Portishead, a volte ritornano e lo fanno con Third Saranno a Milano il 30 marzo e il 31 a Firenze

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
martee1964
00giovedì 27 marzo 2008 08:09
ROMA (26 marzo) - «La verità, tutta la verità nient’altro che la verità». I Portishead presentano così "Third", terzo lavoro in uscita ad aprile dopo innumerevoli rinvii, e arrivano finalmente in concerto il 30 marzo all’Alcatraz di Milano, il 31 marzo al Saschall di Firenze. Per dirla, questa verità, ci hanno messo undici lunghi anni. Tanto è trascorso dall’omonimo "Portishead", quattordici ne sono passati invece da "Dummy", gioiello musicale che la rivista Rolling Stone mette fra i cinquecento album più belli della storia. A ragione. Poi, dopo lo straordinario live "Roseland NYC" del 1998, dove il trio fece felicemente convivere un’orchestra di cinquanta elementi con sintetizzatori e scratch, è calato il silenzio. Cosa altro si poteva dire. Nulla che lo potesse eguagliare.

Avevano aiutato a definire il genere trip-hop, miscela di campionamenti, riff incisivi, moog spettrali, dub, elettronica e suoni vintage; erano riusciti a far convergere i battiti hip hop e le architetture sonore di Geoff Barrow, le memorie jazz del chitarrista Adrian Utley, le melodie strazianti e la voce miracolosa di Beth Gibbons, ma poi il successo li portò per mano sull’orlo della depressione. La spinta finale la diedero i produttori televisivi che, nel tempo, li hanno ridotti a "un set da fonduta" (per citare una loro definizione) da cui pescare golosamente. Così abbiamo ascoltato la loro "Glory Box" calpestata nella pubblicità di un paio di scarpe, "Roads" frenata su quella di una famosa marca di auto e "Numb" naufragata nella serie "Lost".

La gestazione tormentata di "Third" è di per sé una garanzia di qualità. O, perlomeno, segno di grande senso di responsabilità. I Portishead non sono i tipi che sfornano pagnotte da vendere al mercato discografico per scadenza contrattuale, ché tanto, quelle, hanno ingredienti fasulli e si consumano subito. Non hanno detto niente, perché non avevano niente da dire, ora tornano perché hanno trovato qualcosa da aggiungere.

Sarà, quindi, un disco diverso dai precedenti, ma comunque "il loro fratello maggiore", più duro, con alcuni brani più veloci, illuminato, e poco luminoso come in passato. Il live italiano è imperdibile, sia per la nota riluttanza ad apparire che porta il trio ad essere assente dalle scene per anni, sia perché quando l’esile Gibbons, aggrappata al microfono, entra con la voce nelle cavità sonore dei compagni, sa spezzare il cuore come nessun altro.

gioiaedolore
00giovedì 27 marzo 2008 12:57
BELLA NOTIZIA,GRAZIE ERIKA.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:23.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com