Quante lacrime mi dai? Ne dimostro di meno [CURE A INISYL DISPERATA!] - [IMPOSIZIONE DELLE MANI] (1/1 cure) (OK)

Inisyl
00mercoledì 28 gennaio 2015 09:45
PREMESSA: Tragica condizione di una succube che ha perso colei che lo incarna il suo legame e non si dà pace.

Riassunto 'profano': Per ora posso solo riassumere brevemente i fatti in attesa di Edave a cui spetta il commento su queste cure 'speciali '


I consigli su come giocarsi la 'condizione' li ha, idem per i punti che perde di volta in volta a seconda.



Inisyl
00mercoledì 28 gennaio 2015 10:20
Commento breve: Tantissime emozioni turbolente...e legami che crescono! [SM=g27823]



INISYL (ESTERNO-SANITARIUM) Raggiunge a cavallo le porte del sanitarium ma è come se il sedere lo avesse fatto a pezzi. Le fa dannatamente malema è tanto stanca per camminare. Il cavallo anche al passo ogniqualvolta ondeggi le trasmette fitte e miracolosamente ha con sè solo una sacca con le cose procuratesi e una spada al fianco. Quella non può dimenticarla anche se le bastonate funzionano benissimo. Bussa alla porta. Ha addosso soltanto del semplice lino e non ha biancheria sotto. Insomma una selvaggia fustigata ecco, più vicina agli schiavi che gli arabi impalavano poco dopo che a un cavaliere del caos. Per non parlare di quanto profuma dopo aver combattuto coi morti cadaverici. Rose di lividi dal colore bulboso viola nerastro hanno il loro florilegio sulla sua schiena, sulle reni sono quasi incavate, le sue energie mentali e non prosciugate. "Mors!! Per Hel maledetto apri la dannata porta e chiamami il MioDrago!" esclama a voce alta ancor prima che Grant apra. La sua soave voce da primo battaglione in campale è ormai ben nota. Sta attingendo alle sue ultime risorse (res+1) e volontà.



EDAVE (atrio) La giornata e la serata precedente sono state decisamente notevoli. Le è stato risvegliato qualcosa che non sapeva nemmeno esistesse e, nonostante una buona dormita e un bagno ristoratore si sente stanca. Ha delle occhiaie sotto gli occhi, la mente che perennemente deve rimanere concentrata su ciò che è lei stessa, che non può mai lasciare la presa per evitare che la sua energia vitale scivoli fuori dalle sue mani come succederebbe con un vaso talmente colmo che piano piano gocciola sul pavimento. La sua fortuna è di avere un fisico sano e una mente che è simile al maglio di un fabbro (volontà 3) e che comanda non solo i suoi istinti ma che ora sta cercando di piegare a comandare il suo stesso corpo. E’ in piedi in atrio, il mantello sulle spalle, un cestino sul braccio destro, deve uscire per commissioni il Decano. E sarà lei che sentirà Inisyl gridare e bestemmiare come una ossessa e ad aprire la porta con un sorriso freddo ma divertito *Inisyl per tutti i curatori del mondo* la sgriderebbe con la bocca ma gli occhi sorriderebbero. Poi la osserverebbe con cura, non le serve la sua percezione, è palese che non stia proprio bene *Ma che hai combinato?* e subito poserebbe il cestino a terra e uscirebbe di un metro per posarle un braccio lungo la vita con delicatezza cercando di aiutarla ad entrare. Chissà se le sue mani sono più calde, se Inisyl noterà qualche differenza o se nulla appare all’esterno che lei non voglia. Ha deciso che la sua capacità sarà usata quando ve ne sarà la necessità reale o quando lei deciderà che questa vi sia e che, per ora, ciò che Estas ha creato rimarrà custodito all’interno della congrega.


INISYL (Atrio) Scivola giù dal cavallo e poco ci manca che non rotoli. E'ancora nervosa per quell'eccesso immane di adrenalina dentro che la rende come uno stallone ingrifato che abbia bevuto 10 caffè. Riesce a tenersi in piedi infilando le mani dentro a una staffa a cui si tiene come una ragazzina all'orlo di una gonna e sollevando le labbra in un moto che trasuda rabbia e disgusto per le condizioni di debolezza- unite al fatto che l'unicornite le ha causato un surplus di lavoro e che la sua signora....non vuole pensarci ma oramai è divenuta una ossessione che obnubila persino i più forti pensieri. A star male non è solo il suo corpo,ma la mente è qualcosa di ancor più turbata e solo quell'infinita stanchezza Spossatezza le cancellano un dolore per il quale vorrebbe solo rannicchiarsi. "Se te lo dico non ci credi Drago." le dirà e solleva gli occhi verso di lei come un rettile quando la tocca, come una vipera a cui sia stata appena sfiorata la coda che viene percorsa prima tutta da un fremito di fastidio e nervosismo e che infine si volta a determinare se svicolare o mordere fulmineamente. Nessuna delle due. Le sue labbra si arricciano appena ma niente. Odia il contatto fisico non ricercato ma non può evitarlo, quello è un contatto medico non opzionale in quel luogo. Purtroppo. E da lei lo può anche tollerare. Sembra caldo quel tocco, come se fossero mani calde su gelida pelle nordica. Che strano. "Non che tu stia un fiore." le dirà a sua volta. "Blazen ti tormenta sotto le lenzuola la notte?" chiede con un sorrisetto e vacilla a tentoni verso l'ingresso. Il cavallo attenderà. Lei no!




