Quanti libri sono inutilmente troppo lunghi?

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loulou_jq
00giovedì 20 marzo 2008 09:06
riprendo questa domanda di emma per riproporla, anche perchè mi ha ricordato un episodio del mio periodo universitario, quando mi trovai a dover leggere guerra e pace e, alle mie lamentele sulla mole del roamnzo, una compagna di corso mi prese bonariamente in giro "ma che, ti sei letta il libro?!? io ho visto il film: 2 ore e passi la paura!"

lasciando perdere gli scrittori contemporanei (che non conosco), inizio subito con la mia lista dei libri troppo lunghi:
i fratelli karamazov (mai finito)
i miserabili (mai finito)
il nome della rosa (mai finito)
Pim.
00giovedì 20 marzo 2008 14:17
Re:
loulou_jq, 20/03/2008 9.06:

riprendo questa domanda di emma per riproporla, anche perchè mi ha ricordato un episodio del mio periodo universitario, quando mi trovai a dover leggere guerra e pace e, alle mie lamentele sulla mole del roamnzo, una compagna di corso mi prese bonariamente in giro "ma che, ti sei letta il libro?!? io ho visto il film: 2 ore e passi la paura!"

lasciando perdere gli scrittori contemporanei (che non conosco), inizio subito con la mia lista dei libri troppo lunghi:
i fratelli karamazov (mai finito)
i miserabili (mai finito)
il nome della rosa (mai finito)


I libri hanno un proprio respiro, impongono un passo. Bisogna capirlo, e adeguarsi. Nessun libro è mai troppo lungo, come nessuna escursione in montagna: gambe in spalla e via.
Si può decidere però di non proseguire nella lettura a prescindere dalla lunghezza. Una volta insistevo, adesso sono meno masochista e penso che un libro debba essere un piacere e non un dovere. Il nome della rosa l'ho letto tutto e con gusto; ho invece mollato Memoriale del convento di Saramago, decisamente più breve, perché era una pizza. A teatro, qualche settimana fa, ho retto solo il primo atto di Le tre sorelle: tre ore e trequarti di rappresentazione erano superiori alle mie forze (e la compagnia teatrale mediocre). Però non sono mai uscito anzitempo da un cinema...

erikaluna
00venerdì 21 marzo 2008 15:09
.


In certi casi mi appello al diritto n.2 di Pennac, anche se con romanzi troppo lunghi si finisce col capire poco ;)


I diritti imprescrittibili del lettore.
di Daniel Pennac
*(dal testo "come un romanzo")
1
Il diritto di non leggere


2
Il diritto di saltare le pagine


3
Il diritto di non finire il libro


4
Il diritto di rileggere


5
Il diritto di leggere qualsiasi cosa


6
Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)


7
Il diritto di leggere ovunque


8
Il diritto di spizzicare


9
Il diritto di leggere ad alta voce


10
Il diritto di tacere


Hermann Simon
00sabato 22 marzo 2008 11:35
No per me no invece, non amo lasciare un libro a metà, mi impongo di finirlo sempre anche a fatica, e non salto neanche un rigo. Stessa cosa per i film, ovviamente...

Per esempio ho impiegato 2 anni e mezzo per finire "Viaggio al termine della notte" di Celine, non perchè fosse pizzoso, anzi, ma per me è stato come un lungo viaggio nel tempo, nei giorni, con quello che mi succedeva, "parallelamente" al libro, ma diversamente ovvio, lo portavo ovunque andassi, anche in vacanza, ha viaggiato come nessun altro libro credo, era sempre con me, anche se non è che lo leggessi spesso, ma l'importante era che fosse sempre nella mia borsa, poi il resto veniva da sè... Terminato di leggerlo, è finito anche il mio lungo viaggio verso la notte della mia vita.
loulou_jq
00martedì 25 marzo 2008 09:41
Re:
Hermann Simon, 22/03/2008 11.35:

No per me no invece, non amo lasciare un libro a metà, mi impongo di finirlo sempre anche a fatica, e non salto neanche un rigo. Stessa cosa per i film, ovviamente...

