavano un giudizio molto lineare su di lui, anch’esso espresso a maggioranza nettissima.

Secondo tale giudizio, Benedetto XVI è un papa “conservatore”, ma “aperto al dialogo” e non invasivo sul terreno politico.

Insomma, a volergli dare un voto da 1 a 10, lo promuovono con un 8.

Certo, raffrontato a quel gigante che è stato Giovanni Paolo II, da molti già venerato come santo, papa Joseph Ratzinger sconta il distacco di partenza. Nell’inchiesta, due italiani su tre continuano a preferire il predecessore, sulla cui tomba, sotto la basilica di San Pietro, sfilano in media ogni giorno quasi 20 mila pellegrini da tutto il mondo.

Ma a guardare le cifre di quelli che accorrono in Vaticano alle udienze del mercoledì e in piazza San Pietro agli Angelus della domenica, il nuovo papa letteralmente doppia il predecessore.

Nei mesi tra maggio e settembre, nel 2004, andarono alle udienze di Giovanni Paolo II in 194 mila. Negli stessi mesi, nel 2005, a quelle di Benedetto XVI sono andati in 410 mila.

Idem per gli Angelus: 262 mila presenze in cinque mesi con papa Karol Wojtyla, 600 mila negli stessi mesi del 2005 col nuovo papa.

A registrare questi dati è la prefettura della casa pontificia, l’organismo vaticano che governa le udienze.

Eppure Benedetto XVI non compie gesti ad effetto, non martella frasi roboanti, non incoraggia applausi ed osanna. Si sottrae alle feste di massa che continuano a essere organizzate nello stile di papa Wojtyla. Lui arriva solo per celebrare e predicare.

A Colonia ha offerto a un milione di giovani un’impegnativa lezione di teologia eucaristica. Ai bambini della prima comunione ha spiegato perché andare a messa, confessare i peccati, adorare Gesù nel sacramento.

Nell’uno e nell’altro caso il culmine è stato un momento di adorazione silenziosa davanti all’ostia consacrata. E c’è riuscito. Il silenzio adorante è davvero un distintivo di questo papa sulla scena pubblica.

Ma esso ha effetto anche sul versante interno della Chiesa, quello del suo governo ordinario. Il divario tra il pensiero e l’azione di Benedetto XVI e le prestazioni medie degli uffici vaticani è così netto che la curia ne è come intimorita e ridotta al silenzio, in attesa delle nomine e degli aggiustamenti che il nuovo papa farà.

Intanto, un ricambio importante c’è già stato, con l’arcivescovo americano William J. Levada chiamato al posto che era stato di Ratzinger alla testa della congregazione per la dottrina della fede. E molti pensano che col nuovo papa questa congregazione riavrà, sulla curia, quel primato che ha avuto per secoli, fino a quando Paolo VI glielo tolse per passarlo alla segreteria di stato.

Ratzinger non ha mai amato le burocrazie ecclesiastiche, né in curia né fuori. Da cardinale criticò più volte l’elefantiasi soffocante di talune conferenze episcopali nazionali, specie la tedesca e quella degli Stati Uniti. In curia, è logico aspettarsi da lui un ridimensionamento della segreteria di stato.

Come successore dell’attuale titolare, il cardinale Angelo Sodano, alcuni sperano e altri temono che Benedetto XVI chiami un uomo nuovo da fuori: un arcivescovo oggi a capo di una grande diocesi. Tra gli uomini di curia, un aspirante segretario di stato come il cardinale Crescenzio Sepe non ha chance. Piuttosto ne può avere l’attuale ministro degli esteri, Giovanni Lajolo. È stato per anni nunzio in Germania, parla il tedesco ed è ben conosciuto da Ratzinger. Lo scorso 9 settembre, a Cracovia, ha tenuto un discorso su “Il ruolo della Chiesa e dei cristiani nel futuro dell’Europa” di taglio molto ratzingeriano, che è stato letto come il manifesto di un’autocandidatura.

C’è però un handicap che pesa su Lajolo. Come nunzio, ha governato per anni le nomine dei vescovi in Germania, che in maggioranza sono oggi contrari alla linea conservatrice impersonata da Ratzinger, a cominciare dal cardinale Karl Lehmann, da loro rieletto il mese scorso per la quarta volta presidente della conferenza episcopale tedesca.

Della nomina dei nuovi vescovi Ratzinger vuole prendersi cura di persona. Ha una conoscenza di prim’ordine dell’episcopato mondiale, che gli deriva dal fatto che ogni vescovo in visita in Vaticano è sempre passato anche da lui, quand’era prefetto della congregazione per la dottrina della fede. E ritiene che una rinascita della Chiesa, come anche una sua pulizia, debba venire da una nuova generazione di vescovi più motivati ed energici. Regnante Giovanni Paolo II, il cardinale prefetto della congregazione per i vescovi, Giovanni Battista Re, aveva carta bianca su quasi tutte le nuove nomine. Con Benedetto XVI non è più così.

Un segretario di stato in sintonia con Benedetto XVI sarebbe sicuramente il cardinale Camillo Ruini. L’intesa tra i due è oggi più forte che mai. È a Ruini che Ratzinger ha affidato la prefazione del suo libro “La rivoluzione di Dio”. È Ruini, tra i cardinali di peso, il solo ad aver espresso una visione di geopolitica religiosa affine a quella di Ratzinger, capace di riqualificare la diplomazia vaticana. È con Ruini che Benedetto XVI, ancora fresco di nomina, ha combattuto all’unisono e vinto la battaglia dei referendum italiani sulla fecondazione artificiale: l’uno e l’altro convinti che la Chiesa abbia non solo il diritto ma il dovere di parlare e di agire politicamente in difesa dell’uomo dal suo primo istante di vita.

Ma per questi stessi motivi tutto fa prevedere che il nuovo papa confermerà Ruini nelle sue attuali cariche chiave, di vicario per la diocesi di Roma e di presidente della conferenza episcopale italiana, anche oltre l’anno 2006 in cui entrambe scadranno.