EDAVE (sala degenze) La fa scendere da cavallo, è talmente stanca che non si è nemmeno resa conto che fosse a cavallo, quando sfiora Inisyl sente bruciare un po’ le dita, ha dei piccoli taglietti sui polpastrelli, dei taglietti da cui le sembra che scivoli via sé stessa. Si concentra e socchiude le palpebre per un attimo, le socchiude traendo un respiro e concentrandosi ancora sul quel cavolo di tappo posato sopra quel vaso che è così grande che nemmeno immaginava lo potesse essere (volontà 3) *Non fuggire dalle mie mani Inisyl* le direbbe richiudendole la porta alle spalle con un sospiro *Io ti toccherò sempre e lo sai, è il mio modo per dirti che per me conti, se non mi interessasse di te mi vedresti con un viso gelido, un paio di guanti addosso e una espressione altera* non è scocciata ma quella situazione nuova per lei è un po’ irritante. La osserverebbe in viso *Avanti ora, diritta in fondo al corridoio prima porta a destra* un po’ busca a dire il vero ,mentre solleverebbe la mano destra e porterebbe l’indice alla bocca leccando un secondo uno dei tagli e sentendo fluire il suo stesso essere *In ogni modo tu ti sia fatta male non è un problema, io ti curerò come ti curerò ogni volta che ti farai di nuovo male* e la attenderebbe innanzi alla porta perché entri *Blazen è in giro e non è lui che mi stanca a letto, ti dirò che ultimamente ci vediamo talmente poco che non siamo nemmeno capaci di salutarci con un bacio* direbbe irritata *Fila!* ordinerebbe soffermandosi sul volto e cercando di capire cosa la affligga, è quasi impossibile nasconderle non solo i dolori fisici (percepire quilibrio 3) che con anni di pratica medica ormai riesce a diagnosticare immediatamente ma anche i turbamenti mentali. Nessuno, se non i peggiori mentitori come lei e Inisyl non lo è, non ancora perlomeno, riescono a nascondere ciò che provano, v è sempre una crepa nella voce, nelle parole, nelle espressioni, nei toni, nei movimenti (empatia 3) e così è palese che oltre al dolore fisico la caotica cela qualcosa altro, qualcosa che, forse, non aveva mai provato prima, qualcosa che la turba talmente tanto *Che problemi ci sono a parte il. Fatto che voi caotici vi rompete sempre?* le domanderebbe con dolcezza. Non usa le sue arti con lei, vuol permetterle di rispondere per scelta e non per obbligo, Inisyl sa che se volesse potrebbe costringerla a parlare.
INISYL (Corridoio) Questa volta sono modi di fare spicci e le stanno anche bene, anzi sono per lei molto più confortevoli di qualsiasi gentilezza, ci si incarna alla perfezione e li trova accomodanti come una poltrona. La segue con quella docilità tipica di chi è ridotto a un colabrodo, a Edave l'onore di vedere la fierezza tramutata in una pappetta di carne. Dopo quella lotta l'esaurimento fisico e mentale è vicino e sblocca ogni resistenza lei avesse mai potuto sostenere. Così se da Edave fluisce stillicidio di energie, da lei fluisce la forza di reggere una mente già instabile. "Tu lo senti....che dolore c'è quando perdi....e io ho perso....ho perso e sono un'idiota. Non ho saputo far nulla. E anche adesso,anche se questa battaglia è vinta...che senso ha avuto combattere....se devo morire poi dentro? Ho visto in Holgar qualche speranza di aggrapparmi, all'inizio forse era solo curiosità e poi...ma adesso sono sicura che questo vuoto dentro è come un pozzo senza fondo e ci posso lanciaretutti i pezzetti della mia carne senza riempirlo, corrode i bordi, brucia, li graffia. C'è qualcosa là dentro che mi fa male. Drago tu....tu non Puoi capire....non è amore se è così grande questo dolore e io sono Perduta in esso....perchè non ho potuto far nulla. La mia impotenza..." cede e sta straripando come una diga. "Il mio Ductor......" incomincia a piangere senza controllo e crolla per terra in mezzo al corridoio, sempre se Edave la accompagna giù a coprirsi giù accasciata gli occhi più accovacciata che in ginocchio, indegnamente senza ritegno e la faccia con le mani e scossa la schiena dai singhiozzi sembra non riuscire più a controllarsi. Che succede a un succube quando le strappi via la sola cosa cara: quella attorno a cui ruota tutta la sua esistenza? Perchè così anche Esistere diviene compito arduo. Che se ora entrasse un nemico per massacrarla dove troverebbe la volontà per rispettare le volontà di Ithilbor che voleva lei e il Caos fossero forti, uniti? Dove sono tutti? Ah! Che importa...? Dove è Lei? Lei lei lei. La sola che conti per quella mente straziata da un male talmente lacerante che ora passa ledita sulle proprie spalle e graffia a fondo la propria stessa carne. Sulle braccia, contro le spalle. Le mani che sono salite al viso scavano solchi come a cercare di Piantarsi Dentro agli occhi "A che mi servono gli occhi....a che mi servono se non Posso più vederla? A che mi serve questa pelle se non può più toccarla? Per cosa verso il mio sangue? Per chi? Perchè non gronda tutto e abbevera la terra, tanto è inutile!!! Io sono Inutile....ITHILBOR! ITHILBOR! PERCHè MI HAI ABBANDONATO??" ricomincia a singhiozzare.