Per esempio ho impiegato 2 anni e mezzo per finire "Viaggio al termine della notte" di Celine, non perchè fosse pizzoso, anzi, ma per me è stato come un lungo viaggio nel tempo, nei giorni, con quello che mi succedeva, "parallelamente" al libro, ma diversamente ovvio, lo portavo ovunque andassi, anche in vacanza, ha viaggiato come nessun altro libro credo, era sempre con me, anche se non è che lo leggessi spesso, ma l'importante era che fosse sempre nella mia borsa, poi il resto veniva da sè... Terminato di leggerlo, è finito anche il mio lungo viaggio verso la notte della mia vita.



ci sono dei libri che ci accompagnano, dei testimoni (inconsapevoli?) di un pezzo della nostra vita, di una fase... sono rari e preziosi... anche questo potrebbe essere un altro thread [SM=g7073]


loulou_jq
00martedì 25 marzo 2008 09:43



loulou_jq
00martedì 25 marzo 2008 09:49
Re: Re:
Pim., 20/03/2008 14.17:


I libri hanno un proprio respiro, impongono un passo. Bisogna capirlo, e adeguarsi. Nessun libro è mai troppo lungo, come nessuna escursione in montagna: gambe in spalla e via.



da un punto di vista di critica letteraria è sicuramente vero, ci sono libri che non possono essere contenuti in poche pagine... tuttavia, al di là delle difficoltà soggettive verso un libro in particolare, gli scrittori incontinenti mi spaventano e tendo a comprare i novellieri e gli scrittori di racconti... adoro quegli scrittori che sanno condensare in un racconto breve l'essenza delle cose (forse perchè non ho fatto il classico... [SM=g7075] )





loulou_jq
00martedì 25 marzo 2008 09:50
Re: .
erikaluna, 21/03/2008 15.09:



In certi casi mi appello al diritto n.2 di Pennac, anche se con romanzi troppo lunghi si finisce col capire poco ;)


I diritti imprescrittibili del lettore.
di Daniel Pennac
*(dal testo "come un romanzo")
COLORE]




eccone un altro che non ho finito! [SM=g7059]


vitorok
00martedì 25 marzo 2008 15:08
Non so di cosa parlate, io i libri prima
li annuso, poi decido se leggerli.. [SM=g7066]
vitorok
00martedì 25 marzo 2008 23:02
La lettura come l’amore, l’amicizia o anche solo uno sguardo sul mare
o sui colori della stagione, dovrebbe essere un momento privilegiato,
una possibilità tra le poche di vivere il presente.
La possibilità di cogliere con pienezza ogni attimo
senza sacrificarlo a qualcosa d’altro, senza bruciarlo rapidamente
per raggiungere qualche risultato, senza cioè distruggere
continuamente il presente, la vita vera in una corsa affannosa
verso qualcosa che non è veramente mai, una forma della morte.
Una pagina che si legge non perché sia di una qualche utilità immediata,
ma perché essa ci fa guardare meglio in faccia il riso o il pianto e in essa,
sempre uguale e sempre nuova, si può sostare senza essere presi dalla smania
di passare ad altro.
I nostri libri, i libri che amiamo, che abbiamo amato che ameremo,
esistono per aiutarci a capire e a vivere un po’ meglio
le ombre, gli incanti, le paure, le speranze, gli equivoci,
gli smarrimenti di ogni giorno.


Questo peana alla lettura è una mia sintesi da una prefazione di C. Magris
per una antologia intitolata Lunario dei giorni di quiete, a cura di G.D.Bonino.
Edizione Einaudi
Keira@
00mercoledì 26 marzo 2008 00:30
Re:
Hermann Simon, 22/03/2008 11.35:

No per me no invece, non amo lasciare un libro a metà, mi impongo di finirlo sempre anche a fatica, e non salto neanche un rigo. Stessa cosa per i film, ovviamente...

Per esempio ho impiegato 2 anni e mezzo per finire "Viaggio al termine della notte" di Celine, non perchè fosse pizzoso, anzi, ma per me è stato come un lungo viaggio nel tempo, nei giorni, con quello che mi succedeva, "parallelamente" al libro, ma diversamente ovvio, lo portavo ovunque andassi, anche in vacanza, ha viaggiato come nessun altro libro credo, era sempre con me, anche se non è che lo leggessi spesso, ma l'importante era che fosse sempre nella mia borsa, poi il resto veniva da sè... Terminato di leggerlo, è finito anche il mio lungo viaggio verso la notte della mia vita.




