Poesie.

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Britannicus
00giovedì 21 settembre 2006 13:22


Anche tu sei collina

e sentiero di sassi

e gioco nei canneti,

e conosci la vigna

che di notte tace.

Tu non dici parole.



C'è una terra che tace

e non è terra tua.

C'è un silenzio che dura

sulle piante e sui colli.

Ci son acque e campagne.

Sei un chiuso silenzio

che non cede, sei labbra

e occhi bui. Sei la vigna.



È una terra che attende

e non dice parola.

Sono passati giorni

sotto cieli ardenti.

Tu hai giocato alle nubi.

È una terra cattiva ?

la tua fronte lo sa.

Anche questo è la vigna.



Ritroverai le nubi

e il canneto, e le voci

come un'ombra di luna.



Ritroverai parole

oltre la vita breve

e notturna dei giochi,

oltre l'infanzia accesa.

Sarà dolce tacere.

Sei la terra e la vigna.

Un acceso silenzio

brucerà la campagna

come i falò la sera.


Cesare Pavese




Britannicus
00giovedì 21 settembre 2006 13:25
Cesare Pavese


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi —
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.




Britannicus
00venerdì 22 settembre 2006 09:19
"Funere mersit acerbo" - Giosuè Carducci


O tu che dormi là su la fiorita
Collina tosca, e ti sta il padre a canto;
Non hai tra l'erbe del sepolcro udita
Pur ora una gentil voce di pianto ?
È il fanciulletto mio, che a la romita
Tua porta batte: ei che nel grande e santo
Nome te rinnovava, anch'ei la vita
Fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
Ahi no! giocava per le pinte aiole,
E arriso pur di vision leggiadre
L'ombra l'avvolse, ed a le fredde e sole
Vostre rive lo spinse. Oh, giú ne l'adre
Sedi accoglilo tu, ché al dolce sole
Ei volge il capo ed a chiamar la madre.








Britannicus
00sabato 24 febbraio 2007 20:25
La morte, la vita.

La morte è la nostra eterna compagna.
É sempre lì, alla nostra sinistra,
ad un passo di distanza da noi.
Ci osserva, ci sussurra all'orecchio,
a volte ...sentiamo il suo gelo.

É lì accanto a noi, ci osserva,
ci osserverà sempre,
sino al giorno in cui ci toccherà.

La morte è il nostro più vicino saggio consigliere,
ogni volta che ne senti il bisogno,
voltati e chiedi consiglio a lei,
la troverai lì, alla tua sinistra, disponibile.

Se imparerai a farlo senza vani timori
ti sbarazzerai delle maledette meschinità
proprie degli uomini che vivono
senza mai cercare di capire
cosa sia la morte e così tirano avanti,
come se la morte non dovesse mai toccarli.







sissy66
00sabato 10 novembre 2007 23:01
Si è vero
l'avevano detto
sarei stata meglio
non c'era paura
no
non per me
era per lei
è per lei
o era o è
non so neanche piu'
se è vero
che sono morta
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