EDAVE (sala degenze) E la scena che ora esplode improvvisa, come una bomba che tutto distrugge, che tutto ingloba, come una ondata di mare arrabbiata, alta, cattiva che spazza via, come la coda di un demone che sferza l’aria abbattendo le dighe e straripando sulla piana sottostante. E’ questo ciò che accade al suo animo, ciò che accade al suo cuore, al suo corpo che ora crolla. E non le servirebbe nemmeno sfruttare la sua capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro (empatia 3), le basta guardarla negli occhi, vederla crollare, accompagnare nella sua caduta verso il suolo, sprofondare parlando dell’abbandono, del suo Ductor, di Ithilbor. Ma non ne parla come farebbe un sottoposto del suo superiore, non ne parla come farebbe una amica, ciò che pare trasparire è che ne soffra come una sottomessa, una soggiogata, come qualcuno che acconsenta di essere tale, e i limiti e le regole del rapporto siano definiti sulla base di un accordo paritario accettato da ambo le parti pienamente consapevoli in modo consensuale. E’ così assurdo che è persino difficile riuscire ad inquadrare quanto il dolore di un distacco *Perché non puoi più vederla?* improvviso balugina il pensiero di Edave mentre si china su di lei, mentre, quasi inconsciamente lascerebbe che le sue mani salgano sulla sua testa, che la accarezzino, senza che vi sia freno a quella energia che ora quasi inconsapevolemente pescherebbe dal suo ventre, mentre la sua voce si immerge nel cammino della persuasione, della delicatezza, in ciò che sembra un canto, in ciò che appare come una nenia che sopisce gli animi e che guida la sua stessa ricerca involontaria a trarre energia da sé per scaricarla a lei, attraverso le sue mani toccandola ma non a mediare o curare la ferita fisica ma a darle pace mentale insieme alla sua voce che fa ciò che le ha insegnato Estas unito a ciò che sa essere lei stessa, un canale di diplomatica pace che dona agli altri (persuadere 3 + diplomazia 3) mentre sentirebbe il corpo affaticato cercare di cedere la sua energia all’anima di Inisyl per rinfrancarla, non sa nemmeno se lo può fare, se il dono di Estas lo permetta ma lo fa, lo indirizza alla mente di Inisyl, lo indirizza trasformandolo in calore che vorrebbe far risalire lungo il corpo e sprigionarsi dai polpastrelli *Stai tranquilla bambina* la cullerebbe canticchiando quelle parole *Ithilbor ti vuole bene* e lo dice mentendo perché sa che la donna è un vampiro e che non vi sono sentimenti in quel corpo morto ammantato di tenebra (sotterfugio 3) ma il suo sotterfugio unito a quella onda di energia e alle parole che danzano sulla dialettica della sofferenza dovrebbero aiutare Inisyl, dovrebbero rinfrancarla, darle la forza che le manca ma la sua mente mai perderebbe il controllo, cercherebbe di far fluire le energie goccia a goccia, di non scaraventarle addosso a Inisyl ma di posarle sulla sua pelle, di donarle come le gocce della pioggia che all’inizio scendono rade senza mai perdere di vista lo scopo (volontà 3) e fermandosi infine, cercando di rimettere il tappo respirando e chiudendo gli occhi, spegnendo la voce e cercando di fermare le energie (Tocco guaritore?)




INISYL (Corridoio) Il dolore dentro di lei è come un'onda che travolge il suo corpo interiore e lo fa ruzzolare, rovinosamente, lo stravolge, lo spezza, sfianca...è come un'oceano nella gola e dentro gli occhi che annega, le bruciano i polmoni e la gola. Tutto il suo sangue, lo verserebbe sotto quell'arazzo pur di riaverla. Donerebbe tutta la sua essenza, per poter sapere se sta bene...ma non sa come fare. Il distacco è talmente feroce da dilaniarla. Non sta facendo il suo dovere. Non sta lottando contro quell'invasione anche se ci prova e tutto ciò che scorre in lei la rende meno lucida. Non ha tempo di pensare alle soluzioni e propositi perchè non ha nulla di chiaro fuorchè il terrore assoluto di quell'abbandono. Come se le avessero mozzato la mano con cui duella....e allora si chiede come provvederà a se stessa, nella sua incapacità come potrà sopravvivere. Aveva trovato il suo piccolo nido, un sistema per vivere che le permettesse di abbandonarsi a relegare le scelte a qualcuno,esserne mera esecutrice. Le piace. Non teme per il suo orgoglio od onore,non si vergogna di essere una serva purchè qualcuno si occupi interamente di lei...e invece ora lasua signora e padrona, tiranna dei suoi pensieri ma dolce come miele fra lesue parole è sparita....che cosa farà? Che cosa farà? Il panico annienta le sue risposte....tace e piange e piange e le sue spalle sono scosse dai tremiti: no Edave, non avrai le sue parole. Ha già detto sin troppo e teme di rivelarsi e ferire e recidere quel contatto che ora la vede in cattività e felice d'esserlo come una cagnolina scodinzolante ma pasciuta che guardi i lupi sfiancati dalla fame e dal gelo. Quella è la sua vita. Non è stata a mordere e lottare, si è sottomessa al collare e alla catena pur di avere la sua cuccia e nel Caos ha trovato tutto ciò che poteva desiderare, tutta la libertà che - arrogante- poteva prendere. Per questo le parole del SuoDrago le scivolano fra i pensieri e il suo corpo resta chino e infine...lo avverte. Sulla schiena arsa da quel dolore terrificante che la spella viva, di frustate ricevute, delle quali un succube sa resistere e non a torto, ha assunto anche il sapore del calore ruggente di quelle striature color viola e bluastre, illividite...ma le mani di Edave sulla testa sono fuoco e fiamma. Sono calde di un calore che sale e si intensifica e allora frementi delle lacrime vacillanti che hanno già inumidito la sua pelle e le sue guance rosse sul pallore spettrale di un lungo e lento digiuno e struggimento si avverte quel remoto risveglio da uno stato di totale e completa apatia dal mondo. "Come mai...?" è uno sguardo folle e invasato in quel viola cupo sul chiaro che se non fosse forte nella volontà il decano, oh si , farebbe scappare tanti altri da innanzi. Perchè quello sguardo è in grado di impazzire e la sua follia no, non sarebbe meno che frenesia di sangue. Irragionevole e immotivata. "Calore...come? Come fai?" cerca di respingerla con tutte le sue forze,le mani attorno ai suoi polsi a spingerla con poco costrutto ma certo con parecchia forza fisica (//potenza lv.3) "SEI UNA STREGA ANCHE TU?!" la sua rabbia verso i maghi non si è assopita minimamente, anche se la sua Signora le ha ordinato fra le altre cose di tenerseli buoni. Ma non cambia i suoi umori al riguardo di sapere- o temere- che Edave sia un'altra di quei mostri sciupapensieri,che comandano il suo cervello e la rendono Schiava ancor più di quanto già non sia. Perchè lei Sceglie chi può umiliarla e di certo non ama le pugnalate alla schiena. Si blocca come svuotandosi al suono della sua voce, allenta la presa sui suoi polsi. Come se la voce e il tono e quel calore fossero rassicuranti su un cucciolo terrorizzato. Una giovane belva, che può sbranare, certo, ma anche Placarsi ed è questo che avviene....lentamente le scivola dentro una serenità indefinita...Si blocca "Non è ciò che lei prova ad angustiarmi...io sono....impotente.....ma io devo, devo aiutarla...." singhiozza, negli occhi torna la sua certezza perenne.



