Pranzo di lusso: sette euro

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Celeste.10
00venerdì 12 agosto 2011 11:53


di Emiliano Fittipaldi

Risotto con rombo: 3,34 euro. Carpaccio di filetto: 2,76. Dolce: 1,74. Il tutto di servito da camerieri in livrea. E' il ristorante del Senato. Terza puntata delle confessioni all'Espresso del parlamentare Carlo Monai: dove non ci parla solo di cibo ma anche di mutui superagevolati, di terme e di massaggi shiatsu a spese del contribuente

Carlo Monai, il deputato dell'Idv che ha deciso di raccontare tutti i privilegi della Casta, continua a stupirci.

Racconta che a Montecitorio e Palazzo Madama arrivano ogni giorno inviti per mostre, happening vari, sfilate di moda. Il cibo si paga? «Dipende. Il bar della bouvette è in linea con i prezzi di mercato. Il ristorante, invece, no. Ci costa in media 15 euro, ma la tavola è apparecchiata come un tre stelle Michelin, i camerieri sono in livrea, lo chef è bravo e prepara piatti di grande qualità. Io cerco di non appesantirmi, e ci vado raramente. L'unico appunto», chiosa sorridendo, «riguarda la cantina: ci sono ottimi vini, ma nessuna bottiglia friulana».

Al Senato si può mangiare uno spaghetto alle alici a 1,60 euro, un carpaccio di filetto a 2,76 euro, un pescespada alla griglia a 3,55 euro. Prezzi ridicoli. «Anche in consiglio regionale c'era un buon self service. Primo, secondo, caffè e frutta a 10 euro». Pure uno shampoo costa poco: la nostra guida è un frequentatore della mitica barberia della Camera, dove un taglio costa 18 euro (al Senato, invece, è gratis). «In questo caso, credo che sia un servizio da conservare: consente al parlamentare di avere sempre un aspetto dignitoso, anche quando arriva il martedì con i capelli spettinati».

Ma i servizi dedicati ai politici non finiscono qui. Dentro Montecitorio c'è uno sportello del Banco di Napoli, diventato famoso perché il consigliere Marco Milanese ha movimentato, su un conto dell'agenzia Montecitorio, qualcosa come 1,8 milioni di euro in pochi anni. Non è il solo ad aver aperto un conto lì, visto che gli onorevoli possono approfittare di tassi agevolati per mutui e prestiti.

Precisa Monai: «Molti usano la diaria non per affittare la casa a Roma, ma per comprarla. L'importante è essere rieletti. Per un mutuo di 150 mila euro a cinque anni il tasso fisso è appena del 2,99 per cento, uno o due punti sotto quello di mercato. Idem per un prestito: possiamo avere un tasso agevolato al 2-3 per cento».

Anche le prestazioni sanitarie sono rimborsate: Monai dopo un incidente in cui ha distrutto una Mercedes ha ottenuto il rimborso di 580 euro di massaggi, e ammette che il Parlamento gli paga cinque giorni di cure termali l'anno.

I radicali hanno scoperto altri benefit: occhiali gratis, psicoterapia pagata, massaggi shiatsu, balneoterapia. Tutti servizi destinati a oltre 5.500 persone, tra deputati e familiari. Alla Camera, poi, non si chiama mai il 118: ci sono anche alcuni infermieri nascosti tra gli scranni dell'Aula adibiti a "rianimare" il deputato nel caso si sentisse male. Costano al contribuente 650 mila euro l'anno.

Dopo una vita da nababbo, l'ex parlamentare o il consigliere non viene abbandonato dalla casta. L'assegno di fine mandato non si nega a nessuno, e il vitalizio scatta per tutti. Per prendere una pensione bastano cinque anni di mandato alla Camera o al Senato, (in media 6 mila euro a testa al mese), per una spesa che nel 2013 toccherà i 143,2 milioni di euro l'anno. Tra le Regioni solo l'Emilia-Romagna ha abolito il vitalizio, tutte le altre non ci pensano nemmeno: così nel Lazio può accadere che gli ex e i trombati si prendano 4 mila euro al mese ad appena 55 anni.

Non male, in tempo di crisi.


fonte


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Celeste.10
00venerdì 12 agosto 2011 12:08
Carlo Monai è l'unico, dopo sette tentativi andati a vuoto, che ha accettato di raccontare a "l'Espresso" com'è cambiata la sua vita da quando è entrato nella casta. E' un avvocato di Cividale del Friuli, ex consigliere regionale e oggi deputato dell'Idv al primo mandato parlamentare. Uno dei peones, a tutti gli effetti.

Carlo Monai è il nostro Virgilio, che ha accettato di guidare l'"Espresso" nella selva di privilegi e benefit di cui gode la Casta.

