Apro questo nuovo topic riprendendo il messaggio inviato ai soci per segnalare la puntata di PResa Diretta (RAI 3) del 21/9.
Ricordo che il programma dovrebbe essere disponibile anche nei giorni seguenti via web sul sito Rai replay
www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html .
Purtroppo ho potuto vedere soltanto una mezz'oretta della trasmissione e conto di vederla prossimamente.
Ho però visto la parte dedicata al TPL nelle città francesi e poi subito dopo, un confronto impetosissimo con il treno suburbano Roma-Ostia Lido.
Ora, il reportage dalla FRancia illustrva non solo Parigi, ma anche Rennes, le ferrovie regionali della Bretagna e Nantes.
In tutti i casi abbiamo visto elementi innovativi di gestione del TPL, come tram, assi protetti, treni regionali puliti e puntuali.
Sono emersi, a mio avviso, tre elementi vincenti della politica del TPL d'Oltralpe.
1) Programmazione: queste reti che sorgono ora come funghi ai quattro angoli dell'Esagono sono frutto di una programmazione ventennale o addirittura trentennale, che ha coinvolto la popolazione con dibattiti pubblici. A quel punto, acquisita la maggioranza del consenso si è partiti spediti senza farsi rompere le palle dal primo negoziante o dai contestatori del no-a-tutto.
Ovviamente questa caratteristica manca totalmente alle città italiane, in primis a Genova, dove non c'è mai stata una programmazione neppure in tempi di vacche grasse
2) Risorse: per queste iniziative (introduzione di tram, ma anche acquisto di rotabili) occorrono soldi e anche tanti. Lo Stato francese ha più risorse e gli enti locali possono ricorrere all'indebitamento, cosa che quelli di casa nostra non possono fare assolutamente, essendo (giustamente dopo anni di gestione allegrissima) vincolati al patto di stabilità.
Chiaramente l'indebitamento deve poi rientrare in termini di tasse locali e in questo senso l'esempio di Nantes è ottimo (vedetevi la parte dedicata a Nantes).
3) Professionalità: chi gestisce il TPL in FRancia è molto professionale; soprattutto lo sono i tecnici e i politici si fidano dei tecnici e non cambiano le carte in tavola ogni mese. I tecnici di diverse professionalità parlano e si confrontano molto: giuristi, ingegneri dei trasporti, sociologi (sì non dimentichiamo le problematiche delle banlieue e la necessità di creare poilitiche di TPL a favore delle periferie), contabili.
Prendete il caso di Rennes che si vede nel filmato. A Rennes hanno una piccola metro (vista e utilizzata personalmente
) con il sistema VAL. A un certo punto hanno visto che la città nella fascia oraria 7-9 era congestionata e quindi avrebbero dovuto fare nuovi investimenti (banchine, nuovi rotabili) per ovviare a questo problema. Invece hanno programmato due anni di incontri per regolare i tempi della città ed è bastato sfalzare di un quarto d'ora lp'ingresso di studenti e professioni sanitarie per ottimizzare la domanda-offerta di TPL.
In Italia: i mobility manager nelle aziende pubbliche e private ci sono dal 2001, ma non ho mai visto un provvedimento preso su iniziativa di questi ultimi.
E poi in Francia metà abbonamento del TPL lo paga l'azienda datrice di lavoro. Io lavoro in una grossa azienda pubblica ed è dovuto intervenire il CRAL per fare la convenzione con AMT e assicurarci l'abbonamento aziendale a tariffa agevolata
Insomma la Francia dimostra che il TPL può essere una risorsa e le aziende francesi sono leader mondiali che stanno cominciando a penetrare anche nelle megalopoli asiatiche dove il business è davvero grande.
Noi un'azienda di questo genere ce l'avevamo in casa e l'abbiamo fatta fuggire a gambe levate. Grazie Italia!!!!