EDAVE (sala visite) Respira, respira fondo, lotta, lotta con il suo stesso corpo che cerca di far richiudere, che vuole far cessare di fluire verso l'esterno, verso Inisyl, è certa di aver incanalato energia, è certa che quel calore sia passato da lei alla caotica, ne è certa perchè si sente stanca e solo il completo e totale controllo sulla sua mente (volontà 3) che comanda le reazioni del suo corpo, le impedisce di cedere. Ne è certa perchè si sente fiacca, stanca, Estas aveva avvisato, il corpo sarebbe stato messo alla prova ed è così. le guance sarebbero pallide mentre Inisyl le prenderebbe i polsi strattonandola e non farebbe alcuna resistenza, lascerebbe che la donna la spinga, che la sposti, scivolerebbe una volta che la caotica la abbia lasciata, scivolerebbe sbattendo il sedere a terra con abbastanza forza perchè un gemito le sfugga dalle labbra *Io non sono una strega* ansimerebbe parlando ma la voce sarebbe deciaa, perentoria, non lascerebbe alcuna possibilità di non essere ascoltata, non lascerebbe possibilità di non essere obbedita, le mani si stringerebbero tra loro. I palmi caldi, li sente, li sente ardere, li solleverebbe sino a posarli sulle guance rimanendo in quella posizione *Si tratta di una capacità Inisyl, di una capacità che è stata risvegliata in me, la mia energia, posso farla fluire dalle mani e donarla per curare, mi uccide sempre un pò ma...* (persuadere 3) e le sorriderebbe sentendola ancora parlare. Ed è ovvio che parli di Ithilbor, la vampira, che le ha fatto? Come ha fatto a renderla così..così..innamorata? No non è innamorata..è....e cercherebbe con lentezza di mettersi in piedi, si aiuterebbe con le mani e con tutti i muscoli del corpo, con lentezza, con voluta lentezza e cercherebbe nuovamente di staccare la sua mente *Ti devo curare ora smettila!* ordinerebbe *Spogliati!* e non vi sarebbe che diplomazia nelle sue parole stanche, diplomazia che arderebbe anche nei suoi gesti, che si paleserebbe nei movimenti e nella stessa postura del coropo delle nordica (diplomazia 3) *Per aiutare lei dvi prima permettermi di aiutare te* aggiungerebbe mentre con delicatezza sentirebbe la necessità di usare una abilità sopita, una abilità che ha capito di avere durante le autopsie, durante il suo contatto con la morte. Una abilità che mai aveva ritenuto utile, nata dalla esperienza, nata dal suo stesso ruolo di Decano Ospitaliere. e innanzi a lei avrebbe qualcuno che di morte vive, qualcuno che si occupa del cimitero e dei suoi morti e che ora soffre, soffre così terribilmente per la sparizione di un vampiro, di un essere sovrannaturale che si nutre del sangue dei mortali per sopravvivere. Un legame con una assassina, con un mostro per molti, con una amica per Edave. E cercherebbe di mettersi in ginocchio di fianco a lei. Le mani che cercherebbero di prendere le sue, gli occhi che vorrebbero fisssarsi in quelli di lei non cercherebbe il contatto con l'energia, un minimo fluisce a Inisyl, dovrebbe sentirla nonostante il Decano la trattenga ma ora vi è altro, qualcosa che la rende lucida, un sapersi dedicare a qualcuno che ha perso un altro. Perchè così appare alla sua mente la situazione di Inisyl, come quello di una donna in lutto, di una donna che deve superare il dolore di uno dei distacchi fondamentali della sua vita. La reazione emozionale legata alla perdita di una persona significativa *Non si può amare qualcuno e perderlo, senza sentirsi soli e deprivati del suo affetto, della sua esistenza, senza diventare vulnerabili e provare dolore.* mormorerebbe il Decano e una stilla della sua capacità connessa alla comprensione della morte e del suo dolore sembra emergere, non sa della sparizione di Ithilbor ma ciò che le comunica Inysil è un lutto e il lutto deve essere elaborato *la vulnerabilità, la disperazione, la paura convivono in ciascuno di noi a fianco del coraggio e della determinazione a vivere.* continuerebbe ancora mentre la sua mente si manterrebbe solida (volontà 3). Non partecipa al lutto della caotica, cerca di escluderlo e di lasciarlo solo a lei, di non farsi coinvolgere dalla sua emotività, di viverlo come se fosse qualcosa che non le appartiene e così effettivamente è. E nel contempo darebbe coraggio a lei, cercando di infonderle pace e la capacità di affrontare quel distacco in modo emozionalmente meno negativo *Il Distacco viene vissuto ed elaborato in tempi e modi molto personali e differenti: non esiste una maniera giusta in assoluto.Ciascuno di noi ha personalità, modi di affrontare la vita e storie passate diverse, per cui il dolore e i comportamenti saranno differenti da quelli di qualsiasi altra persona* Fluiscono le sue parole dolcemente e con chiarezza. Ciò che accomuna tutti idistacchi è la presenza di un percorso con delle fasi che, pur con una certa irregolarità, in genere si susseguono: shock iniziale, disperazione, struggimento per la perdita, espressione di sentimenti e di reazioni emotive violente, nascita di una relazione interiore con chi non c'è più, accettazione della perdita subita, e, solo alla fine, riorganizzazione di sé senza più la presenza fisica della persona cara. La risposta iniziale alla perdita è uno stato di shock che paralizza e coinvolge completamente la persona ed è quello che sta accadendo a te....* le direbbe senza tacere nulla, è faticoso aiutarla (skill doni della morte, percepire equilibrio 3).