La penso come te, ed anche io ho vissuto un'esperienza simile con Celine e con Tolkien, li ho portati con me mesi e mesi, sia in vacanza che in università, magari leggendone solo qualche rigo in un momento di relax o di pausa. Poi li ho finiti entrambi e li ho riletti daccapo, molto più intensamente e velocemente. Non ho mai lasciato un libro a metà, nè un fumetto, nè un rivista nè un "leggere attentamente le istruzioni prima dell'uso" [SM=g7076]
Keira@
00mercoledì 26 marzo 2008 00:32
Re:
Hermann Simon, 22/03/2008 11.35:

No per me no invece, non amo lasciare un libro a metà, mi impongo di finirlo sempre anche a fatica, e non salto neanche un rigo. Stessa cosa per i film, ovviamente...

Per esempio ho impiegato 2 anni e mezzo per finire "Viaggio al termine della notte" di Celine, non perchè fosse pizzoso, anzi, ma per me è stato come un lungo viaggio nel tempo, nei giorni, con quello che mi succedeva, "parallelamente" al libro, ma diversamente ovvio, lo portavo ovunque andassi, anche in vacanza, ha viaggiato come nessun altro libro credo, era sempre con me, anche se non è che lo leggessi spesso, ma l'importante era che fosse sempre nella mia borsa, poi il resto veniva da sè... Terminato di leggerlo, è finito anche il mio lungo viaggio verso la notte della mia vita.




La penso come te, ed anche io ho vissuto un'esperienza simile con Celine e con Tolkien, li ho portati con me mesi e mesi, sia in vacanza che in università, magari leggendone solo qualche rigo in un momento di relax o di pausa. Poi li ho finiti entrambi e li ho riletti daccapo, molto più intensamente e velocemente. Non ho mai lasciato un libro a metà, nè un fumetto, nè un rivista nè un "leggere attentamente le istruzioni prima dell'uso" [SM=g7076]
loulou_jq
00mercoledì 26 marzo 2008 08:44
Re:
vitorok, 25/03/2008 23.02:

La lettura come l’amore, l’amicizia o anche solo uno sguardo sul mare
o sui colori della stagione, dovrebbe essere un momento privilegiato, una possibilità tra le poche di vivere il presente.
La possibilità di cogliere con pienezza ogni attimo
senza sacrificarlo a qualcosa d’altro, senza bruciarlo rapidamente
per raggiungere qualche risultato, senza cioè distruggere
continuamente il presente, la vita vera in una corsa affannosa
verso qualcosa che non è veramente mai, una forma della morte.
Una pagina che si legge non perché sia di una qualche utilità immediata,ma perché essa ci fa guardare meglio in faccia il riso o il pianto e in essa, sempre uguale e sempre nuova, si può sostare senza essere presi dalla smania di passare ad altro.
I nostri libri, i libri che amiamo, che abbiamo amato che ameremo,
esistono per aiutarci a capire e a vivere un po’ meglio
le ombre, gli incanti, le paure, le speranze, gli equivoci,
gli smarrimenti di ogni giorno.



non aggiungo niente a questo bellissimo pezzo, per non sciuparlo...






loulou_jq
00mercoledì 26 marzo 2008 09:03
potrei dire che il thread è una provocazione, ma non sarei sincera...
la lettura è stata l'esperienza fondamentale della mia vita, alla fine della prima elementare la maestra era disperata perchè avevo già letto tutti i libri a disposizione nella piccola biblioteca della scuola e non sapeva cosa darmi in pasto nei prossimi 4 anni [SM=g7059]
per me la lettura ha coinciso con la scoperta della vita, detto in parole povere...
dopo aver letto tanti libri ho scoperto che preferisco i racconti ai romanzi, mi piace quel senso di incompiutezza che li caratterizza e che, come dice il poeta "è il contrassegno dei capolavori"...
a parte lo spavento di fronte ai romanzi voluminosi, nel caso dei libri che ho citato, li ho abbandonati perchè non mi piaceva l'operazione che gli autori stavano conducendo, ho percepito intenti non corretti, eco secondo me non è un vero scrittore, dovrebbe fare il saggista, tutte quelle complicazioni multidisciplinari che introduce mi fanno passare la voglia di andare avanti... uno scrittore che la tira troppo per le lunghe è come un amante che chiacchiera troppo e ti spiega cosa ti farà e quello che dovrai provare...
la riflessione che uno scrittore fa dovrebbe essere in primo luogo sulla lingua, in questo senso hugo e zola no, ma dostoevskij va salvato, perchè ha fatto veramente un bel lavoro e in genere i suoi romanzi-macchine per far soldi sono ottimi, anche se i suoi gioielli per me restano "la mite" e "i racconti del sottosuolo"...