Il suo viaggio riparte dai vantaggi economici per gestione dell'auto privata del deputato. «Abbiamo un pass per andare ovunque, e se prendiamo una multa per divieto di sosta o eccesso di velocità c'è l'ufficio "Centro servizi" dove possiamo chiedere agli addetti di fare ricorso al prefetto: se ci sono 'giustificate esigenze di servizio', la multa va a farsi benedire».

A Fiumicino un mese al parking silos "E" costa agli italiani 293 euro, ai parlamentari 50. «Anche in Friuli pagavo, grazie al tesserino da consigliere, poco più di 40 euro: se hai la tessera "Fly Very Good" la vita è davvero più facile», aggiunge ironico l'avvocato.

Un privilegio, quello del parcheggio gratis o quasi, che riguarda quasi tutti i consiglieri comunali d'Italia: a Milano, per esempio, i neoeletti beneficiano di alcuni posti gratuiti nel parcheggio di Linate, senza dimenticare la convenzione con il posteggio di piazza Meda, dietro Palazzo Marino. Inoltre, come ha ricordato Franco Vanni su "Repubblica Milano", l'Atm ai consiglieri fa uno sconto del 50 per cento sui mezzi pubblici, e dà un pass per mettersi gratis sulle strisce, blu o gialle che siano.

Se i parking a sbafo fanno aggrottare la fronte, è il capitolo "auto blu" quello che fa scandalizzare le masse. In Italia se ne contano 86 mila, secondo i dati del ministro Renato Brunetta, per un costo (tra autisti e parco macchine) superiore ai 3 miliardi di euro l'anno. Assessori, consiglieri, ministri, sottosegretari, funzionari di ogni livello sono i beneficiari principali. In Parlamento sarebbero appannaggio esclusivo dei presidenti dei gruppi, in tutto una ventina. Ma a queste vetture vanno aggiunte quelle dei servizi di scorta: in tutto sono 90, tra parlamentari e uomini di governo, più 21 tra sindaci e governatori regionali.

«Alcuni colleghi» racconta Monai «finiscono per avere l'auto blu dopo alcune minacce o presunte tali, arrivate in seguito a decisioni politiche discutibili: penso a Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, ex dell'Idv che sono passati con la maggioranza».

La casta non può fare a meno nemmeno dei voli blu, quelli effettuati con aerei di Stato: nell'ultima legislatura, rispetto a quella del governo Prodi, le ore di volo di ministri e sottosegretari sono cresciute del 154 per cento. «Mi hanno raccontato pure che i deputati chiedono un passaggio a qualche imprenditore che possiede un aereo privato», dice il deputato: «Questa è una delle cose più deprecabili, perché non bisogna mai essere ricattabili».

Ma tant'è, la vita della casta è una vita a scrocco. Ci si fa l'abitudine. Il nostro Virgilio ci mostra la tessera del Coni, che dà accesso a quasi tutte le manifestazioni sportive. «Quando ero consigliere in Friuli, se volevi assistere ai match dell'Udinese o della Triestina bastava segnalare i desiderata alla società, che hanno interesse a mantenere buoni i rapporti con la politica. Il posto è assicurato». In tribuna vip, naturalmente.

I parlamentari possono usufruire anche di uno sconto per il Teatro dell'Opera di Roma e in alcuni musei, mentre a Trieste il nostro peone aveva sempre a disposizione un palchetto al Teatro Verdi.

I vantaggi non sono un'esclusiva romana. A Milano i consiglieri comunali possono chiedere il rimborso di pranzi di lavoro (e se mangiano in Consiglio, una cena gli costa 1,81 euro), hanno diritto a biglietti gratis per San Siro (partite o concerti), e due palchi riservati alla Scala per gli appassionati di lirica. Mentre i consiglieri regionali del Piemonte godono ancora dell'autocertificazione per fantomatici impegni durante sabati, domeniche e festivi: si può intascare il gettone di presenza (122,5 euro) anche in quei giorni di riposo, a patto che dicano (senza pezze d'appoggio) di aver partecipato a convegni ed eventi. In Sicilia e Campania la lista dei privilegi comprende di tutto. All'Ars dell'isola le missioni all'estero sono la norma, non l'eccezione (un deputato regionale, Giuseppe Gennuso, nel 2009 ha trascorso quasi tre giorni su quattro fuori dell'Assemblea), mentre fino a pochi mesi fa anche coloro che avevano finito il mandato continuavano a prendere un "aggiornamento professionale" di 6.400 euro annui. E se un deputato regionale morisse avrebbe diritto a un sussidio di 5 mila euro per le esequie.

