Presentazione Giro D'Italia 2005

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monique83
00mercoledì 26 gennaio 2005 16:51
I PRESUPPOSTI

L'88° Giro d'Italia colma una lacuna e ritrova parte del suo passato, oltre a rendere omaggio al futuro del Paese: per la prima volta nella sua storia muove infatti dalla Calabria, recupera antichi "sapori" (la strada bianca sul Colle delle Finestre e una montagna sacra come lo Stelvio). Fa poi sosta, cronometrata, a Firenze per ricordare Bartali prima di onorare Torino e le valli olimpiche, scenario dei Giochi invernali 2006. Doveroso il tributo alla Calabria e a Reggio, città di avvio della corsa. Nella geografia d'Italia rimangono due sole regioni (la Basilicata e il Molise) dalle quali il Giro non ha, sin qui, mai preso il via. In apparenza è un Giro per intero italiano, ma ci sarà un piccolo sconfinamento in Svizzera (cinquanta chilometri andando verso il Bernina) nella 15 a tappa, la Livigno-Lissone.
Il tracciato è molto equilibrato, con dieci tappe in ipotesi destinate ai velocisti (Petacchi potrebbe persino migliorare il suo primato di nove successi stabilito nel 2004) e tre arrivi in salita, di cui uno - quello al Colle di Tenda - assolutamente inedito. In cinque casi (Santa Maria del Cedro, Marina di Grosseto, Rossano Veneto, Lissone e Milano) è prevista la conclusione di tappa in circuito.
Il Giro ha un avvio agevole, con i primi dieci giorni territorio quasi esclusivo dei velocisti; la prima cronometro delineerà le gerarchie prima del riposo; la seconda decade presenta il conto, con difficoltà da brivido, tre arrivi in salita, una cronometro e tappe miste. Il giorno di riposo cadrà nuovamente di martedì. Non sono previsti trasferimenti importanti.

LA PARTENZA

Il Giro si avvia con un prologo a cronometro individuale sulla distanza di 1.150 metri, per intero sul lungomare di Reggio Calabria, senza alcun dislivello o curva che imponga riflessioni: in pratica una volata in apnea che potrebbe vedere primeggiare uno sprinter, con classifica generale cortissima.

IL PERCORSO

Prima tappa, da Reggio Calabria a Tropea, consacrata ai più accorti, perché dopo un tracciato tutto piatto - la Calabria si attraversa da un mare all'altro in superstrada - le insidie sono tutte nell'ultimo chilometro, con uno strappo nei primi 400 metri al 12% e un tornante, a strada tornata piatta, a poche centinaia di metri dall'arrivo, con i corridori verosimilmente in fila indiana.
La Catanzaro Lido-Santa Maria del Cedro - seconda frazione - è tutta in pianura tranne che in partenza (si sale a Catanzaro città) e in arrivo, previsto sul lungomare dopo esservi transitati una prima volta per poi portarsi, in salita, al centro di Santa Maria del Cedro. Primo arrivo in circuito, insomma.
Da Diamante a Giffoni Vallepiana, per la terza tappa, il tracciato non prevede difficoltà, fatta eccezione per lo strappo di Santa Tecla, quando all'arrivo mancheranno 10 chilometri.
Da Giffoni a Frosinone, quarta tappa, percorso senza insidie, testimoniato dall'assenza di gran premi della montagna. I velocisti gongolano.
La quinta tappa, la Celano-L'Aquila, è classificata di media montagna, con tre GPM. All'arrivo si arrampica, è giocoforza, ma Valico di Montegodi e il Goriano Sicoli, un passo inedito.
Da Viterbo a Marina di Grosseto, sesta tappa breve e destinata alle ruote veloci.
Vivace, almeno nei presupposti, la settima tappa, la Grosseto-Pistoia, che negli ultimi 60 chilometri prevede il San Baronto e la salita del Sammommé, valicata la quale si rientra sulla Porrettana per tuffarsi su Pistoia. Tappa difficile se partono attacchi da lontano.

