Playlist 2003

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Seminole
00mercoledì 7 gennaio 2004 19:58
Novità e ristampe, ma anche titoli vecchi tradotti in italiano soltanto ora

Antonio Moresco Canti del caos seconda parte Rizzoli
Joyce Carol Oates L'età di mezzo Mondadori
Stefano D'Arrigo Horcynus orca Rizzoli
James Atlas Vita di Saul Bellow Mondadori
Richard Ford Mia madre, un ricordo Archinto
Jim Thompson L'assassino che è in me Fanucci
Oreste Del Buono La parte difficile e altri scritti
Scheiwiller
Giorgio Bassani Cinque storie ferraresi Einaudi
Hubert Selby Jr Requiem per un sogno Fazi
David Goodis Sparate sul pianista Fanucci
Charles Willeford Miami blues Marcos Y Marcos
J.K. Rowling Harry Potter e l'ordine della fenice
Salani
John Cheever Oh città dei sogni infranti Fandango
John Pilger Agende nascoste Fandango

Queste sono alcune tra le cose più belle che mi è capitato di leggere da settembre '03 a oggi. Sarei felice di commentarli con chi li ha letto, e sarò altrettanto felice se piaceranno a chi deciderà di leggerli. Buona immersione!
andrea b
00mercoledì 7 gennaio 2004 22:42
1 Antonio Moresco, Canti del Caos - seconda parte, Rizzoli
2 Tiziano Scarpa, Kamikaze d'occidente, Rizzoli
3 Paolo Nori, Gli scarti, Feltrinelli
4 Dario Voltolini, I confini di Torino, Quiritta
5 Patrie Impure, AA VV, Rizzoli
6 Valerio Evangelisti, Antracite


In realtà tra i primi posti andava l'ultimo libro di Covacich, A perdifiato, ma non l'ho ancora letto.
Su Moresco posto un commento che Dario Voltolini scrisse per il precedente Gli esordi, vale sicuramente anche per Canti del Caos:

"So che questo è un libro controverso. Io mi schiero fra coloro che lo apprezzano. Ma il mio apprezzamento è massimo: io ritengo che "Gli esordi" sia un capolavoro della nostra letteratura, per la sua forza strutturale, per la potenza delle immagini che contiene, per l'eccezionale ampiezza dei suoi movimenti e anche per la sua magnifica prosa (proprio così)." Dario Voltolini
Seminole
00mercoledì 7 gennaio 2004 23:15
Canto delle indossatrici dal naso pieno di merda
Caro Andrea B,
ma leggi solo autori italiani? Be', ognuno ha le sue preferenze, io sicuramente consumo troppa letteratura a stelle e strisce. Il commento di Voltolini non mi suona nuovo, magari l'avevo già letto da qualche parte, comunque esprime alla perfezione quel che penso di Moresco, che è sicuramente un autore da amare o odiare, svisceratamente "di pancia" pur restando un intellettuale acuminato. Credo che con questi Canti del caos stia rischiando molto di suo, nel senso che si è messo in gioco completamente, ma di rado mi è capitato d'imbattermi in un simile torrente di bile, rabbia e tristezza che sapesse mantenere l'altissima qualità visionaria che senz'altro Moresco possiede: i suoi libri stanno in equilibrio (traballano, sì, e volutamente, ma non cadono mai) tra l'urlo straziato, disperato e un'inesausta ricerca formale, il suo nichilismo schizoide è molto "concreto", direi quasi materico, per la sostanza terragna che persegue anche nelle parentesi più vivide e immaginifiche, e in questo non è poi molto lontano da Beckett. Adesso non ci resta che aspettare di vedere cosa combinerà Dio...
Hai mai sfogliato La santa?
Seminole
00mercoledì 7 gennaio 2004 23:17
Bassotuba non c'è più
Ma Paolo Nori non ti ha un po' rotto le scatole?
marsmell
00giovedì 8 gennaio 2004 00:43
Io non riesco a leggere tanto come voi (aihmè!) comunque questo è quello che ho letto:
NOAH GORDON, Il medico di Saragozza
NOAH GORDON, L'umo che cercava la verità
CARLO LUCARELLI, Storie d' Italia
FEDERICO AUDISIO DI SOMMA, L'uomo che curava con i fiori

