...e previti!
non dimentichiamo la visita fatta da Previti a Rebibbia, dopo la sua condanna definitiva a 6 anni.
In effetti, c'è da stupirsi per questa straordinaria congiunzione astrale.
Propendo per la casualità, ovviamente. Stiamo parlando di inchieste giudiziarie, indagini di polizia o processi che duravano da anni e che hanno seguito vie indipendenti.
Però a mio avviso c'è per lo meno un nesso che rimanda al clima del 1992, quando una rete di malaffare cadde sotto il peso dei suoi eccessi, e la caduta coincise con l'avvio di un processo di cambiamento (in vari modi, poi, abortito) ai vertici della vita politica.
Anche oggi, come nel '92, siamo alla fine di un periodo di vacche grasse per l'Italia dei corrotti, che per un quinquennio si è sentita "compresa, assistita, incentivata." (basta vedere la crescita esponenziale, documentata dall'ISTAT, nei delitti denunciati all'autorità giudiziaria, in primis quelli dei "colletti bianchi" come le truffe).
Si è indebolito un sistema di protezioni proprio nel momento in cui la marea dei comportamenti delittuosi era diventata così montante da non poter più essere nascosta. I truffatori si sono fatti sempre più audaci e strafottenti sulla spinta di un'euforizzante sensazione di impunità, e hanno finito per abbassare la guardia proprio quando la rete di relazioni che offriva loro tutela ha cominciato a strapparsi.
La mia impressione? Ci sono parecchie altre storiacce che aspettano di venire alla luce...