Che senso ha darvi una risposta, visto che sapete tutto
Asgeir come sempre è quello che cerca di mettere insieme le cose e fare 2 + 2, probabilmente avvalendosi del genitore
il suo limite è che torna troppo indietro, ma lo ha già detto che lui cerca di raggiungere le origini delle cose, tuttavia un esperimento non puo' fare testo, anche se poi puo' aprire una strada
vi posto qualcosa che puo' essere utile alla discussione, spero non darete del bugiardo anche al critico musicale dell'Unità
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Mini-dizionario del Progressive Rock
Il progressive rock, con tutto il suo carico di riferimenti alla musica colta, di sintetizzatori, rimandi teatrali e letterali mosse in profondità le acque degli anni '70, dell'Inghilterra fino al Belpaese. Per orientarsi, un piccolo “dizionario progressive” potrà esservi utile.
Progressive
Beh, il senso era di dare un'aura, forse un po' ingenua, di intellettualità al rock. Gli elementi di fondo del progressive sono due: l'introduzione di moduli presi dalla musica cosiddetta classica – suite, ouverture eccetera – con ciò che ne consegue in termini di virtuosismo, e la scoperta della nuova strumentazione elettronica (moog, sintetizzatori e similari) che per la prima volta mette in crisi il dominio della chitarra elettrica a favore delle tastiere permettendo, peraltro, un'espansione orchestrale del classico gruppo rock. Da lì la riscrittura, per esempio, di Bach da parte dei Nice, I quadri di un'esposizione di Mussorgskij degli Emerson, Lake & Palmer.
Concept album
In realtà, l'idea di un disco “a tema” – ovvero costruito intorno ad un unico “concetto” che regge tutta l'opera – trova la sua origine in St. Pepper's dei Beatles. Passata l'onda di Tommy degli Who, considerata la prima opera rock, i concept album più proverbiali sono The Lamb lies down on Broadway dei Genesis, Thick as a brick dei Jethro Tull, Tarkus degli Emerson, Lake & Palmer e per quattro riguarda gli italiani Darwin del Banco. L' “album suite”, ovvero un disco composto da un unico brano (o suite) ne è una derivazione. L'esempio classico è Tubolar Bells di Mike Oldfield.
King Krimson
Il progressive vero e proprio nasce lì, nel 1969, dal “re cremisi”: In the court of Crimson king è l'album seminale, un esordio folgorante. Brani lunghi che incrociano rock duro, jazz e musica classica, testi con ambizioni visionario-letterarie (illuminante, al proposito di cosa fossero i primi King Crimson, la “confessione” del loro fondatore, Robert Fripp, che ha detto di aver avuto la folgorazione scoprendo contemporaneamente Stravinsky, i Beatles e Jimi Hendrix).
Fu un'esplosione: di lì a poco si diffonderanno il verbo, gli intrecci armonici e il virtuosismo degli Yes, dei Genesis, dei Var Der Graaf Generator, degli Emerson, Lake & Palmer, in un vortice musicale che raggiunse, a tratti, livelli di grande profondità. Di cui è facile oggi sentire la mancanza.
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Tutto qui'. Il resto sono leggende metropolitane come i coccodrilli nelle fogne di New York. Sentii parlare di progressive per la prima volta solo nel 1974, le persone che usavano questo termine l'avevano letto dalla stampa specializzata che, in preda a smania classificatoria, aveva anche usato i termini "Classic Rock", "Synt-Rock" e "Synphonic-Rock". Questo piacque piu' degli altri. E cosi' 5 anni dopo, In the Court, da semplice rock, divento' "Progressive"
[Modificato da mariusko 26/01/2006 2.50]