Per la verità l' ultimo lo sto ancora leggendo.
Seminole
00giovedì 8 gennaio 2004 22:59
Noah's ark
Non conosco il signor Noah Gordon... Ti va di dirmi qualcosa sui suoi libri?
andrea b
00giovedì 8 gennaio 2004 23:39
Nori ha scritto dei libri bellissimi come Le cose non sono le cose (fernandel), Bassotuba non c'è (einaudi), Grandi ustionati (idem), è uno scrittore importante perché ha inventato una lingua nuova e perché fa ridere, consola, insomma dice delle verità dal punto di vista di un anarchico intelligentissimo antiintellettuale, che ama la Russia invece dell'America e gli autori russi come Gogol', e anche quelli nuovi per noi come Venedíkt Eroféev (fanucci) e Charms (einaudi, adelphi), e a me per questo fa sempre piacere leggerlo.
Moresco ha una passione per la letteratura immensa e perciò la sua idea è quella che la letteratura sia forte, mica cose da epigono di qualche gigante del passato, e mai rassicurante, che rivolta dentro, - si può usare questa metafora del cavolo? - che installa programmi dialer nelle nostre teste per aprire imprevedibilmente finestre su visioni radicali, come quella del personaggio Dio che indossa una maschera di porcellana. Come i dialer autopartenti a volte fa arrabbiare, ma è grande davvero.
La Santa (bollati boringhieri)l'ho veramente solo sfogliato (come dice marsmell non si può leggere tutto), è un testo teatrale su Santa Teresa di Lisieux, portato in scena dalla compagnia teatro aperto, regia di Renzo Martinelli (proprio il campione motociclista, che ancora si commuove pensando a Valentino Rossi).
Leggo molti autori italiani, vero, ma solo perché sono bravissimi (in questo momento Scarpa è uno scrittore gigantesco), volevo mettere anche qualche titolo straniero, American Gods per esempio, o qualcosa di D. F. Wallace, ma non sono del 2003.
marsmell
00sabato 10 gennaio 2004 16:48
Con piacere parlo di Noah Gordon che io considero il mio romanziere preferito.
Non conosco molto della sua biografia se non che è Americano e che il suo primo libro risale al 1965, “The rabbi” (L’uomo che cercava la verità).
In Italia si fa conoscere all’ inizio degli anni Novanta con “Lo Sciamano” e riscuote un buon successo, secondo romanzo appartenente alla trilogia iniziata con “Medicus” e terminata con “L’eredità dello Sciamano” (pessimo titolo della versione italiana in cui la Rizzoli sperava di cavalcare ancora il successo del libro precedente; per la cronaca il titolo originale è “A matter of choice”).
Con lo “Sciamano” Gordon riceve il premio Selezione Bancarella 1993 e il James Fenimore Cooper Prize come miglior romanzo storico Americano. Con il suo ultimo lavoro “Il medico di Saragozza” riceve il premio Boccaccio 2001.
Gordon riesce con brillante abilità ad incastonare le sue storie in contesti reali e fatti storici, dietro ai suoi romanzi c’è sempre una seria e scrupolosa ricerca come storico e sociologo. Nasce così lo “Sciamano” uno splendido affresco sull’ America dell’ Ottocento, con la Guerra di Secessione, le prime colonizzazioni del midwest ed i primi contatti con i pellerossa il tutto attraverso gli occhi di un medico di campagna emigrato dall’ Irlanda. “Medicus” racconta l’ incredibile viaggio di un giovane Inglese che in pieno Medioevo si reca nell’ antica Persia dove ha sede l’unica Università per diventare medici. “Il medico di Saragozza” dà un ritratto della Spagna dell’ Inquisizione dove gli Ebrei vennero cacciati, ma un tenace ragazzo ebreo nasconderà la sua identità religiosa per poi diventare medico.
Avrete capito che in ogni romanzo c’ è sempre presente o la figura di un medico, o la figura di un Ebreo, o entrambi. Con un linguaggio abbastanza semplice ma estremamente efficace i suoi libri si leggono tutti di un fiato e ci si lascia catturare e calare nei luoghi, nei tempi e nei personaggi narrati.
Buona lettura!


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