INISYL (Corridoio) Non credeva che l'avrebbe tirata giù così facilmente e sapere di averla quasi ferita le causa emozioni contrastanti, perchè è amaro quel frutto di vittoria. Ha sempre voluto essere forte per prevaricare e ora esserlo non lo trova di aiuto.La sua confusione aumenta. L'incertezza nei suoi occhi è una stasi permanente di totale paralisi. Che cosa ha fatto? Non è un senso di colpa ma il sentire quella situazione per discorde con la sua giusta e corretta forma, come una disarmonia; perchè la caotica non prova rimorsi, soltanto quella quadratura è fuori focus. Non su di lei voleva applicarla e non avrebbe voluto perchè la stima. Le sue labbra sono dischiuse, tanto che vi passerebbero calabroni facilmente come in un favo di quelli che tanto ama. E dalle sue parole percepisce che è un pò come ciò che fa con Ithilbor: si donano sangue ed energia e in cambio si donano potere. L'ultima volta ha bagnato le sue labbra e lei lo ricorda, quel rosso succo che le grondava sul volto, il sapore più dolce che esista pur avvertendolo amaro dentro alla bocca. "Capisco...Non avrei dovuto reagire così." le dirà più ragionevole di quanto non sia mai stata. Le sue parole sono semplici da capire e in quell'ordine ritrova il conforto che inizialmente le ha concesso di muovere passi là dentro. Si toglie l'abito restando nuda dinnanzi a lei, evidentemente con null'altro che quello addosso nonostante le temperature di Barrington e a guardarla quella tempra non le si darebbe, ma è anch'essa frutto di un proibito frutto di sangue peccaminoso, oscuro. Solleva la veste sulla testa, sfilandosi i calzari, la pelle bianca come ogni rossa, percorsa da tante e tante vergate di demone - fra lui e il pitale ora si competono il ruolo di più odiato della lista- come se l'avessero frustata quasi a sangue e soprattutto sui lombi e fin sulla nuca. Ha l'aspetto che devono aver avuto gli schiavi di Sharden fino a poco tempo fa. Ascolta quel fluire di parole in una voce ritmata per ridarle impulsi cardiaci a un cuore che desidererebbe solo il cessare. Morto che cammina....morto che cammina....questa carcassa che resta di lei, il viso di fanciulla e lo sguardo che ha visto infiniti orrori e infinite strade, il sorriso che evanescente sul suo volto è divenuto. Latte d'elfa la sua pelle, buio drowish il suo cuore, sangue di vampira e mente preda dell'entropia del caos. Ha i seni alti e piccoli, chiari con un minimo accenno di quei brividi di freddo inevitabili. Ma non ha la pelle d'oca. E sotto a quelle rotondità come mele colme ma proporzionate su quel corpo asciutto, ha natiche sode di chi monta in sella, fianchi sottili ancora non tondeggianti (e non lo saranno mai più) e un corpo che stava per finire di crescere e là si è bloccato, proprio come quello che appare di Ithilbor Wright. La sposa delle tenebre. Sulle sue braccia e cosce si intravedono i guizzi della sua forza, del cavalcare e sul ventre piatto sottili ombre di addominali, di chi si allena sempre senza perdere quel tanto di delicato che le rimane. Ha le spalle addestrate da posture marziali ma un fisico che era longilineo in orgine,scolpito dalle corse e arrampicate nei boschi prima che dai cavalli e dalle campali. "Non POSSO averla persa. Non PUò essere perduta. " lo saprebbe se così fosse e risponde con una determinazione implacabile "Ma non averla qui....non essere con lei....è letale e lacerante. Io voglio essere come il ductor mi ha ordinato: forte, potente per il Caos, concentrata sulla nostra gloria. Ma dentro di me i pezzetti del mio essere si dissolvono come polvere nel vento quando penso a quell'abisso di desolazione....che è ora il suo posto, al mio fianco,il mio posto, al suo fianco e ai suoi piedi." il suo controllo è perenne sulle parole, non dirà mai nulla per tradirla, ma il linguaggio che usa è quello che si usa rispetto sì a un ductor, ma a un ductor che sia signore assoluto per cui si abbia una reverenza completa e profonda. "La sola cosa che possa aiutarmi,MioDrago, è riaverla qui. Farò ogni cosa sia in mio potere e tutto ciò che è impossibile, pur di renderlo Possibile di Nuovo." giura fra i denti sentendo la propria rabbia. Si morde a sangue la bocca, si conficca le unghie nei palmi in mezzelune che grondano subito sangue. Sente sulle guance il rosso delle striature di dita che vi hanno scorso come rasoi senza pietà, fino agli occhi che avrebbe voluto strapparsi via. Se ora è calma, è soltanto questione di tempo e follia. Il primo, che torna a cicli di ondate, affogandola, la seconda, come un peso che la tira sotto. Resta in piedi, adesso, di fronte a Edave (e in mezzo al corridoio, metticaso che Grant passi o Holgar non sarebbe proprio lo spettacolo dei loro sogni proibiti). Non sa quanta fatica costi a Edave e averla fatta cadere è stato solo - crede - un suo errore di valutazione o di equilibrio instabile, forse. Non ha compreso cosa accade.