Anche nella indebitatissima Campania s'è sfiorato il ridicolo. Lo scorso novembre una delibera è stata revocata prima che creasse una rivolta popolare: prevedeva che ogni consigliere potesse avere in ufficio televisione, tre poltrone in pelle, telepass e a scelta un computer fisso, un portatile o l'iPad. Il frigobar era invece appannaggio solo di presidenti, vice e capogruppo.

Celeste.10
00venerdì 12 agosto 2011 12:15
Carlo Monai,
uno coraggioso, direbbe qualcuno, visto che ha deciso di metterci la faccia e guidarci come novello Virgilio nella bolgia di indennità, vitalizi, doppi incarichi, regali, sconti e privilegi in cui sguazzano politici di ogni risma. Un paradiso per pochi, un inferno per le tasche dei contribuenti italiani, stressati da quattro anni di crisi economica e da una Finanziaria lacrime e sangue che chiederà ulteriori sacrifici. «Per tutti, ma non per noi», chiarisce Monai. «I costi della politica sono stati ridotti di pochissimo, e alcuni sprechi sono immorali. Non possiamo chiedere rinunce agli elettori se per primi non tagliamo franchigie e sperperi».

L'incontro è al bar La Caffettiera, martedì mattina, davanti a Montecitorio. Difficile ottenere un appuntamento di lunedì. «Noi siamo a Roma da martedì al giovedì sera», spiega. «Ma in questa legislatura pare che stiamo facendo peggio che mai: spesso lavoriamo due giorni a settimana, e il mercoledì già torniamo a casa. Nel 2010 e nel 2011 l'aula non è mai stata convocata di venerdì. Le sembra possibile?».

Anche in commissione l'assenteismo è da record. «Su una quarantina di membri, se ce ne sono una decina presenti è grasso che cola. Io credo che lo stipendio che prendiamo sia giusto, ma a condizione che l'impegno sia reale. Se il mio studio fosse aperto quanto la Camera, avrei davvero pochi clienti».

La busta paga di Monai è identica a quella dei suoi colleghi: l'indennità netta è di 5.486,58 euro, a cui bisogna aggiungere una diaria di 3.503,11 euro. Per ogni giorno di assenza la voce viene decurtata di 206 euro, ma solo per le sedute in cui si svolgono le votazioni. E se quel giorno hai proprio altro da fare, poco male: basta essere presenti anche a una votazione su tre, e il gettone di presenza è assicurato ugualmente. Lo stipendio è arricchito con il rimborso spese forfettario per garantire il rapporto tra l'eletto e il suo collegio (3.690 euro al mese), e gli emolumenti che coprono le uscite per trasporti, spese di viaggio e telefoni (altri 1.500 all'incirca). In tutto, oltre 14 mila euro al mese netti. Ai quali molti suoi colleghi con galloni possono aggiungere altre indennità di carica.

Monai inizia il suo viaggio. «Non bisogna essere demagogici. Parliamo solo di fatti. Partiamo dagli assistenti parlamentari: molti non li hanno. Visto che le spese non vanno documentate, preferiscono intascarsi altri 3.690 euro destinati ai portaborse e fare tutto da soli. Altri colleghi per risparmiare si mettono insieme e ne pagano uno che fa il triplo lavoro».

Ecco così svelata la sproporzione tra il numero dei deputati (630) e i contratti in corso per i segretari (230). «Non c'è più tanto nero come qualche anno fa. Anche un altro mito va sfatato: la Camera non ci regala cellulari, come molti credono, ma ogni deputato può avere altri 3.098 euro l'anno per pagare le telefonate. La Telecom ci offre poi dei contratti, chiamati "Tim Top Business Class", destinati a deputati e senatori. Per i computer? Abbiamo un plafond di altri 1.500 euro». Anche quand'era in consiglio regionale del Friuli le telefonate non erano un problema: «La Regione copriva tutto. Se non ti fai scrupoli puoi spendere quanto vuoi. Lo sa che lì c'è pure un indennizzo forfettario per l'utilizzo della propria macchina? Per chi vive fuori Trieste, 1.800 euro in più al mese. Tutti prendevano il treno regionale, e si intascavano la differenza». Portandosi a casa solo grazie a questa voce lo stipendio di un operaio specializzato.

Già. I trasporti gratis sono un must dei politici. Monai elenca i vantaggi di cui può usufruire. «Il precario che su Internet ha svelato gli sconti che ci fa la Peugeot s'è dimenticato che anche altre case offrono benefit simili: ho ricevuto offerte dalla Fiat, dalla Mercedes, dalla Renault. Dal 10 al 25 per cento in meno. Credo che lo facciano per una questione di marketing».