* * *

Nella sua prima intervista da papa, trasmessa il 16 ottobre dalla televisione polacca, Benedetto XVI ha annunciato che produrrà meno documenti, rispetto al predecessore. In sei mesi, in effetti, ha promulgato un solo testo di rilievo: il “Compendio” a domande e risposte del Catechismo della Chiesa cattolica. Anche i discorsi papali li ha considerevolmente ridotti di numero. E i pochi importanti, a cominciare dalle omelie, li scrive lui di suo pugno, oppure li improvvisa.

Benedetto XVI ha ridotto drasticamente anche i viaggi, che vuole pochi e mirati. Per il 2006 ne ha in agenda sinora solo due: in Polonia, in giugno, e a Istanbul, a incontrare il patriarca di Costantinopoli. Per il 2007, in maggio, andrà in Brasile al santuario dell’Aparecida, a inaugurare un’assemblea continentale degli episcopati latinoamericani. Il popoloso Brasile è un’area critica per la Chiesa: negli ultimi quindici anni i cattolici sono calati dall’83 al 67 per cento, erosi dall’avanzata delle comunità evangeliche e pentecostali.

Nel sinodo di questo ottobre, un gran numero di vescovi ha lamentato lo scarso numero di preti, che in molte regioni rende difficile celebrare le messe domenicali ovunque necessario. Ma quasi nessuno ha proposto come rimedio di ordinare degli uomini sposati. Il patriarca libanese maronita Nasrallah Pierre Sfeir, il cui clero in è in larga parte sposato come è d’uso nelle Chiese d’Oriente, s’è espresso anche lui contro l’estensione di tale disciplina alla Chiesa latina: forte della sua esperienza, ne ha evidenziati i grossi svantaggi.

In effetti, le grandi fasi di riforma nella storia della Chiesa d’Occidente sono sempre coincise con un rafforzamento del celibato del clero. Per Benedetto XVI questo deve valere anche oggi. Le sfide del XXI secolo esigono preti liberi e forti, interamente dedicati alla causa, a totale servizio di un’unica famiglia, la Chiesa.

E per forgiare un clero all’altezza della sfida Benedetto XVI ha cominciato col prendersi cura del reclutamento. A Colonia ha dedicato un incontro speciale ai seminaristi. Negli Stati Uniti, ancora sotto choc per gli scandali sessuali, ha fatto partire una “visita apostolica” nei 229 seminari e una campagna capillare per nuove vocazioni. Un imminente documento della congregazione vaticana per l’educazione cattolica chiederà a tutte le diocesi di non ammettere al sacerdozio giovani incapaci d’essere casti o con pronunciata tendenza omosessuale. Le statistiche confermano che le vocazioni fioriscono dove c’è una Chiesa esigente, mentre calano a picco nelle diocesi lassiste.

Quanto poi alla “sporcizia” lamentata da Ratzinger nella memorabile Via Crucis dello scorso venerdì santo, un primo segno di purificazione c’è già stato. E ha interdetto un religioso italiano, Gino Burresi, 73 anni, fondatore dei Servi del Cuore Immacolato di Maria.

Dal 27 maggio, per decreto del prefetto della congregazione per la dottrina della fede, Levada, approvato “in forma specifica” dal papa, Burresi non può più dir messa, né confessare, né predicare in pubblico. Le accuse a suo carico risalivano agli anni Ottanta ed erano anche di violazione del segreto confessionale e di abusi sessuali a danno di suoi giovani discepoli: analoghe a quelle che hanno colpito un altro e più importante capo di un ordine religioso, padre Marcial Maciel, 85 anni, fondatore dei Legionari di Cristo.

La congregazione per la dottrina della fede sta raccogliendo e valutando le denunce contro padre Maciel, per decidere se aprire o no un processo canonico. A sua difesa si battono l’intero ordine dei Legionari e parte della curia vaticana, con in testa il cardinale Sodano. Anche a sostegno di padre Burresi c’erano cardinali e vescovi. Uno di essi, Gaetano Bonicelli, di Siena, ha reagito con forza all’emissione della condanna, implicitamente alzando il tiro contro lo stesso papa. Ma è difficile che il mite Benedetto XVI si faccia intimidire.

__________


Ma i media vaticani restano fuori controllo


Un campo in cui in Vaticano continua a regnare un grande disordine è quello dell’informazione. Benedetto XVI ha introdotto una novità nel sinodo dei vescovi, in corso a Roma dal 2 al 23 ottobre: un’ora serale di libero botta e risposta tra i padri, a commento degli interventi del giorno. Ma come riferirne ai giornalisti? Il primo giorno la sala stampa vaticana ha raccontato un po’ di tutto. Il secondo giorno ha dato i nomi degli intervenuti, ma ha taciuto le cose dette. Dal terzo giorno in poi ha elencato gli argomenti discussi, ma senza più dare i nomi.

In un’intervista dello scorso 16 ottobre Joaquín Navarro-Valls, direttore della sala stampa vaticana dal 1984, ha ricordato che fu Giovanni Paolo II a chiedere a lui aiuto “per risolvere i problemi della comunicazione”. Ma col nuovo papa Navarro non è in pari sintonia. E peggio vanno le cose tra lui e la segreteria di stato, da cui formalmente dipende. A fine agosto Navarro e il cardinale Angelo Sodano si sono persino beccati in pubblico, attribuendosi a vicenda la colpa di una dichiarazione che aveva creato seri problemi tra la Santa Sede e Israele.

Il quotidiano “L’Osservatore Romano” è anch’esso fuori controllo. Più che rappresentare la linea ufficiale della Santa Sede riflette gli umori del suo direttore, Mario Agnes, e dei maggiorenti di curia suoi amici, in testa il cardinale Crescenzio Sepe. Antiisraeliano e pacifista a oltranza, “L’Osservatore Romano” ha costretto più volte la segreteria di stato a correre ai ripari. Per gli Stati Uniti ha così poca simpatia che lo scorso 4 novembre non diede notizia né della rielezione di George W. Bush, né degli undici referendum vinti a difesa del matrimonio naturale, contro le nozze gay.