EDAVE (sala degenze) E sembre che un minomo sia riuscita a rinfrancarla, a darle la forza mentale necessaria a ritrovare forza mentale e lucidità, capacità di intento. Sospirerebbe alzandosi in piedi, barcollerebbe tenendosi appena al letto che dovrebbe essere al suo ficnao destro. La testa ronza, gira, fa fatica, anche averla aiutata con le sue capacità la stanca, così come il dono di Estas che ora deve di nuovo cercare in sè, riattivare per aiutare Inisyl. Lo fa per lei, le dona qualcosa che non ha mai donato a nessuno e lo fa anche per Estas, gli ha promesso che lo avrebbe fatto, che avrebbe provato ma, e ne è convinta, questa piccola avventura le costerà almeno due giorni di riposo. Osserverà Inisyl spogliarsi e osserverà i lividi che le striano la pelle, gli occhi si poseranno, una volta che le avrà girato intorno, sulla sua schiena, su quei segni che hanno impresso le sue carni e che hanno battuto in particolare all'altezza dei reni. La inviterebbe a distendersi sul letto a pancia in giù e una volta che la caotica lo avesse fatto poserebbbe le mani tastando la zona dei reni, acuirebbe le sue capacità diagnostiche, cercherebbe nella sua memoria, ne trarrebbe dalla sua conoscenza per capire lo stadio e la profondità di quei colpi, quale livello abbiano raggiunto, se abbiano compromesso i reni. Le mani salirebbero sino alla nuca analizzando e solo quando fosse contenta e sicura di ciò che ha percepito (percepire equilibrio 3), poserebbe le mani all'altezza delle reni di Inisyl, il punto più colpito. Chiuderebbe gli occhi e prma di iniziare le sussurerebbe *Stai ferma e non avere paura..* flebile e stanca ma pronta per aiutarla sino alla sua ultima stilla. Un profondo respiro immergendosi in sè stessa, la mente che da sempre è bacino e fonte di concentrazione. Si lascerebbe guidare ancora dalla sua volontà (+3) e si isolerebbe dal mondo, dalla situazione, per iniziare il viaggio dentro sè stessa immergendosi lungo i canali della sua stessa energia, nuotando in essi alla ricerca della fonte originaria a cui attingere. Le sue labbra si muoverebbero, silenziosi i suoni dapprima, simili a vibrazioni nella sua gola per poi trasformarsi in parole, in una canzone irlandese che è nenia e accompagnamento al viobrare della sua stessa anima mentre si immerge scende, controlla sè stessa permettendo alla sua mente di non perdersi di non lasciare che la stanchezza sia in grado di sopraffarla. La voce bassa, intonata, delicatamente rauca mentre scende, scende in lei sino a giungere al ventre, a quel luogo che è custode dell'energia vitale, ad attingere ad essa immergendosi completamente quasi a volerla raccogliere e trarre come farebbe qualcuno che seguisse un filo in un labirinto. le mani sempre a sfiorare e carezzare la pelle ferita e tumefatta di Inisyl (percepire equilibrio 3) (Tocco guaritore 1/2).




INISYL (S.d.)No, il contatto fisico proprio è mal tollerato dalla Signora dei Parassiti. Lo subisce e sopporta peggio delle frustate stesse, forzando la propria resistenza mentale e volontà per resistere a quel contatto, non scansarlo, fremendo e irrigidendosi. La voce di Edave la tranquillizza e placa per un bel pò; inoltre detiene il record di essere una delle pochissime autorizzate a metterle le mani addosso senza perderle in via di mutilazione definitiva. Così fa come le viene proposto, si sdraia prona sul materasso del lettino della sala degenze, appoggiando la guancia destra sul cuscino e cercando di rimanere calma, appoggiata ai gomiti come se volesse accingersi ad alzarsi da un secondo all'altro. I suoi occhi viola sono socchiusi e il respiro è ancora forte, intenso. La pelle brucia davvero. Sente le mani di lei aumentare di calore e intensità e non le sembra possibile, quasi fosse una temperatura febbricitante che tanto più la canzone sale di livello tanto più si intensifica di potere e forza, come se tutta l'energia contenuta dentro Edave le scorresse sulla pelle dolente. La sua stessa pelle reagisce e si scalda di quel tocco che è un sollievo per il corpo, un contatto che detesta, ma allo stesso tempo che ristora. Non sta guarendo ma percepisce l'agitarsi delle sue cellule epiteliali e di tutto quel che sta sotto. Come se piccoli delfini percorressero le sue membra laddove Edave sfiora e tutt'attorno in tuffi che scuotono lesue cellule. Avverte la temperatura del proprio corpo salire e come reagire a quel contatto, quasi tanti piccoli soldatini si mettessero sull'attenti pronti a rispondere a un richiamo...verso cosa? Verso dove? Quell'idea la spaventa ma non vuole dimostrare affatto di avere timore. Cerca di dominarsi e nel frattempo si dice che nulla sarà mai peggiore di quanto le è stato tolto;dato e poi tolto anzi, che è ancor più agonizzante. La voce di Edave è una canzone mormorata che la accompagna e sembra infuocare la sua schiena e le reni mediante voce, come se quella cantilena accendesse le candele. Non è una voce particolarmente allenata o bella, o dal timbro intrigante e unico degli artisti ma è la voce di Edave e le piace ascoltarla. Riconosce la litania per essere quella della sua lingua madre. Tenta di concentrarvisi perchè non vuole muoversi e far fallire quella specie di sequela arcana. Tutto ciò che però le viene in mente è il suo sangue che scorre nella bocca di Ithilbor e il sangue di lei dentro la sua gola, caldo e inebriante come se fosse ambrosia divina. Non ha estinto quella nostalgia profonda, il SuoDrago, l'ha soltanto un pochetto lenita come leccarsi le ferite a vicenda. Non è empatica, non si accorge che è così debole o forse la fermerebbe. Si accorge però che nulla le chiede di quelle ferite e ne è quasi grata, non vuole parlarne.




