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Milan, Silvio Berlusconi attacca Kakà
Duro botta e risposta tra Silvio Berlusconi e il campione brasiliano che sta per passare al Real Madrid. Lunedì probabilmente l'annuncio ufficiale di uno dei più grandi colpi di calciomercato
Ultime schermaglie prima di lasciarsi definitivamente.
Sono quelle che si stanno scambiando Kakà e Silvio Berlusconi a km di distanza (il calciatore del Milan è in Brasile con la sua Nazionale) e in modo più o meno diretto. Nei giorni scorsi, mentre il tifo rossonero era in subbuglio e manifestava all'esterno della sede del club contro la cessione del campione brasiliano al Real Madrid, il giocatore aveva confessato telefonicamente a un capotifoso che la scelta di andare via non era la sua, ma della società.
Parole che evidentemente non sono piaciute a Silvio Berlusconi, che ieri pomeriggio in diretta telefonica con Milan Channel non ha risparmiato accuse e critiche verso Kakà.
«Io ho insistito affinché restasse al Milan. L’ho fatto qualche mese fa e Kakà, nonostante ci fosse per il Milan un’offerta stratosferica di 105 milioni di euro, è rimasto. Ora si è ripresentata una domanda insistente da parte di alcuni club, Chelsea e Real Madrid, che comporterebbe, mi dicono, un differente trattamento economico per il giocatore. Con Galliani ci eravamo dati appuntamento domenica scorsa. Avevo chiesto di incontrare Kakà, ma lui è partito per il Brasile e allora mi sono messo d’accordo con Galliani per avere una lunghissima conversazione telefonica con Kakà domenica sera o lunedì prossimi. Se dovesse ripresentarsi una situazione analoga a quella di Sheva, ci comporteremo allo stesso modo, lasciando la libertà al giocatore e alla propria famiglia di fare le scelte ritenute migliori. Se Kakà dovesse andare a giocare in un’altra squadra, quello che il Milan ricaverà dalla cessione lo investirà per rinforzare il Milan e fare una squadra molto competitiva».
Ma Berlusconi ha da dirne quattro anche ai tifosi milanisti, tacciati come ingrati sia nei suoi confronti che verso Paolo Maldini. «Quando ho visto dopo tanti mesi che mancavo allo stadio per gli impegni politici, un cartello che diceva: “Berlusconi sgancia i milioni, sennò vai fuori dai coglioni”, confesso che avrei voluto andare lì e dirgli di vergognarsi e così avrei voluto fare anche per il modo in cui si sono comportati con il nostro grande capitano Maldini. Essere tifosi del Milan non significa essere sempre persone perbene, abbiamo anche noi fra i nostri tifosi gente di cui ci vergognamo e ci dobbiamo vergognare».