La Radio Vaticana è un altro mondo a sé stante, affidato ai gesuiti e d’impronta relativamente progressista.

Quanto al pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, presieduto dall’arcivescovo americano John P. Foley, il suo compito è di promuovere lo “spirito cristiano” nei media. Ma in Vaticano conta poco o niente: si limita ad autorizzare le riprese audiovisive e a gestire la filmoteca.

Molti si aspettano che Benedetto XVI metta ordine in questa confusione. Dalla quale, intanto, egli cerca il più possibile di tenersi al riparo. Ad esempio, in occasione di eventi e convegni, era prassi che i saluti e le benedizioni papali fossero trasmessi agli organizzatori tramite un messaggio del segretario di stato. Ma con Benedetto XVI non è più così. Il nuovo papa preferisce scrivere e firmare di suo pugno i messaggi che gli stanno più a cuore, distinguendoli da quelli di routine.

L’ha fatto il 7 ottobre per il centenario del teologo Hans Urs von Balthasar, di cui è grande estimatore, e il 16 ottobre per il convegno su “Libertà e laicità” tenuto a Norcia da Magna Carta e dalla Fondazione della Sussidiarietà, con primo relatore il filosofo laico Marcello Pera, presidente del senato italiano.

A ciascuno il suo. Oggi in Vaticano è più difficile che chiunque, prendendo la parola, faccia credere di parlare a nome del papa.

__________


La prima “survey” in Italia sul nuovo papa


I seguenti sono i dati principali dell’indagine condotta per “L’espresso” dalla SWG, pubblicata sul n. 42 del 21-27 ottobre 2005

L'indagine è stata condotta telefonicamente il 13 ottobre 2005 su un campione di 700 cittadini italiani di età superiore ai 18 anni, differenziati per autocollocazione religiosa e politica.


1. A sei mesi dalla sua elezione, in una scala da 1 a 10, che voto darebbe al nuovo papa, Benedetto XVI?

Voto medio: 7,8

Cattolici praticanti 8,4
Cattolici non praticanti 7,6
Non cattolici 6,3

Destra 8
Centro-destra 8,2
Centro 8
Centro-sinistra 7,4
Sinistra 6,5


2. Le piaceva di più Giovanni Paolo II o preferisce Benedetto XVI?

Giovanni Paolo II 66 per cento
Benedetto XVI 9
Nessuno dei due 5
Non sa o non risponde 20


3. Se dovesse fare una valutazione di Benedetto XVI, lo definirebbe conservatore o innovatore?

Conservatore 58 per cento
Innovatore 21
Non sa o non risponde 21


4. E lo definirebbe aperto o chiuso al dialogo?

Aperto al dialogo 74 per cento
Chiuso al dialogo 21
Non sa o non risponde 8


5. E nel modo in cui si esprime lo definirebbe comprensibile o poco chiaro?

Comprensibile 85 per cento
Poco chiaro 11
Non sa o non risponde 4


6. Benedetto XVI ha condannato duramente i PACS, i patti civili di solidarietà volti al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Quanto condivide la posizione del papa?

Molto o abbastanza 43 per cento
Poco o per niente 48
Non sa o non risponde 9


7. Benedetto XVI si è opposto anche al matrimonio tra gay. Quanto condivide la posizione del papa?

Molto o abbastanza 56 per cento
Poco o per niente 40
Non sa o non risponde 4


8. Ritiene che l'influenza della Chiesa sulla politica italiana sia aumentata con il nuovo papa?

Molto o abbastanza 23 per cento
Poco o per niente 60
Non sa o non risponde 17

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Indici delle presenze. Wojtyla lascia, Ratzinger raddoppia


Queste sono le cifre delle presenze alle udienze papali del mercoledì e agli Angelus della domenica, sommate mese per mese, in periodi paralleli del 2004 e del 2005. I dati sono della prefettura della casa pontificia.


UDIENZE DEL MERCOLEDÌ

Con Giovanni Paolo II, nel 2004

Maggio 57.000
Giugno 57.000
Luglio 12.000
Agosto 16.500
Settembre 51.500

Totale 194.000

Con Benedetto XVI, nel 2005

Maggio 89.000
Giugno 130.000
Luglio 20.000
Agosto 45.500
Settembre 126.000

Totale 410.000


ANGELUS DELLA DOMENICA

Con Giovanni Paolo II, nel 2004

Maggio 100.000
Giugno 70.000
Luglio 64.000
Agosto 16.000
Settembre 12.000

Totale 262.000

Con Benedetto XVI, nel 2005

Maggio 200.000
Giugno 250.000
Luglio 100.000
Agosto 25.000
Settembre 25.000

Totale 600.000

Nell’ottobre del 2005, a metà mese, le presenze alle udienze del mercoledì di Benedetto XVI hanno gia superato le 100.000.

Lo stesso è avvenuto per gli Angelus domenicali, con più di 100.000 presenze a metà mese.

Paparatzifan
00venerdì 21 ottobre 2005 20:50
Re: La rivoluzione Ratzinger passa a pieni voti

Scritto da: ratzi.lella 21/10/2005 8.07



IL MIO VOTO E' 10!!!!
W IL PAPA!!!!!!!!!!
Sihaya.b16247
00venerdì 21 ottobre 2005 22:51
Re: Re: La rivoluzione Ratzinger passa a pieni voti

Scritto da: Paparatzifan 21/10/2005 20.50

IL MIO VOTO E' 10!!!!
W IL PAPA!!!!!!!!!!



YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE W IL PAPA!!! [SM=x40799] [SM=x40799]
RATZGIRL
00sabato 22 ottobre 2005 00:47
DIECI
Sapete che voto dò al mio amato Papa??DIECI E LODE! [SM=g27811]
Se lo merita ampiamente... [SM=g27829]

W IL PAPA! [SM=x40801]
TERESA BENEDETTA
00sabato 22 ottobre 2005 20:08
SONDAGGIO ESPRESSO

Le piaceva di più Giovanni Paolo II o preferisce Benedetto XVI?



IDIOTISSIMA LA QUESTIONE! - I papi non sono politici o celebrita
qualunque! Come ha detto Sylvie, e come chiedere a un bambino, chi ami piu, mamma o papa? E poi, chiedere questo quando si sa che quasi tutti i cattolici italiani vogliono che si fa "santo subito" a Papa Wojtyla!

[Modificato da TERESA BENEDETTA 22/10/2005 20.10]

ratzi.lella
00sabato 22 ottobre 2005 20:52
ciao teresa
temo che i nostri amici dell'espresso si siano resi conto che papa ratzi stava ottenendo voti un po' troppo alti e cosi' hanno pensato alla domanda piu' inutile che si potesse fare!!! [SM=x40791]
buona serata.
Paparatzifan
00sabato 22 ottobre 2005 21:23
Re: ciao teresa

Scritto da: ratzi.lella 22/10/2005 20.52
temo che i nostri amici dell'espresso si siano resi conto che papa ratzi stava ottenendo voti un po' troppo alti e cosi' hanno pensato alla domanda piu' inutile che si potesse fare!!! [SM=x40791]
buona serata.


Hai ragione!!! Magari ad alcuni fanno paura i numeri dell'adesione troppo alta e, talvolta, non prevista, verso Ratzi.
ratzi.lella
00domenica 23 ottobre 2005 16:16
intervista a marcello pera
parla anche di papa ratzi

www.raitre.rai.it/R3_popup_articolofoglia/0,6844,197^4431...

cliccate poi su guarda il video.
ciao a tutti.
RATZGIRL
00lunedì 24 ottobre 2005 00:27
Re: intervista a marcello pera

Scritto da: ratzi.lella 23/10/2005 16.16
parla anche di papa ratzi

www.raitre.rai.it/R3_popup_articolofoglia/0,6844,197^4431...

cliccate poi su guarda il video.
ciao a tutti.



Grazie Lella per la info! [SM=x40800]
Ratzigirl
00lunedì 24 ottobre 2005 10:50
Un laico sarà il nuovo angelo custode dei viaggi del Papa
Alberto Gasbarri, attuale direttore amministrativo della “Radio Vaticana”[/C]



Benedetto XVI ha designato Alberto Gasbarri, attuale direttore amministrativo e direttore tecnico ad interim della “Radio Vaticana”, come incaricato della preparazione dei viaggi apostolici.

La nomina è stata resa pubblica il 14 ottobre scorso dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, in una lettera inviata ai responsabili dei Dicasteri della Santa Sede e a varie autorità vaticane.

Alberto Gasbarri è il primo laico a ricoprire questo prestigioso incarico.

Con questa decisione, il Papa esonera da ogni responsabilità monsignor Renato Boccardo, che da alcuni mesi ha assunto l’incarico di Segretario Generale dello Stato dellla Città del Vaticano.

Alberto Gasbarri si è occupato della preparazione dei viaggi apostolici dal 1982, prima come assistente del Cardinale Roberto Tucci e poi di monsignor Boccardo.

Nel suo lavoro organizzativo, Gasbarri dovrà coordinare l’organizzazione con i Nunzi apostolici di ogni Paese, i Vescovi e le autorità.

Intanto sul fronte dei viaggi, Benedetto XVI ha espresso nel corso di un’intervista trasmessa dalla televisione pubblica polacca la sua intenzione di recarsi in Polonia nel giugno 2006.

Sempre per l'anno 2006 il governo della Turchia ha accettato di invitare il Papa a visitare il Paese affinché possa incontrarsi con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, "primus inter pares" del mondo ortodosso.

L’Arcidiocesi di Valencia (Spagna) ha confermato l’intenzione del Papa di partecipare nel luglio 2006 all’Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà in quella città.

Mentre il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) ha annunciato questo sabato l’intenzione del Pontefice di recarsi in Brasile, al Santuario di Nostra Signora Aparecida, per inaugurare nel maggio 2007 la Conferenza Generale dell’episcopato dell’America Latina e del Caribe.

Nell’agenda del Papa – e di Gasbarri – potrebbero esserci altri spostamenti, ma non sono ancora stati annunciati.

ratzi.lella
00lunedì 24 ottobre 2005 14:19
su dipiù uscito oggi
sul numero del settimanale dipiù che è uscito stamattina c'è un bellissimo servizio su papa ratzi e sul suo incontro con i bimbi. c'è anche la trascrizione completa delle domande dei bambini e delle risposte del papa!!!
Ratzigirl
00mercoledì 26 ottobre 2005 00:41
Nuovo appuntamento
Venerdì 25 Novembre inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica. Si svolgerà nella sede di Roma con l'intervento di Benedetto XVI, gli onori di casa saranno fatti dal Magnifico rettore Lorenzo Ornaghi, presidente dell'Authority del Volontariato. Nel 2000 fu il papa polacco a presenziare alla cerimonia, sempre a Roma.