EDAVE (sala degenze) Resiste, resiste solo aggrappandosi alla sua mente, non riesce a stare più in piedi e ordina a sè stessa di sedersi di fianco a nsjl ma non molla, testarda come un mulo, testarda come poche e decisa a guarirla (volontà 3). Le gira la testa e le mani tremano ma la sua voce non si fermerebbe, il calore continuerebbe ad essere incanalato lungo le mani, le dita che si muoverebbero sulle ferite disegnandone i contornim che premerebbero sulle carni cercando di andare in profodnità, spingendo l'energia dentro le carni, come lame infuiocate, come ahi che ricuciono, come un cautelio che ora danza con la pelle di Inisyl, che invitano il suo corpo a legare le energie, a farne una parete compatta, a guarisi aiutandola a guarire, canta per loro, canta di loro, canta e parla con loro attingendo al suo ventre e piano piano i suoi occhi indagherebbero i lividi, si sposterebbero lungo la schiena candida, le cellule dovrebbero risponderle, i lividi regredire, il dolore passare. Dalle dita piene di taglietti l'energia fluirebbe dolorosamente, la svuoterebbe come farebbe il morso e il suiggere di un vampiro. E canta, la voce sempre più bassa, la voce sempre più flebile, la testa che gira, il corpo che trema mentre riversa in Inisyl tutto ciò che può per fermarsi solo ora che è allo stremo (Tocco guaritore 2/2) e costringersi, con un urlo, a staccarsi, a chiudere i canali, a costringere allasua energia a rimanere ferma..e poi piano piano scivolerebbe sopra il corpo di Inisyl, ancra cosciente ma talmente stremata e fredda ora mentre la caotica è calda. (percepire equilibrio 3).





INISYL (S.d.)Si prolunga quel tocco promulgando dentro alla sua pelle piccole scosse elettriche, piccoli assestamenti, vibrazioni e scosse, come la coppettazione in un piccolo risucchio di energia che viene veicolata dai palmi e dalle dita di Edave: come stesse tessendo una tela, il palmo che distende i tessuti- ma muscolari e non quelli di seta o velluto-scivolandole in lente e lunghe carezze, polpastrelli che sistemano, che toccano, attingono, pizzicano, spostano quei fili fino a ricongiungere la carne e il sangue e le ossa martoriate. Come una tempesta che investe una imbarcazione il rollìo del suo corpo, una leggera vibrazione intensa lo pervade e le riempie le orecchie. Dita e mani, cielo apriti! , sono come sentieri che spostano l'energia da Lei al Campione del Caos. Lo avverte così come sente una strana formicolante sensazione di rigenerazione, ad abbreviare ciò per cui sarebbero occorsi giorni e giorni e molte ore...accade invece in pochi istanti. Nei medesimi istanti comprendecome il succo di linfa vitale, la forza, sia spremuto dal Decano verso di lei, in un Dono che non prevede etichetta e ringraziamenti, soltanto...debiti di vita. Debiti e Lealtà quali di solito si ride in viso, eppure la Caotica ha una sua etichetta, ha una propria personale via dell'onore che a chiunque parrebbe traviata, depravata e forse incomprensibile,astrusa. Invece per lei quel non chiedere e dare, da parte di chi ha anche meritato una inestinguibile stima, prevede un Debito che in necessità verrà saldato. Mentalmente straccia la lettera vergata. Poichè - senza dirlo a voce- in quel momento non vi è prezzo alcuno che potrebbe pagare per quell'Uso delle forze della sua alleata, a stento contemplata amica laddove la parola non rende merito di tanto che viene offerto per lei. A chi dice, a ragion veduta, che i cavalieri del caos non solo non hanno onore, ma neppure riconoscenza, si potrà ben dire che questa incarnazione dell'entropia dei valori conosce nulla, ma delle proprie Leggi interiori rende merito in eterno. Ciò che le piace, è poter essere libera, foss'anche, libera di cambiare idea. Così disempatica non si accorge di quanto stia sfuggendo da Edave che pur si sforza di resistere e nel resistere di nuovo e ricominciare fino alla fine perde tante forze,si espone a rischi. Dovrà vegliare, come veglia sul cimitero e sulla torre oscura. Ma in quegli attimi in cui lo pensa si accorge con un risucchiobreve e sorpreso d'aria di essere guarita e di star meglio di quanto mai non sia stata. La pelle è sana, anche sul volto graffiato, la leggera disidratazione da fatica e sudore è scomparsa, il freddo svanito, persino la sua mente è meno greve e stanca....si sente revitalizzata e sta meglio di come non lo sia da mesi e mesi. Volge a lei lo sguardo serrando le labbra sforzandosi di mantenere Edave su di sè in quel contatto avvolgente e ben più promiscuo e prossimo di come mai non sarebbe. Si volta verso di lei e le passa una mano attorno alle spalle. Toccare non è per lei come lasciarsi toccare, ma in questo caso è anche il suo modo di ringraziare. Pensa che forse la nordica lo vorrebbe sapere come sta, così le dice a voce bassa ''Incredibile...tu eri così calda e ora lo sono io...hai davvero aperto e chiuso porte di energia...'' o forse solo socchiuso, cosa che non le è data di sapere ''Mi sento mentalmente e fisicamente meglio di come non ero da tanto, tantissimo tempo...mi sento forte e sono guarita...era come se tutta la pelle ribollisse, si risvegliasse, reagisse. Era come sentire il tuo respiro scorrere sulla pelle...come se le tue dita finissero sotto la superficie della scorza che mi riveste e passassero direttamente Dentro....non nego che ora penso davvero potresti suonare il mio cuore, farlo pulsare o fermarlo, per davvero. Mi hai guarita, a discapito tuo....e io non dimenticherò nè mancherò di ricordarlo.'' promette. Riposa un pò, qui, se vuoi...'' le dice in quell'evidente scelta contro le sue inclinazioni,solenne. ''Ne hai più bisogno di me e veglierò io su di te.'' conclude, con un sospiro, grata che....per qualche istante...il dolore svanisca e divenga solo un moto di volontà offerto al fare, all'essere, al vincere, al divenire.

