Poesia al tempo del Coronavirus

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Caleidos
00lunedì 6 aprile 2020 13:45
COVIR 19

Il mondo si è fermato
silenzioso vuoto d'aria
che affanna il respiro
tumulto sordo di un cuore
che rallenta il battito vitale.

Da oggi ci guarderemo senza riconoscerci,
spauriti, diffidenti l'uno dell'altro.

Noi rifugiati nelle nostre case
non piangiamo più i nostri morti
restiamo attoniti dentro un vivere irreale.

I rintocchi lenti delle campane
annunciano ogni ora nuove scomparse.

Siam prigionieri del divenire
contiamo i giorni che verranno
sperando in una buona novella.


Alzano Lombardo 27.03.2020
Versolibero
00martedì 28 aprile 2020 23:47
Re:
Caleidos, 06/04/2020 13:45:

COVIR 19



Da oggi ci guarderemo senza riconoscerci,
spauriti, diffidenti l'uno dell'altro.


Noi rifugiati nelle nostre case
non piangiamo più i nostri morti
restiamo attoniti dentro un vivere irreale.

I rintocchi lenti delle campane
annunciano ogni ora nuove scomparse.


Siam prigionieri del divenire
contiamo i giorni che verranno
sperando in una buona novella.








Prima di "oggi" ci si poteva lamentare dell'indifferenza; ora il lamento comune è quello prodotto dalla diffidenza.
Diffidenza anche verso quelle persone che, incontrandole solo qualche mese fa, avremmo salutato con un abbraccio o con una pacca sulla spalla, mentre ora ci preoccupiamo che stiano a distanza, vale a dire a distanza di sicurezza. Affinché l'Intruso non faccia altro scempio (avendone fatti già troppi). Però la Speranza, come sempre, è l'ultima a morire. E intanto, ce ne stiamo in attesa, sospirando un varco di luce.

😉




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