(lo daranno in tv??? speriamo....occhi aperti su telepace!!! [SM=g27820]: [SM=g27820]: [SM=g27820]: )
Ratzigirl
00mercoledì 26 ottobre 2005 01:01
Le prime parole dell’enciclica: «Dio è amore»


La prima enciclica di Papa Ratzinger è un documento di 46 pagine che in questi giorni viene tradotta nelle varie lingue: l'uscita è attesa per l'8 dicembre, festa dell'Immacolata e quarantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, anche se nessuna decisione definitiva è stata presa in merito.
Da quanto si apprende, l'enciclica di Benedetto XVI, scritta durante le vacanze a Castelgandolfo, inizia con una citazione della prima lettera di San Giovanni: «Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui». Anche se il titolo non è stato ancora ufficialmente stabilito, è probabile che sia «Deus est amor». Chi ha letto la prima bozza è rimasto colpito dalla sua grande profondità: il Papa non ha scritto un'enciclica «programmatica» in senso stretto. «Il mio vero programma di governo – aveva detto il nuovo Papa il 24 aprile, durante la messa per l'inizio del pontificato – è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia».
L'enciclica è piuttosto una meditazione sull'amore di Dio, sull'incarnazione di suo Figlio e sulla carità. «Mentre si conclude l'anno dell'eucaristia - ha detto Ratzinger domenica scorsa - come non riprendere l'invito di Giovanni Paolo II a “ripartire da Cristo”? Come i discepoli di Emmaus che, riscaldati nel cuore dalla parola del Risorto e illuminati dalla sua viva presenza diventarono annunciatori della risurrezione di Cristo, anche noi riprendiamo il nostro cammino animati dal vivo desiderio di testimoniare il mistero di questo amore che dà speranza al mondo». Nel nuovo testo, secondo le prime indiscrezioni, il Papa avrebbe letto alla luce della centralità di Cristo il cammino di questi ultimi quarant'anni di vita della Chiesa accennando ad alcune questioni aperte.

[Modificato da Ratzigirl 26/10/2005 1.03]

Ratzigirl
00mercoledì 26 ottobre 2005 01:16
Ulteriori informazioni sull'enciclica di prossima uscita

"Eros e Agape" secondo Papa Ratzinger: nella sua prima Enciclica ribaltati due testi di Nygren e De Rougemont


Sono le tesi contenute in due testi che hanno fatto discutere in Occidente molti intellettuali, filosofi e teologi, soprattutto nella seconda parte del XX secolo, quelle che Papa Benedetto XVI ha completamente ribaltato all’interno della sua prima Enciclica che è quasi del tutto pronta per essere resa nota.
Si tratta di Eros e Agape scritto nel 1930 dal teologo luterano svedese Anders Nygren (1890-1978) e di L'Amore e l'Occidente scritto nel 1939 dall’intellettuale svizzero-francese Denis De Rougemont (1906-1985).
Un’Enciclica, quella di Papa Ratzinger, dedicata al rapporto esistente tra Amore divino e Parola incarnata (Parola di Cristo) e ai riflessi che la corretta interpretazione di questo rapporto ha nella vita e nella missione della Chiesa. Ratzinger, nello spiegare all’interno della sua prima Enciclica quale sia la visione cristiana di amore, ribalta del tutto, come detto, le due tesi di Nygren e De Rougemont, tesi contenute in due scritti che parlano sì di amore ma non dello stesso amore professato e insegnato, in oltre duemila anni di storia, dalla ricca tradizione della Chiesa cattolica. Da qui, da questo ribaltamento, frutto di anni dedicati dal teologo Joseph Ratzinger al lavoro e allo studio intenso, ecco la prima Enciclica del successore di Giovanni Paolo II, un’Enciclica in cui viene riproposto l’amore come caratteristica propria del cristianesimo, un’Enciclica in cui il “motto” benedettino che recita “nulla anteporre all’amore di Cristo” di fatto diventa il leit-motive attorno al quale leggere le linee di questo nuovo pontificato.
La tesi proposta da Nygren all’interno di Eros e Agape è debitrice della teologia di Lutero, una teologia che dal teologo svedese viene presentata come restauratrice della vera purezza del Vangelo. Secondo lui infatti, la vera religione cristiana è quella professata dal protestantesimo, una religione fondata sì sull’amore, ma sull’amore inteso esclusivamente come “agape” e non come “eros”. I due termini, “eros” e “agape”, simboleggiano, infatti, due concezioni per Nygren opposte e incompatibili. Per Nygren l’uomo dovrebbe vivere solo di “agape” e cioè di un amore che è esclusivamente dono di sé, dono di sé senza pretese, senza nulla chiedere in cambio. L’“Eros”, invece, che indica il desiderio dell’uomo di ricevere, di avere amore, è male e come tale non va considerato. Sicché, per Nygren, il cristianesimo è un continuo dono di sé senza nulla volere, senza nulla desiderare e, in questo senso, tutti i tentativi di fondere i due termini sono per lui destinati all’insuccesso. Per la Chiesa cattolica, invece, le cose non stanno propriamente così. Amore è sì dare, ma è anche ricevere. “Agape” ed “eros”, dunque, sono due aspetti dello stesso amore e soltanto l’uomo che li vive entrambi alla luce di Dio, vive appieno tutte le dimensioni dell’amore così come il cristianesimo le intende e le insegna.
Nel volume L’Amore e l’Occidente, invece, Denis De Rougemont parla dell’idea di amore-passione che attraversa l’intera storia dell’Occidente, per lo meno nel secondo millennio. Secondo lui, il novecento ha preteso che l’amore vivesse dentro il matrimonio, e non fuori o spesso contro il matrimonio, come nella storia di Giulietta e Romeo o di Tristano e Isotta avviene. De Rougemont muove da una tesi originale secondo la quale la lirica cortese sarebbe derivata dall’eresia catara: catari sarebbero stati, infatti, i primi poeti e cantori dell’amore cortese che avrebbero elaborato il loro linguaggio sulla base dei termini della teologia catara e avrebbero permeato del suo spirito l’intera letteratura europea. Secondo tale concezione l’anima è confinata nel corpo e aspira a tornare a una unità indifferenziata, mistica, con la divinità da cui è separata dall’esperienza materiale. I poeti cortesi fanno propria tale concezione dell’amore, contrapponendo il matrimonio, con le sue leggi e il suo carattere istituzionale, all’amore-passione, l’amore che è annullamento di sé stessi, che è identità, vertigine, abbandono.
Paparatzifan
00mercoledì 26 ottobre 2005 10:17
Re: Ulteriori informazioni sull'enciclica di prossima uscita

Scritto da: Ratzigirl 26/10/2005 1.16

"Eros e Agape" secondo Papa Ratzinger: nella sua prima Enciclica ribaltati due testi di Nygren e De Rougemont

Per la Chiesa cattolica, invece, le cose non stanno propriamente così. Amore è sì dare, ma è anche ricevere. “Agape” ed “eros”, dunque, sono due aspetti dello stesso amore e soltanto l’uomo che li vive entrambi alla luce di Dio, vive appieno tutte le dimensioni dell’amore così come il cristianesimo le intende e le insegna.


