Poesia sul magico INVERNO

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Luna del deserto
00sabato 9 ottobre 2004 16:04


Osservai la sua delicatezza,mentre nuda destava l'inverno tra le roccie,
la veste bianca sviolava come pelle aderente alle sue gambe sottili,
e come perle ricopriva di neve le roccie con la sua caduta tragica.
L'incantesimo di una regina di ghiaccio,fermo a immortalare il momento, in cui il freddo avrebbe ricoperto le valli buie.
Candida e tremante entrò nel lago,sembrava un ritorno al ventre materno il suo,nel gelo,lei ritornava nel grembo dal quale era stata strappata,con la stessa dolcezza di un petalo di rosa che cade.
Credo piangesse,mentre il suo corpo bianco si immergeva sempre più nell'acqua,tra cristalli di neve liquidi.
Se non fosse stata lei,forse sarebbe morta,avvinghiata a frammenti di ghiaccio...
però le sue lacrime calde,scaldarono di vita anche l'acqua del lago,e si abbandonò figlia ai richiami invernali del bosco.
Piangeva con la grazia di una ninfa,fragilità tattile arrivava alle mie labbra,un cigno nel lago gelido,un cigno coperto di alberi spogli,sembrava una danza quel suo abbandonarsi all'acqua,una danza quel suo piangere cristallo,una danza quel suo canto delicato che si perdeva fra le nubi in un cielo di nebbia.
Io restavo ferma ad osservarla da lontano,statua grigia e protesa a lei,parte di me...nascosta dietro corteccie e erbe secche sorridevo di quel dipinto così delicato,se mi fossi mossa,lo so,avrei potuto spezzare la magia di quella donna bianca,e tutto sarebbe rotolato nella miseria della realtà,ma una statua non si muove,ferma reclina lo sguardo nell'udire il silenzio.
Era incantevole come ogni suo capello si apriva nell'acqua,formando insieme ragnatele albine brillanti come luce lunare,
tragico il suo canto fra singhiozzi,mentre la sua spada riluceva tra le roccie abbandonata...mentre sul suo petto aperta di rosso una ferita,e mani piegate a fermare il sangue che sgorgava in goccie sulla pelle.
Scese la neve a coronare il suo volto,le sue lacrime si ghiacciarono in rivoli argentei.
Scese la neve ad avvolgere il suo corpo,il suo sangue sbiadì,trasformandosi in rubini che ammaliarono le sue gote in un rossore quasi pudico.
Scese la neve a intessere il suo abito,come un ragno ricamò una veste di cristallo,azzurra e opalescente,la fasciò in un abbraccio freddo.
Dall'acqua si erse,quasi trasportata da fili invisibili al cielo,dall'acqua si sollevò...e il lago divenne ghiaccio,e la dama bianca assunse diverso aspetto.
Spalancò le enormi ali,e divenne candida civetta,spalancò le enormi ali e volo sul bosco,portando la neve a ricoprire gli alberi e gli ultimi fiori,portando la neve ad assopire la vita,una coperta di perle da poggiare sul sonno del respiro...
Coprì anche me,che come ogni anno avevo potuto osservare il suo volo ancestrale,ricoprì anche il mio corpo di pietra,e la mia mano distesa al cielo,divenne ancora una volta dimora della graziosa civetta,regina d'inverno.

Nel giardino nascosto,ove iniziavano i segreti,si poteva ogni anno osservare la statua di una fanciulla dalle gote di rubino e la veste di ghiaccio,e poggiata con eleganza sul suo palmo rivolto al cielo,il suo ego selvatico dalle ali spiegate e gli occhi di sangue,nell'attesa del volo per ricoprire nuovamente parte di mondi.
Erano come goccie di sangue a bagnare il candore della neve.
Goccie di sangue che spietate addormentavo i cuori più rossi,e ferme nella neve aspettavano che la dama dei fiori entrasse nella scena.
PhoenixMoon
00martedì 12 ottobre 2004 20:56
è molto profonda...
bella, complimenti!!

:z:

elisa1982123698
00mercoledì 13 ottobre 2004 10:24
E' si, è davvero bella!!!:a: :hk: :dfd:
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