La prima cronometro, domenica 15 maggio, contempla un solo strappo di poco conto dopo 15 chilometri. Per il resto è il gran giorno dei passisti, quello che li porta da Lamporecchio a Firenze, dove si rende omaggio a Bartali e al Museo che ne ricorda le gesta. Di transizione, come si usa dire, la nona tappa, che da Firenze porta il Giro a Ravenna. La "capitale delle meraviglie nascoste", così cara a Giotto, ospiterà anche il primo giorno di riposo del Giro.
Mercoledì 18, decima tappa, ci si avvia da Ravenna per Rossano Veneto, dove al termine di un tragitto tutto piatto il Giro è atteso da tre giri di un circuito. Pane per i velocisti che si ritrarranno, intimiditi, dall'undicesima tappa - la Marostica-Zoldo Alto (Dolomiti Stars) -il cui "menu" è decisamente troppo per loro. Chi vuol vincere il Giro ha la prima grande opportunità di frapporre spazio e tempo fra sé e gli avversari. Il primo arrivo in salita è preceduto, negli ultimi 60 chilometri, dal Passo Cereda, dalla Forcella Aurine e dal Passo Duran. La salita che porta a Zoldo Alto è lunga 8 chilometri e ha pendenze contenute (6-7%) ma i giochi verosimilmente si faranno lungo il Passo Duran, dove qualcuno lancerà la sfida. Dodicesima frazione riflessiva, da Alleghe a Rovereto, con il San Pellegrino in partenza poi la Val di Cembra per raggiungere Trento e portarsi, lungo l'Adige, nelle terre del vino. Terre con dolci declivi che piacciono ai velocisti.
Da Mezzocorona, cittadella del vino, per la tredicesima tappa che porta a Ortisei, la più lunga del Giro (217 km), ben quattro i passi in programma; dal Costalunga al Pordoi, per poi affrontare il Campolongo e il Passo delle Erbe, di qui a Bressanone per il fondovalle e poi risalire a Ortisei. Tappa di montagna ma senza l'arrivo in salita.
Domenica 22 maggio c'è lo Stelvio, trampolino di lancio ideale per chi ha gambe. Siamo alla 14 a tappa, la Egna-Livigno di 210 km. Alla Cima Coppi del Giro si giunge dal lago di Caldaro, da Terlano, dall'impegnativa salita di Avelengo, indi Merano, Spondinia e lo Stelvio affrontato dalle "scale", dalla parte di Trafoi. Picchiata su Bormio e poi il Foscagno che introduce a Livigno dove molti dei giochi saranno compiuti.

Passeggiata di salute la 15 a tappa. Da Livigno, sconfinando per 50 km in Svizzera, si va a Lissone, a un passo da Milano, dove i corridori sono attesi da un circuito di 6 km da ripetere due volte. Poi un giorno di quiete, il secondo di riposo.
Tappa che può lanciare gli ardimentosi la 16 a , da Lissone a Varazze: la presenza del Bric Berton può indurre in tentazione, anche se dalla cima al traguardo ci sono ben 60 chilometri.
Giorno della verità giovedì 26 maggio per la 17 a tappa. Si va da Varazze a Limone Piemonte, in realtà in cima al Colle di Tenda al confine con la Francia. In partenza il Cadibona, poi da Borgo San Dalmazio è tormento per chi non ama le salite. Dalla strada per il Colle della Maddalena si svolta per la Madonna del Colletto, di nuovo a Borgo San Dalmazio poi a Boves per il Colletto del Moro dal quale si scende a Robilante per salire a Limone Piemonte e poi affrontare il Colle di Tenda (ultimi 6 km con pendenza media dell'11%) che il Giro non ha mai percorso. Una salita cara a Fausto Coppi e ai suoi oneri di militare. Nel 1942 il "campionissimo" faceva la spola da Limone Piemonte al Colle di Tenda come portaordini in bicicletta.
La cronometro di venerdì 27 maggio,per la 18 tappa, cara ai passisti che avranno salvato la gamba, prevede la partenza da Chieri, la salita di Superga dopo 8 km (con 6 di ascesa) prima di tornare a Torino da Pino e concludere la fatica in pieno centro, dopo 31 km. Si celebrano le Olimpiadi invernali del 2006, come il giorno dopo,19 tappa, quando chi lo volesse può volgere la classifica a proprio favore: da Savigliano sino a Pinerolo, poi sale sino a Sestrière, primo transito, per poi scendere a Cesana e a Susa. Di qui, con punte del 14%, si va a Meana da dove inizia l'ascesa al Colle delle Finestre. Dapprima 10 km bitumati, poi gli ultimi 8,5 di strada bianca con pendenza media del 9,2 %. Si ridiscende alla statale in località Pourrières per poi risalire verso il traguardo, posto ai 2034 metri di Sestrière.
Passerella conclusiva,la 20^, il 29 maggio, con la Albese con Cassano-Milano, omaggio al povero Casartelli: 121 km in linea, con il circuito finale, nel centro di Milano, tenuto a battesimo lo scorso anno. Striscione di arrivo posto in Corso Venezia, all'altezza di via Palestro, al termine di 3.464,650 chilometri.
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