Sono perfettamente d'accordo!!! Dare e ricevere. Come viviamo il nostro amore per il Papa? Noi gli diamo tutto il nostro amore, ma anche lo riceviamo e lo sentiamo, attraverso lo schermo, le sue parole, la sua immagine... E' l'amore spirituale un dare e ricevere nonostante non avere accanto fisicamente la persona amata! [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]
Ratzigirl
00venerdì 28 ottobre 2005 11:50
Il Papa parteciperà all’Incontro delle Famiglie a Valencia nel 2006


Afferma il Cardinale Alfonso López Trujillo



Il Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, il Cardinale Alfonso López Trujillo, ha ribadito questo giovedì la sua “piena convinzione che Papa Benedetto XVI si recherà a Valencia” per partecipare al V Incontro Mondiale delle Famiglie (IMF), che si svolgerà nella città spagnola dal 1° al 9 luglio 2006.

Il porporato colombiano lo ha dichiarato questo giovedì pomeriggio incontrando i parroci e le coppie incaricate della pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Valencia, secondo quanto reso noto dall’agenzia “AVAN”.

Durante l’incontro, ha anche annunciato che tutte le parrocchie del mondo riceveranno prossimamente una catechesi familiare in varie lingue per preparare l’IMF.

La catechesi è già stata preparata e sarà distribuita a tutte le Conferenze Episcopali dei cinque continenti.

Sarà anche inserita nella breve pagina web dell’IMF (www.emf2006.org), che la prossima settimana aprirà anche le iscrizioni per partecipare all’evento.

Il Cardinale López Trujillo ha presieduto questo mercoledì presso l’Università Cattolica di Valencia “San Vicente Mártir” la presentazione dell’“Enchiridion de la Familia”, che raccoglie testi del magistero pontificio e dei concili sulla famiglia.

Ratzigirl
00venerdì 28 ottobre 2005 11:59
Gianluca Barile VS Celentano
ROCKPOLITIK: ASSOCIAZIONE BENEDETTO XVI BATTIPAGLIA, «CELENTANO CHIEDA SCUSA AL PAPA»



Rockpolitic, la trasmissione di Adriano Celentano che sta davvero superando tutti i record possibili, non placa le polemiche neanche dopo la seconda puntata. Questa volta a protestare contro le "invettive" del super molleggiato è l'Associazione benedetto XVI di Battipaglia. l'Associazione che si ispira all'attuale Pontefice non ha gradito la definizione che Celentano ha fatto del Papa, giudicato "hard rock". «Anziché scrivere fantomatiche lettere al Presidente del Consiglio, Adriano Celentano - spiega l'Associazione in una nota - farebbe bene a prendere carta e penna per chiedere scusa al Sommo Pontefice dopo la sua delirante affermazione "Il Papa è hard rock". Va bene che errare è umano, ma perseverare è diabolico. Già nella prima puntata della sua trasmissione (Rock-politik) aveva definito il Papa "rock", ma giovedì sera è andato ben oltre, definendolo "hard rock" non solo per sfruttarne il nome per l'Auditel ma anche per provocare la nostra Associazione». «La provocazione - prosegue - ce la lasciamo scivolare addosso, ma non possiamo non sottolineare che Celentano ha perso l'ennesima occasione per stare zitto. Sappiamo benissimo che la lista rock ideata dal "Molleggiato" vuole essere positiva e condividiamo l'appellativo di "lento" dato ai matrimoni gay e a Zapatero. Quello che vorremmo far capire a Celentano ed a tutti i suoi seguaci (che in questi giorni non hanno mancato di farci pervenire insulti, ingiurie, minacce sia via e-mail, sia telefonicamente) è che non si può inserire il Vicario di Cristo in una lista che esalta persone e valori che mal si conciliano con la dottrina della Chiesa». «E' la prima volta - dice ancora l'Associazione Benedetto XVI di Battipaglia - nella storia della Tv italiana che un presentatore utilizza in maniera così reiterata il nome del Papa. Noi siamo stati tacciati di volere pubblicità gratuita: niente di più falso! Ma Celentano non si fa forse ancora più pubblicità (basti vedere le prime pagine dei giornali) sostenendo che il Papa è "hard rock". Il Sommo Pontefice non può e non deve essere paragonato ad un tipo di musica che, lo ribadiamo, oggi porta, fatte le debite eccezioni, alla perdizione. Caro Celentano, le discoteche ed i concerti rock non sono più quelli della tua epoca! Oggi in nome del rock, migliaia, milioni di giovani in tutto il Mondo si incontrano "sballandosi" ed usando droga». «Lo stesso Benedetto XVI - conclude la nota - nella Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, ha espresso il desiderio che alla parte folkloristica dell'evento si prediligesse quella liturgica. Per quanto ci riguarda, la vicenda finisce qui: non vogliamo fare il gioco di Celentano e strumentalizzare il Papa. Un'ultima osservazione, prima, però: il programma del "Molleggiato" conquisterà il pubblico perché piace, ma riteniamo di pessimo gusto streap-tease improvvisati (?) in una trasmissione il cui timoniere ha la presunzione di essere "rock" e che invece è "lento", tanto per usare parole sue. Ora che ti abbiamo detto che sei "rock", caro Celentano, non montarti (ancora di più) la testa: non crederai mica di essere il Papa?».
ratzi.lella
00sabato 29 ottobre 2005 13:06
dichiarazioni di monsignor georg ratzinger
PAPA/ RADIO BAVARESE ANNUNCIA DATA DELLA VISITA IN GERMANIA
Andrà in Baviera dal 14 al 17 settembre 2006


Monaco, 28 ott. (Apcom) - La Bayerischer Rundfunk, la radio più ascoltata in Baviera, ha annunciato che Benedetto XVI tornerà in Germania il prossimo anno dal 14 al 17 settembre. La notizia della data - non ancora confermata ufficialmente - è stata accompagnata dai commenti entusiastici dei suoi concittadini, fieri di avere le stesse origini del capo della Chiesa cattolica.