EDAVE (sala degenze) Si sente stanca, estremament stanca ma sorride, sorride a sentire Inisyl raccontare ciò che a sentito, raccontare come si senta bene, sentire che si è sacrificata ma che la caotica ora sta megli, non soffre e può ricominciare a battaglia quotidiana della sua vita. Inisylò la abbraccia, la aiuta in quel do ut des che si sono concesse. Asclta tremando *Ho freddo* mormorerebbe le labbra livide, la pelle bianca, le occhiaie ancora più scure del solito e il sangue che pulsa lento nell vene sospinto dal cuore stanco. La luce le da fastidio, le palpebre si socchiudono ma ascolta e risponde *Dammi da bere Inisyl...noi dobbiamo parlare..* ma sarebbe solo la voce a non tremare perchè il corpo lo fa *Mi hai scritto...i cadaveri...non ti nascondo nulla...* un sussurro leggero e rauco ed è solo la u mente che la porta avanti (volontà 3), il suo corpo la ha tradita *Ci hanno portato un corpo...non sapevo che dovevo dirtelo....* ma farebbe fatica ad elucubrare pensieri coerenti...*son stanca..domani ti spigherò..stai bene però*..e cercherebbe di toccarle il viso quasi a verificare che sia viva e che non sia una sua allucinazione e che la abbia uccisa. *Io so tante cose...ma non chiedo,..non so da dove arrib il corpo....* direbbe ancora, le labbra secche, le fauce secche, le mani gelate *Devi dire a Doda di darmi qualcosa...miele...qualcosa* ma la voce si spegnerebbe, la coscienza presente, il fiato ansante..stanca e prova di forze.



INISYL (S.d.)Quel contatto può darsi che renda di nuovo un pò di calore fisico a lei che l'ha donato, pur non potendo rigenerarne le forze. Così attende per coprirla col lenzuolo vedendo sul volto di lei quasi un proprio riflesso e per un momento sentendo quella richiesta quasi pensa sia del sangue che chiede da bere...follia, eresia pura! Infine si riscatta da quei pensieri con visibile sguardo remoto a celare quel poco le sia possibile farlo e annuisce ''Non ho mai provato niente del genere. E' una sensazione ...strana'' ammette e per un momento alla guardiana delle fosse non è che interessi poi troppo di coloro che le abitano e dei loro misteri ma per fortuna sua Edave prosegue a parlare. Un corpo di cui non sa nulla. Così non è un segreto...a quanto dice. ''Le dirò di dartene...''fa in tempo a dire, sentendola svenire e conclude quell'abbraccio scomposto nel quale riversa ciò che è stato dato. Se stessa...
EDAVE
00mercoledì 28 gennaio 2015 12:05
Posso solo dire che il mio on si sta stravolgendo ed è meraviglioso. Ho un pg che si evolve nonostante siano anni che lo gioco, si evolve costantemente come succede nelle persone nel corso della vita e per chi,come me, trova nel gdr voglia e modo di divertirsi e rilassarsi è assolutamente stupendo.Ho usato per la prima volta anche una skill che era stata scritta a suo tempo e che non avevo mai ne avuto modo ne pensato di usare ma quale migliore cavia di una becchina succube di una morta? [SM=g27828]

Passiamo al dunque

Inisyl è stata ferita IN QUESTA GIOCATA in cui uno "strano master la ha picchiata [SM=g27830] con il seguente responso



(...)
- Sottraggo 70 ps a Inisyl che dovrà andare dai curatori. Presenta sulla schiena, alla altezza dei reni delle enormi ecchimosi che hanno procurato un livido profondo, i reni sono indolenziti e dovranno essere controllati e aiutati perchè hanno subito molto colpi. Le ecchimosi salgono lungo tutta la schiena e appaiono,quelle sulle reni come frustate che hanno rotto la pelle quelle più in alto solo come molto rosse ma non vi è sangue. Tolgo molti punti anche considerato lo sforzo legato al Berserk il cui stato di indebolimento è stato, comunque, recuperao in parte durante i due turni di riposo on game
- Sottraggo 20 pm sia per lo scontro con l'essere che per lo stato di Berserk
Il tutto è recuperabile con 1 ROLE DI CURE E 1 DI RIPOSO.



La sitaazione di Edave è descritta QUI.


EDAVE RICEVE IL DONO DI ‘GUARIRE AL TOCCO’ MEDIANTE IMPOSIZIONE DELLE MANI E una serie di tecniche che fa passare energia (pf) da Edave e convertirli in Ps del pg.
Tanto per rendere un po’ animati alcuni role di cure. Inoltre velocizza il processo (no role di riposo dopo).
Lo potrà usare solo un TOT di volte a seconda della gravità del trauma/ferita/malattia.
Funziona anche su lei stessa.
Edave ha come MALUS: DEBOLEZZA, STANCHEZZA, SCARSA TOLLERANZA AL DOLORE/FERITE, RESISTENZA -1.



Fatte queste doverose premesse che servono al master che dovrà approvare passo a quanto necessario:

INISYL completamente guarita e visto l'uso del "Tocco" non serve alcuna giocata di riposo ulteriore

EDAVE
PER IL TOCCO GUARITORE

Sottrarre
-20 ps
-20 pm + malus 1/2 fermato -10 ps e -10 pm
2 role riposo necessarie per il ripristino

PER L'USO DELLA SKILL DONI DELLA MORTE

SKILL DONI DELLA MORTE

La skill prevede che il Decano Ospitaliere riesca ad entrare in contatto con tutto ciò che concerne la morte e la sua gestione schermando completamente la sua mente e i suoi sentimenti. Ciò gli permetterà di apportarsi professionalmente con amici e familiari del defunto e di svolgere tutte le indagini e le pratiche necessarie.
MALUS:
Perdita 10 punti forza
Perdita 25 punti mente



RIASSUMENDO:
Inisyl guarisce completamente (ripristino pm e ps) mentre a Edave devono essere tolti:

-10 pf
-30 ps
-55 pm
Propongo 3 role di riposo necessarie per il ripristino


Se qualcuno vuole aggiungere qualcosa, se il master leggendola volesse dare indicazioni bene accetto [SM=g27823]
Fehrer
00mercoledì 4 febbraio 2015 11:24
Mi piace il rapporto fra Inisyl e Edave [SM=g27823]


RIASSUMENDO:
Inisyl guarisce completamente (ripristino pm e ps) mentre a Edave devono essere tolti:

-10 pf
-30 ps
-55 pm
Propongo 3 role di riposo necessarie per il ripristino



Ok, sì, scalo i punti.
Edave potenzialmente miracolosa [SM=g27831]

Buon gioco!
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