verdoux47
00giovedì 27 marzo 2008 13:48
se un libro appare troppo lungo vuol dire che sarebbe troppo lungo anche se fosse corto perchè affetto non da lunghezza ma da lungaggine; i libri belli si vorrebbe che non finissero mai;

ciò premesso, come già più volte detto, non sono un lettore e quando lo divento non sono un buon lettore, di quelli che si gustano le pagine con meditata lentezza, senza fretta di arrivare alla fine per vedere come va a finire;

in genere piantò lì dopo poche pagine, quindi non è questione di lunghezza ma di bruttezza o disinteresse; se invece il libro mi prende, lo divoro letteralmente;

il racconto breve o la novella sono un espediente, ma non è detto che funzioni; la sonata a kreutzer la ho piantata lì, guerra e pace lo ho bevuto; comunque un libro di narrazione deve essere lungo, rassegniamoci; è cosa diversa dal film, opera lirica o teatrale che si consumano in tempo reale;
Pim.
00sabato 29 marzo 2008 07:51
Re:
loulou_jq, 26/03/2008 9.03:

per me la lettura ha coinciso con la scoperta della vita, detto in parole povere...


... Quasi le stesse parole di Pavese: Io penso che a dischiudermi la vita sono stati in gran parte i libri.

loulou_jq
00lunedì 31 marzo 2008 09:52
Re:
verdoux47, 27/03/2008 13.48:

se un libro appare troppo lungo vuol dire che sarebbe troppo lungo anche se fosse corto perchè affetto non da lunghezza ma da lungaggine; i libri belli si vorrebbe che non finissero mai;



i libri belli sono quelli che continuano a scrivere dentro di noi...


loulou_jq
00lunedì 31 marzo 2008 09:55
Re:
verdoux47, 27/03/2008 13.48:



il racconto breve o la novella sono un espediente, ma non è detto che funzioni; la sonata a kreutzer la ho piantata lì, guerra e pace lo ho bevuto; comunque un libro di narrazione deve essere lungo, rassegniamoci; è cosa diversa dal film, opera lirica o teatrale che si consumano in tempo reale;



forse dimentichi che all'interno della narrativa (così come nel cinema) esistono i generi, e che, al di là delle nostre preferenze individuali, solo una grande presunzione può far affermare che un genere sia superiore all'altro...

verdoux47
00lunedì 31 marzo 2008 12:27
Re: Re:
loulou_jq, 31/03/2008 9.55:


forse dimentichi che all'interno della narrativa (così come nel cinema) esistono i generi, e che, al di là delle nostre preferenze individuali, solo una grande presunzione può far affermare che un genere sia superiore all'altro...




potrei dire che mi sono espresso male, in realtà ho preso una topica che tu, con la tua abituale delicatezza [SM=g7059] , mi hai fatto notare;
oltre tutto tra i miei libri preferiti ci sono proprio i racconti brevi:
la metamorfosi
la morte di Ivan Il'ic
la mite
un re Lear della steppa
primo amore
il pozzo ed il pendolo

e molti altri ...

loulou_jq
00lunedì 31 marzo 2008 13:22
Re: Re: Re:
verdoux47, 31/03/2008 12.27:



potrei dire che mi sono espresso male, in realtà ho preso una topica che tu, con la tua abituale delicatezza [SM=g7059] , mi hai fatto notare;




è il mio ruolo di tua inziatrice che me lo impone! riguardo il cinema sono a buon punto con il lavoro, ora sei in grado di apprezzare il cinema sovietico (anche se ancora hai dei problemi con chabrol e totò) e non dispero che un giorno tu possa vedere il pd per quel che è... [SM=g7075]


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