Intanto il fratello del papa, don Georg Ratzinger, in una intervista alla Bild si è limitato a dire che non poteva confermare niente: "la domanda in questione è vietata - ha risposto al giornalista- Lei sa che vige la censura?". Don Georg ha lamentato anche che non riesce più ad avere contatti così frequenti con suo fratello come faceva prima da quando questi è divenuto pontefice. "Ci sono sempre due segretarie, un servitore personale e quattro suore che si prendono cura di lui e sono l'unico che si ostina a parlare bavarese. Gli altri conoscono solo l'italiano".

La Telecom tedesca, per consentire ai due fratelli di dialogare liberamente, sembra abbia attivato una linea dedicata Roma-Ratisbona, ma su questo don Georg non ha voluto aggiungere dettagli. Il fatto che molti fedeli tentino di mettersi in contatto con Benedetto XVI passando attraverso le grazie del fratello mette a disagio don Georg che si definisce scherzando "la porta di servizio del Papa!". Del resto per lui il Capo della Chiesa di Roma resta sempre "Joseph", "come dovrei chiamarlo altrimenti?"
elena66c
00sabato 29 ottobre 2005 20:50
Gita "fuori porta"
ROMA - Gita in incognito fuori Roma per Benedetto XVI, che per la sua prima ''fuga'' dal Vaticano ha scelto la chiesetta della Mentorella, luogo particolarmente caro a Giovanni Paolo II, nel giorno in cui ricorrono i 27 anni dalla prima visita da pontefice del papa polacco al santuario dedicato alla Madonna.

Un'uscita a sorpresa, di cui si e' sparsa la notizia nel primo pomeriggio, prima della conferma ufficiale del Vaticano, affidata a una breve nota del direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls.

Il Papa era partito questa mattina poco prima delle 9 dal Vaticano: era vestito con il tradizionale abito talare bianco ed era accompagnato dai suoi piu' stretti collaboratori.

Navarro Valls ha spiegato che Benedetto XVI si e' recato in ''pellegrinaggio privato al santuario mariano Madre delle Grazie della Mentorella''. Joseph Ratzinger ''ha celebrato la Santa Messa in onore della Madonna'' e nel primo pomeriggio e' rientrato nel palazzo apostolico in Vaticano.

C'erano pochi pellegrini al santuario della Mentorella quando a sorpresa e' arrivato in visita il Papa, che ha benedetto i presenti prima di celebrare la messa e ha donato alcuni rosari: ''Ho ricevuto in dono due rosari - ha detto emozionata una donna proveniente da Roma - uno me lo ha dato personalmente Benedetto XVI e l'altro un suo assistente. Non me ne separero' mai''.

La voce della visita del Papa al paesino di Guadagnolo, che d'inverno conta solo 23 abitanti, e che a sua volta e' frazione di Capranica Prenestina che ne conta un centinaio, e' cominciata a circolare solo dopo qualche ora dall'arrivo di Ratzinger, quando i pochi testimoni intorno a mezzogiorno sono scesi dal santuario fino alla piazza e hanno raccontato la cerimonia inaspettata vissuta come un evento.

Emozionato anche il parroco di Guadagnolo, don Gregorio, un giovane polacco: ''Avevo gia' avuto l'onore di vedere il Papa ma non di conoscerlo cosi' da vicino, un uomo semplice che trasmette amore''.

Secondo i testimoni il Papa sarebbe stato particolarmente contento di aver visitato l'antico santuario arroccato su una rupe che si affaccia sulla valle dell'Aniene in quanto oggi ricade la ricorrenza della prima visita ufficiale di Papa Wojtyla il 29 ottobre del 1978 alla quale seguirono altre sei visite di cui l'ultima nel 2000. I pochi anziani che vivono a Guadagnolo ricordano anche la visita di Ratzinger che allora accompagnava Papa Giovanni Paolo II.
Paparatzifan
00sabato 29 ottobre 2005 22:24
Re: dichiarazioni di monsignor georg ratzinger

Scritto da: ratzi.lella 29/10/2005 13.06
PAPA/ RADIO BAVARESE ANNUNCIA DATA DELLA VISITA IN GERMANIA
Andrà in Baviera dal 14 al 17 settembre 2006

Il fatto che molti fedeli tentino di mettersi in contatto con Benedetto XVI passando attraverso le grazie del fratello mette a disagio don Georg che si definisce scherzando "la porta di servizio del Papa!". Del resto per lui il Capo della Chiesa di Roma resta sempre "Joseph", "come dovrei chiamarlo altrimenti?"


Ma nooooo, Georg, non sei la porta di servizio del Papa!!!! Poverino!!!!!! Mi fai tanta tenerezza!!!! Un bacino!!!! [SM=x40800]
Paparatzifan
00sabato 29 ottobre 2005 22:27
Re: Gita "fuori porta"

Scritto da: elena66c 29/10/2005 20.50
ROMA - Gita in incognito fuori Roma per Benedetto XVI, che per la sua prima ''fuga'' dal Vaticano ha scelto la chiesetta della Mentorella, luogo particolarmente caro a Giovanni Paolo II, nel giorno in cui ricorrono i 27 anni dalla prima visita da pontefice del papa polacco al santuario dedicato alla Madonna.