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(SissiM)
00venerdì 12 agosto 2011 17:29
E pensa che ci sta pure chi si lamenta del ristorante
Te lo ricordi Villari? Era quello che il pdl aveva fatto diventare presidente della commissione di vigilanza sulla Rai, e che non se ne voleva andare nemmeno quando finalmente era stato raggiunto un accoordo su un nome che andava bene a tutti. Per questo, affettuosamente, era stato ribattezzato "Vinavillari".
Beh! Questo simpatico signore qualche giorno fa si è lamentato che al ristorante parlamentare il pesce non era fresco!
Io lo avrei mandato su qualche bel peschereccio...ma non a comprare il pesce...a pulirlo!

merinze
00venerdì 12 agosto 2011 17:45
Adesso vi racconto cosa è successo alla sagra che organizza la società sportiva di cui faccio parte.

Una sera si è presentato un parlamentare della zona, con moglie e figli, una delle ragazze che prendevano gli ordini, dopo averli serviti è entrata in cucina e ci ha raccontato che il tipo si era lamentato dei prezzi, dicendo che essendo il servizio relativo gli sembravano alti. Specifico che i soldi ricavati dalla sagra vanno tutti a beneficio della società sportiva e che nessuno di quelli che ci lavorano prendono un euro, infine da noi puoi mangiare una pizza e bere una coca o una birra con 9 euro se ci aggiungi un antipasto arrivi al massimo a 11 euro... però dopo questo articolo capisco perchè gli sembrava eccessivo ... porello!!!

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(SissiM)
00venerdì 12 agosto 2011 17:50
O anche perchè per tanto tempo dicevano che la crisi non c'era.... per loro effettivamente andava tutto benissimo
I parlamentare hanno perso il contatto con la realtà, questo è il vero dramma
Aveva ragione Grillo quando anni fa fece la proposta di legge popolare che fra l'altro, prevedeva che si potesse fare il parlamentare al massimo per due legislature. In questo modo ci sarebbe stato sempre un ricambio, e sarebbero rimasti coi piedi per terra
(SissiM)
00mercoledì 7 settembre 2011 22:30
E dopo quelle rivelazioni, anche il ristorante del senato si è deciso a praticare prezzi di mercato
Da lunedì scorso i prezzi sono allineati a quelli del resto del paese
Per esempio martedì scorso ecco cosa c'era in menù

Antipasti del giorno: prosciutto con fichi: 5,35 euro;
crostini integrali con funghi e mozzarella 5,35;
carpaccio di pesce spada con songino e salsa al pompelmo rosa 15,37; antipasto al buffet 9,53. PRIMA 2,33-3,34

Primi del giorno: spaghetti con pomodorini ciliegino e basilico 6,02 euro; risottino al ragù di pesce con zucchine 6,02; trofiette fredde con gamberi, rucola e dadolata di pomodoro 11,53; minestra di pasta e patate 6,02; zuppa ricca di verdure 6,02. PRIMA 1,60 euro SCONTO 73,5%

Secondi del giorno: filetto di ombrina al forno con aglio e rosmarino 24,06 euro; frittatine con patate 10,03; medaglioni di filetto di manzo al limone 16,54; servizio grill spigolette alla griglia 24,06 euro; hamburger di manzo ai ferri 10,03. PRIMA: PESCE 3-5 euro; BISTECCA DI MANZO meno di 3 euro


Contorni 5,35 euro: patate patate arrosto; patate prezzolate; verdure bietina al limone; zucchine bollite; fagioli al sedano; finocchi lessati; carote bollite; insalate cappuccina; lattuga; indivia belga; finocchi; rucola; radicchio; julienne di carote; pomodori con alici; cruditées.


Bevanda standard:0,67 euro

Dolci al carrello:4,01 euro

Pane e servizio: 0,52 euro.


Primi piatti: 6,02 euro: (riso all'inglese, pasta al naturale; pasta al pomodoro e minestrone)


Servizio grill: bistecca di manzo a 16,54 euro; petto di pollo a 10,03 euro; lombata di vitella a 24,06 euro.

Formaggi: 4,01 euro (fiordilatte, gorgonzola, taleggio, emmenthal, fontina val d'aosta, caciotta toscana, provolone piccante, ovolina di bufala e parmigiano reggiano)

Affettati: (salame felino 7,52 euro; Parma cotto 4,01; ghirlandina 4,01; crudo di parma 7,52; crudo San Daniele 7,52; speck 4,01.

Frutta e dessert: frutta di stagione, macedonia di frutta e frutta cotta a 2,35 euro;

Dessert del giorno 4,01.


Moh qualcuno si lamenterà. Ne sono certa
rigadina
00giovedì 8 settembre 2011 00:16
Finalmente..... Mio padre avrebbe definito questi esseri mangia pane a tradimento e non avrebbe avuto torto.

Schifosi!
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