Ma, Papa, sai che con queste visite in incognito puoi provocare svenimenti masicci? La gente non è pronta a queste fughe tue!!! [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]
RATZGIRL
00lunedì 31 ottobre 2005 00:22
Re: Re: Gita "fuori porta"

Scritto da: Paparatzifan 29/10/2005 22.27

Ma, Papa, sai che con queste visite in incognito puoi provocare svenimenti masicci? La gente non è pronta a queste fughe tue!!! [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]



Eheheh sono d'accordo! [SM=x40791] [SM=g27822]
TERESA BENEDETTA
00martedì 1 novembre 2005 02:34
ARTICOLO IN NEWSWEEK
George Weigel, che nell'opinione di molto, scrisse il migliore biografia di GPII in inglese, sta per pubblicare questa settimane il suo primo libro su Benedetto, che si chiama:
"God's Choice: Pope Benedict XVI and the Future of the Catholic Church," ed ha scritto quest'articolo eccelente nell'edizione corrente di Newsweek. Weigel e stato uno dei pochi scrittori angloparlanti che hanno scritto positivamente su Ratzinger e Benedetto, e durante il reportage televisivo del conclave sulle reti americani, Weigel e stato uno dei pochissimi che possono dire qualcosa buono su Ratzinger.

A Pope of Quiet Surprises
How Benedict has proved to be more complex and charismatic than many expected

By George Weigel
Newsweek


Heir: This pope attracts more pilgrims each week to St. Peter’s Square than his predecessor

Nov. 7, 2005 issue - When the newly elected Pope Benedict XVI first appeared on the loggia of St. Peter's Basilica this past April, he was smiling broadly—a surprise, perhaps, for those accustomed to the cartoon of Joseph Ratzinger as "God's Rottweiler." Was this, perhaps, the smile of a man who had finally gotten something he wanted? No, for Ratzinger most certainly didn't want to be pope. He thought himself too old for the job, and ill suited for an office that required greater administrative skills than he thought he possessed. After Pope John Paul II refused his resignation three times, Ratzinger, 78, was also looking forward to a return to his native Bavaria to take up his work as a theologian. So what the world saw on the afternoon of April 19 was not the smile of a man who had achieved a great ambition. Rather, having accepted the decision of a lightning-swift conclave after no small amount of internal wrestling with God's will (and his own), Benedict XVI's happiness was that of a man who had been liberated to be himself after subordinating his personality for 23 years to the work John Paul II had asked him to do.

A liberated Joseph Ratzinger was likely to produce some surprises. And, in fact, Benedict XVI has been a pope of the quiet, understated surprise during his first seven months in the papacy. Throughout September and October, Benedict drew larger crowds to his weekly general audience than the late John Paul II—no mean magnet—ever managed. During the Great Jubilee of 2000, John Paul brought 40,000 to 45,000 people a week into St. Peter's Square. Over the past two months, Benedict has regularly pulled crowds of more than 50,000; on Oct. 15 the square overflowed with 150,000 pilgrims, many of them Italian schoolchildren who had just made their first communion (the idea of a conversation with children was the pope's). Some of this extraordinary turnout reflects the 20,000 pilgrims who come to pray at John Paul II's grave every day. But that, in turn, underlines the dynamic continuity between Benedict and his great predecessor.

Though he lacks John Paul's electric public personality, Benedict has an engaging style, offering the demanding yet accessible Gospel of a theologian who has mastered the complexities of doctrine. His composure in public is also telling. When it was suggested to the pope's secretary, at the audience for those Italian children, that it was time to give the pope his text, the secretary responded, "He doesn't need a text; he's got it in his heart." (When Benedict does preach from notes, however, his homilies are handcrafted.)

Then there was Benedict's striking rapport with a million young adults at August's World Youth Day in Cologne, Germany—another surprise for some. Yet, as a professor, Ratzinger had inspired passionate loyalty in his doctoral students, and like John Paul, Benedict knows that to be young is to yearn for a challenge to heroism. So there was no patronizing and no pandering, but rather solid teaching and the example of a pope in silent prayer before the Holy Eucharist.

Benedict XVI has met, cordially, with representatives of the "progressive" and reactionary wings of Roman Catholic dissent. He's dropped hints about holding a joint synod with Orthodox bishops—something that hasn't happened in more than a millennium. He's taken a hands-on approach to the appointment of Catholic bishops throughout the world, influenced perhaps in part by his experience with malfeasant bishops who turned sexual scandal into crisis in the United States. He's challenged Islamic leaders to take a more publicly critical stance toward violence in the name of God, and he's challenged Europe to recover its greatness by rediscovering its Christian roots. (Benedict's forthcoming book on the subject, "Without Roots," is coauthored with a nonbelieving Italian intellectual who shares the pope's diagnosis of the secularist sources of Europe's civilizational malaise.)

Interpreting the coming papacy accurately is going to require a determined effort to get beyond the "liberal/conservative" taxonomy of all issues Catholic. The Vatican is at work on a document concerning candidates for the priesthood who wrestle with homoerotic temptations and passions; should Benedict approve a policy requiring that such candidates have demonstrated a capacity to live chastely, the conventional impulse will be to interpret him as a persecutor of homosexuals. The truth, however, will be more complicated: at heart and in practice, Benedict is a reformer who wants all candidates to demonstrate the ability, with God's grace, of living the challenge of celibate chastity. Chastity, Benedict will likely remind the church, is a virtue for everyone—gay or straight, clergy or laity.

Benedict XVI's shrewdness as a manager and reformer of the Roman Curia remains to be tested. So does his judgment in people. In his first seven months, though, the man who never wanted to be pope has shown the unflappability which comes from a deep spiritual life. That suggests that the quiet surprises of Benedict XVI will continue.

Weigel, a senior fellow of Washington's Ethics and Public Policy Center, is the author of "God's Choice: Pope Benedict XVI and the Future of the Catholic Church," published on Nov. 1 by HarperCollins.

© 2005 Newsweek, Inc.
© 2005 MSNBC.com

URL: www.msnbc.msn.com/id/9863951/site/newsweek/

[Modificato da TERESA BENEDETTA 01/11/2005 2.59]

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